Avvisi Parrocchiali 4 Marzo - 10 Marzo
Domenica 4 - III Domenica di Quaresima
Ore 9.30 S. Messa
Ore 10.00 S. Messa in S. Emiliano
Ore 11.00 S. Messa
Ore 18.30 S. Messa
Lunedì 5
Ore 8.00 S. Messa in S. Emiliano
Ore 18.00 S. Messa
Martedì 6
Ore 8.00 S. Messa in S. Emiliano
Ore 14.30 Catechismo 1^-4^-5^ Primaria
Ore 15.15 Catechismo 3^ Primaria
Ore 15.30 Catechismo 2^ Primaria
Ore 18.00 S. Messa
Mercoledì 7
Ore 8.00 S. Messa in S. Emiliano
Ore 16.15 Catechismo Secondaria
Ore 17.30 Via Crucis
Ore 18.00 S. Messa
Giovedì 8
Ore 8.00 S. Messa in S. Emiliano
Ore 16.00 Adorazione
Ore 18.00 S. Messa
Venerdì 9 - Giornata di astinenza dalle carni
Ore 8.00 S. Messa in S. Emiliano
Ore 16.30 S. Messa in casa di riposo
Sabato 10
Ore 8.00 S. Messa in S. Emiliano
Ore 18.30 S. Messa
Domenica 11 – IV Domenica di Quaresima “Laetare”
Ore 9.30 S. Messa
Ore 10.00 S. Messa in S. Emiliano
Ore 11.00 S. Messa
Ore 18.30 S. Messa
CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
Lettera Placuit Deo ai Vescovi della Chiesa cattolica su alcuni aspetti della salvezza cristiana
I. Introduzione
1. «Piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelare se stesso e far conoscere il mistero della sua volontà (cf. Ef 1,9), mediante il quale gli uomini per mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, nello Spirito hanno accesso al Padre e sono resi partecipi della divina natura (cf. Ef 2,18; 2 Pt 1,4). [...] La profonda verità [...] su Dio e sulla salvezza degli uomini, per mezzo di questa rivelazione risplende a noi nel Cristo, il quale è insieme il mediatore e la pienezza di tutta la rivelazione» [Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Dei Verbum, n. 2]. L’insegnamento sulla salvezza in Cristo esige di essere sempre nuovamente approfondito. Tenendo fisso lo sguardo sul Signore Gesù, la Chiesa si volge con amore materno a tutti gli uomini, per annunciare loro l’intero disegno d’Alleanza del Padre che, mediante lo Spirito Santo, vuole «ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose» (Ef 1,10). La presente Lettera intende mettere in evidenza, nel solco della grande tradizione della fede e con particolare riferimento all’insegnamento di Papa Francesco, alcuni aspetti della salvezza cristiana che possono essere oggi difficili da comprendere a causa delle recenti trasformazioni culturali.
II. L’incidenza delle odierne trasformazioni culturali sul significato della salvezza cristiana
2. Il mondo contemporaneo avverte non senza difficoltà la confessione di fede cristiana, che proclama Gesù unico Salvatore di tutto l’uomo e dell’umanità intera (cf. At 4,12; Rom 3,23-24; 1 Tm 2,4-5; Tit 2,11-15) [Cf. Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Dominus Iesus (6 agosto 2000), nn. 5-8: AAS 92 (2000), 745-749]. Da una parte, l’individualismo centrato sul soggetto autonomo tende a vedere l’uomo come essere la cui realizzazione dipende dalle sole sue forze [Cf. Francesco, Esort. apost. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), n. 67: AAS 105 (2013), 1048]. In questa visione, la figura di Cristo corrisponde più ad un modello che ispira azioni generose, con le sue parole e i suoi gesti, che non a Colui che trasforma la condizione umana, incorporandoci in una nuova esistenza riconciliata con il Padre e tra noi mediante lo Spirito (cf. 2 Cor 5,19; Ef 2,18). D’altra parte, si diffonde la visione di una salvezza meramente interiore, la quale suscita magari una forte convinzione personale, oppure un intenso sentimento, di essere uniti a Dio, ma senza assumere, guarire e rinnovare le nostre relazioni con gli altri e con il mondo creato. Con questa prospettiva diviene difficile cogliere il senso dell’Incarnazione del Verbo, per cui Egli si è fatto membro della famiglia umana, assumendo la nostra carne e la nostra storia, per noi uomini e per la nostra salvezza.
3. Il Santo Padre Francesco, nel suo magistero ordinario, ha fatto spesso riferimento a due tendenze che rappresentano le due deviazioni appena accennate e che assomigliano in taluni aspetti a due antiche eresie, il pelagianesimo e lo gnosticismo [Cf. Id., Lett. enc. Lumen fidei (29 giugno 2013), n. 47: AAS 105 (2013), 586-587; Esort. apost. Evangelii gaudium, nn. 93-94: AAS (2013), 1059; Discorso ai rappresentanti del V Convegno nazionale della Chiesa italiana, Firenze (10 novembre 2015): AAS 107 (2015), 1287]. Nei nostri tempi prolifera un neo-pelagianesimo per cui l’individuo, radicalmente autonomo, pretende di salvare sé stesso, senza riconoscere che egli dipende, nel più profondo del suo essere, da Dio e dagli altri. La salvezza si affida allora alle forze del singolo, oppure a delle strutture puramente umane, incapaci di accogliere la novità dello Spirito di Dio [Cf. Id., Discorso ai rappresentanti del V Convegno nazionale della Chiesa italiana, Firenze (10 novembre 2015): AAS 107 (2015), 1288]. Un certo neo-gnosticismo, dal canto suo, presenta una salvezza meramente interiore, rinchiusa nel soggettivismo [Cf. Id., Esort. apost. Evangelii gaudium, n. 94: AAS 105 (2013), 1059: «il fascino dello gnosticismo, una fede rinchiusa nel soggettivismo, dove interessa unicamente una determinata esperienza o una serie di ragionamenti e conoscenze che si ritiene possano confortare e illuminare, ma dove il soggetto in definitiva rimane chiuso nell’immanenza della sua propria ragione o dei suoi sentimenti»; Pontificio Consiglio della Cultura –– Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, Gesù Cristo, portatore dell’acqua viva. Una riflessione cristiana sul “New Age” (gennaio 2003), Città del Vaticano 2003]. Essa consiste nell’elevarsi «con l’intelletto al di là della carne di Gesù verso i misteri della divinità ignota» [Francesco, Lett. enc. Lumen fidei, n. 47: AAS 105 (2013), 586-587]. Si pretende così di liberare la persona dal corpo e dal cosmo materiale, nei quali non si scoprono più le tracce della mano provvidente del Creatore, ma si vede solo una realtà priva di senso, aliena dall’identità ultima della persona, e manipolabile secondo gli interessi dell’uomo [Cf. Id., Discorso ai partecipanti al pellegrinaggio della diocesi di Brescia (22 giugno 2013): AAS 95 (2013), 627: «in questo mondo dove si nega l’uomo, dove si preferisce andare sulla strada dello gnosticismo, [...] del “niente carne” - un Dio che non si è fatto carne [...]»]. È chiaro, d’altronde, che la comparazione con le eresie pelagiana e gnostica intende solo evocare dei tratti generali comuni, senza entrare in giudizi sull’esatta natura degli antichi errori. Grande è, infatti, la differenza tra il contesto storico odierno secolarizzato e quello dei primi secoli cristiani, in cui queste eresie sono nate [Secondo l’eresia pelagiana, sviluppatasi durante il secolo V intorno a Pelagio, l’uomo, per compiere i comandamenti di Dio ed essere salvato, ha bisogno della grazia solo come un aiuto esterno alla sua libertà (a modo di luce, esempio, forza), ma non come una sanazione e rigenerazione radicale della libertà, senza merito previo, affinché egli possa operare il bene e raggiungere la vita eterna. Più complesso è il movimento gnostico, sorto nei secoli I e II, e che conosce forme molto diverse tra di loro. In linea generale gli gnostici credevano che la salvezza si ottiene attraverso una conoscenza esoterica o “gnosi”. Tale gnosi rivela allo gnostico la sua vera essenza, vale a dire, una scintilla dello Spirito divino che abita nella sua interiorità, la quale deve essere liberata dal corpo, estraneo alla sua vera umanità. Solo in questo modo lo gnostico ritorna al suo essere originario in Dio, da cui si era allontanato per una caduta primordiale]. Tuttavia, in quanto lo gnosticismo e il pelagianesimo rappresentano pericoli perenni di fraintendimento della fede biblica, è possibile trovare una certa familiarità con i movimenti odierni appena descritti.
4. Sia l’individualismo neo-pelagiano che il disprezzo neo-gnostico del corpo sfigurano la confessione di fede in Cristo, Salvatore unico e universale. Come potrebbe Cristo mediare l’Alleanza dell’intera famiglia umana, se l’uomo fosse un individuo isolato, il quale si autorealizza con le sole sue forze, come propone il neo-pelagianesimo? E come potrebbe arrivarci la salvezza mediante l’Incarnazione di Gesù, la sua vita, morte e risurrezione nel suo vero corpo, se quel che conta fosse solo liberare l’interiorità dell’uomo dai limiti del corpo e dalla materia, secondo la visione neo-gnostica? Davanti a queste tendenze la presente Lettera vuole ribadire che la salvezza consiste nella nostra unione con Cristo, il quale, con la sua Incarnazione, vita, morte e risurrezione, ha generato un nuovo ordine di relazioni con il Padre e tra gli uomini, e ci ha introdotto in quest’ordine grazie al dono del suo Spirito, affinché possiamo unirci al Padre come figli nel Figlio, e diventare un solo corpo nel «primogenito tra molti fratelli» (Rom 8,29).
