Paese (TV)
98 Voci
0422 959013
3472984314
PARROCCHIA S. MARTINO VESCOVO

sabato 13 febbraio

“Non sono i sani che hanno bisogno del medico; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano”. (Lc 5, 27-32)
Riconosciamo in noi dei poveri peccatori, cioè dei peccatori penitenti, umili, che si affidano alla misericordia di Dio e non alle proprie forze. È a questa conversione di amore e di umiltà, a questo incontro con il nostro Salvatore, che siamo tutti invitati durante la Quaresima.

Questa sera S. Messa di apertura della Settimana Vocazionale, a Paese, alle ore 19.00.

venerdì 12 febbraio

“Perché noi e i farisei digiuniamo mentre i tuoi discepoli non digiunano?... Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?”. (Mt 9, 14-15)
Il digiuno è una privazione e lo sanno bene i due terzi dell’umanità. Ma quando il digiuno è una scelta, per il cristiano, è sempre segno di qualcosa: con il digiuno devo esprimere un segno di amore, altrimenti è ipocrita.

Questa sera veglia di preghiera vocazionale a Padernello, ore 20.45.

giovedì 11 febbraio

“Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà”. (Lc 9, 22-25)
Aiutami, Signore, a non pensare solo a me stesso vivendo egoisticamente, facendo di me il perno di tutto. Insegnami a seguire il Tuo esempio e “centrare” la mia vita su di Te e sul servizio degli altri.

Santa Maria, Signora di Lourdes, prega per noi e per tutti gli ammalati.

mercoledì 10 febbraio

“Quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti… Profumati la testa e lavati il volto… e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”. (Mt 6, 1-6.16-18)
Queste tre cose, preghiera, digiuno, misericordia, sono una cosa sola. Nessuno le divida, perché non riescono a stare separate. Perciò chi prega, digiuni. Chi digiuna, abbia misericordia.

7 febbraio. V domenica del Tempo Ordinario.

“Sulla tua parola…”. Mi viene in mente la vecchia figura del “mediatore”. Una volta con il mediatore bastava una parola e una stretta di mano e il contratto era sancito, indelebile, quasi più sacro dello scritto di un notaio. E così era per tutti: la fedeltà alla parola data qualificava una persona. Oggi il rapporto tra parola e vita è invece ormai incrinato, quasi due binari paralleli che non si incontrano mai. Ci sono tanti ciarlatani della parola quando le parole diventano mezzi per illudere e sviare l’attenzione dai problemi reali e importanti… per non parlare della fedeltà alla parola data…
Per questo il vangelo di oggi mi sembra particolarmente significativo con quella grande folla che accorre “per ascoltare la parola di Dio” e fa ressa attorno a Gesù. Credo che per ciascuno di noi questa Parola del Signore diventi una parola non solo di consolazione, ma anche di impegno. Questa non è una parola come tante; è una Parola sulla quale ci si può giocare la vita: “sulla tua parola getterò le reti… voglio giocarmi la mia vita”.

Download n._11_-_V_del_T.O._C.pdf

31 gennaio. IV domenica Tempo Ordinario

Oggi, ciò che conta è la funzionalità e l’utilità delle cose, delle conoscenze e del sapere. Le domande più ricorrenti sono “A che cosa serve? É efficace? Si può vendere?”. Perdono di importanza, invece, gli interrogativi che tentano di mettere in evidenza il “senso” (il significato) del nostro pensare e del nostro agire, interrogativi come “è giusto? È vero? È bello?”. É ciò che capita anche a Gesù nella sinagoga del suo paese quando tenta di annunciare la novità del Regno di Dio che si manifesta nella giustizia, nella libertà e nella pace per tutti. Proprio nel luogo dove tutto è scandito dal rito, dalla ripetizione di dottrine e di gesti che tendono a perpetuarsi nella rigidità dell’istituzione, Gesù va fuori dagli schemi. Così, davanti ai suoi paesani sperimenta la fatica della profezia a causa della indisponibilità a cambiare e ad allargare l’orizzonte del proprio cuore e della propria comunità.

Download n._10_-_IV_del_T.O._C.pdf

24 gennaio. III domenica Tempo Ordinario

Luca, di cui abbiamo cominciato a leggere oggi il suo vangelo che ci accompagnerà per tutto quest’anno, era un medico di Antiochia, Antalya come è chiamata oggi, grande città ai confini tra Turchia e Siria. È la città dove l’annuncio del Vangelo, la buona notizia, arriva grazie ai credenti scappati da Gerusalemme a causa della persecuzione: lì, per la prima volta, i credenti sono chiamati “cristiani”. Questa comunità cresce grazie alla predicazione di Barnaba, mandato dalla comunità di Gerusalemme, e di Paolo, che Barnaba manda appositamente a prendere dopo la sua conversione. In questa comunità c’è anche Luca, che ben presto si appassiona della predicazione di Paolo e da un certo punto, insieme alla sua comunità e ai testimoni oculari della vicenda stessa di Gesù, decide di mettere per iscritto tutti quegli eventi. C’è una particolarità: Luca non ha mai incontrato personalmente Gesù, eppure è preso totalmente da questa esperienza che decide di “fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teofilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto”. Possiamo immaginare Luca, che con la scrupolosità del medico che cerca di capire, fa le sue indagini per raccogliere quante più testimonianze può trovare su Gesù e gli eventi di quei tempi. Sentiamo anche come Luca e questo inizio del suo vangelo ci interroghino: anche noi non abbiamo conosciuto personalmente Gesù, eppure ogni domenica ci mettiamo in ascolto di un annuncio che ci viene rivolto, delle parole umane che, come Luca, anche altri evangelisti o discepoli ci hanno lasciato.
Per noi ogni domenica può realizzarsi quel “oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete ascoltato”. Accogliamo con fede il Signore che ci vuole incontrare!

Download n._9_-_III_del_T.O._C.pdf

17 gennaio. II domenica Tempo Ordinario

Il quadro delle “Nozze di Cana” di Paolo Caliari, detto il Veronese, dipinto per il refettorio benedettino di San Giorgio a Venezia nel 1563, ora è al Louvre perché rubato da Napoleone l’11 settembre del 1797.
Questo capolavoro ci può aiutare a comprendere il vangelo di questa domenica.
In un clima concitato, fastoso e festoso, come si addice ad un matrimonio anche Gesù e la Madonna sono confusi tra la folla. Si ha anche l’impressione di una cecità dei convitati di fronte al miracolo. La presenza di Dio nella storia non si impone mai, ma, anche di fronte ad un miracolo, devi avere gli occhi attenti per riconoscere questa presenza e manifestazione. L’episodio di Cana si pone proprio come un altro segno della “manifestazione-epifania” di Gesù. Gesù è lì, pronto a farsi trovare da chi voglia usare gli occhi per vedere, l’intelligenza per capire e la fede per credere.
Ma Gesù è al centro del dipinto. Cana è il segno delle nozze di Dio con l’umanità. Il Figlio di Dio, che si è incarnato, ha sposato l’umanità e, in Gesù, la natura umana e la natura divina si sono congiunte. La festa è iniziata e avrà il suo culmine quando sul Calvario si manifesterà tutto il suo amore per l’umanità offrendo la sua vita.
E infine c’è quel servo che versa il vino in un’anfora, quasi in bilico sulla predella. É un’immagine che ci dice: vieni a bere quel vino buono della conversione prima che cada e vada perduto: c’è un’urgenza di conversione dentro la nostra vita. Ma ci dice anche che l’incontro con Gesù è un miracolo che può compiersi sempre, nella vita quotidiana e ti viene donato, ininterrottamente e sovrabbondante, nei sacramenti che ti sono offerti quasi come sorgente permanente che la Chiesa garantisce per te.

Download n._8_-_II_del_T.O._C.pdf

10 Gennaio. BATTESIMO DEL SIGNORE

Questa festa conclude il ciclo natalizio della manifestazione di Dio in Cristo. Dio si è manifestato a noi nella “carne” di Gesù che si fa uomo (Natale), Dio si è manifestato “salvatore per tutti i popoli” (Epifania), Dio si manifesta come “servo” degli uomini (festa di oggi). È questo il senso del Battesimo di Gesù: è un “scendere” tra i peccatori e vivere quel segno di penitenza che lo fa totalmente solidale con noi; è un segno di purificazione che riceve non per i suoi peccati, ma per i peccati della sua gente. È il Cristo servo: vediamo profilarsi qui la Pasqua di passione-morte-resurrezione, il dare la vita per la nostra salvezza.

Download n._7_-_Battesimo_del_Signore.pdf

CAPODANNO 2016

Oggi ringraziamo il Signore per il dono del tempo e lo preghiamo in nome di quelle attese che ognuno di noi ha dentro di sé all’inizio di questo nuovo anno.
Sentiamo tutta la carica di incertezza e di trepidazione che ogni nuovo anno porta con sé: sia per quanto riguarda la nostra vita personale e delle nostre famiglie ma anche per quanto riguarda la nostra presenza nel mondo.
È per questo che in questo giorno siamo invitati ad abbracciare con lo sguardo il mondo intero con tutte le sue tensioni, lotte, ingiustizie e augurarci che sia migliore dell’anno passato.
Il dono della fede ci può aiutare a interpretare gli eventi: come i pastori del vangelo che tornano “glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto”; come Maria che “custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore”.
BUON ANNO NEL SIGNORE!

31 dicembre 2015

"Eucaristèo" è un verbo importante in greco e significa “rendere grazie”. Da questo la parola “eucarestia” che appunto significa “rendimento di grazie”. Comprendiamo come la parola “grazie” sia una parola importante perché permette di richiamare la dimensione più importante della nostra fede. Ma anche nella vita. Dire “grazie” significa riconoscere un dono e la sua gratuità. Alla fine di un anno dovremmo trovare i numerosi motivi per dire “grazie” al Signore e a tanti nostri fratelli.

S. Messa di ringraziamento alle ore 19.00

NATALE

Egli è venuto per i nostri peccati. È l’annuncio che risuona nella liturgia di oggi. È questo il mistero che celebriamo nel Natale: Cristo viene per noi peccatori a manifestarci la misericordia del Padre. Da questo annuncio nasce la gioia, viene rischiarata quella nostra umanità che sentiamo tutti impregnata di quel peccato di tiepidezza che ci impedisce di vedere con chiarezza... la luce splende nelle tenebre…
Di fronte a questo mistero di amore siamo chiamati a riconoscere il nostro limite e sentirci bisognosi di misericordia e di salvezza. Non può esserci Natale se non siamo capaci di riconoscere il nostro peccato e piangere su di esso: questo solamente è l’inizio della conversione e l’inizio di un cammino incontro a quel Cristo che si è già messo in cammino verso di noi. Perché Dio non si rassegna a stare lontano da noi. Lui viene sempre. Ci cerca e ritorna perché noi lo ritroviamo. E ogni Natale ne è la rinnovata possibilità.
AUGURI perchè possiamo lasciarci trovare.

giovedì 24 dicembre

Mattina di vigilia! Il Vangelo ci mette sulle labbra il canto di gioia del vecchio sacerdote Zaccaria che come sentinella scruta e saluta le prime luci dell’alba additando Colui che ci visiterà "il sole che sorge dall'alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace"

mercoledì 23 dicembre

O Emmanuel,
nostro re e legislatore,
speranza delle genti,
e loro Salvatore:
vieni e salvaci,
Signore, nostro Dio.

O Emmanuele (Isaia 7,14), nostro re e legislatore (Isaia 33,22),
speranza e salvezza dei popoli (Genesi 49,10; Giovanni 4,42):
vieni a salvarci, o Signore nostro Dio (Isaia 37,20).

O EMMANUEL, rex et legifer noster,
expectatio gentium et salvator earum:
veni ad salvandum nos, Dominus Deus noster.

martedì 22 dicembre

O Re delle Genti,
da loro bramato,
e pietra angolare,
che riunisci tutti in uno:
vieni, e salva l'uomo,
che hai plasmato dal fango.

O Re delle genti (Geremia 10,7), atteso da tutte le nazioni (Aggeo 2,7),
pietra angolare (Isaia 28,16) che riunisci ebrei e pagani in uno (Efesini 2,14):
vieni, e salva l’uomo che hai formato dalla terra (Genesi 2,7).

O REX gentium et desideratus earum,
lapis angularis qui facis utraque unum:
veni et salva hominem quel de limo formasti.

lunedì 21 dicembre

O (astro) Sorgente,
splendore di luce eterna,
e sole di giustizia:
vieni ed illumina
chi è nelle tenebre,
e nell'ombra della morte.

O Astro che sorgi (Zaccaria 3,8; Geremia 23,5), splendore della luce eterna (Sapienza 7,26) e sole di giustizia (Malachia 3,20): vieni e illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra di morte (Isaia 9,1; Luca 1,79).

O ORIENS, splendor lucis aeternae et sol iustitiae:
veni et illumina sedentem in tenebris et umbra mortis.

Domenica 20 dicembre

O Chiave di David,
e scettro della casa di Israele,
che apri e nessuno chiude,
chiudi e nessuno apre:
vieni e libera lo schiavo
dal carcere,
che è nelle tenebre,
e nell'ombra della morte.

O Chiave di Davide (Isaia 22,22), scettro della casa d’Israele (Genesi 49,10),
che apri e nessuno può chiudere; chiudi e nessuno può aprire:
vieni, libera dal carcere l’uomo prigioniero, che giace nelle tenebre e nell’ombra di morte (Salmo 107,10.14).

O CLAVIS David et sceptrum domus Israel,
qui aperis, et nemo claudit; claudis, et nemo aperit:
veni et educ vinctum de domo carceris, sedentem in tenebris et umbra mortis.

sabato 19 dicembre

O Radice di Jesse,
che sei un segno per i popoli,
innanzi a te i re della terra non parlano,
e le nazioni ti acclamano:
vieni e liberaci,
non fare tardi.

O Germoglio di Iesse, che ti innalzi come segno per i popoli (Isaia 11,10),
tacciono davanti a te i re della terra (Isaia 52,15) e le nazioni ti invocano:
vieni a liberarci, non tardare (Abacuc 2,3).

O RADIX Iesse, qui stas in signum populorum,
super quem continebunt reges os suum, quem gentes deprecabuntur:
veni ad liberandum nos, iam noli tardare.

venerdì 18 dicembre

O Adonai,
e condottiero di Israele,
che sei apparso a Mosè tra le fiamme,
e sul Sinai gli donasti la legge:
redimici col tuo braccio potente.

O Signore (Esodo 6, 2), guida della casa d’Israele,
che sei apparso a Mosè nel fuoco di fiamma del roveto (Esodo 3,2) e sul monte Sinai gli hai dato la legge (Esodo 20): vieni a liberarci con braccio potente (Esodo 15,12-13).

O ADONAI, dux domus Israel,
qui Moysi in igne flammae rubi apparuisti, et in Sina legem dedisti:
veni ad redimendum nos in brachio extenso.

giovedì 17 dicembre

Gli ultimi giorni del Tempo di Avvento si chiamano Ferie maggiori (dal 17 al 23 dicembre). In questi giorni la liturgia ci presenta, ogni giorno, una antifona detta “O” perché inizia sempre con una grande “O”. Le Antifone sono sette, come i giorni della settimana e dicono la pienezza degli appellativi con cui viene chiamato il Messia. Sono tutte espressioni prese dalla Parola di Dio. Se prendete, poi, le iniziali di questi appellativi, cominciando da quella dell’ultimo giorno, ne esce una curiosa frase in latino (acrostico) “Ero Cras”: “sarò domani”… Gesù viene: “domani ci sarò, ecco aspettatemi”.
O Sapientia Sapienza, Parola
O Adonai Signore potente
O Radix Radice, Germoglio di Jesse (padre di Davide)
O Clavis Chiave, che apre e chiude
O Oriens Luce, Astro, Oriente, Sole
O Rex Re di pace
O Emmanuel Dio-con-noi

Riporterò, ogni giorno, l’Antifona propria come la preghiamo nella liturgia, il testo simile con le citazioni bibliche e il testo originale latino.

O Sapienza,
che esci dalla bocca dell'Altissimo,
ed arrivi ai confini della terra,
e tutto disponi con dolcezza:
vieni ad insegnarci la via della prudenza.

O Sapienza, che esci dalla bocca dell’Altissimo (Siracide 24,5),
ti estendi ai confini del mondo e tutto disponi con forza e dolcezza (Sapienza 8,1):
vieni a insegnarci la via della saggezza (Proverbi 9,6).

O SAPIENTIA, quae ex ore Altissimi prodiisti,
attingens a fine usque ad finem fortiter suaviterque disponens omnia:
veni ad docendum nos viam prudentiae.

mercoledì 16 dicembre

“Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?” Lc7,20
Siamo chiamati a cercare il Signore non nelle cose straordinarie ma nell’evidenza quotidiana dei suoi numerosi gesti di amore che riceviamo o che vediamo porre da altri.
«Vieni, Signore, Gesù Salvatore!»
Oggi inizia la NOVENA DI NATALE

martedì 15 dicembre

“I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio” Mt 21,31
A ciascuno è richiesto un cammino di conversione. Ogni peccatore pentito può fare esperienza della misericordia di Dio. Non sono i nostri meriti a donarci la salvezza ma la ricchezza del perdono di Dio.
«Signore, tu sei vicino a chi ti cerca con cuore sincero»

lunedì 14 dicembre

“Come sono belle le tue tende, Giacobbe, le tue dimore, Israele” Nm 24,5
Bisogna avere gli occhi della fede per poter vedere, al di là degli eventi negativi e avversi della vita, lo Spirito di Dio che sta operando nella costruzione del Regno.
«Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri»

13 dicembre. III DOMENICA di AVVENTO

“Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto, siate lieti”. Tutta la liturgia di oggi è un invito alla gioia: “Rallegrati, figlia di Sion, grida di gioia…” e questo perché l’Avvento è la promessa dell’intervento amorevole di Dio. Non siamo noi a fare il Natale, non siamo noi che possiamo far discendere Dio verso la nostra povertà: l’Incarnazione è puro dono, pura espressione della misericordia di Dio da desiderare ed accogliere con riconoscenza. Per questo la 1ª lettura diceva “il Signore è in mezzo a te, non temere, non lasciarti cadere le braccia, il Signore è un salvatore potente”. Certamente queste sono parole che aprono alla speranza, che rafforzano i cuori stanchi.
Il vangelo ci propone anche altre parole, magari meno poetiche, ma non meno importanti per orientare in modo corretto il cammino dell’uomo: «che cosa dobbiamo fare?» viene chiesto a Giovanni Battista. Potremmo dire: per avere questa gioia che può riempire il cuore, questa gioia che ci permette di non abbatterci, od essere dei rassegnati, che cosa dobbiamo fare?
Giovanni dà delle risposte a quelle persone che gli si avvicinano: le folle, i pubblicani, alcuni soldati. Sono i verbi che possono aprire alla gioia: donare (chi ha due tuniche… chi ha da mangiare…), rinunciare (non esigete nulla di più…) e rispettare (non maltrattate e non estorcete…).
Il Signore non ci chiede di fare grandi cose, ma ci chiede di fare piccole cose con grande amore.

Oggi in Cattedrale a Treviso, alle 15.30, celebrazione di apertura della Porta Santa e inizio del Giubileo della Misericordia.

Download n._3_-_III_di_Avvento_C_bis.pdf

sabato 12 dicembre

“Risveglia la tua potenza e vieni a salvarci” Sal 79,5
Il Signore non abbandona il suo popolo che lo invoca: la sua venuta è fonte di grazia per l’umanità.
«Fa’ splendere il tuo volto, Signore, e noi saremo salvi».