Quistello (MN)
76 Voci
0376 618141
UNITÀ' PASTORALE DESTRA SECCHIA

AVVISI DAL 25 AL 31 MAGGIO

Lunedì 25 maggio
- Celebrazioni: ore 08.00 Quistello; ore 09.00 a Quingentole.

Martedì 26 maggio (san Filippo Neri)
- Celebrazioni: ore 08.00 a Santa Lucia; La messa in casa di riposo è ancora sospesa..

Mercoledì 27 maggio
- Celebrazioni: ore 09.00 a San Giacomo; ore 19.00 a Quingentole, senza adorazione.

Giovedì 28 maggio
- Celebrazioni: ore 09.00 a Quistello;; ore 19.00 a San Giacomo senza adorazione
- Mantova in duomo Celebrazione ore 9,30 santa Messa Crismale presieduta dal Vescovo Marco, concelebrata dai sacerdoti della nostra diocesi

Venerdì 29 maggio
- Celebrazioni: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.

Sabato 30 maggio
- Celebrazioni: ore 18.00 a San Rocco; ore 19.00 a Malcantone.

Domenica 31 maggio festa di Pentecoste
- Celebrazioni: ore 08.00 e 11.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole; ore 10.30 a San Giacomo

PENTECOSTE SOLENNITA'
p. Ermes Ronchi

Il «respiro di Dio» viene in modo diverso per ciascuno.
La Parola di Dio racconta in quattro modi diversi il venire dello Spirito Santo, per dirci che Lui, il respiro di Dio, non sopporta schemi.
Nel Vangelo lo Spirito viene come presenza che consola, leggero e quieto come un respiro, come il battito del cuore.
Negli Atti viene come energia, coraggio, rombo di tuono che spalanca le porte e le parole. Mentre tu sei impegnato a tracciare i confini di casa, lui spalanca finestre, ti apre davanti il mondo, chiama oltre.
Secondo Paolo, viene come dono diverso per ciascuno, bellezza e genialità di ogni cristiano.
E un quarto racconto è nel versetto del salmo: del tuo Spirito Signore è piena la terra. Tutta la terra, niente e nessuno esclusi. Ed è piena, non solo sfiorata dal vento di Dio, ma colmata: tracima, trabocca, non c'è niente e nessuno senza la pressione mite e possente dello Spirito di Dio, che porta pollini di primavera nel seno della storia e di tutte le cose. "Che fa vivere e santifica l'universo", come preghiamo nella Eucaristia.
Mentre erano chiuse le porte del luogo per paura dei Giudei, ecco accadere qualcosa che ribalta la vita degli apostoli, che rovescia come un guanto quel gruppetto bloccato dietro porte sbarrate. Qualcosa ha trasformato uomini barcollanti d'angoscia, in persone danzanti di gioia, "ubriache" (Atti 2,13) di coraggio: è lo Spirito, fiamma che riaccende le vite, vento che dilaga dalla camera alta, terremoto che fa cadere le costruzioni pericolanti, sbagliate, e lascia in piedi solo ciò che è davvero solido. È accaduta la Pentecoste e si è sbloccata la vita.
La sera di Pasqua, mentre erano chiuse le porte, venne Gesù, stette in mezzo ai suoi e disse: pace! L'abbandonato ritorna da coloro che lo avevano abbandonato. Non accusa nessuno, avvia processi di vita; gestisce la fragilità dei suoi con un metodo umanissimo e creativo: li rassicura che il suo amore per loro è intatto (mostrò loro le mani piagate e il costato aperto, ferite d'amore); ribadisce la sua fiducia testarda, illogica e totale in loro (come il Padre ha mandato me, io mando voi). Voi come me. Voi e non altri. Anche se mi avete lasciato solo, io credo ancora in voi, e non vi mollo.
E infine gioca al rialzo, offre un di più: alitò su di loro e disse: ricevete lo Spirito Santo. Lo Spirito è il respiro di Dio. In quella stanza chiusa, in quella situazione asfittica, entra il respiro ampio e profondo di Dio, l'ossigeno del cielo. E come in principio il Creatore soffiò il suo alito di vita su Adamo, così ora Gesù soffia vita, trasmette ai suoi ciò che lo fa vivere, quel principio vitale e luminoso, quella intensità che lo faceva diverso, che faceva unico il suo modo di amare, e spalancava orizzonti.

AVVISI DAL 17 AL 23 FEBBRAIO

Lunedì 17 febbraio
- Celebrazioni: ore 09.00 funerale a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.
San Giacomo ore 21.00 in canonica: incontro del direttivo del coordinamento pastorale per un tempo di meditazione e preghiera.

Martedì 18 febbraio
- Celebrazioni: ore 08.00 a Santa Lucia; ore 16.00 al R.S.A.
“Ciclamini” di Quistello.
Quistello ore 21.00 in oratorio: incontro dei responsabili dei centri d’ascolto della Parola.

Mercoledì 19 febbraio
- Celebrazioni: ore 09.00 a San Giacomo; ore 19.00 a Quingentole con adorazione fino alle ore 21.00.
Quistello ore 21.00 in oratorio: incontro dei responsabili dei gruppi liturgici per il periodo di Quaresima.

Giovedì 20 febbraio
- Celebrazioni: ore 09.00 a Quistello con adorazione fino alle ore 10.00; ore 19.00 a San Giacomo con adorazione fino alle 21.00.

Venerdì 21 febbraio
- Celebrazioni: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.

Sabato 22 febbraio (festa della cattedra di San Pietro)
- Celebrazioni: ore 17.00 a San Rocco; ore 18.00 a Malcantone.

Domenica 23 febbraio (VII domenica del tempo ordinario)
- Celebrazioni: ore 08.00 e 11.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole; ore 10.30 a San Giacomo

Gesù viene a guarirci, non a rifare un «codice»
Ma io vi dico. Gesù entra nel progetto di Dio non per rifare un codice, ma per rifare il coraggio del cuore, il coraggio del sogno. Agendo su tre leve decisive: la violenza, il desiderio, la sincerità. Fu detto: non ucciderai; ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, chi nutre rancore è potenzialmente un omicida. Gesù va diritto al movente delle azioni, al laboratorio dove si assemblano i gesti. L'apostolo Giovanni affermerà una cosa enorme: «Chi non ama suo fratello è omicida» (1 Gv 3,15). Chi non ama, uccide. Il disamore non è solo il mio lento morire, ma è un incubatore di violenza e omicidi. Ma io vi dico: chiunque si adira con il fratello, o gli dice pazzo, o stupido, è sulla linea di Caino...
Gesù mostra i primi tre passi verso la morte: l'ira, l'insulto, il disprezzo, tre forme di omicidio.
L'uccisione esteriore viene dalla eliminazione interiore dell'altro. Chi gli dice pazzo sarà destinato al fuoco della Geenna. Geenna non è l'inferno, ma quel vallone alla periferia di Gerusalemme, dove si bruciavano le immondizie della città, da cui saliva perennemente un fumo acre e cattivo. Gesù dice: se tu disprezzi e insulti il fratello tu fai spazzatura della tua vita, la butti nell'immondizia; è ben più di un castigo, è la tua umanità che marcisce e va in fumo. Ascolti queste pagine che sono tra le più radicali del Vangelo e capisci per contrasto che diventano le più umane, perché Gesù parla solo della vita, con le parole proprie della vita: «Custodisci le mie parole ed esse ti custodiranno» (Prov 4,4), e non finirai nell'immondezzaio della storia.
Avete inteso che fu detto: non commettere adulterio. Ma io vi dico: se guardi una donna per desiderarla sei già adultero. Non dice semplicemente: se tu desideri una donna; ma: se guardi per desiderare, con atteggiamento predatorio, per conquistare e violare, per sedurre e possedere, se la riduci a un oggetto da prendere o collezionare, tu commetti un reato contro la grandezza di quella persona.
Adulterio viene dal verbo a(du)lterare che significa: tu alteri, cambi, falsifichi, manipoli la persona. Le rubi il sogno di Dio. Adulterio non è tanto un reato contro la morale, ma un delitto contro la persona, deturpi il volto alto e puro dell'uomo.
Terza leva: Ma io vi dico: Non giurate affatto; il vostro dire sia sì, sì; no, no. Dal divieto del giuramento, Gesù va fino in fondo, arriva al divieto della menzogna. Di' sempre la verità e non servirà più giurare. Non abbiamo bisogno di mostraci diversi da ciò che siamo nell'intimo. Dobbiamo solo curare il nostro cuore, per poi prenderci cura della vita attorno a noi; c'è da guarire il cuore per poi guarire la vita. (p. Ermes Ronchi

AVVISI DAL 10 AL 16 FEBBRAIO

Lunedì 10 febbraio (memoria di Santa Scolastica)
- Celebrazioni: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.

Martedì 11 febbraio
- Celebrazioni: ore 08.00 a Santa Lucia; ore 16.00 al R.S.A.
“Ciclamini” di Quistello.

Mercoledì 12 febbraio
- Celebrazioni: ore 09.00 a San Giacomo; ore 19.00 a Quingentole con adorazione fino alle ore 21.00.

Giovedì 13 febbraio
- Celebrazioni: ore 09.00 a Quistello con adorazione fino alle ore 10.00; ore 19.00 a San Giacomo con adorazione fino alle 21.00.
Ore 21.00 a Quistello al cinema: riunione con i genitori dei ragazzi/e di V elementare, I e II media di tutte le parrocchie per i campi estivi.

Venerdì 14 febbraio (festa dei santi Cirillo e Metodio)
- Celebrazioni: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.

Sabato 15 febbraio
- Celebrazioni: ore 17.00 a San Rocco; ore 18.00 a Malcantone.

Domenica 16 febbraio (VI domenica del tempo ordinario)
- Celebrazioni: ore 08.00 e 11.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole; ore 10.30 a San Giacomo

Evitiamo una vita insipida e spenta
Voi siete sale, voi siete luce. Sale che conserva le cose, minima eternità disciolta nel cibo. Luce che accarezza di
gioia le cose, ne risveglia colori e bellezza. Tu sei luce. Gesù lo annuncia alla mia anima bambina, a quella parte di me che sa ancora incantarsi, ancora accendersi.
Tu sei sale, non per te stesso ma per la terra. La faccenda è seria, perché essere sale e luce del mondo vuol dire che dalla buona riuscita della mia avventura, umana e spirituale, dipende la qualità del resto del mondo. Come fare per vivere questa responsabilità seria, che è di tutti? Meno parole e più gesti. Che il profeta Isaia elenca, nella prima lettura di domenica: «Spezza il tuo pane», verbo asciutto, concreto, fattivo. «Spezza il tuo pane», e poi è tutto un incalzare di altri gesti: «Introduci in casa, vesti il nudo, non distogliere gli occhi. Allora la tua luce sorgerà come l’aurora, la tua ferita si rimarginerà in fretta».
E senti l’impazienza di Dio, l’impazienza di Adamo, e dell’aurora che sorge e della fame che grida; l’urgenza del corpo dell’uomo che ha dolore e ferite, ha fretta di pane e di salute. La luce viene attraverso il mio pane quando diventa nostro pane, condiviso e non possesso geloso. Il gesto del pane viene prima di tutto: perché sulla terra ci sono creature che hanno così tanta fame che per loro Dio non può che avere la forma di un pane. Guarisci altri e guarirà la tua ferita, prenditi cura di qualcuno e Dio si prenderà cura di te; produci amore e Lui ti fascerà il cuore, quando è ferito. Illumina altri e ti illuminerai, perché chi guarda solo a sé stesso non s’illumina mai.
Chi non cerca, anche a tentoni, quel volto che dal buio chiede aiuto, non si accenderà mai. È dalla notte condivisa che sorge il sole di tutti. «Se mi chiudo nel mio io, pur adorno di tutte le virtù, ricco di sale e di luce, e non partecipo all’esistenza degli altri, se non mi dischiudo agli altri, posso essere privo di peccati, e tuttavia vivo in una situazione di peccato» (G. Vannucci). Ma se il sale perde sapore con che cosa lo si potrà rendere salato? Conosciamo bene il rischio di affondare in una vita insipida e spenta. E accade quando non comunico amore a chi mi incontra, non sono generoso di me, non so voler bene: «non siamo chiamati a fare del bene, ma a voler bene» (Sorella Maria di Campello).
Primo impegno vitale. Io sono luce spenta quando non evidenzio bellezza e bontà negli altri, ma mi inebrio dei loro difetti: allora sto spegnendo la fiamma delle cose, sono un cembalo che tintinna (parola di Paolo), un trombone di latta. Quando amo tre verbi oscuri: prendere, salire, comandare; anziché seguire i tre del sale e della luce: dare, scendere, servire. (p. Ermes Ronchi)

AVVISI DAL 06 AL 12 GENNAIO

Lunedì 06 gennaio (Epifania del Signore)
- Celebrazioni: ore 08.00 e 11.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole; ore 10.30 a San Giacomo; ore 17.00 a San Rocco.

Martedì 07 gennaio
- Celebrazioni: ore 08.00 a Santa Lucia; ore 16.00 al R.S.A. “Ciclamini” di Quistello.

Mercoledì 08 gennaio
- Celebrazioni: ore 09.00 a San Giacomo; ore 19.00 a Quingentole con adorazione fino alle ore 21.00.

Giovedì 09 gennaio
- Celebrazioni: ore 09.00 a Quistello con adorazione fino alle ore 10.00; ore 19.00 a San Giacomo con adorazione fino alle ore 21.00.

Venerdì 10 gennaio
- Celebrazioni: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.

Sabato 11 gennaio
- Celebrazioni: ore 17.00 a San Rocco; ore 18.00 a Malcantone.
Quistello ore 10.00: in oratorio incontro con i genitori dei bambini di IV elementare (per celebrare il Sacramento della Riconciliazione).
San Giacomo ore 19.00: incontro con i genitori dei bambini/e del catechismo e cena insieme.

Domenica 12 gennaio (Battesimo del Signore)
- Celebrazioni: ore 08.00 e 11.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole; ore 10.30 a San Giacomo.

Icone di Dio: c’è santità e luce in ogni vita
Vangelo immenso, un volo d'aquila che ci impedisce piccoli pensieri, che opera come uno sfondamento verso l'eterno: verso «l'in principio» (in principio era il Verbo) e il «per sempre». E ci assicura che un'onda immensa viene a battere sui promontori della nostra esistenza (e il Verbo si fece carne), che siamo raggiunti da un flusso che ci alimenta, che non verrà mai meno, a cui possiamo sempre attingere, che in gioco nella nostra vita c'è una forza più grande di noi. Che un frammento di Logos, di Verbo, ha messo la sua tenda in ogni carne, qualcosa di Dio è in ogni uomo.
C'è santità e luce in ogni vita. E nessuno potrà più dire: qui finisce la terra, qui comincia il cielo, perché ormai terra e cielo si sono abbracciati. E nessuno potrà dire: qui finisce l'uomo, qui comincia Dio, perché creatore e creatura si sono abbracciati e, almeno in quel neonato, uomo e Dio sono una cosa sola. Almeno a Betlemme. «Gesù è il racconto della tenerezza del Padre» (Evangelii Gaudium), per questo penso che la traduzione, libera ma vera, dei primi versetti del Vangelo di Giovanni, possa suonare pressappoco così: «In principio era la tenerezza, e la tenerezza era presso Dio, e la tenerezza era Dio... e la tenerezza carne si è fatta e ha messo la sua tenda in mezzo a noi».
Il grande miracolo è che Dio non plasma più l'uomo con polvere del suolo, dall'esterno, come fu in principio, ma si fa lui stesso, teneramente, polvere plasmata, bambino di Betlemme e carne universale. A quanti l'hanno accolto ha dato il potere...
Notiamo la parola: il potere, non solo la possibilità o l'opportunità di diventare figli, ma un potere, una energia, una vitalità, una potenza di umanità capace di sconfinare. «Dio non considera i nostri pensieri, ma prende le nostre speranze e attese, e le porta avanti» (Giovanni Vannucci).
Nella tenerezza era la vita, e la vita era la luce degli uomini. Una cosa enorme: la vita stessa è luce. La vita vista come una grande parabola che racconta Dio; un Vangelo che ci insegna a sorprendere parabole nella vita, a sorprendere perfino nelle pozzanghere della terra il riflesso del cielo. Ci dà la coscienza che noi stessi siamo parabole, icone di Dio. Che chi ha la sapienza del vivere, ha la sapienza di Dio. Chi ha passato anche un'ora soltanto ad ascoltare e ad addossarsi il pianto di una vita è più vicino al mistero di Dio di chi ha letto tutti i libri e sa tutte le parole.
Da Natale, da dove l'infinitamente grande si fa infinitamente piccolo, i cristiani cominciano a contare gli anni, a raccontare la storia. Questo è il nodo vivo del tempo, che segna un prima e un dopo. Attorno ad esso danzano i secoli e tutta la mia vita. (p. Ermes Ronchi)

AVVISI DAL 9 AL 15 DICEMBRE

Lunedì 09 dicembre
- Celebrazioni: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.

Martedì 10 dicembre
- Celebrazioni: ore 08.00 a Santa Lucia; ore 16.00 al R.S.A. “Ciclamini” di Quistello.

Mercoledì 11 dicembre
- Celebrazioni: ore 09.00 a San Giacomo; ore 19.00 a Quingentole con adorazione fino alle ore 21.00.

Giovedì 12 dicembre
- Celebrazioni: ore 09.00 a Quistello; ore 19.00 a San Giacomo con adorazione fino alle ore 21.00.
Quistello ore 18.00 arriva Santa Lucia davanti all’oratorio.

Venerdì 13 dicembre (memoria di Santa Lucia)
- Celebrazioni: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole; ore 10.30 solennità di Santa Lucia in chiesa nell’omonima frazione.

Sabato 14 dicembre (memoria di San Giovanni della Croce)
- Celebrazioni: ore 17.00 a San Rocco; dopo la messa a San Rocco incontro del coordinamento pastorale; ore 18.00 a Malcantone.
San Giacomo ore 15.00: confessioni dei ragazzi/e del catechismo.
Nuvolato ore 21.00: concerto natalizio in chiesa con la corale “G. Verdi”, coro voci bianche e coro giovanile di Ostiglia.

Domenica 15 dicembre (III domenica d’Avvento)
- Celebrazioni: ore 08.00 e 11.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole; ore 10.30 a San Giacomo.


Il sì di Maria: l’eccomi che cambia la storia

L'angelo Gabriele, lo stesso che «stava ritto alla destra dell'altare del profumo» (Lc 1,11), è volato via dall'incredulità di Zaccaria, via dall'immensa spianata del tempio, verso una casetta qualunque, un monolocale di povera gente. Straordinario e sorprendente viaggio: dal sacerdote anziano a una ragazza, dalla Città di Dio a un paesino senza storia della meticcia Galilea, dal sacro al profano. Il cristianesimo non inizia al tempio, ma in una casa. La prima parola dell'angelo, il primo “Vangelo” che apre il vangelo, è: rallegrati, gioisci, sii felice. Apriti alla gioia, come una porta si apre al sole: Dio è qui, ti stringe in un abbraccio, in una promessa di felicità. Le parole che seguono svelano il perché della gioia: sei piena di grazia. Maria non è piena di grazia perché ha risposto “sì” a Dio, ma perché Dio per primo ha detto “sì” a lei, senza condizioni. E dice “sì” a ciascuno di noi, prima di qualsiasi nostra risposta. Che io sia amato dipende da Dio, non dipende da me. Quel suo nome, “Amata-per-sempre” è anche il nostro nome: buoni e meno buoni, ognuno amato per sempre. Piccoli o grandi, tutti continuamente riempiti di cielo. Il Signore è con te. Quando nella Bibbia Dio dice a qualcuno “io sono con te” gli sta consegnando un futuro bellissimo e arduo (R. Virgili).
Lo convoca a diventare partner della storia più grande. Darai alla luce un bimbo, che sarà figlio della terra e figlio del cielo, figlio tuo e figlio dell'Altissimo, e siederà sul trono di David per sempre. La prima parola di Maria non è il “sì” che ci saremmo aspettati, ma la sospensione di una domanda: come avverrà questo? Matura e intelligente, vuole capire per quali vie si colmerà la distanza tra lei e l'affresco che l'angelo dipinge, con parole mai udite... Porre domande a Dio non è mancare di fede, anzi è voler crescere nella consapevolezza.
La risposta dell'angelo ha i toni del libro dell'Esodo, di una nube oscura e luminosa insieme, che copre la tenda, la riempie di presenza. Ma vi risuona anche la voce cara del libro della vita e degli affetti: è il sesto mese della cugina Elisabetta. Maria è afferrata da quel turbinio di vita, ne è coinvolta: ecco la serva del Signore. Nella Bibbia la serva non è “la domestica, la donna di servizio”. Serva del re è la regina, la seconda dopo il re: il tuo progetto sarà il mio, la tua storia la mia storia, Tu sei il Dio dell'alleanza, e io tua alleata. Sono la serva, e dice: sono l'alleata del Signore delle alleanze.
Come quello di Maria, anche il nostro “eccomi!” può cambiare la storia. Con il loro “sì” o il loro “no” al progetto di Dio, tutti possono incidere nascite e alleanze sul calendario della vita. (p. Ermes Ronchi).

AVVISI DAL 9 AL 15 DICEMBRE

Lunedì 09 dicembre
- Celebrazioni: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.

Martedì 10 dicembre
- Celebrazioni: ore 08.00 a Santa Lucia; ore 16.00 al R.S.A. “Ciclamini” di Quistello.

Mercoledì 11 dicembre
- Celebrazioni: ore 09.00 a San Giacomo; ore 19.00 a Quingentole con adorazione fino alle ore 21.00.

Giovedì 12 dicembre
- Celebrazioni: ore 09.00 a Quistello; ore 19.00 a San Giacomo con adorazione fino alle ore 21.00.
Quistello ore 18.00 arriva Santa Lucia davanti all’oratorio.

Venerdì 13 dicembre (memoria di Santa Lucia)
- Celebrazioni: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole; ore 10.30 solennità di Santa Lucia in chiesa nell’omonima frazione.

Sabato 14 dicembre (memoria di San Giovanni della Croce)
- Celebrazioni: ore 17.00 a San Rocco; dopo la messa a San Rocco incontro del coordinamento pastorale; ore 18.00 a Malcantone.
San Giacomo ore 15.00: confessioni dei ragazzi/e del catechismo.
Nuvolato ore 21.00: concerto natalizio in chiesa con la corale “G. Verdi”, coro voci bianche e coro giovanile di Ostiglia.

Domenica 15 dicembre (III domenica d’Avvento)
- Celebrazioni: ore 08.00 e 11.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole; ore 10.30 a San Giacomo.


Il sì di Maria: l’eccomi che cambia la storia

L'angelo Gabriele, lo stesso che «stava ritto alla destra dell'altare del profumo» (Lc 1,11), è volato via dall'incredulità di Zaccaria, via dall'immensa spianata del tempio, verso una casetta qualunque, un monolocale di povera gente. Straordinario e sorprendente viaggio: dal sacerdote anziano a una ragazza, dalla Città di Dio a un paesino senza storia della meticcia Galilea, dal sacro al profano. Il cristianesimo non inizia al tempio, ma in una casa. La prima parola dell'angelo, il primo “Vangelo” che apre il vangelo, è: rallegrati, gioisci, sii felice. Apriti alla gioia, come una porta si apre al sole: Dio è qui, ti stringe in un abbraccio, in una promessa di felicità. Le parole che seguono svelano il perché della gioia: sei piena di grazia. Maria non è piena di grazia perché ha risposto “sì” a Dio, ma perché Dio per primo ha detto “sì” a lei, senza condizioni. E dice “sì” a ciascuno di noi, prima di qualsiasi nostra risposta. Che io sia amato dipende da Dio, non dipende da me. Quel suo nome, “Amata-per-sempre” è anche il nostro nome: buoni e meno buoni, ognuno amato per sempre. Piccoli o grandi, tutti continuamente riempiti di cielo. Il Signore è con te. Quando nella Bibbia Dio dice a qualcuno “io sono con te” gli sta consegnando un futuro bellissimo e arduo (R. Virgili).
Lo convoca a diventare partner della storia più grande. Darai alla luce un bimbo, che sarà figlio della terra e figlio del cielo, figlio tuo e figlio dell'Altissimo, e siederà sul trono di David per sempre. La prima parola di Maria non è il “sì” che ci saremmo aspettati, ma la sospensione di una domanda: come avverrà questo? Matura e intelligente, vuole capire per quali vie si colmerà la distanza tra lei e l'affresco che l'angelo dipinge, con parole mai udite... Porre domande a Dio non è mancare di fede, anzi è voler crescere nella consapevolezza.
La risposta dell'angelo ha i toni del libro dell'Esodo, di una nube oscura e luminosa insieme, che copre la tenda, la riempie di presenza. Ma vi risuona anche la voce cara del libro della vita e degli affetti: è il sesto mese della cugina Elisabetta. Maria è afferrata da quel turbinio di vita, ne è coinvolta: ecco la serva del Signore. Nella Bibbia la serva non è “la domestica, la donna di servizio”. Serva del re è la regina, la seconda dopo il re: il tuo progetto sarà il mio, la tua storia la mia storia, Tu sei il Dio dell'alleanza, e io tua alleata. Sono la serva, e dice: sono l'alleata del Signore delle alleanze.
Come quello di Maria, anche il nostro “eccomi!” può cambiare la storia. Con il loro “sì” o il loro “no” al progetto di Dio, tutti possono incidere nascite e alleanze sul calendario della vita. (p. Ermes Ronchi).

AVVISI DAL 2 AL 8 DICEMBRE

Lunedì 02 dicembre
- Celebrazioni: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.

Martedì 03 dicembre (memoria di San Francesco Saverio)
- Celebrazioni: ore 08.00 a Santa Lucia; ore 16.00 al R.S.A. “Ciclamini” di Quistello.

Mercoledì 04 dicembre
- Celebrazioni: ore 09.00 a San Giacomo; ore 19.00 a Quingentole con adorazione fino alle ore 21.00.
Quistello ore 21.00: incontro in teatro con i genitori dei ragazzi di V elementare, I e II media di tutte le parrocchie.

Giovedì 05 dicembre
- Celebrazioni: ore 09.00 a Quistello; ore 19.00 a San Giacomo con adorazione fino alle ore 21.00.

Venerdì 06 dicembre (memoria di San Nicola)
- Celebrazioni: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.

Sabato 07 dicembre (memoria di Sant’Ambrogio)
- Celebrazioni: ore 17.00 a San Rocco; ore 18.00 a Malcantone.

Domenica 08 dicembre (Immacolata Concezione della B.V. Maria)
- Celebrazioni: ore 08.00 e 11.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole; ore 10.30 a San Giacomo.
San Giacomo ore 15.00: incontro con il vescovo Marco per tutti i componenti delle nostre comunità. L’incontro si svolgerà in questo modo: inizieremo con una meditazione del Vescovo Marco in teatro a San Giacomo; proseguirà con la preghiera del vespro in chiesa; seguirà un incontro di tipo pastorale in teatro (sempre a San Giacomo) e al termine cena buffet.

L’Avvento è attesa: questo mondo ne porta un altro nel suo grembo

Al tempo di Noè gli uomini mangiavano e bevevano... e non si accorsero di nulla. Non si accorsero che quel mondo era finito. I giorni di Noè sono i giorni della superficialità: «il vizio supremo della nostra epoca» (R. Panikkar). L'Avvento che inizia è invece un tempo per accorgerci. Per vivere con attenzione, rendendo profondo ogni momento.
L'immagine conduttrice è quella di Miriam di Nazaret nell'attesa del parto, incinta di Dio, gravida di luce. Attendere, infinito del verbo amare. Le donne, le madri, sanno nel loro corpo che cosa è l'attesa, la conoscono dall'interno. Avvento è vita che nasce, dice che questo mondo porta un altro mondo nel grembo; tempo per accorgerci, come madri in attesa, che germogli di vita crescono e si arrampicano in noi. Tempo per guardare in alto e più lontano. Anch'io vivo giorni come quelli di Noè, quando neppure mi accorgo di chi mi sfiora in casa e magari ha gli occhi gonfi, di chi mi rivolge la parola; di cento naufraghi a Lampedusa, di questo pianeta depredato, di un altro kamikaze a Bagdad.
È possibile vivere senza accorgersi dei volti. Ed è questo il diluvio! Vivere senza volti: volti di popoli in guerra; di bambini vittime di violenza, di fame, di abusi, di abbandono; volti di donne violate, comprate, vendute; volti di esiliati, di profughi, di migranti in cerca di sopravvivenza e dignità; volti di carcerati nelle infinite carceri del mondo, di ammalati, di lavoratori precari, senza garanzia e speranza, derubati del loro futuro; è possibile, come allora, mangiare e bere e non accorgersi di nulla. I giorni di Noè sono i miei, quando dimentico che il segreto della mia vita è oltre me, placo la fame di cielo con larghe sorsate di terra, e non so più sognare.
Se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro... Mi ha sempre inquietato l'immagine del Signore descritto come un ladro di notte. Cerco di capire meglio: perché so che Dio non è ladro di vita. Solo pensarlo mi sembra una bestemmia. Dio viene, ma non è la morte il suo momento. Verrà, già viene, nell'ora che non immagini, cioè adesso, e ti sorprende là dove non lo aspetti, nell'abbraccio di un amico, in un bimbo che nasce, in una illuminazione improvvisa, in un brivido di gioia che ti coglie e non sai perché. È un ladro ben strano: è incremento d'umano, accrescimento di umanità, intensificazione di vita, Natale. Tenetevi pronti perché nell'ora che non immaginate viene il Figlio dell'Uomo. Tenersi pronti non per evitare, ma per non mancare l'incontro, per non sbagliare l'appuntamento con un Dio che viene non come rapina ma come dono, come Incarnazione, «tenerezza di Dio caduta sulla terra come un bacio» (p. Ermes Ronchi).

AVVISI DAL 25 NOVEMBRE AL 1 DICEMBRE

Lunedì 25 novembre
- Celebrazioni: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.

Martedì 26 novembre
- Celebrazioni: ore 08.00 a Santa Lucia; ore 16.00 al R.S.A. “Ciclamini” di Quistello.
Quistello ore 21.00: incontro in oratorio con i genitori che organizzano i fine settimana in oratorio.

Mercoledì 27 novembre
- Celebrazioni: ore 09.00 a San Giacomo; ore 19.00 a Quingentole con adorazione fino alle ore 21.00.
Quistello ore 21.00: incontro in oratorio con i gruppi liturgici.

Giovedì 28 novembre
- Celebrazioni: ore 09.00 a Quistello; ore 19.00 a San Giacomo con adorazione fino alle ore 21.00.

Venerdì 29 novembre
- Celebrazioni: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.

Sabato 30 novembre (festa di Sant’Andrea apostolo)
- Celebrazioni: ore 17.00 a San Rocco; ore 18.00 a Malcantone.

Domenica 01 dicembre (I domenica di Avvento)
- Celebrazioni: ore 08.00 e 11.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole; ore 10.30 a San Giacomo.
Le porte del cielo spalancate per noi

Sta morendo, posto in alto, nudo nel vento, e lo deridono tutti: guardatelo, il re! I più scandalizzati sono i devoti osservanti: ma quale Dio è il tuo, un Dio sconfitto che ti lascia finire così? Si scandalizzano i soldati, gli uomini forti: se sei il re, usa la forza! E per bocca di uno dei crocifissi, con una prepotenza aggressiva, ritorna anche la sfida del diavolo nel deserto: se tu sei il figlio di Dio… (Lc 4,3). La tentazione che il malfattore introduce è ancora più potente: se sei il Cristo, salva te stesso e noi. È la sfida, alta e definitiva, su quale Messia essere; ancora più insidiosa, ora che si aggiungono sconfitta, vergogna, strazio. Fino all’ultimo Gesù deve scegliere quale volto di Dio incarnare: quello di un messia di potere secondo le attese di Israele, o quello di un re che sta in mezzo ai suoi come colui che serve (Lc 22,26); se il messia dei miracoli e della onnipotenza, o quello della tenerezza mite e indomita. C’è un secondo crocifisso però, un assassino “misericordioso”, che prova un moto di compassione per il compagno di pena, e vorrebbe difenderlo in quella bolgia, pur nella sua impotenza di inchiodato alla morte, e vorrebbe proteggerlo: non vedi che anche lui è nella stessa nostra pena? Una grande definizione di Dio: Dio è dentro il nostro patire, Dio è crocifisso in tutti gli infiniti crocifissi della storia, Dio che naviga in questo fiume di lacrime. Che entra nella morte perché là entra ogni suo figlio. Che mostra come il primo dovere di chi ama è di essere insieme con l’amato. Lui non ha fatto nulla di male.
Che bella definizione di Gesù, nitida semplice perfetta: niente di male, per nessuno, mai, solo bene, esclusivamente bene. E Gesù lo conferma fino alla fine, perdona i crocifissori, si preoccupa non di sé ma di chi gli muore accanto e che prima si era preoccupato di lui, instaurando tra i patiboli, sull’orlo della morte, un momento sublime di comunione. E il ladro misericordioso capisce e si aggrappa alla misericordia: ricordati di me quando sarai nel tuo regno.
Gesù non solo si ricorderà, ma lo porterà via con sé, se lo caricherà sulle spalle, come fa il pastore con la pecora perduta e ritrovata, perché sia più leggero l’ultimo tratto di strada verso casa. Oggi sarai con me in paradiso: la salvezza è un regalo, non un merito. E se il primo che entra in paradiso è quest’uomo dalla vita sbagliata, che però sa aggrapparsi al Crocifisso amore, allora le porte del cielo resteranno spalancate per sempre per tutti quelli che riconoscono Gesù come loro compagno d’amore e di pena, qualunque sia il loro passato: è questa la Buona Notizia di Gesù Cristo. (p. Ermes Ronchi)

AVVISI DAL 18 AL 24 NOVEMBRE

Lunedì 18 novembre
- Celebrazioni: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.
Quingentole ore 21.00: incontro in oratorio del direttivo del coordinamento di unità pastorale.
Cinema teatro “Lux”, questa sera, propone il film “Troppa grazia” all’interno del percorso dal titolo “Costruiamo la comunità” (vedere depliant).

Martedì 19 novembre
- Celebrazioni: ore 08.00 a Santa Lucia; ore 16.00 al R.S.A. “Ciclamini” di Quistello.

Mercoledì 20 novembre
- Celebrazioni: ore 09.00 a San Giacomo; ore 19.00 a Quingentole con adorazione fino alle ore 21.00.

Giovedì 21 novembre (memoria della present. della B.V. Maria)
- Celebrazioni: ore 09.00 a Quistello; ore 19.00 a San Giacomo con adorazione fino alle ore 21.00.
Quistello ore 21.00: in oratorio incontro con i responsabili dei centri d’ascolto della Parola.
Cinema teatro “Lux”, questa sera, propone il film “Troppa grazia” all’interno del percorso dal titolo “Costruiamo la comunità” (vedere depliant).

Venerdì 22 novembre (memoria di Santa Cecilia)
- Celebrazioni: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.
Cinema teatro “Lux”, questa sera, propone un incontro dal titolo “social network e comunità reale: parliamone”; moderatore della serata sarà don Michele Garini.

Sabato 23 novembre
- Celebrazioni: ore 17.00 a San Rocco; ore 18.00 a Malcantone.
Mantova ore 15.30: nella cattedrale il vescovo Marco incontra i gruppi di preghiera presenti in diocesi.

Domenica 24 novembre (Signore Gesù Cristo Re dell’Universo)
- Celebrazioni: ore 08.00 e 11.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole; ore 10.30 a San Giacomo.


Neppure un capello si perderò nel nulla

Dov’è la buona notizia su Dio e sull’uomo in questo Vangelo di catastrofi, in questo balenare di spade e di pianeti che cadono? Se ascoltiamo con attenzione, ci accorgiamo però di un ritmo profondo: ad ogni immagine della fine si sovrappone il germoglio della speranza. Lc 21,9: quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, non è la fine; ai vv.16-17: sarete imprigionati, traditi, uccideranno alcuni, sarete odiati, ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto; e ancora ai vv.25-28: vi saranno segni nel sole, nella luna, nelle stelle, e sulla terra angoscia e paura: ma voi risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
Ad ogni descrizione di dolore, segue un punto di rottura, dove tutto cambia, un tornante che apre l’orizzonte, la breccia della speranza: non vi spaventate, non è la fine; neanche un capello…; risollevatevi…. Al di là di profeti ingannatori, al di là di guerre e tradimenti, anche quando l’odio dovesse dilagare dovunque, ecco quella espressione struggente: Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto; raddoppiata da Matteo 10,30: i capelli del vostro capo sono tutti contati, non abbiate paura. Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra. Non c’è nessuna cosa che sia eterna. Ma l’uomo sì, è eterno. Si spegneranno le stelle prima che tu ti spenga. Saranno distrutte le pietre, ma tu ancora sarai al sicuro nel palmo della mano di Dio. Non resterà pietra su pietra delle nostre magnifiche costruzioni, ma l’uomo resterà, frammento su frammento, e nemmeno un capello andrà perduto; l’uomo resterà, nella sua interezza, dettaglio su dettaglio. Perché Dio come un innamorato ha cura di ogni dettaglio del suo amato. Ciò che deve restare scolpito nel cuore è l’ultima riga del Vangelo: risollevatevi, alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
In piedi, a testa alta, occhi liberi e luminosi: così vede noi discepoli il Vangelo. Sollevate il capo, guardate oltre: la realtà non è solo questo che si vede, viene un Liberatore, esperto di vita. Il Signore che è «delle cose l’attesa e il gemito, che viene e vive nel cuore dell’uomo» (Turoldo), sta alla porta, è qui, con le mani impigliate nel folto della vita, porta luce nel cuore dell’universo, porta il dono del coraggio, che è la virtù degli inizi e del primo passo; porta il dono della pazienza, che è la virtù di vivere l’incompiuto in noi e nel mondo.
Cadono molti punti di riferimento, nel mondo, ma si annunciano anche sentori di primavera. Questo mondo porta un altro mondo nel grembo. Ogni giorno c’è un mondo che muore, ma ogni giorno c’è anche un mondo che nasce. (p. Ermes Ronchi)

AVVISI DAL 11 AL 17 NOVEMBRE

Lunedì 11 novembre (memoria di San Martino di Tours)
- Celebrazioni: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.

Martedì 12 novembre (memoria di San Giosafat)
- Celebrazioni: ore 08.00 a Santa Lucia; ore 16.00 al R.S.A. “Ciclamini” di Quistello.
Quistello ore 21.00 in oratorio: incontro con i genitori dei ragazzi che organizzeranno i fine settimana in oratorio.

Mercoledì 13 novembre
- Celebrazioni: ore 09.00 a San Giacomo; ore 19.00 a Quingentole con adorazione fino alle ore 21.00.

Giovedì 14 novembre
- Celebrazioni: ore 09.00 a Quistello; ore 19.00 a San Giacomo con adorazione fino alle ore 21.00.
Quistello ore 21.00 in oratorio: incontro con i responsabili dei centri d’ascolto della Parola.
Cinema teatro Lux ore 21.00: primo appuntamento con il film “Il vizio della speranza”.

Venerdì 15 novembre
- Celebrazioni: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.

Sabato 16 novembre
- Celebrazioni: ore 17.00 a San Rocco; ore 18.00 a Malcantone.

Domenica 17 novembre (XXXIII domenica del T.O. giornata mondiale dei poveri)
- Celebrazioni: ore 08.00 e 11.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole, messa di Ringraziamento (pranzo alle 12.30; per partecipare al pranzo le iscrizioni saranno aperte fino al 14 novembre); ore 10.30 a San Giacomo.
Quistello ore 15.30: inaugurazione dell’Emporio Solidale presso il centro d’ascolto in via Veneto.
Cinema teatro Lux propone una serie di eventi che mirano a costruire e consolidare la comunità in un tempo in cui lo scenario è occupato dalle comunità dei social network, spesso caratterizzate da interessi e legami deboli. Il programma degli eventi lo trovate sul depliant in distribuzione.

Vita eterna, non durata ma intensità senza fine

I sadducei si cimentano in un apologo paradossale, quello di una donna sette volte vedova e mai madre, per mettere alla berlina la fede nella risurrezione. Lo sappiamo, non è facile credere nella vita eterna. Forse perché la immaginiamo come durata anziché come intensità. Tutti conosciamo la meraviglia della prima volta: la prima volta che abbiamo scoperto, gustato, visto, amato… poi ci si abitua. L’eternità è non abituarsi, è il miracolo della prima volta che si ripete sempre. La piccola eternità in cui i sadducei credono è la sopravvivenza del patrimonio genetico della famiglia, così importante da giustificare il passaggio di quella donna di mano in mano, come un oggetto: «si prenda la vedova… Allora la prese il secondo, e poi il terzo, e così tutti e sette».
In una ripetitività che ha qualcosa di macabro. Neppure sfiorati da un brivido di amore, riducono la carne dolorante e luminosa, che è icona di Dio, a una cosa da adoperare per i propri fini. «Gesù rivela che non una modesta eternità biologica è inscritta nell’uomo ma l’eternità stessa di Dio» (M. Marcolini). Che cosa significa infatti la «vita eterna» se non la stessa «vita dell’Eterno»? Ed ecco: «poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio», vivono cioè la sua vita. Alla domanda banale dei sadducei (di quale dei sette fratelli sarà moglie quella donna?) Gesù contrappone un intero mondo nuovo: quelli che risorgono non prendono né moglie né marito. Gesù non dice che finiranno gli affetti e il lavoro gioioso del cuore.
Anzi, l’unica cosa che rimane per sempre, ciò che rimane quando non rimane più nulla, è l’amore (1 Cor 13,8). I risorti non prendono moglie o marito, e tuttavia vivono la gioia, umanissima e immortale, di dare e ricevere amore: su questo si fonda la felicità di questa e di ogni vita. Perché amare è la pienezza dell’uomo e di Dio. I risorti saranno come angeli. Come le creature evanescenti, incorporee e asessuate del nostro immaginario? O non piuttosto, biblicamente, annuncio di Dio (Gabriele), forza di Dio (Michele), medicina di Dio (Raffaele)? Occhi che vedono Dio faccia a faccia (Mt 18,10)? Il Signore è Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe. Dio non è Dio di morti, ma di vivi. In questa preposizione «di», ripetuta cinque volte, in questa sillaba breve come un respiro, è inscritto il nodo indissolubile tra noi e Dio. Così totale è il legame reciproco che Gesù non può pronunciare il nome di Dio senza pronunciare anche quello di coloro che Egli ama. Il Dio che inonda di vita anche le vie della morte ha così bisogno dei suoi figli da ritenerli parte fondamentale del suo nome, di sé stesso: «sei un Dio che vivi di noi» (Ermes Ronchi).

AVVISI DAL 28 OTTOBRE AL 3 NOVEMBRE

Lunedì 28 ottobre
- Celebrazioni: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.

Martedì 29 ottobre
- Celebrazioni: ore 08.00 a Santa Lucia; ore 16.00 al R.S.A. “Ciclamini” di Quistello.
Gaidella ore 19.30 santo rosario e a seguire messa per i defunti.
Quistello ore 21.00: incontro in oratorio con i genitori dei ragazzi che organizzeranno i fine settimana in oratorio.

Mercoledì 30 ottobre
- Celebrazioni: ore 09.00 a San Giacomo; ore 19.00 a Quingentole con adorazione fino alle ore 21.00.

Giovedì 31 ottobre
- Celebrazioni: ore 09.00 a Quistello; ore 17.00 a San Rocco; ore 18.00 a Malcantone.

Venerdì 01 novembre (solennità di tutti i santi)
- Celebrazioni: ore 8.00 e 11.00 a Quistello; ore 9.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole (c’è un battesimo) a seguire processione al cimitero con benedizione tombe; ore 10.30 a San Giacomo. Quistello ore 15.30 al cimitero: santo rosario.

Sabato 02 novembre (commemorazione di tutti i defunti)
- Celebrazioni: ore 09.30 a Quingentole; ore 09.30 a Nuvolato; ore 11.00 a Quistello; ore 11.00 a San Giacomo. Tutte le celebrazioni saranno presiedute al cimitero di ogni paese/frazione. San Giacomo ore 15.30 al cimitero: santo rosario. Nuvolato ore 15.30 al cimitero: santo rosario.
In questo giorno vengono sospese le messe di San Rocco e Malcantone.

Domenica 03 novembre (XXXI domenica del T.O.)
- Celebrazioni: ore 08.00 e 11.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole; ore 10.30 a San Giacomo.

Esercizi spirituali del 4-5-6 novembre (prendere il depliant).


Quando mettiamo “io” al posto di “Dio”

Una parabola “di battaglia”, in cui Gesù ha l’audacia di denunciare che pregare può essere pericoloso, può perfino separarci da Dio, renderci “atei”, adoratori di un idolo. Il fariseo prega, ma come rivolto a sé stesso, dice letteralmente il testo; conosce le regole, inizia con le parole giuste «o Dio ti ringrazio», ma poi sbaglia tutto, non benedice Dio per le sue opere, ma si vanta delle proprie: io prego, io digiuno, io pago, io sono un giusto. Per l’anima bella del fariseo, Dio in fondo non fa niente se non un lavoro da burocrate, da notaio: registra, prende nota e approva. Un muto specchio su cui far rimbalzare la propria arroganza spirituale. Io non sono come gli altri, tutti ladri, corrotti, adulteri, e neppure come questo pubblicano, io sono molto meglio. Offende il mondo nel mentre stesso che crede di pregare. Non si può pregare e disprezzare, benedire il Padre e maledire, dire male dei suoi figli, lodare Dio e accusare i fratelli.
Quella preghiera ci farebbe tornare a casa con un peccato in più, anzi confermati e legittimati nel nostro cuore e occhio malati. Invece il pubblicano, grumo di umanità curva in fondo al tempio, fermatosi a distanza, si batteva il petto dicendo: «O Dio, abbi pietà di me peccatore». Una piccola parola cambia tutto e rende vera la preghiera del pubblicano: «tu», «Signore, tu abbi pietà». La parabola ci mostra la grammatica della preghiera. Le regole sono semplici e valgono per tutti. Sono le regole della vita. La prima: se metti al centro l’io, nessuna relazione funziona. Non nella coppia, non con i figli o con gli amici, tantomeno con Dio.
Il nostro vivere e il nostro pregare avanzano sulla stessa strada profonda: la ricerca mai arresa di qualcuno (un amore, un sogno o un Dio) così importante che il tu viene prima dell’io. La seconda regola: si prega non per ricevere ma per essere trasformati. Il fariseo non vuole cambiare, non ne ha bisogno, lui è tutto a posto, sono gli altri sbagliati, e forse un po’ anche Dio. Il pubblicano invece non è contento della sua vita, e spera e vorrebbe riuscire a cambiarla, magari domani, magari solo un pochino alla volta. E diventa supplica con tutto sé stesso, mettendo in campo corpo cuore mani e voce: batte le mani sul cuore e ne fa uscire parole di supplica verso il Dio del cielo (R. Virgili). Il pubblicano tornò a casa perdonato, non perché più onesto o più umile del fariseo (Dio non si merita, neppure con l’umiltà) ma perché si apre – come una porta che si socchiude al sole, come una vela che si inarca al vento – a Dio che entra in lui, con la sua misericordia, questa straordinaria debolezza di Dio che è la sua unica onnipotenza. (p. Ermes Ronchi)

AVVISI DAL 21 AL 27 OTTOBRE

Lunedì 21 ottobre
- Celebrazioni: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.

Martedì 22 ottobre
- Celebrazioni: ore 08.00 a Santa Lucia; ore 16.00 al R.S.A. “Ciclamini” di Quistello.
Quistello ore 21.00 in oratorio: incontro con gli adulti che organizzeranno i fine settimana dei ragazzi in oratorio.

Mercoledì 23 ottobre
- Celebrazioni: ore 09.00 a San Giacomo; ore 19.00 a Quingentole con adorazione fino alle ore 21.00. (precedentemente era alle 22)

Giovedì 24 ottobre
- Celebrazioni: ore 09.00 a Quistello con adorazione; ore 19.00 a San Giacomo con adorazione fino alle ore 21.00.
Quistello ore 21.00 in teatro: incontro con i genitori dei cresimandi.

Venerdì 25 ottobre
- Celebrazioni: ore 8.00 Quistello; ore 9.00 Quingentole.
Nuvolato ore 15.00: ritiro e confessioni dei ragazzi/e che si preparano a celebrare il Sacramento della Confermazione.

Sabato 26 ottobre
- Celebrazioni: ore 18.00 San Rocco; ore 19.00 a Malcantone.
Nuvolato ore 18.00: il vescovo Marco presiederà la celebrazione eucaristica e del Sacramento della Confermazione (Cresima).

Domenica 27 ottobre (XXX domenica del T.O.)
- Celebrazioni: ore 08.00 e 11.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.15 a Quingentole il vescovo Marco presiederà la celebrazione eucaristica e il Sacramento della Confermazione; ore 17.00 a San Giacomo il vescovo Marco presiederà la celebrazione eucaristica e il Sacramento della Confermazione.

Come è possibile pregare sempre?

Disse poi una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai. Questi sempre e mai, parole infinite e definitive, sembrano una missione impossibile. Eppure qualcuno c’è riuscito: «Alla fine della sua vita frate Francesco non pregava più, era diventato preghiera» (Tommaso da Celano). Ma come è possibile lavorare, incontrare, studiare, mangiare, dormire e nello stesso tempo pregare? Dobbiamo capire: pregare non significa dire preghiere; pregare sempre non vuol dire ripetere formule senza smettere mai. Gesù stesso ci ha messo in guardia: «Quando pregate non moltiplicate parole, il Padre sa…» (Mt 6,7). Un maestro spirituale dei monaci antichi, Evagrio il Pontico, ci assicura: «Non compiacerti nel numero dei salmi che hai recitato: esso getta un velo sul tuo cuore. Vale di più una sola parola nell’intimità, che mille stando lontano». Intimità: pregare alle volte è solo sentire una voce misteriosa che ci sussurra all’orecchio: io ti amo, io ti amo, io ti amo. E tentare di rispondere. Pregare è come voler bene, c’è sempre tempo per voler bene: se ami qualcuno, lo ami giorno e notte, senza smettere mai. Basta solo che ne evochi il nome e il volto, e da te qualcosa si mette in viaggio verso quella persona. Così è con Dio: pensi a lui, lo chiami, e da te qualcosa si mette in viaggio all’indirizzo dell’eterno: «Il desiderio prega sempre, anche se la lingua tace. Se tu desideri sempre, tu preghi sempre» (sant’Agostino). Il tuo desiderio di preghiera è già preghiera, non occorre star sempre a pensarci. La donna incinta, anche se non pensa in continuazione alla creatura che vive in lei, diventa sempre più madre a ogni battito del cuore. Il Vangelo ci porta poi a scuola di preghiera da una vedova, una bella figura di donna, forte e dignitosa, anonima e indimenticabile, indomita davanti al sopruso. C’era un giudice corrotto. E una vedova si recava ogni giorno da lui e gli chiedeva: fammi giustizia contro il mio avversario! Una donna che non si arrende ci rivela che la preghiera è un no gridato al «così vanno le cose», è il primo vagito di una storia neonata: la preghiera cambia il mondo cambiandoci il cuore. Qui Dio non è rappresentato dal giudice della parabola, lo incontriamo invece nella povera vedova, che è carne di Dio in cui grida la fame di giustizia. Perché pregare? È come chiedere: perché respirare? Per vivere! Alla fine pregare è facile come respirare. «Respirate sempre Cristo», ultima perla dell’abate Antonio ai suoi monaci, perché è attorno a noi. «In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (At 17,28). Allora la preghiera è facile come il respiro, semplice e vitale come respirare l’aria stessa di Dio. (p. Ermes Ronchi)

AVVISI DAL 7 AL 13 OTTOBRE

Lunedì 07 ottobre (memoria della Beata V. Maria del Rosario)
- Celebrazioni: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.
Quistello ore 21.00 in oratorio incontro con i genitori dei bambini/e di V elementare.

Martedì 08 ottobre
- Celebrazioni: ore 08.00 a Santa Lucia; ore 16.00 al R.S.A. “Ciclamini” di Quistello.
Quistello ore 21.00 in oratorio incontro con i genitori dei ragazzi/e di I media.

Mercoledì 09 ottobre
- Celebrazioni: ore 09.00 a San Giacomo; ore 19.00 a Quingentole con adorazione fino alle ore 21.00 (è cambiato l’orario della messa, non più alle ore 20.00).
Quistello ore 21.00 in oratorio incontro con i genitori dei ragazzi/e di II media.

Giovedì 10 ottobre
- Celebrazioni: ore 09.00 a Quistello, con adorazione; ore 19.00 a San Giacomo con adorazione fino alle ore 22.00.
Quistello ore 21.00, tutti i giovedì in cappellina preghiera del Rosario.

Venerdì 11 ottobre
- Celebrazioni: ore 8.00 Quistello; ore 9.00 Quingentole.

Sabato 12 ottobre
- Celebrazioni: San Giacomo ore 10.30 matrimonio; ore 19.00 a Malcantone.
Nuvolato ore 15.00 incontro di tutti i cresimandi.

Domenica 13 ottobre (XXVIII domenica del T.O.)
- Celebrazioni: ore 08.00 e 11.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole; ore 10.30 a San Giacomo; San Rocco ore 11.30, festa di Ringraziamento.

Servi “inutili” cioè senza secondi fini, che si donano.

Per capire la domanda degli apostoli: “accresci in noi la fede”, dobbiamo riandare alla vertiginosa proposta di Gesù un verset-to prima: se tuo fratello commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte al giorno ritornerà a te dicen-do: “sono pentito”, tu gli perdonerai. Sembra una missione im-possibile, ma notiamo le parole esatte. Se tuo fratello torna e dice: sono pentito, non semplicemente: “scusa, mi di-spiace” (troppo comodo!) ma: “mi converto, cambio mo-do di fare”, allora tu gli darai fiducia, gli darai credito, un credito immeritato come fa Dio con te; tu crederai nel suo futuro. Questo è il perdono, che non guarda a ieri ma al domani; che non libera il passato, libera il futuro della persona. Gli apostoli tentennano, temono di non farcela, e allora: “Si-gnore, aumenta la nostra fede”. Accresci, aggiungi fede. È così poca! Preghiera che Gesù non esaudisce, perché la fede non è un “dono” che arriva da fuori, è la mia risposta ai doni di Dio, al suo corteggiamento mite e disarmato. «Se ave-ste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “sradicati e vai a piantarti nel mare” ed esso vi obbedi-rebbe». L’arte di Gesù, il perfetto comunicatore, la potenza e la bellezza della sua immaginazione: alberi che obbediscono, il più piccolo tra i semi accostato alla visione grandiosa di gelsi che volano sul mare! Ne basta poca di fede, anzi pochissima, meno di un granello di senape. Efficace il poeta Jan Twardowski: «anche il più gran santo/ è trasportato come un fuscello/ dalla formica della fede». Tutti abbiamo visto alberi volare e gelsi ubbidire, e questo non per miracoli spettacolari – neanche Ge-sù ha mai sradicato piante o fatto danzare i colli di Galilea – ma per il prodigio di persone capaci di un amore che non si ar-rende. Ed erano genitori feriti, missionari coraggiosi, giovani volontari felici e inermi. La seconda parte del van-gelo immagina una scena tra padrone e servi, chiusa da tre pa-role spiazzanti: quando avete fatto tutto dite “siamo servi inutili”. Guardo nel vocabolario e vedo che inutile significa che non serve a niente, che non produce, inefficace. Ma non è questo il senso nella lingua di Gesù: non sono né incapaci né improduttivi quei servi che arano, pascolano, preparano da mangiare. E mai è dichiarato inutile il servizio. Significa: sia-mo servi senza pretese, senza rivendicazioni, senza se-condi fini. E ci chiama ad osare la vita, a scegliere, in un mondo che parla il linguaggio del profitto, di parlare la lingua del dono; in un mondo che percorre la strada del-la guerra, di prendere la mulattiera della pace. Dove il servizio non è inutile, ma è ben più vero dei suoi risultati: è il nostro modo di sradicare alberi e farli volare. (Ermes Ronchi)

AVVISI DAL 9 AL 15

Lunedì 09 settembre
- Celebrazioni: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.
Quistello ore 20.30 al cinema proiezione dell’incontro di apertura della settimana della Chiesa mantovana sul tema della vita di coppia dal titolo “Ed ecco, è cosa molto buona”.

Martedì 10 settembre
- Celebrazioni: ore 08.00 a Santa Lucia; ore 16.00 al R.S.A. “Ciclamini” di Quistello.
Palazzo Te ore 19.00: lezione biblica di don G. Benzi “Ti farò mia sposa per sempre”.
Quistello Ore 21.00 al cinema proiezione gratuita del film “Dopo l’amore” legato alla settimana della diocesi.

Mercoledì 11 settembre
- Celebrazioni: ore 09.00 a San Giacomo; ore 20.00 Quingentole con adorazione fino alle ore 22.00.
Pellegrinaggio di U.P. alla Certosa di Pavia. Partenza alle 06.30 da Quistello, parrocchia.

Giovedì 12 settembre
- Celebrazioni: ore 09.00 a Quistello, con adorazione; ore 19.00 a San Giacomo (non c’è l’adorazione).
San Giacomo ore 21.00 in teatro incontro degli operatori pastorali della U.P.

Venerdì 13 settembre (memoria di San Giovanni Crisostomo)
- Celebrazioni: ore 8.00 Quistello; ore 9.00 Quingentole.
Mantova ore 21.00 in seminario, camminata notturna per i giovani.

Sabato 14 settembre (festa dell’Esaltazione della Santa Croce)
- Celebrazioni: Ore 18.00 a San Rocco; ore 19.00 a Malcantone.

Domenica 15 Settembre (XXIV domenica del T.O.)
- Celebrazioni: ore 08.00 e 11.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole; ore 10.30 a San Giacomo.
Mantova ore 15.30 in cattedrale (duomo) il vescovo Marco convoca la Chiesa mantovana a conclusione della settimana.

Rinunciare a ciò che ci impedisce di volare
Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, sua madre... e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Gesù non instaura una competizione di sentimenti per le sue creature, perché sa che da questa ipotetica gara di emozioni non uscirebbe vincitore, se non presso pochi eroi o santi, dalla fede di fiamma. Ci ricorda invece che per creare un mondo nuovo, quello che è il sogno del Padre, ci vuole una passione forte almeno quanto quella degli amori familiari. È in gioco un nuovo modo di vivere le relazioni umane: mentre noi puntiamo a cambiare l'economia, Gesù vuole cambiare l'uomo. Lo fa puntando tutto sull'amore, e con parole che sembrano eccessive, sembrano cozzare contro la bellezza e la forza degli affetti, perché la felicità di questa vita non sappiamo dove pesarla se non sul dare e sul ricevere amore. Ma il verbo centrale su cui poggia la frase è: se uno non «ama di più». Allora non di una sottrazione si tratta, ma di una addizione. Gesù non sottrae amori, aggiunge un «di più». Il discepolo è colui che sulla bellezza dei suoi amori stende una più grande bellezza. E il risultato non è una sottrazione ma un potenziamento, non una esclusione ma una aggiunta: Tu sai quanto è bello dare e ricevere amore, quanto contano gli affetti della famiglia, ebbene io posso offrirti qualcosa di ancora più bello e vitale. Gesù è la garanzia che i tuoi amori saranno più vivi e più luminosi, perché Lui possiede la chiave dell'arte di amare.
Seconda condizione: Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me... La croce: e noi la pensiamo metafora delle inevitabili difficoltà di ogni giorno, dei problemi della famiglia, di una malattia da sopportare, o addirittura del perdere la vita. In realtà la vita si perde come si spende un tesoro: donandola goccia a goccia. Per cui il vero dramma non è morire, ma non avere niente, non avere nessuno per cui valga la pena spendere la vita. Nel Vangelo la croce è la sintesi dell'intera storia di Gesù: amore senza misura, disarmato amore, coraggioso amore, che non si arrende, non inganna e non tradisce. Prendi su di te una porzione grande di amore, altrimenti non vivi; prendi la porzione di dolore che ogni amore comporta, altrimenti non ami. Terza condizione: chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo. Perché la tua vita non dipende dai tuoi beni, «un uomo non vale mai per quanto possiede, o per il colore della sua pelle, ma per la qualità dei suoi sentimenti. Un uomo vale quanto vale il suo cuore» (Gandhi). Gesù chiede sì una rinuncia, ma a ciò che impedisce il volo. Chi lo fa, scopre che «rinunciare per Te è uguale a fiorire» (M. Marcolini).

AVVISI DAL 2 AL 8 SETTEMBRE

Lunedì 02 settembre
- Celebrazioni: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.

Martedì 03 settembre (memoria di San Gregorio Magno)
- Celebrazioni: ore 08.00 a Santa Lucia; ore 16.00 al R.S.A. “Ciclamini” di Quistello.

Mercoledì 04 settembre
- Celebrazioni: ore 09.00 a San Giacomo; ore 20.00 Quingentole con adorazione fino alle ore 22.00.

Giovedì 05 settembre
- Celebrazioni: ore 09.00 a Quistello, con adorazione; ore 19.00 a San Giacomo con adorazione fino alle ore 22.00.

Venerdì 06 settembre
- Celebrazioni: ore 8.00 Quistello; ore 9.00 Quingentole.

Sabato 07 settembre
- Celebrazioni: Ore 18.00 a San Rocco; ore 19.00 a Malcantone.
Quistello ore 16.00 incontro dei catechisti in preparazione al Sacramento della Confermazione.

Domenica 08 Settembre (XXIII domenica del T.O.)
- Celebrazioni: ore 08.00 e 11.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole; ore 10.30 a San Giacomo.
In questa domenica verranno celebrati i battesimi nelle comunità di San Rocco, Malcantone, Nuvolato e San Giacomo. In questa domenica, con le celebrazioni, inizia la settimana della Chiesa mantovana.

Mettersi all’«ultimo posto»: quello di Dio.
Il banchetto è un vero protagonista del Vangelo di Luca. Gesù era un rabbi che amava i banchetti, che li prendeva a immagine felice e collaudo del Regno: a tavola, con farisei o peccatori, amici o pubblicani, ha vissuto e trasmesso alcuni tra i suoi insegnamenti più belli. Gesù, uomo armonioso e realizzato, non separava mai vita reale e vita spirituale, le leggi fondamentali sono sempre le stesse. A noi invece, quello che facciamo in chiesa alla domenica o in una cena con gli amici sembrano mondi che non comunicano, parallele che non si incontrano. Torniamo allora alla sorgente: per i profeti il culto autentico non è al tempio ma nella vita; per Gesù tutto è sillaba della Parola di Dio: il pane e il fiore del campo, il passero e il bambino, un banchetto festoso e una preghiera nella notte. Sedendo a tavola, con Levi, Zaccheo, Simone il fariseo, i cinquemila sulla riva del lago, i dodici nell’ultima sera, faceva del pane condiviso lo specchio e la frontiera avanzata del suo programma messianico. Per questo invitare Gesù a pranzo era correre un bel rischio, come hanno imparato a loro spese i farisei. Ogni volta che l’hanno fatto, Gesù gli ha messo sottosopra la cena, mandandoli in crisi, insieme con i loro ospiti. Lo fa anche in questo Vangelo, creando un paradosso e una vertigine. Il paradosso: vai a metterti all’ultimo posto, ma non per umiltà o modestia, non per spirito di sacrificio, ma perché è il posto di Dio, che «comincia sempre dagli ultimi della fila» (don Orione) e non dai cacciatori di poltrone. Il paradosso dell’ultimo posto, quello del Dio “capovolto”, venuto non per essere servito, ma per servire. Il linguaggio dei gesti lo capiscono tutti, bambini e adulti, teologi e illetterati, perché parlano al cuore. E gesti così generano un capovolgimento della nostra scala di valori, del modo di abitare la terra. Creano una vertigine: quando offri una cena invita poveri, storpi, zoppi, ciechi. Riempiti la casa di quelli che nessuno accoglie, dona generosamente a quelli che non ti possono restituire niente. La vertigine di una tavolata piena di ospiti inattesi, mi parla di un Dio che ama in perdita, ama senza condizioni, senza nulla calcolare, se non una offerta di sole in quelle vite al buio, una fessura che si apre su di un modo più umano di abitare la terra insieme. E sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Che strano: poveri storpi ciechi zoppi sembrano quattro categorie di persone infelici, che possono solo contagiare tristezza; invece sarai beato, troverai la gioia, la trovi nel volto degli altri, la trovi ogni volta che fai le cose non per interesse, ma per generosità. Sarai beato: perché Dio regala gioia a chi produce amore. (p. Ermes Ronchi)

AVVISI DAL 26 AGOSTO AL 1 SETTEMBRE

Lunedì 26 agosto
-Sante Messe: ore 09.00 a Quistello in cimitero per tutti i defunti;
ore 09.00 a Quingentole.

Martedì 27 agosto (memoria santa Monica)
-Sante Messe: ore 08.00 a Santa Lucia; ore 16.00 al R.S.A. “Ciclamini” di Quistello.

Mercoledì 28 agosto (memoria di Sant’Agostino)
-Celebrazioni: ore 09.00 a San Giacomo; ore 20.00 Quingentole con adorazione.
- Incontro a Quistello ore 21, diretti CUP.

Giovedì 29 agosto (Martirio di San Giovanni Battista)
-Sante Messe: ore 09.00 a Quistello, con adorazione; ore 19.00 a San Giacomo con adorazione.

Venerdì 30 agosto
-Celebrazioni: ore 8.00 Quistello; ore 9.00 Quingentole.

Sabato 31 agosto
-Sante Messe: Ore 18.00 a San Rocco; ore 19.00 a Malcantone.

Domenica 01 Settembre (XXII domenica del T.O.)
-Sante Messe: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole; ore 10.30 a San Giacomo; ore 11.00 a Quistello.

Gesù è in cammino verso la città dove muoiono i profeti. Lungo la strada, un tale gli pone una domanda circa la salvezza: di Gerusalemme e di tutti. Tremore e ansia nella voce di chi chiede. E Gesù risponde con altrettanta cura: salvezza sarà, ma non sarà facile. E ricorre all'immagine della porta stretta. Un aggettivo che ci inquieta, perché «stretta» evoca per noi fatiche e difficoltà.
Ma tutto il Vangelo è portatore non di dolenti, ma di belle notizie: la porta è stretta, cioè piccola, come lo sono i piccoli e i bambini e i poveri che saranno i principi del Regno di Dio; è stretta ma a misura d'uomo, di un uomo nudo ed essenziale, che ha lasciato giù tutto ciò di cui si gonfia: ruoli, portafogli gonfi, l'elenco dei meriti, i bagagli inutili, il superfluo; la porta è stretta, ma è aperta.
L'insegnamento è chiaro: fatti piccolo, e la porta si farà grande. Quando il padrone di casa chiuderà la porta, voi busserete: Signore aprici. E lui: non so di dove siete, non vi conosco. Avete false credenziali. Quelli che si accalcano per entrare si vantano di cose che contano poco: abbiamo mangiato e bevuto con te, eravamo in piazza ad ascoltarti. Ma questo può essere solo un alibi di comodo. «Quando è vera fede e quando è solo religione? Fede vera è quando fai te sulla misura di Dio; semplice religione è quando fai Dio a tua misura» (Turoldo).
Abbiamo mangiato in tua presenza... Non basta mangiare il pane che è Gesù, spezzato per noi, bisogna farsi pane, spezzato per la fame d'altri. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia. Non vi conosco. Il riconoscimento sta nella giustizia fattiva.
Dio non ti riconosce per formule, riti o simboli religiosi, ma perché hai mani di giustizia. Ti riconosce non perché fai delle cose per lui, ma perché con lui e come lui fai delle cose per i piccoli e i poveri. Non so di dove siete: il vostro modo di vedere è lontanissimo dal mio, voi venite da un mondo diverso rispetto al mio, da un altro pianeta. Infatti, quelli che bussano alla porta chiusa hanno compiuto sì azioni per Dio, ma nessun gesto di giustizia per i fratelli.
La conclusione della piccola parabola è piena di sorprese: la sala è piena, oltre quella porta Gesù immagina una festa multicolore: verranno da oriente e occidente, dal nord e dal sud del mondo e siederanno a mensa. Viene sfatata l'idea della porta stretta come porta per pochi, solo per i più bravi. Tutti possono passare, per la misericordia di Dio. Il suo sogno è far sorgere figli da ogni dove, per una offerta di felicità, per una vita in pienezza. Lui li raccoglie da tutti gli angoli del mondo, variopinti clandestini del regno, arrivati ultimi e per lui considerati primi.

(p. Ermes Ronchi)

AVVISI DAL 19 AL 26 AGOSTO

Lunedì 19 agosto
-Sante Messe: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.

Martedì 20 agosto
-Sante Messe: ore 08.00 a Santa Lucia; ore 16.00 al R.S.A. “Ciclamini” di Quistello.

Mercoledì 21 agosto (memoria di San Pio X)
-Celebrazioni: ore 09.00 a San Giacomo; ore 20.00 Quingentole con adorazione.

Giovedì 22 agosto
-Sante Messe: ore 09.00 a Quistello, con adorazione; ore 19.00 a San Giacomo con adorazione.

Venerdì 23 agosto
-Celebrazioni: ore 8.00 Quistello; ore 9.00 Quingentole.

Sabato 24 agosto
FESTA DI SAN BARTOLOMEO, PATRONO DI QUISTELLO
-Sante Messe:
Quistello ore 10.30 Concelebrata dai Sacerdoti invitati e presieduta da don Cesare Lodeserto.
Ore 18.00 a San Rocco; ore 19.00 a Malcantone.

Domenica 25 agosto (XXI domenica del T.O.)
-Sante Messe: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole; ore 10.30 a San Giacomo; ore 11.00 a Quistello.
Lunedì 26 agosto
-Santa Messa ore 09.00 a Quistello in cimitero per tutti i defunti.

Dio non è neutrale e nemmeno la sua pace
Sono venuto a portare il fuoco sulla terra. E come vorrei che divampasse. È stato detto che la religione era l’oppio dei popoli, ottundimento e illusione. Nell’intenzione di Gesù il Vangelo è invece «l’adrenalina dei popoli» (B. Borsato), porta «il morso del più» (L. Ciotti), più visione, più coraggio, più creatività, più fuoco. Pensate che io sia venuto a portare la pace? No, vi dico, ma la divisione.
Dio non è neutrale: vittime o carnefici non sono la stessa cosa davanti a lui, tra ricchi e poveri ha delle preferenze e si schiera. Il Dio biblico non porta la falsa pace della neutralità o dell’inerzia, ma «ascolta il gemito» e prende posizione contro i faraoni di sempre. La divisione che porta evoca il coraggio di esporsi e lottare contro il male. «Perché si uccide anche stando alla finestra» (L. Ciotti), muti davanti al grido dei poveri e di madre terra, mentre soffiano i veleni degli odi, si chiudono approdi, si alzano muri, avanza la corruzione.
Non si può restarsene inerti a contemplare lo spettacolo della vita che ci scorre a fianco, senza alzarsi a lottare contro la morte, ogni forma di morte. Altrimenti il male si fa sempre più arrogante e legittimato. Sono venuto a portare il fuoco, l’alta temperatura morale in cui soltanto avvengono le trasformazioni positive del cuore e della storia. E come vorrei che divampasse! Come quella fiammella che a Pentecoste si è posata sul capo di ogni discepolo e ha sposato una originalità propria, ha illuminato una genialità diversa per ciascuno.
Abbiamo bisogno estremo di discepoli geniali, con fuoco. La Evangelii gaudium invita i credenti a essere creativi, nella missione, nella pastorale, nel linguaggio. Propone instancabilmente non l’omologazione, ma la creatività; invoca non l’obbedienza ma l’originalità dei cristiani. Fino a suggerire di non temere eventuali conflitti che ne possono seguire (Eg 226), perché senza conflitto non c’è passione. Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto? Un invito pieno di energia, rivolto alla folla cioè a tutti: non seguite il pensiero dominante, non accodatevi alla maggioranza o ai sondaggi d’opinione. Giudicate da voi stessi, intelligenti e liberi, svegli e sognatori, andando oltre la buccia delle cose: «La differenza decisiva non è tra chi crede e chi non crede, ma tra chi pensa e chi non pensa» (C.M. Martini). Tra chi si domanda che cosa c’è di buono o di sbagliato in ciò che accade, e chi non si domanda più niente. Giudicate da voi… Siate profeti – invito forte e quante volte disatteso! – siate profeti anche scomodi, dice il Signore Gesù, facendo divampare quella goccia di fuoco che lo Spirito ha seminato in ogni vivente.
(p. Ermes Ronchi)

AVVISI DAL 12 AL 12 AGOSTO

Lunedì 12 agosto
-Sante Messe: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.

Martedì 13 agosto
-Sante Messe: ore 08.00 a Santa Lucia; ore 16.00 al R.S.A. “Ciclamini” di Quistello.

Mercoledì 14 agosto (memoria di San Massimiliano Kolbe)
-Celebrazioni: ore 18.00 a San Rocco; ore 19.00 Malcantone

Giovedì 15 agosto (Assunzione della Beta Vergine Maria)
-Sante Messe: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole; ore 10.30 a San Giacomo; ore 11.00 a Quistello.

Venerdì 16 agosto (memoria di San Rocco)
-Celebrazioni: ore 8.00 Quistello; ore 9.00 Quingentole.
ore 10.30 a SAN ROCCO FESTA DEL PATRONO

Sabato 17 agosto
-Sante Messe ore 18.00 a San Rocco; ore 19.00 a Malcantone.

Domenica 18 agosto (XX domenica del T.O.)
-Sante Messe: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole; ore 10.30 a San Giacomo; ore 11.00 a Quistello.

L'Assunzione di Ma¬ria al cielo in anima e corpo è l'icona del nostro futuro, anticipazione di un comune destino: an¬nuncia che l'anima è santa, ma che il Creatore non spre¬ca le sue meraviglie: anche il corpo è santo e avrà, trasfi¬gurato, lo stesso destino del¬l'anima. Perché l'uomo è u¬no.
I dogmi che riguardano Ma¬ria, ben più che un privilegio esclusivo, sono indicazioni esistenziali valide per ogni uomo e ogni donna. Lo in¬dica benissimo la lettura dell'Apocalisse: vidi una donna vestita di sole, che sta¬va per partorire, e un drago .
Il segno della donna nel cie¬lo evoca santa Maria, ma an¬che l'intera umanità, la Chiesa di Dio, ciascuno di noi, anche me, piccolo cuo¬re ancora vestito d'ombre, ma affamato di sole. Con¬tiene la nostra comune vo¬cazione: assorbire luce, far¬sene custodi (vestita di sole), essere nella vita datori di vi¬ta ( stava per partorire): ve¬stiti di sole, portatori di vita, capaci di lottare contro il male ( il drago rosso). Indos¬sare la luce, trasmettere vi¬ta, non cedere al grande ma¬le.
La festa dell'Assunta ci chia¬ma ad aver fede nell'esito buono, positivo della storia: la terra è incinta di vita e non finirà fra le spire della vio¬lenza; il futuro è minaccia¬to, ma la bellezza e la vitalità della Donna sono più forti della violenza di qualsiasi drago.
Il Vangelo presenta l'unica pagina in cui sono protago¬niste due donne, senza nes¬sun'altra presenza, che non sia quella del mistero di Dio pulsante nel grembo. Nel Vangelo profetizzano per prime le madri.
«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo». Prima parola di E¬lisabetta, che mantiene e prolunga il giuramento irre¬vocabile di Dio: Dio li benedisse (Genesi 1,28), e lo e¬stende da Maria a ogni don¬na, a ogni creatura. La pri¬ma parola, la prima germi¬nazione di pensiero, l'inizio di ogni dialogo fecondo è quando sai dire all'altro: che tu sia benedetto. Poterlo pensare e poi proclamare a chi ci sta vicino, a chi condi¬vide strada e casa, a chi por¬ta un mistero, a chi porta un abbraccio: «Tu sei benedet¬to», Dio mi benedice con la tua presenza, possa bene¬dirti con la mia presenza.
«L'anima mia magnifica il Signore». Magnificare signi¬fica fare grande. Ma come può la piccola creatura fare grande il suo Creatore? Tu fai grande Dio nella misura in cui gli dai tempo e cuore. Tu fai piccolo Dio nella misura in cui Lui diminuisce nella tua vita.
Santa Maria ci aiuta a cam¬minare occupati dall'avve¬nire di cielo che è in noi co¬me un germoglio di luce. Ad abitare la terra come lei, be-nedicendo le creature e facendo grande Dio.

(p. Ermes Ronchi)








AVVISI DAL 22 AL 28 LUGLIO

Lunedì 22 luglio (festa di Santa Maria Maddalena)
-Sante Messe: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.

Martedì 23 luglio (festa di Santa Brigida)
-Sante Messe: ore 08.00 a Santa Lucia; ore 16.00 al R.S.A. “Ciclamini” di Quistello.

Mercoledì 24 luglio
-Sante Messe: ore 09.00 a San Giacomo; ore 20.00 a Quingentole con adorazione fino alle ore 22.00.

Giovedì 25 luglio (festa di San Giacomo apostolo)
-Sante Messe ore 09.00 a Quistello con adorazione; ore 21.00 a San Giacomo festa del patrono.

Venerdì 26 luglio (memoria dei santi Gioacchino e Anna)
-Sante Messe: ore 8.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.

Sabato 27 luglio
-Sante Messe ore 18.00 a San Rocco; ore 19.00 a Malcantone.
Sarà con noi don Pietro, presbitero moldavo, mandato da don Cesare, fino alla fine di agosto.

Domenica 28 luglio (XVII domenica del T.O.)
-Sante Messe: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole; ore 10.30 a San Giacomo; ore 11.00 a Quistello.
Partenza dei campi estivi: I e II superiore a Celentino in val di Peio e II e III media a Predazzo in val di Fiemme.

Marta e Maria, il Signore cerca amici non servi
Mentre erano in cammino … una donna di nome Marta lo ospitò nella sua casa. Ha la stanchezza del viaggio nei piedi, la fatica del dolore di tanti negli occhi. Allora riposare nella frescura amica di una casa, mangiare in compagnia sorridente è un dono, e Gesù lo accoglie con gioia. Immagino tutta la variopinta carovana raccolta nella stessa stanza: Maria, contro le regole tradizionali, si siede ai piedi dell’amico, e si beve a una a una tutte le sue parole; i discepoli tutt’intorno ascoltano; Marta, la generosa, è sola nella sua cucina, accoccolata al basso focolare addossato alla parete aperta sul cortiletto interno. Alimenta il fuoco, controlla le pentole, si alza, passa e ripassa davanti al gruppo, a preparare pane e bevande e tavola, lei sola affaccendata per tutti. Gli ospiti sono come gli angeli alle querce di Mamre e c’è da offrire loro il meglio. Marta teme di non farcela, e allora “si fa avanti”, con la libertà che le detta l’amicizia, e s’interpone tra Gesù e la sorella: «dille che mi aiuti!». Gesù ha osservato a lungo il suo lavoro, l’ha seguita con gli occhi, ha visto il riverbero della fiamma sul suo volto, ha ascoltato i rumori della stanza accanto, sentito l’odore del fuoco e del cibo quando Marta passava, era come se fosse stato con lei, in cucina.
In quel luogo che ci ricorda il nostro corpo, il bisogno del cibo, la lotta per la sopravvivenza, il gusto di cose buone, i nostri piccoli piaceri, e poi la trasformazione dei doni della terra e del sole, anche lì abita il Signore (J. Tolentino). La realtà sa di pane, la preghiera sa di casa e di fuoco. E Gesù, affettuosamente come si fa con gli amici, chiama Marta e la calma (Marta Marta, tu ti affanni e ti agiti per troppe cose); non contraddice il cuore generoso ma l’agitazione che la “distoglie” e le impedisce di vedere di che cosa Gesù abbia davvero bisogno.
Gesù non sopporta che l’amica sia confinata in un ruolo subalterno di servizi domestici, vorrebbe condividere con lei molto di più: pensieri, sogni, emozioni, sapienza, bellezza, perfino fragilità e paure. «Maria ha scelto la parte buona»: Marta non si ferma un minuto, Maria all’opposto è seduta, completamente assorta, occhi liquidi di felicità; Marta si agita e non può ascoltare, Maria nel suo apparente “far niente” ha messo al centro della casa Gesù, l’amico e il profeta (R. Virgili).
Doveva bruciarle il cuore quel giorno. Ed è diventata, come e prima dei discepoli, vera amica; e poi grembo dove si custodisce e da dove germina il seme della Parola. Perché Dio non cerca servi, ma amici (Gv 15,15 ); non cerca persone che facciano delle cose per lui, ma gente che gli lasci fare delle cose, che lo lasci essere Dio. (p. Ermes Ronchi)

APPUNTAMENTI DAL 15 AL 21 LUGLIO

Lunedì 15 luglio (memoria di San Bonaventura)
-Sante Messe: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.
Quistello ore 21.00: incontro con i genitori dei ragazzi/e di II e III media per il campo estivo a Predazzo.
Martedì 16 luglio
-Sante Messe: ore 08.00 a Santa Lucia; ore 16.00 al R.S.A. “Ciclamini” di Quistello.

Mercoledì 17 luglio
-Sante Messe: ore 09.00 a San Giacomo; ore 20.00 a Quingentole con adorazione fino alle ore 22.00.

Giovedì 18 luglio
-Sante Messe ore 09.00 a Quistello con adorazione; ore 19.00 a San Giacomo con adorazione fino alle ore 22.00.

Venerdì 19 luglio
-Sante Messe: ore 8.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole. Quistello ore 21.00 incontro con i genitori dei ragazzi/e di V elementare e I media per il campo estivo a Predazzo.

Sabato 20 luglio
-Sante Messe ore 18.00 a San Rocco; ore 19.00 a Malcantone.

Domenica 21 luglio (XVI domenica del T.O.)
-Sante Messe: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole; ore 10.30 a San Giacomo; ore 11.00 a Quistello.

APPUNTAMENTO DAL 1 AL 7 LUGLIO

Lunedì 01 luglio
-Sante Messe: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.
San Giacomo inizia il grest dalle 09.00 fino alle 12.15
. Raccoglieremo le iscrizioni lunedì mattina.

Martedì 02 luglio
-Sante Messe: ore 08.00 a Santa Lucia; ore 16.00 al R.S.A. “Ciclamini” di Quistello.

Mercoledì 03 luglio (festa di San Tommaso apostolo)
-Sante Messe: ore 09.00 a San Giacomo; ore 20.00 a Quingentole con adorazione fino alle ore 22.00.
San Giacomo ore 21.00 in oratorio incontro organizzativo per preparare la festa del patrono del 25 luglio.

Giovedì 04 luglio
-Sante Messe ore 09.00 a Quistello con adorazione; ore 19.00 a San Giacomo con adorazione fino alle ore 22.00.

Venerdì 05 luglio
-Sante Messe: ore 8.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.

Sabato 06 luglio
-Sante Messe ore 18.00 a San Rocco; ore 19.00 a Malcantone.
Nuvolato ore 16.30 celebrazione di un matrimonio.

Domenica 07 luglio (XIV domenica del T.O.)
-Sante Messe: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole; ore 10.30 a San Giacomo; ore 11.00 a Quistello.

AVVISI DAL 1 AL 7 LUGLIO

Per il Signore ogni uomo viene prima delle sue idee
È la svolta decisiva del Vangelo di Luca. Il volto trasfigurato sul Tabor, il volto bello diventa il volto forte di Gesù, in cammino verso Gerusalemme. «E indurì il suo volto» è scritto letteralmente, lo rese forte, deciso, risoluto.
Con il volto bello del Tabor termina la catechesi dell'ascolto: “ascoltate Lui” aveva detto la voce dalla nube, con il volto in cammino inizia la catechesi della sequela: “tu, seguimi”.
E per dieci capitoli Luca racconterà il grande viaggio di Gesù verso la Croce. Il primo tratto del volto in cammino lo delinea dietro la storia di un villaggio di Samaria che rifiuta di accoglierlo. Allora Giacomo e Giovanni, i migliori, i più vicini, scelti a vedere il volto bello del Tabor: «Vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li bruci tutti?» C'è qui in gioco qualcosa di molto importante. Gesù spalanca le menti dei suoi amici: mostra che non ha nulla da spartire con chi invoca fuoco e fiamme sugli altri, fossero pure eretici o nemici, che Dio non si vendica mai.
È l'icona della libertà, difende perfino quella di chi non la pensa come lui. Difende quel villaggio per difenderci tutti. Per lui l'uomo viene prima della sua fede, l'uomo conta più delle sue idee. È l'uomo, e guai se ci fosse un aggettivo: samaritano o giudeo, giusto o ingiusto; il suo obiettivo è l'uomo, ogni uomo (Turoldo).
«Andiamo in un altro villaggio!». Ha il mondo davanti, Lui pellegrino senza frontiere, un mondo di incontri; alla svolta di ogni sentiero di Samaria c'è sempre una creatura da ascoltare, una casa cui augurare pace; ancora un cieco da guarire, un altro peccatore da perdonare, un cuore da fasciare, un povero cui annunciare che è il principe del Regno di Dio. Il volto in cammino fa trasparire la sua fiducia totale, indomabile nella creatura umana; se non qui, appena oltre, un cuore è pronto per il sogno di Dio. Nella seconda parte del vangelo entrano in scena tre personaggi che ci rappresentano tutti. Le volpi hanno tane, gli uccelli nidi, ma io non ho dove posare il capo. Eppure non era esattamente così. Gesù aveva cento case di amici e amiche felici di accoglierlo a condividere pane e sogni. Con la metafora delle volpi e degli uccelli traccia il ritratto della sua esistenza minacciata dall'istituzione, esposta. Chi vuole vivere tranquillo e in pace nel suo nido non potrà essere suo discepolo.
Chi ha messo mano all'aratro... Un aratore è ciascun discepolo, chiamato a dissodare una minima porzione di terra, a non guardare sempre a sé stesso ma ai grandi campi del mondo. Traccia un solco e nient'altro, forse perfino poco profondo, forse poco diritto, ma sa che poi passerà il Signore a seminare di vita i campi della vita.

AVVISI DAL 23 AL 30 GIUGNO

Lunedì 24 giugno (solennità della Nativ. di San Giovanni B.)
-Sante Messe: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.
San Giacomo ore 21.00: incontro del coordinamento pastorale in oratorio.

Martedì 25 giugno
-Sante Messe: ore 08.00 a Santa Lucia; ore 16.00 al R.S.A. “Ciclamini” di Quistello. Uscita del grest di Quistello al parco giardino Sigurtà.

Mercoledì 26 giugno
-Sante Messe: ore 09.00 a San Giacomo; ore 20.00 a Quingentole con adorazione fino alle ore 22.00. Uscita del grest di Pieve di Coriano/Quingentole al parco natura viva di Pastrengo.

Giovedì 27 giugno
-Sante Messe ore 09.00 a Quistello con adorazione; ore 19.00 a San Giacomo con adorazione fino alle ore 22.00.

Venerdì 28 giugno (s. del Sacratissimo cuore di Gesù)
-Sante Messe: ore 8.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole; ore 18.30 a Quistello messa celebrata al campo delle scuole medie con le famiglie dei bambini e ragazzi del grest; segue buffet e serata finale con i giochi.

Sabato 29 giugno (s. dei santi Pietro e Paolo)
-Sante Messe ore 18.00 a San Rocco; ore 19.00 a Malcantone. Serata finale del grest di Pieve di Coriano/Quingentole a partire dalle ore 20.00 a Pieve.

Domenica 30 giugno (XIII domenica del T.O.)
-Sante Messe: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole; ore 10.30 a San Giacomo; ore 11.00 a Quistello. Pieve di Coriano ore 09.30 messa con le famiglie dei bambini e ragazzi che hanno partecipato al grest.

CONDIVIDERE GIOCO DIVINO CUI IL SIGNORE INVITA TUTTI
NÉ A NOI NÉ A DIO È BASTATO DARCI LA SUA PAROLA. TROPPA FAME HA L'UOMO, E DIO HA DOVUTO DARE LA SUA CARNE E IL SUO SANGUE (DIVO BARSOTTI). NEPPURE IL SUO CORPO HA TENUTO PER SÉ: PRENDETE, MANGIATE, NEPPURE IL SUO SANGUE HA TENUTO PER SÉ: PRENDETE, BEVETE. NEPPURE IL SUO FUTURO: SARÒ CON VOI TUTTI I GIORNI FINO AL CONSUMARSI DEL TEMPO. LA FESTA DEL CORPO E SANGUE DEL SIGNORE È RACCONTATA DAL VANGELO ATTRAVERSO IL SEGNO DEL PANE CHE NON FINISCE. I DODICI SONO APPENA TORNATI DALLA MISSIONE, ERANO PARTITI ARMATI D'AMORE, E TORNANO CARICHI DI RACCONTI. GESÙ LI ACCOGLIE E LI PORTA IN DISPARTE. MA LA GENTE DI BETSAIDA LI VEDE, ACCORRE, LI STRINGE IN UN ASSEDIO CHE GESÙ NON PUÒ E NON VUOLE SPEZZA-RE. ALLORA È LUI A RIPRENDERE LA MISSIONE DEI DODICI: COMINCIÒ A PARLA-RE LORO DI DIO E A GUARIRE QUANTI AVEVANO BISOGNO DI CURE. C'È TUTTO L'UOMO IN QUESTE PAROLE, IL SUO NOME È: CREATURA CHE HA BISOGNO, DI PANE E DI ASSOLUTO, DI CURE E DI DIO. C'È TUTTA LA MISSIONE DI CRISTO, E DELLA CHIESA: INSEGNARE, NUTRIRE, GUARIRE. E C'È IL NOME DI DIO: COLUI CHE SI PRENDE CURA. LA PRIMA RIGA DI QUESTO VANGELO LA SENTO COME LA PRIMA RIGA DELLA MIA VITA. SONO UNO DI QUEI CINQUEMILA, IN QUELLA SERA SOSPESA: IL GIORNO COMINCIAVA A DECLINARE; È IL TEMPO DI EMMAUS, TEMPO DELLA CASA E DEL PANE SPEZZATO. MANDALI VIA, TRA POCO È BUIO E QUI NON C'È NIENTE... GLI APOSTOLI HANNO A CUORE LA SITUAZIONE, SI PREOCCUPANO DELLA GENTE E DI GESÙ, MA NON HANNO SOLUZIONI DA OFFRIRE: CHE OGNUNO SI RISOLVA I SUOI PROBLEMI DA SOLO. HANNO UN VECCHIO MONDO IN CUORE, IN QUEL LORO CUORE CHE PURE È BUONO, ED È IL MONDO DELL'OGNUNO PER SÉ, DELLA SOLITUDINE. MA GESÙ NON LI ASCOLTA, LUI NON HA MAI MANDATO VIA NESSUNO. VUOLE GENERARE, COME SI GENERA UN FIGLIO, UN NUOVO MONDO. VUOLE FARE DI QUEL LUOGO DESERTO, DI OGNI DESERTO, UNA CASA, DOVE SI CONDIVIDONO PANE E SOGNI. PER QUESTO RISPONDE: DATE LORO VOI STESSI DA MANGIARE. GLI APOSTOLI NON POSSONO, NON SONO IN GRADO, HANNO SOLTANTO CINQUE PANI E DUE PESCIOLINI. MA A GESÙ NON INTERESSA LA QUANTITÀ, E PASSA SUBITO A UN'ALTRA LOGICA, SPOSTA L'ATTENZIONE DA CHE COSA MANGIARE A COME MANGIARE: FATELI SEDERE A GRUPPI, A TAVOLA-TE, CREATE MENSE COMUNI, COMUNITÀ DOVE OGNUNO POSSA ASCOLTARE LA FAME DELL'ALTRO E FACCIA CIRCOLARE IL PANE CHE AVRÀ FRA LE MANI. IN-FATTI NON SARÀ LUI A DISTRIBUIRE, MA I DISCEPOLI, ANZI L'INTERA COMUNITÀ. IL GIOCO DIVINO, AL QUALE IN QUELLA SERA TUTTI PARTECIPANO, NON È LA MOLTIPLICAZIONE, MA LA CONDIVISIONE (R. VIRGILI). ALLORA IL PANE DIVENTA UNA BENEDIZIONE (ALZÒ GLI OCCHI AL CIELO, RECITÒ LA BENEDIZIONE, E LO SPEZZÒ) E NON UNA GUERRA. E TUTTI FURONO SAZIATI. C'È TANTO PANE NEL MONDO CHE A CONDIVIDERLO DAVVERO BASTEREBBE PER TUTT

AVVISI DAL 17 AL 23 GIUGNO

Lunedì 17 giugno
-Sante Messe: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.
Revere ore 21.00: direttivo coordinamento di unità pastorale.

Martedì 18 giugno
-Sante Messe: ore 08.00 a Santa Lucia; ore 16.00 al R.S.A. “Ciclamini” di Quistello.
San Giacomo ore 21.00 incontro in oratorio con gli animatori del grest di San Giacomo.

Mercoledì 19 giugno
-Sante Messe: ore 09.00 a San Giacomo; ore 20.00 a Quingentole con adorazione fino alle ore 22.00.

Giovedì 20 giugno
-Sante Messe ore 09.00 a Quistello con adorazione; ore 19.00 a San Giacomo con adorazione fino alle ore 22.00.

Venerdì 21 giugno (memoria di san Luigi Gonzaga)
-Sante Messe: ore 8.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.
Uscita del grest di Quistello al Selvino Adventure Park tutto il giorno.

Sabato 22 giugno
-Sante Messe ore 18.00 a San Rocco; ore 19.00 a Malcantone.

Domenica 23 giugno (SS Corpo e Sangue di Cristo)
-Sante Messe: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole saranno presenti i bambini/e e ragazzi/e del grest Pieve/Quingentole; ore 10.30 a San Giacomo; ore 11.00 a Quistello presso il palatenda delle scuole medie.

Trinità, il mistero che abita dentro noi
Memoria emozionante della Trinità, dove il racconto di Dio diventa raccon-to dell’uomo. Dio non è in sé stesso solitudine: esistere è coesistere, per Dio prima, e poi anche per l’essere umano. Vivere è convivere, nei cieli prima, e poi sulla terra. I dogmi allora fioriscono in un concentrato d’indicazioni vi-tali, di sapienza del vivere. Quando Gesù ha raccontato il mistero di Dio, ha scelto nomi di casa, di famiglia: Abbà, padre… figlio, nomi che ab-bracciano, che si abbracciano. Spirito, Ruhà, è un termine che avvolge e lega insieme ogni cosa come libero respiro di Dio, e mi assicura che ogni vita prende a respirare bene, allarga le sue ali, vive quando si sa accolta, presa in carico, abbracciata da altre vite. Abbà, Figlio e Spirito ci conse-gnano il segreto per ritornare pienamente umani: in principio a tutto c’è un legame, ed è un legame d’amore. Allora capisco che il grande progetto della Genesi: «facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza», signifi-ca «facciamolo a immagine della Trinità», a immagine di un legame d’amore, a somiglianza della comunione. La Trinità non è una dottrina esterna, è al di qua, è dentro, non al di là di me. Allora spirituale e reale coincidono, verità ed esistenza corrispondono. E questo mi regala un senso di armoniosa pace, di radice santa che unifica e fa respirare tutto ciò che vive. In principio c’è la relazione (G. Bachelard). «Quando verrà lo Spirito di verità, vi guiderà… parlerà… dirà… prenderà… annunzierà». Gesù im-piega tutti verbi al futuro, a indicare l’energia di una strada che si apre, orizzonti inesplorati, un trascinamento in avanti della storia. Vi guiderà al-la verità tutta intera: la verità è in-finita, «interminati spazi» (Leopardi), l’interezza della vita. E allora su questo sterminato esercito umano di in-compiuti, di fragili, di incompresi, di innamorati delusi, di licenziati all’improvviso, di migranti in fuga, di sognatori che siamo noi, di questa immensa carovana, incamminata verso la vita, fa parte Uno che ci guida e che conosce la strada. Conosce anche le ferite interiori, che esistono in tutti e per sempre, e insegna a costruirci sopra anziché a nasconderle, perché possano marcire o fiorire, seppellire la persona o spingerla in avanti. La verità tutta intera di cui parla Gesù non consiste in concetti più precisi, ma in una sapienza del vivere custodita nell’umanità di Gesù, volto del Padre, respiro dello Spirito: una sapienza sulla nascita e sulla morte, sulla vita e sugli affetti, su me e sugli altri, sul dolore e sulla infinita pazienza di rico-minciare, che ci viene consegnata come un presente, inciso di fessure, di fe-ritoie di futuro. (p. Ermes Ronchi).

AVVISI DAL 10 AL 16 GIUGNO

Lunedì 10 giugno (memoria della B.V. Maria Madre della Chiesa)
-Sante Messe: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.
Pieve di Coriano ore 15.00 visita pastorale del vescovo Marco all’ospedale.

Martedì 11 giugno (memoria di San Barnaba)
-Sante Messe: ore 08.00 a Santa Lucia; ore 16.00 al R.S.A. “Ciclamini” di Quistello.
San Giacomo ore 21.00 riunione in oratorio con i genitori dei bambini delle elementari e ragazzi del grest che si svolgerà nelle settimane di luglio.

Mercoledì 12 giugno
-Sante Messe: ore 09.00 a San Giacomo; ore 20.00 a Quingentole con adorazione fino alle ore 22.00.

Giovedì 13 giugno (memoria di Sant’Antonio di Padova)
-Sante Messe ore 09.00 a Quistello con adorazione; ore 19.00 a San Giacomo con adorazione fino alle ore 22.00.

Venerdì 14 giugno
-Sante Messe: ore 8.00 a Quistello; ore 09.00 a Quingentole.

Sabato 15 giugno
-Sante Messe ore 18.00 a San Rocco; ore 19.00 a Malcantone.

Domenica 16 giugno (Santissima Trinità)
-Sante Messe: ore 08.00 a Quistello; ore 09.00 a Nuvolato; ore 09.30 a Quingentole; ore 10.30 a San Giacomo; ore 11.00 a Quistello presso il palatenda delle scuole medie.

Domenica 16 giugno a Pieve di Coriano alle ore 09.30 messa d’inizio dell’esperienza del grest di Pieve Quingentole.




Pentecoste
Lo Spirito, il misterioso cuore del mondo, radice di ogni femminilità che è nel cosmo (Davide M. Montagna), vento sugli abissi e respiro al primo Adamo, è descritto in questo vangelo attraverso tre azioni: rimarrà con voi per sempre, vi insegnerà ogni cosa, vi ricorderà tutto quello che vi ho detto. Tre verbi gravidi di bellissimi significati profetici: “rimanere, insegnare e ricordare”. Rimanere, perché lo Spirito è già dato, è già qui, ha riempito la “camera alta” di Gerusalemme e la dimora intima del cuore. Nessuno è solo, in nessuno dei giorni. Se anche me ne andassi lontano da lui, lui non se ne andrà mai. Se lo dimenticassi, lui non mi dimenticherà. È un vento che non ci spinge in chiesa, ma ci spinge a diventare chiesa, tempio dove sta tutto Gesù. Insegnare ogni cosa: nuove sillabe divine e parole mai dette ancora, aprire uno spazio di conquiste e di scoperte. Sarà la memoria accesa di ciò che è accaduto “'in quei giorni irripetibili” quando la carne umana è stata la tenda di Dio, e insieme sarà la tua genialità, per risposte libere e inedite, per oggi e per domani. Letteralmente “in-segnare” significa incidere un segno dentro, nell'intimità di ciascuno, e infatti con ali di fuoco/ ha inciso lo Spirito /come zolla il cuore (Davide M. Montagna).
Ricordare: vuol dire riaccendere la memoria di quando passava e guariva la vita e diceva parole di cui non si vedeva il fondo; riportare al cuore gesti e parole di Gesù, perché siano caldi e fragranti, profumino come allora di passione e di libertà. Lo Spirito ci fa innamorare di un cristianesimo che sia visione, incantamento, fervore, poesia, perché "la fede senza stupore diventa grigia" (papa Francesco).
Un dettaglio prezioso rivela una caratteristica di tutte e tre le azioni dello Spirito: rimarrà sempre con voi; insegnerà ogni cosa, ricorderà tutto. Sempre, ogni cosa, tutto, un sentore di pienezza, completezza, totalità, assoluto. Lo Spirito avvolge e penetra; nulla sfugge ai suoi raggi di fuoco, ne è riempita la terra (Salmo 103), per sempre, per una azione che non cessa e non delude. E non esclude nessuno, non investe soltanto i profeti di un tempo, le gerarchie della Chiesa, o i grandi mistici pellegrini dell'assoluto. Incalza noi tutti, cercatori di tesori, cercatrici di perle, che ci sentiamo toccati al cuore dal fascino di Cristo e non finiamo mai di inseguirne le tracce.
Che cos'è lo Spirito santo? È Dio in libertà. Che inventa, apre, fa cose che non t'aspetti. Che dà a Maria un figlio fuorilegge, a Elisabetta un
figlio profeta. E a noi dona, per sempre, tutto ciò di cui abbiamo bisogno per diventare, come madri, dentro la vita donatori di vita. (p. Ermes Ronchi).