Lunedì 30 marzo: lo scandalo della fede

La Croce è uno scandalo per l’uomo: è un ostacolo per chi immagina una vita esente da lotte, difficoltà, incomprensioni. Il rifiuto della Croce è mancanza di fede e non racconta Dio. Il nostro Dio è diventato uomo, per dirci la sua vicinanza e la sua signoria sulla vita e sulla morte.

VANGELO (Mc 8, 27-33)

In quel tempo. Il Signore Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

NUOVO NUMERO DI COMUNITA' PARROCCHIALE

In allegato il programma delle iniziative della settimana.

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Quinta domenica di Quaresima: la signoria della vita

La morte e la Risurrezione di Lazzaro, colui che Gesù amava, disegnano il percorso di Gesù, che morirà donando se stesso per amore e risorgerà dalla morte, dimostrando che l’amore di Dio donato al cuore dell’uomo vince anche la morte. La decisione dei
Farisei di uccidere anche Lazzaro e la profezia inconsapevole di Caifa, che suggerisce di uccidere Gesù per evitare la distruzione del popolo e in quel momento annuncia che Gesù morirà, dando la vita proprio per il popolo, rientrano nel piano di Dio, che trasforma anche gli errori umani, anche la brama di uccidere, in occasione di rinascita e di vita nuova. Chi crede che il Dio di Gesù è il Signore della vita non smette di sperare che in qualsiasi contesto, situazione e passaggio, anche difficile e arduo, la vita vincerà ogni difficoltà, malattia e morte.

VANGELO (Gv 11, 1-53)

In quel tempo. Un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui». Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro. Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.

PROGRAMMA DI DOMENICA 29 MARZO (ora legale: +1)

ore 7.45 lodi mattutine in diretta (collegamento sul sito)
ore 11.30 S. Messa in diretta (collegamento e foglietto sul sito)
ore 14.30 preghiera con i ragazzi in diretta (collegamento sul sito)
ore 17.00 preghiera con i ragazzi in differita (collegamento sul sito)
ore 18.30 vespri in diretta (collegamento sul sito)

Domani S. Messa in diretta ore 11.30

In allegato il foglietto della S. Messa della quinta domenica di Quaresima

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Sabato 28 marzo: nei bambini il dono del Regno

I bambini portano agli adulti la benedizione del Regno. Chi li avvicina e si prende cura di loro, anche quando stare con loro è fatica e lavoro, riceve in dono la gioia semplice del sapersi amati e capaci di amare, perché chi li accoglie respira e fa respirare loro l’amore stesso di Dio.

VANGELO (Mt 19, 13-15)

In quel tempo. Furono portati al Signore Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.

Venerdì 27 marzo: discepoli umili e misurati

La superficialità e la supponenza rendono ciechi i discepoli di fronte alla serietà del pericolo cui Gesù sapeva di essere esposto. Egli si era accorto delle trame dei Farisei e del timore dei Romani rispetto all’ordine pubblico, rispetto all’eventualità che qualcuno creasse disordine, approfittando dell’agitazione del popolo che seguiva Gesù. I discepoli, chiusa la mente dal pensiero che il super eroe Gesù avrebbe sbaragliato i nemici e avrebbe dato loro un po’ dei loro super poteri, si sentivano forti e invincibili e così si sono ritrovati deboli, fragili e disorientati nell’ora della prova. Così è tutte le volte in cui l’uomo si sente onnipotente e inattaccabile.

VANGELO (Mc 14, 26-31)

26Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 27Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto: Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse. 28Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». 29Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzeranno, io no!». 30Gesù gli disse: «In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». 31Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano pure tutti gli altri.

Giovedì 26 marzo: la roccia dell’amore divino

Entrare nel Regno e fare la volontà di Dio Padre sono le due facce della comunione con la vita e la gioia del Signore. Entrare nel Regno è scoprire attraverso l’ascolto della Parola il pensiero d’amore che Dio ha ogni giorno per noi; cercare con impegno la sua volontà dona la sicurezza di sapere che Dio costruisce la nostra vita sulla roccia della sua premura per noi.

VANGELO (Mc 7, 21-29)

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

Esercizi spirituali parrocchiali settimana prossima

Settimana prossima: esercizi spirituali parrocchiali

Inizio: domenica ore 18.30 (vespri e introduzione)

Da lunedì a venerdì:
ore 7.45 lodi mattutine in diretta
ore 14.30 e 17.00 preghiera con i ragazzi
ore 18.30 S. Messa in diretta
ore 21.00 Compieta e meditazione sul capitolo 18 di Matteo (discorso alla comunità cristiana)

Fine: sabato ore 18.30 (vespri e conclusione)

Il programma di domani

ore 7.45 lodi mattutine in diretta
ore 14.30 preghiera con i ragazzi in diretta
ore 17.00 preghiera con i ragazzi in differita
ore 18.30 S. Messa in diretta

Foglietto S. Messa in diretta - 26 marzo ore 18.30

Domani sera alle 18.30 sul sito della parrocchia, vivremo la S. Messa in diretta alle 18.30.

In allegato il foglietto della S. Messa

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Mercoledì 25 marzo: Annunciazione del Signore

La gioia e la generosità sono le due note che accompagnano lo spartito di questo testo. La gioia cui l’angelo invita Maria per la visita a sorpresa di Dio nella sua vita e la generosità con cui la Madonna risponde alla proposta dell’angelo. Sono i due atteggiamenti che possono ritmare ogni giornata dei discepoli e permettere alla grazia del Signore di farsi perennemente presente alla loro vita.

VANGELO (Lc 1, 26b-38)

In quel tempo. L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Martedì 24 marzo: il cuore sempre buono di Dio

Per quanto il nostro cuore può essere duro, dice Gesù, di fronte a chi amiamo, quando è in difficoltà, si intenerisce e si ammorbidisce. Pur essendo capace di cattiveria, prevale sempre dentro di noi la bontà. Dio, che è buono, come un Padre premuroso non può altro che donare bontà a noi suoi figli. Chi chiede un cuore buono e capace di fare il bene con libertà, non può che essere esaudito dal nostro Dio, che è un Padre buono.

VANGELO (Mt 7, 6-12)

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».

Lunedì 23 marzo: la verità prima di tutto

L’ipocrisia, nelle parole odierne di Gesù, è nascondere ciò che è necessario vedere, per evidenziare ciò che è secondario, a proprio vantaggio. L’ipocrita salvaguarda la propria figura e sminuisce quella degli altri, il discepolo osserva nel profondo se stesso e la realtà, per cogliere con autenticità come mettersi a servizio dell’altro, dicendo e facendo la verità.

VANGELO (Mt 7, 1-5)

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In allegato le attività della settimana e un ottimo articolo di un mio confratello.

Buona domenica.

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Quarta domenica di Quaresima: la luce oltre il peccato

Ogni peccato o ogni ombra di esso, ogni situazione problematica e ingiusta, soprattutto quando non dipende direttamente dalle scelte libere dell’uomo, come la malattia o eventi naturali che si scagliano contro l’umanità, sono sempre un’occasione di vita nuova e di luce. Chiamati per nome con misericordia, guardati nel profondo con la certezza dell’amore di Dio che non tramonta, possono aiutare ogni discepolo a ritrovare la fiducia nell’amore di Dio che non delude. Chi legge così la vita spesso è frainteso e anche messo al bando, come il cieco nato, ma quella persecuzione dona la luce e la forza dell’amore che Gesù stesso ha vissuto e portato nel mondo.

VANGELO (Gv 9, 1-38b)

In quel tempo. Passando, il Signore Gesù vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so». Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!». Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!».

PROGRAMMA DI DOMENICA 22 MARZO

7.45 lodi mattutine e Vangelo del giorno in diretta sul sito della parrocchia

11.30 S. Messa in diretta sul sito della parrocchia

14.30 preghiera con il puzzle della Quaresima con i ragazzi in diretta sul sito della parrocchia (in differita dalle 17.00 sul sito)

18.30 vespro e pensiero della sera in diretta sul sito della parrocchia

IN ALLEGATO IL FOGLIETTO DELLA S. MESSA

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Sabato 21 marzo: annunciare senza sosta

Dopo il rifiuto di Nazareth, di chi l’ha conosciuto bene, Gesù manda i suoi insieme ad annunciare la buona notizia del Regno. Il Vangelo continua la sua corsa ed interpella senza sosta anche chi non lo accetta. L’efficacia dell’annuncio del Regno sta nel proporsi con decisione e chiarezza, invitando ad una scelta e nell’ascoltare ciò che la libertà di chi riceve l’annuncio decide di fare, rispettando e continuando a proporre la vita oltre la morte e la paura.

VANGELO (Mc 6, 6b-13)

In quel tempo. Il Signore Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando. Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

Venerdì 20 marzo: la Pasqua per tutti

Consumare il pasto insieme nella tradizione ebraica è fare un’esperienza di profonda comunione, insieme con Dio e tra coloro che condividono il pasto. Celebrare insieme la Pasqua era fare memoria del dono della comunione e dell’alleanza di Dio con il popolo che si era scelto, per vivere la libertà e la giustizia. In quel momento di profonda comunione Gesù viene tradito, lo annuncia e lo rende trasparente a tutti. Dopo aver annunciato che tradire quella sera chi si ama era il peggior peccato che si potesse commettere e aver chiesto al traditore di essere coerente con le sue scelte di rifiuto, celebra anche per lui la Pasqua: a lui offre, come a tutti gli altri, la mano dell’alleanza, perché potesse ricredersi, di fronte all’amore gratuito e infinito di Dio, per lui speso, nonostante il suo tradimento. E’ il vertice dell’amore, preludio del dono crocifisso della vita del giorno successivo.

VANGELO (Mc 14, 17-25)

17Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. 18Ora, mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: «In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà». 19Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l’altro: «Sono forse io?». 20Egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto. 21Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo, dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». 22E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». 23Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. 25In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

Stasera ore 21.00 TV 2000

S. Rosario con il Papa e la Chiesa italiana.

In allegato il testo per la preghiera

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Giovedì 19 marzo: S. Giuseppe

Giuseppe si prende cura con tenerezza di Maria e di Gesù e così obbedisce alla voce del Signore, facendo la sua volontà. La strada che fa conoscere la volontà di Dio è per tutti da sempre una sola: prendersi cura gli uni degli altri, soprattutto di chi il Signore ci ha affiancato e ci ha donato sulla via dell’esistenza.

VANGELO (Mt 2, 19-23)

In quel tempo. Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

Mercoledì 18 marzo: l’occhio della luce

Lo sguardo e il pensiero che da esso deriva orientano desideri del cuore e scelte pratiche della vita. Chi impara a guardare, cercando la luce e crede che la luce vede la vita sempre più in là delle tenebre, giorno dopo giorno brilla della luce che viene dal Signore, quella che, anche se la nascondi sotto il tavolo, è talmente forte che risplende di forza propria. Dio ci ha creati per la luce, chi segue la luce che sgorga dalla sua Parola è tesoro per tutti.

VANGELO (Mt 6, 19-24)

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra! Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

Martedì 17 marzo: il digiuno felice

Il digiuno, nel pensiero di Gesù, non è uno sforzo straordinario deciso per dare “pesantezza” alla nostra preghiera o alla nostra carità, così che Dio ci sia più favorevole e gli uomini maggiormente ammirati. Il digiuno è la scelta di tenersi interiormente ed esteriormente in ordine, perché l’ora della prova sia affrontata con il cuore sereno e pieno d’amore quanto necessario, per non cedere e passare oltre più fedeli e contenti di essere figli del Padre dell’amore.

VANGELO (Mt 6, 16-18)

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

Lunedì 16 marzo: dacci il pane

Il Padre sa che noi abbiamo bisogno del pane e del perdono: di ciò che ci tiene in piedi per essere sani nel fisico e dell’amore gratuito e immeritato. Con questo cibo materiale e spirituale non ci manca nulla per vivere da figli e per rispettarci come fratelli ogni giorno, per essere discepoli del Signore Gesù ed esseri umani che rispettano la dignità di ogni persona.

VANGELO (Mt 6, 7-15)

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

Terza di Quaresima: liberi perché veri

Qual è la verità che rende liberi? Nel nostro modo di pensare “ciascuno ha la sua verità”, quasi che non sia possibile che qualcosa sia più vero di qualcos’altro, ma che sia vero solo ciò che pensa la maggior parte delle persone. La verità, nel linguaggio di Giovanni, è ciò che è al di là, ciò che, nascosto, si conosce solo quando è svelato, quando viene tolto il velo. Chi educa i suoi occhi a guardare al di là della superficie delle cose trova la verità e diventa libero, perché non si lascia condizionare dalle apparenze. Noi cristiani crediamo che Cristo è la verità, perché la sua storia umana ha rivelato chi è l’uomo libero: l’uomo che, con gli occhi di Dio, legge lo spessore autentico della vita e dà senso pieno ad ogni azione che compie e parola che dice.

VANGELO (Gv 8, 31-59)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. Per quale motivo non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli era omicida fin da principio e non stava saldo nella verità, perché in lui non c’è verità. Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della menzogna. A me, invece, voi non credete, perché dico la verità. Chi di voi può dimostrare che ho peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non ascoltate: perché non siete da Dio». Gli risposero i Giudei: «Non abbiamo forse ragione di dire che tu sei un Samaritano e un indemoniato?». Rispose Gesù: «Io non sono indemoniato: io onoro il Padre mio, ma voi non onorate me. Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca, e giudica. In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo? ». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.