Sabato 22 febbraio

Il bene più prezioso che abbiamo ricevuto, grazie al quale siamo ciò che siamo e per esso possiamo progettare, sognare e amare, è un bene intoccabile, che non si può scambiare con nulla, solo donare. Chi è disposto a donarsi compie un atto di fiducia e di fede, che svela, di dono in dono, la grandezza della vita, nonostante la piccolezza e la debolezza di chi si dona.

VANGELO (Mc 8, 34-38)

In quel tempo. Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, il Signore Gesù disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà. Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi.

Venerdì 21 febbraio

Quando una parola autorevole viene dal cielo, scuote, richiama, chiede conversione, non lascia tranquilli. Non si coglie la Parola che viene dal cielo, se non si è disposti a lasciarsi muovere, ad accogliere la scossa anche se scomoda le nostre certezze per rinnovarle e dare loro nuova vita.

VANGELO (Mc 11, 27-33)

In quel tempo. Il Signore Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre Gesù camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?». Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

Giovedì 20 febbraio

La preghiera è tale quando non offre spazio al mercanteggiare, al pagare o allo scambiare, al dare per avere o al pretendere perché si è dato. La logica della gratuità fa entrare nel cuore di Dio e cambia il nostro cuore. La logica del mercato espone il credente al tenere per sé, al rubare, al guadagnare, facendogli dimenticare la forza dell’azione dello Spirito, per scegliere la dimensione dell’umano utilitarismo.

VANGELO (Mc 11, 15-19)

In quel tempo. Il Signore Gesù e i suoi discepoli giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, Gesù si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni”? Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città.

Mercoledì 19 febbraio

La certezza del cuore, che non dubita della fedeltà di Dio e aspetta la manifestazione della sua buona volontà, nasce e cresce nel cuore di chi ascolta e assume il modo di leggere e interpretare la storia da parte di Gesù. Egli chiama per nome ogni situazione, vede le conseguenze di ciò che accade e offre una strada nuova sempre a chi lo desidera.

VANGELO (Mc 11, 12-14. 20-25)

La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, il Signore Gesù ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all’albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l’udirono. La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».

Martedì 18 febbraio

Chiedere di vedere con i suoi occhi, di sentire con il suo cuore, di toccare la vita con le sue mani, è la preghiera che incrocia maggiormente il desiderio di Dio per ogni uomo e l’anelito dell’uomo a vivere in Comunione con Dio. Chi chiede questo ed è disposto a lasciare ciò che rende pesante e pigra la scelta di amare, trova la vera gioia e la vera capacità di amare.

VANGELO (Mc 10, 46b-52)

In quel tempo. Mentre il Signore Gesù partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.


Lunedì 17 febbraio

Gli eroi della vita quotidiana, che oggi il presidente della Repubblica premierà al Quirinale, sono coloro che incarnano lo spirito del Vangelo, alternativo rispetto alle pretese di Giacomo e Giovanni e degli altri dieci che si arrabbiano con loro. La fedeltà che non vuole visibilità è specchio della fedeltà di Dio che ogni giorno si mette a servizio della nostra vera gioia, come accade agli uomini quando decidono di amare sul serio e per sempre.

VANGELO (Mc 10, 35-45)

In quel tempo. Si avvicinarono al Signore Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Domenica 15 febbraio:” Non ti condanno”

La pienezza dell’osservanza della legge, ricorda Gesù a chi accusa l’adultera, è la misericordia: la capacità di sospendere il giudizio, dare una possibilità ulteriore di redenzione e piegare ogni legge umana alla legge dell’amore autentico che Dio ha regalato a ciascuno di noi. Usa misericordia chi ricorda che per la propria vita ha bisogno della misericordia di Dio e del prossimo.

VANGELO (Gv 8, 1-11)

In quel tempo. Il Signore Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Sabato 15 febbraio: silenzio e parola

Colpisce sempre il silenzio di Gesù accusato ingiustamente. Gesù parla solo per ”rivelare”, per dire come Dio Padre si manifesta agli uomini e tace quando la sua parola, anche se convincente, è trattata come la banale parola umana del falegname di Nazareth. Alternare il silenzio dell’ascolto alla rivelazione della parola è ciò che di più bello possiamo imparare nel nostro comunicare.

VANGELO (Mc 26, 59-64)

In quel tempo. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro il Signore Gesù, per metterlo a morte; ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». «Tu l’hai detto – gli rispose Gesù –; anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo».

Venerdì 14 febbraio: SS. Cirillo e Metodio

Quando alla parola seguono segni credibili e coerenti, quella parola diventa Parola e quei segni diventano manifestazione dell’amore di Dio. Noi tutti possiamo essere missionari, facendo seguire alla parola i segni. Anche se sono piccoli, come le lettere dell’alfabeto, Dio non disdegna di sceglierli per parlare ad ogni persona.

VANGELO (Mc 16, 15-20)

In quel tempo. Apparendo agli Undici, il Signore Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Giovedì 13 febbraio:” Non vi ricordate?”

«Non vi ricordate?», chiede ripetutamente Gesù ai discepoli. Per ricordarsi della presenza di Gesù, anche quando la paura e l’angoscia di scomparire arrivano, occorre ricordare, attraverso la sua Parola, che lui è con noi e non smette di occuparsi di noi, standoci accanto in ogni momento. Questa è la base della fede.

VANGELO (Mc 8, 10-21)

In quel tempo. Il Signore Gesù salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà. Vennero i farisei e si misero a discutere con lui, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno». Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva. Avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora egli li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane. Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite?
E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?».

Mercoledì 12 febbraio: pane al pane per tutti

Celebrare l’Eucaristia ogni giorno è fare memoria della compassione di Dio per ciascuno di noi, del suo ardente desiderio che a nessun uomo o donna del mondo manchi il necessario per la serenità e la gioia della Comunione. Fare Comunione con Gesù ci attrezza al meglio per vivere la comunione con tutti, nessuno escluso.

VANGELO (Mc 8, 1-9)

In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, il Signore Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò.

Martedì 11 febbraio: B.V. Maria di Lourdes

Chi ci sente poco o non riesce a parlare bene si accorge di come è importante comunicare facendosi capire, per non essere fraintesi. A molti di noi spesso capita di parlare correttamente e di sentire bene, ma anche di rinunciare a comunicare, perché è difficile ascoltare prima di parlare. Il Signore anche a noi dice “Effatà”, se lo vogliamo.

VANGELO (Mc 7, 31-37)

In quel tempo. Uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, il Signore Gesù venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi econ la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!».
E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

Lunedì 10 febbraio: Santa Scolastica

Nella tradizione di Israele, l’elezione da parte di Dio per il popolo è un dono perché altri possano esserne partecipi allo stesso modo. Il popolo scelto è chiamato ad essere “luce delle genti” e a far partecipi tutti i popoli del dono del Regno. Ecco la missione: riconoscere il dono gratuito e bello dell’amore di Dio e lasciare spazio ad altri di condividerlo e di gioirne con noi.

In quel tempo. Chiamata di nuovo la folla, il Signore Gesù diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo». Partito di là, andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.

22 FEBBRAIO: CONCERTO IN MEMORIA DI DON LUIGI

Il ricavato della serata andrà per fra Stefano di Ussuruijsk.

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NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

Allegato con gli avvisi della settimana

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Sabato 8 febbraio: i prodigi di Dio in chi “scende”

La preghiera del padre del figlio malato è “scendi”. Il figlio viene guarito mentre Gesù “scende”. Chi vuol vedere segni e prodigi da parte di Dio nella sua vita e desidera che questi segni guariscano le nostre situazioni di difficoltà, è chiamato a due atteggiamenti: credere che Gesù è il Dio che scende in mezzo a noi e così ci porta a conoscere la via umana per amare come Dio vuole e “scendere”, entrare nel suo stesso movimento di condivisione, di incarnazione, di svuotamento di sé di fronte alle domande e alle necessità più vere e profonde di chi è uomo ferito e in difficoltà come noi. Proprio mentre scenderemo, sperimenteremo i prodigi che Dio sa riservare per noi e per tutti.

VANGELO (Gv 4, 46-54)

In quel tempo. Il Signore Gesù andò di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao.
Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia».
Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.

Venerdì 7 febbraio: SS. Perpetua e Felicita

Stamattina Gesù ci ricorda che di fronte alla verità delle circostanze della vita ci sono due modi di accostarci ad esse: la verità con le sue complicazioni da affrontare ad una ad una, che spesso ci fanno un po’ “far figura” e l’ipocrisia che salva la nostra immagine, ma costruisce scheletri nell’armadio. Essi ci imprigionano passo passo nella falsità, fino a chiuderci in noi stessi e nella paura di non valere nulla per nessuno, se la nostra immagine ai loro occhi non è positiva. A noi la scelta.

VANGELO (Mc 7, 1-13)

In quel tempo. Si riunirono attorno al Signore Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è ‘korbàn’, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».

Giovedì 6 febbraio: S. Paolo Miki e compagni martiri giapponesi

La condivisione della miseria in cui l’uomo si trova, quando non ha da mangiare, porta Gesù a condividere ciò che ha, facendolo bastare per tutti, a moltiplicare a dismisura il suo amore, perché nessuno abbia fame o si trovi senza il necessario. Il Vangelo ci ricorda in modo diretto che noi risolveremo il problema della fame del mondo, quando non rimanderemo la decisione quotidiana di condividere ciò che abbiamo in modo totalmente disponibile e gratuito, senza logiche di mercato o di profitto, spinti solo dallo stesso desiderio di Gesù: che nessuno manchi del necessario per vivere e che tutti abbiano ciò che è sufficiente per affrontare con dignità il quotidiano. Il desiderio è che il dono fatto a noi ogni giorno possa essere per tutti, a partire da chi vediamo, conosciamo e incontriamo sulla nostra strada.

VANGELO (Mc 6, 33-44)

In quel tempo. Molti videro partire il Signore Gesù e gli apostoli e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congedali, in modo che, andando per le campagne e i villaggi dei dintorni, possano comprarsi da mangiare». Ma egli rispose loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Gli dissero: «Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane e dare loro da mangiare?». Ma egli disse loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Si informarono e dissero: «Cinque, e due pesci». E ordinò loro di farli sedere tutti, a gruppi, sull’erba verde. E sedettero, a gruppi di cento e di cinquanta. Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero a loro; e divise i due pesci fra tutti. Tutti mangiarono a sazietà, e dei pezzi di pane portarono via dodici ceste piene e quanto restava dei pesci. Quelli che avevano mangiato i pani erano cinquemila uomini.

Mercoledì 5 febbraio: S. Agata

Il riposo parte dalla contemplazione profonda di ciò che dal Signore nella vita ci è donato. Se il tempo in cui non si fanno attività porta a non fare, non pensare, non pregare, non si riposa, ci si siede in una pigrizia sempre più invincibile, più annebbiata dal desiderio di fuga dalla realtà. Gesù dice “Venite a me e riposatevi”, “raccontatemi, pensate e contemplate con me la vostra vita e ritroverete le vostre forze migliori, per ricominciare ad amare”.

VANGELO (Mc 6, 30-34)

In quel tempo. Gli apostoli si riunirono attorno al Signore Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Martedì 4 febbraio: conoscere con umiltà e misericordia

Conoscere porta a condividere il dono della familiarità, della fratellanza e della figliolanza, dell’amicizia e della fraternità. Quando si conosce l’altro nel profondo, se ne vedono anche le ombre, la parte meno nobile della sua storia. Se la conoscenza non è accompagnata dall’umiltà e dalla misericordia, si corre il rischio di giudicare, di non ritenere degni di fiducia o peggio di ritenersi superiori, perché esenti da errori che nell’altro si vedono e si presumono di conoscere fin dalla sua genesi, dal suo nascere. E’ l’errore dei Nazaretani, di cui oggi ci parla la Scrittura. L’umiltà di non metterci al posto di Dio e la misericordia che fa dell’amore il luogo più alto dell’umanità ci salvano e ci fanno conoscere sempre al meglio ogni persona, a partire dalla vera conoscenza di Gesù stesso.

VANGELO (Mc 6, 1-6a)

In quel tempo. Il Signore Gesù partì di là e venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.

Lunedì 3 febbraio: S. Biagio

Chi tocca le vesti di Gesù è salvo. Chi osserva e segue la sua umanità, chi imita il suo comportamento, non per farne una fotocopia o atteggiarsi a Dio, ma per tradurre oggi, nel silenzio della preghiera e nell’esercizio della coscienza, la pienezza dei suoi sentimenti, della sua sensibilità, della libertà con cui chiama ogni persona a donare se stessa senza riserva.

VANGELO (Mc 5, 24b-34)

In quel tempo. Molta folla seguiva il Signore Gesù e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».

INCONTRO ALLA PAROLA

Nel mese di febbraio riprendiamo il ritmo settimanale della lectio comunitaria sul Vangelo di Matteo...

AL MARTEDI' DALLE 18.15 ALLE 19.00 IN ESAGONO

Martedì 4 febbraio
Martedì 11 febbraio
Martedì 18 febbraio
Martedì 25 febbraio

In attesa dei 30 minuti con te Gesù che vivremo nel tempo di Quaresima.

Vacanza giovani in Sicilia

In allegato volantino e modulo per le adesioni.

Attenzione... ciascuno prenota a parte il viaggio in aereo.
Prima si prenota meno si paga.

Download Volantino_e_adesione_Sicilia_2020.pdf

Gita sulla neve oratori dell'Oltrestazione

In allegato volantino e modulo per l'adesione.

Download vol_GitaNeve_2020-02-16.pdf

Pastorale giovanile di febbraio

Alcune proposte speciali per preadolescenti, adolescenti, diciottenni e giovani, con relativi cambi di date.