Avvisi Parrocchiali 17– 23 Novembre 2019
Domenica 17 - XXXIII del Tempo ordinario
Ore 9.30 S. Messa
Ore 10.00 S. Messa in S. Emiliano
Ore 11.00 S. Messa di Ringraziamento per i frutti della terra e del lavoro e in onore di Sant’Emiliano. Segue la Benedizione dei mezzi agricoli.
Ore 12.30 Spiedo in Oratorio su prenotazione
Ore 18.30 S. Messa
50° Anniv. di Matrimonio di Orlandi Narciso e Giuseppina
Lunedì 18 –
Ded. Basiliche ss. Pietro e Paolo
Ore 18.00 S. Messa
Ore 20.30: Riunione delle catechiste dell’Unità Pastorale a Moniga
Martedì 19 –
Ore 14:30-15:45 Catechismo di seconda, terza, quarta elementare
Ore 18.00 S. Messa
Mercoledì 20 –
Ore 1500 -16.15: Catechismo di prima media (per chi non può il sabato)
Ore 16.15-17.30: Catechismo di seconda media
Ore 18.00 S. Messa
Ore 20,30: Inizio attività del Gruppo di terza media e degli adolescenti delle superiori (in oratorio)
Giovedì 21-
Presentazione della Beata Vergine Maria
Ore 18.00 S. Messa
Venerdì 22 –
Festa Liturgica del Compatrono Sant’Emiliano; Santa Cecilia
Ore 14.30: solenne inizio della cerimonia in Chiesa Parrocchiale per tutti i ragazzi delle elementari e delle medie e loro famiglie, seguirà processione con la statua del Santo fino alla chiesetta di S. Emiliano con conclusione della Celebrazione.
Ore 16.30 S. Messa in casa di riposo
Sabato 23
Ore 18.30 S. Messa
Domenica 24 Cristo Re
Ore 9.30 S. Messa
Ore 10.00 S. Messa in S. Emiliano
Ore 11.00 S. Messa con il Battesimo di Rossetti Giada
Ore 18.30 S. Messa
CERO DEL TABERNACOLO
Dal 17 Novembre al 24 Novembre il cero che arde davanti al Tabernacolo è stato offerto per le intenzioni di Pagliarini Wilma.
MERCATINO MISSIONARIO
Il mercatino missionario, in piazza dei caduti 27, è aperto il sabato dalle 9.00 alle 11.00 e la domenica dalle 9.00 alle 12.00. Il ricavato viene devoluto all’emergenza in Mozambico e sostiene le popolazioni coinvolte nel ciclone Idai del marzo scorso.
ANNO CATECHISTICO 2019-2020
“Io sono la vite, voi i tralci” (Gv 15,5) – Primo anno: Rimanere
Seconda elementare: martedì 14:30-15:45
Terza elementare: martedì 14:30-15:45
Quarta elementare: martedì 14:30-15:45
Quinta elementare: venerdì 16:30-17.45
Prima media: sabato 14:30-16:30 (a settimane alterne) o, per chi non può il sabato, mercoledì dalle 15.00-16.15
Seconda media: mercoledì 16:15-17:30
La prima elementare inizierà a gennaio
Mercoledì alle 20,30: Gruppo di terza media e degli adolescenti delle superiori (in oratorio)
FESTA DI SANT’EMILIANO, COMPATRONO DELLA PARROCCHIA DI PADENGHE
Domenica 17 Novembre in Chiesa parrocchiale:
ore 11.00: S. Messa di ringraziamento e in onore del Santo con benedizione delle macchine agricole al termine della Cerimonia.
ore 12.30: Spiedo in Oratorio su prenotazione. Costo del pranzo: euro 25 per adulti, euro 10 bambini fino a 10 anni. Al termine del pranzo tombola con premi a sorpresa.
ore 15.00: Spettacolo di burattini per bambini e famiglie a cura dell’associazione
“I cantafiabe”. I volontari delle contrade: Monte, Villa, Centro, gruppo Alpini e Artiglieri si assumeranno tutte le spesa della festa. Il ricavato sarà devoluto per le spese della Parrocchia.
Venerdì 22 Novembre: FESTA LITURGICA DI S. EMILIANO
ore 14.30: inizio della cerimonia in Chiesa Parrocchiale per tutti i ragazzi delle elementari e delle medie e loro famiglie, seguirà processione con la statua del Santo fino alla chiesetta di S. Emiliano con conclusione della Celebrazione. Al termine piccola merenda offerta a tutti.
SANTA MESSA FERIALE IN CAPPELLA DELL’ORATORIO
Da Lunedì 18 Novembre la Santa Messa nei giorni feriali, ( tranne il venerdì ),
si terrà nella Cappella dell’Oratorio (al primo piano).
ATTENZIONE: LA SANTA MESSA FERIALE È SOSPESA SE IN QUEL GIORNO C’ È UN FUNERALE
Se viene celebrato un funerale presso la Chiesa Parrocchiale, la Santa Messa feriale delle 18.00 è sospesa. Eventuali intenzioni di Sante Messe vengono posticipate al giorno seguente. Se il funerale è di venerdì è assicurata la Santa Messa alla Casa di riposo al solito orario.
CONFESSIONI IN PARROCCHIA:
Per chi desidera vivere il Sacramento della penitenza e della riconciliazione, Don Enzo è sempre presente in Chiesa mezz’ora prima di tutte le Sante Messe festive.
PROPOSTE DI SPIRITUALITÁ
Eremo Sant’Emiliano:
Santa Messa feriale ogni giorno alle ore 8.00
Ogni martedì sera alle 20.30 Adorazione Eucaristica
Ogni venerdì alle 20.30 Adorazione Eucaristica
Eremo Betania:
Ogni lunedì sera dalle 18.00 alle 19.00: silenzio e Meditazione
Ogni martedì sera alle ore 20.30: Condivisione del Vangelo della domenica
Ogni giovedì alle ore 18.00: Lectio divina sul Vangelo della domenica
PER LA GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO:
GIUSTO (E BUONO) COME IL PANE
di Don Bruno Bignami,
Direttore Nazionale dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Conferenza Episcopale Italiana
La giornata del Ringraziamento sembra aver perso di valore nell’epoca delle tecnologie applicate all’agricoltura. Sempre meno i frutti della terra appaiono dono della Provvidenza e vengono più facilmente associati all’indiscussa abilità dell’uomo. L’agricoltore medio oggi è tentato di abbassare lo sguardo sulle possibilità offerte dall’iPad o dal trattore di ultima generazione piuttosto che alzarlo sulla benevola presenza del Creatore che continua a elargire beni in abbondanza.
Il tema del Ringraziamento 2019 è un invito ad associare il lavoro dei campi con il cuore della fede cristiana. «Dalla terra e dal lavoro: pane per la vita» mette in stretta relazione il pane con il lavoro. Felici espressioni quotidiane come «guadagnarsi il pane», «portare a casa il pane» continuano a ricordarci che il lavoro della terra produce vita, la rende possibile e la custodisce. L’uomo vive di pane, del «pane quotidiano», come suggerisce la preghiera cristiana del Padre nostro. La vita si sostiene grazie al pane «buono», nutriente, genuino. La biodiversità dei grani porta sulle nostre tavole anche una molteplicità di modi di panificare e di qualità di pani. E’ meglio il pane pugliese o la focaccia? Conquista più il palato la pizza o la piadina? E che dire del pane Carasau sardo, di quello di Altamura, della michetta lombarda, del pane valdostano, della baguette parigina, del pane arabo o delle friselle pugliesi fino alle ricette di prodotti da forno del panettiere sotto casa? Dietro al pane ci sono storie di vita, culture, creatività, laboriosità e capacità di adattare la produzione all’intera filiera del cibo. Già questo fa pensare, nel tempo delle farine importate, all’epoca del grano non sempre genuino a causa di muffe e nella stagione delle lievitazioni industriali che riducono il livello qualitativo del pane. Ben venga la riscoperta di colture antiche, di semi che salvaguardano la biodiversità e rendono il corpo umano più resistente alle varie allergie. C’è bisogno di pane buono!
Tutto ciò non basta. Il pane dev’essere anche giusto. Il vangelo mette in guardia dal cercare il pane solo per riempirsi la pancia: «Non di solo pane vive l’uomo». Ciò significa che il pane non è mai solo pane! Lo ricordava Fedor Dostoevskij nel celeberrimo capitolo sul Grande Inquisitore de’ I fratelli Karamazov. La provocazione dell’Inquisitore è che pane e libertà non possono andare insieme: gli uomini cercano la certezza del cibo, ma questa rimane un’utopia «finché rimarranno liberi». Ci si deve rassegnare al fallimento: l’uomo non saprà dividere equamente il pane e finirà ogni volta per mangiarsi il fratello. Per questo, l’unica soluzione dovrebbe essere quella di togliere all’uomo la libertà, se si vuole assicurare il pane. Che dire, dunque? Pane o libertà?
Il pane, visto sotto uno sguardo meramente materiale, subisce due riduzioni. Da una parte non basta mai, è sempre insufficiente e dà vita alla logica dell’accumulo e dello spreco (ironia della sorte: quasi tutto il pane scade, diviene raffermo!). Le guerre del pane hanno attraversato la storia! Dall’altra parte, però, il pane viene oscurato dal companatico, entrato in scena nelle trasmissioni televisive che hanno spettacolarizzato il cibo. Gli chef sono i nuovi maestri che si occupano del corpo: la loro ricetta finisce per relativizzare il pane. Quasi non serve più a tavola!
La rinuncia di Gesù a trasformare le pietre in pane nel brano evangelico delle tentazioni (Mt 4,1-11) è il rifiuto della visione materialistica. Il pane si accompagna a una Parola che ne offre senso e pienezza. Lo ricorda la profezia di Isaia (58,6-10): «Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: (...) nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo. (...) Se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio». Il bisogno di pane distrae la vita se non è associato alla domanda di carità e di giustizia. Sarà un caso che nei vangeli l’episodio della moltiplicazione (in realtà è «condivisione»!) dei pani e dei pesci sia raccontato sei volte dagli evangelisti e sia più narrato persino dell’ultima cena? Sarà un caso che il gesto che riassume l’eucaristia e che permette di riconoscere Gesù da parte dei discepoli di Emmaus sia lo spezzare il pane? Lo scrivono i vescovi italiani nel loro messaggio per il Ringraziamento: il pane «è fatto per essere spezzato e condiviso, nell’accoglienza reciproca». Come scrive Kahlil Gibran ne’ Il profeta: «Perché se cuocete il pane con indifferenza, voi cuocete un pane amaro, che non potrà sfamare l’uomo del tutto». L’uomo ha bisogno di pane buono. Ma senza pane giusto non c’è vero nutrimento per la vita. Siamo esseri spirituali proprio perché capaci di rispondere ai bisogni materiali della persona. Sappiamo condividere. Quando spezziamo il pane siamo semplicemente più umani. Per questo davvero spirituali.
IL MARTIRE SANT’EMILIANO
Da un estratto del libro “Padenghe sul Garda. Alle radici di una comunità” del nostro Andrea Nodari
La venerazione di S. Emiliano risale, secondo alcuni storici, ai primi secoli del cristianesimo. Egli visse nel IV secolo nella provincia romana corrispondente all'attuale Romania, sotto l'imperatore Giuliano detto l'Apostata, il quale, abbandonato il cristianesimo, ritornò all'antico culto degli dei e perseguitò i seguaci di Cristo. S. Girolamo nel suo "Martirologio" così scrisse: “Ai tempi di Giuliano l'Apostata il vicario Capitolino si recò a Durestoro nella Mesia (odierna Silistra) per farvi eseguire gli ordini di restaurazione del culto pagano. Per invogliare i cittadini Capitolino diede una festa. Approfittando del fatto che il tempio era incustodito, Emiliano, figlio del prefetto della città, vi entrò e con un martello abbattè la statua del dio e distrusse l'altare. Fu arrestato allora un contadino che per caso passava di là, ma il giovane si presentò spontaneamente, dichiarandosi autore del fatto. Fu condotto al tribunale di Capitolino, che lo fece crudelmente flagellare e poi lo condannò ad essere bruciato vivo, mentre al padre inflisse la pena di una libbra d'argento da pagare al fisco per la sua negligenza nel sorvegliare il figlio. La sentenza fu eseguita fuori dalla città, sulle rive del Danubio, il 18 luglio 362. La storicità del suo martirio è dunque assolutamente certa, perchè attestata da parecchi scrittori ecclesiastici antichi”.
La pieve di S. Emiliano ebbe notevole rilievo fino al XV secolo, periodo in cui cominciò ad acquistare sempre maggior importanza la chiesa di S. Maria, l'attuale parrocchiale. Dalla relazione della visita di Ermolao Barbaro a Padenghe, effettuata il 13 ottobre 1454, si apprende che la pieve di S. Emiliano aveva sotto di sè due cappelle: quella di S. Maria e quella di S. Michele, di cui non è rimasta altra testimonianza; nel secolo successivo ad essa venne aggregata anche la cappella di S. Rocco e S. Clemente.
LA PIEVE OGGI
La chiesa di S. Emiliano è un interessante esempio di romanico puro, che ha mantenuto intatte le sue caratteristiche fino ad oggi. “L'edificio, a navata unica, risulta semplice e lineare, ma nel contempo solido e massiccio. La muratura è realizzata con conci di pietra locale grigio-avorio, uniti ad altri di pietra rosa di Verona semplicemente e irregolarmente squadrati. Le maestranze hanno cercato di mantenere una certa regolarità nel disegno ed hanno sfruttato i conci più grossi di pietra veronese per gli stipiti della porta e per gli angoli. Ad uno sguardo attento però emerge con chiarezza che non vi è stato un razionale utilizzo dei diversi tipi di pietra per realizzare un preciso gioco di colori. La facciata è interrotta da una piccola porta sormontata da una lunetta e poco più in alto da un bassorilievo che raffigura una croce greca. Nella parte alta, forse in corrispondenza di un innalzamento generale della chiesa, che secondo il Panazza è da accreditare all'età barocca, è stata aggiunta una finestra circolare. L'abside semicircolare, che è priva della usuale partizione della muratura realizzata con l'introduzione di lesene, presenta il caratteristico fregio ad archetti, in questo caso assai prominenti, con un forte intacco arcuato; poggiano su larghi peducci e sono sovrastati da una gola in pietra modanata. La parete dell'abside è scandita infine da due basse monofore con doppia strombatura”. Il Panazza nella “Storia di Brescia” la giudica della seconda metà del XII secolo, reputando un fatto di ricerca decorativa la scelta di ricavare l'archetto delle strette monofore a doppia strombatura dell'abside da un unico concio. Il basamento absidale è di conci grossi e rozzi e ci riporta ad un'età molto più antica dell'attuale edificio, costruito probabilmente sui resti di un tempio pagano. E' probabile che antistante la facciata vi siano i resti del battistero, simile a quello venuto di recente alla luce a Pontenove di Bedizzole. I lati nord e sud sono di una semplicità brusca e disadorna; vi si aprivano solamente le due piccole porte architravate. Ora la porta sul lato nord in parte chiusa e sostituita da una finestra, mentre quella sul lato sud si apre sul cortile interno di una casa colonica, costruita appunto appoggiata alla chiesetta. L’abside è stata completamente rintonacata in cemento in un recentissimo restauro, effettuato dal parroco don Bruno Negretto, che l'ha restituita all’antico splendore.