PENTECOSTE: Festa dello Spirito
Cinquanta giorni dopo Pasqua, troviamo gli apostoli ancora rinchiusi nel cenacolo come clandestini impauriti, indecisi sul da farsi. Ma ecco la scossa di un'esperienza interiore straordinaria: vengono illuminati e rianimati dallo Spirito Santo, il grande dono che Gesù aveva promesso.
Con il battesimo veniamo iscritti all'anagrafe dei figli di Dio. Da quel giorno lo Spirito del Risorto è in noi e ci dà la garanzia, se ci lasciamo guidare da lui, di una vita piena e bella.
Il Consolatore, cioè lo Spirito Santo comunicatore di forza, Iuce, entusiasmo, speranza, è con noi per sempre. Ce lo garantisce Gesù.
Se guardo la comunità dei discepoli prima della Pentecoste, mi sembra di vedere la fotografia di tante famiglie cristiane di oggi, e di tante persone: delusione e paura mi sembrano sentimenti ricorrenti: “Credevamo... Che cosa succederà?”.
Delusione nei confronti di se stessi e del proprio lavoro, del coniuge e dei figli... Delusioni nei confronti della Chiesa e perfino nei confronti di Dio.
E poi paura, tanta paura: del futuro, degli uomini, di Dio, della guerra; paura di non farcela, di non sapere educare, di non essere all’altezza; paura di perdere il benessere, il lavoro, i figli, la salute...
In tanti e spesso, viviamo come se Cristo non fosse risorto, come se lo Spirito non fosse disceso; come se non avessimo un Padre nei cieli e una Casa sulla terra; come se non avessimo nessuno accanto; e così ci rinchiudiamo, tristi, in noi stessi...
Se guardo la comunità dei discepoli dopo la Pentecoste, intravvedo ciò che può succedere - e succede - alle persone e alle comunità cristiane, quando si lasciano invadere dallo Spirito, quando lo riscoprono, quando si fidano di Lui: riprendono fiato, vita, coraggio, forza per continuare, amore, pace, gioia.
In effetti, senza lo Spirito, Dio rimane lontano, Gesù un personaggio della storia, l’Eucarestia una cerimonia, la famiglia una cooperativa, il coniuge un rivale, il matrimonio una gabbia, i figli un peso, l’educazione una colonizzazione, la vita una noia...
Con lo Spirito, Dio diventa papà, Cristo amico, la Chiesa una famiglia, la famiglia una comunione (“io in te, tu in me..; noi in loro”), l’amore libertà, il coniuge un consorte, i figli una gloria, l’autorità un servizio, l’educazione un arricchimento reciproco.
Ma senza il nostro consenso non può fare nulla. Lavori bloccati.
La storia della chiesa è una storia tutta piena delle meraviglie Cinquanta giorni dopo Pasqua, troviamo gli apostoli ancora rinchiusi nel cenacolo come clandestini impauriti, indecisi sul da farsi. Ma ecco la scossa di un'esperienza interiore straordinaria: vengono illuminati e rianimati dallo Spirito Santo, il grande dono che Gesù aveva promesso. Risorti dal sepolcro dello scoraggiamento, spalancano le porte e corrono per le strade degli uomini a portare il lieto annuncio (Atti 2,1-11).
Con il battesimo veniamo iscritti all'anagrafe dei figli di Dio. Da quel giorno lo Spirito del Risorto è in noi e ci dà la garanzia, se ci lasciamo guidare da lui, di una vita piena e bella. Paolo dice ai Romani che siamo "coeredi di Cristo". Significa che abbiamo parte a tutte le ricchezze di Dio - amore, pace, gioia di vivere... -, non solo nella gloria futura, ma già in questa terra.
Il Consolatore, cioè lo Spirito Santo comunicatore di forza, Iuce, entusiasmo, speranza, è con noi per sempre. Ce lo garantisce Gesù.
Se guardo la comunità dei discepoli prima della Pentecoste, mi sembra di vedere la fotografia di tante famiglie cristiane di oggi, e di tante persone: delusione e paura mi sembrano sentimenti ricorrenti: “Credevamo... Che cosa succederà?”.
Delusione nei confronti di se stessi e del proprio lavoro, del coniuge e dei figli... Delusioni nei confronti della Chiesa e perfino nei confronti di Dio.
E poi paura, tanta paura: del futuro, degli uomini, di Dio, della guerra; paura di non farcela, di non sapere educare, di non essere all’altezza; paura di perdere il benessere, il lavoro, i figli, la salute...
In tanti e spesso, viviamo come se Cristo non fosse risorto, come se lo Spirito non fosse disceso; come se non avessimo un Padre nei cieli e una Casa sulla terra; come se non avessimo nessuno accanto; e così ci rinchiudiamo, tristi, in noi stessi...
Se guardo la comunità dei discepoli dopo la Pentecoste, intravvedo ciò che può succedere - e succede - alle persone e alle comunità cristiane, quando si lasciano invadere dallo Spirito, quando lo riscoprono, quando si fidano di Lui: riprendono fiato, vita, coraggio, forza per continuare, amore, pace, gioia.
In effetti, senza lo Spirito, Dio rimane lontano, Gesù un personaggio della storia, l’Eucarestia una cerimonia, la famiglia una cooperativa, il coniuge un rivale, il matrimonio una gabbia, i figli un peso, l’educazione una colonizzazione, la vita una noia...
Con lo Spirito, Dio diventa papà, Cristo amico, la Chiesa una famiglia, la famiglia una comunione (“io in te, tu in me..; noi in loro”), l’amore libertà, il coniuge un consorte, i figli una gloria, l’autorità un servizio, l’educazione un arricchimento reciproco.
Ma senza il nostro consenso non può fare nulla. Lavori bloccati.
La storia della chiesa è una storia tutta piena delle meraviglie dello Spirito Santo.
Lo Spirito agisce oggi come ieri, e come sempre, senza mai interrompere la sua azione. Paolo, Cornelio, Stefano, sono soltanto dei nomi... i nomi di tanti che rispondono allo Spirito e cambiano il mondo: come Francesco, come Cottolengo, come Massimiliano Kolbe, come tanti altri senza nome, che forse sono anche qui in mezzo a noi e che diventano lucerne accese nel mondo.
