COMUNITA' PARROCCHIALE: II DOMENICA DI PASQUA

In allegato il nuovo numero di Comunità:

Domani pomeriggio dalle 15.00 (al massimo fino alle 20.00) don Fabio passerà a visitare le vie non fatte venerdì scorso. Avrà con sé il Crocifisso Risorto: si potrà pregare da casa insieme e ricevere una benedizione.

Percorso approssimativo:

Via Parma, via S. Bernardino e traverse, zona Ponte, Via Liguria e traverse.

Programma delle celebrazioni di domani:
7.45 lodi mattutine
11.30 S. Messa
14.30 preghiera con i ragazzi
15.00 visita per le vie della parrocchia

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COMUNITA' PARROCCHIALE: PASQUA 2020

In allegato il numero di Pasqua

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SABATO IN ALBIS 18 APRILE: SANGUE, ACQUA, BATTESIMO ED EUCARISTIA

Ecco, potremmo dire che, in questa seconda conclusione del Vangelo di Giovanni, l’Evangelista e i suoi discepoli fanno un parallelo pasquale a quel sangue e a quell’acqua, che sono usciti dal costato di Gesù sulla Croce. Il racconto della Croce, in Giovanni, è un racconto pasquale, è un racconto in cui Gesù, donando la Sua vita, dona lo Spirito Santo e nello Spirito Santo c’è il sangue e l’acqua, la Sua vita, che poi la chiesa celebra nei sacramenti del Battesimo (l’acqua) e dell’Eucaristia (il sangue). Ecco, anche qui è così: quel sangue e quell’acqua sono quel pane spezzato e quel vino distribuito, che sulla riva i discepoli, quei sette, sconsolati, che non prendono nulla, trovano ed è Gesù che prepara loro il banchetto, è Gesù che teneramente li raduna, è Gesù che si fa riconoscere, mentre spezza il pane e versa il vino, mentre dona il Suo Corpo e il Suo sangue, mentre dona la Sua vita come Figlio di Dio, Risorto dalla morte e questi discepoli, attorno a Gesù, quando lo riconoscono, quando lo riconoscono dopo il discepolo amato, che per primo riconosce il Maestro e si butta per andare a trovarlo, per andare a incontrarlo, questi discepoli passano dall’essere annunciatori del Vangelo che non prendono nulla - quella rete è la chiesa che viene gettata perché i pesci ricevano la salvezza del Signore - passano da lì al ritrovare il Vangelo e la sua forza, grazie all’ascolto della Parola del Signore che dice:” Gettate quella rete dalla parte destra della barca” e lì ci saranno coloro che ascoltano, coloro che incontrano il Vangelo, coloro che risorgono, all’interno della chiesa. Ecco, la chiesa, è vero, è provvisoria, perché poi sarà superata, dovrà scomparire con il Regno dei Cieli, perché tutti saremo chiesa in comunione con Dio, ma la chiesa, oggi, è lo strumento che il Signore ci dà per incontrare la Sua Grazia, per ascoltare la Sua voce che ci parla, per imparare a donare la vita come Lui, per vivere quella vita che Lui ci ha donato sulla Croce e ci ha confermato con la Sua Risurrezione e il Battesimo che abbiamo ricevuto e l’Eucaristia che condividiamo sono il centro della vita della chiesa, che ci permette di essere discepoli del Risorto. Chiediamo al Signore, con fiducia, di tornare a vivere attivamente e presenti la vita della chiesa, perché la nostra comunità che oggi si vede e si vede nell’essenziale delle cose che fa, dell’amore che vive, gli uni per gli altri, possa essere visibile anche attorno al Signore, che ci prepara la cena quando, finito il lavoro, abbiamo bisogno di ascoltarlo e di condividere con Lui il dono della vita.

VANGELO: (Gv 21, 1-14)

In quel tempo. Il Signore Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.

VENERDI' IN ALBIS 17 APRILE: IL RISORTO E' IL CROCIFISSO

Quel giovane vestito di bianco, che annuncia la Risurrezione di Gesù, annuncia che il Crocifisso è Risorto, che quello che è risorto non è fuori dalla storia, fuori dall’umanità, fuori dalle storie di ogni uomo e di ogni discepolo. E' il Crocifisso, è Colui che ha dato la vita per amore, come a dire che chi cerca il Crocifisso, chi cerca Colui che ha dato la vita per amore e si mette sulla Sua strada diventa capace di risorgere. Chiediamo al Signore di imparare a risorgere, oggi, guardando a Gesù Crocifisso che, con quell’amore, ha vinto la morte.

VANGELO (Mc 16, 1-7)

In quel tempo. Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a ungere il corpo di Gesù. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. Dicevano tra loro: «Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?». Alzando lo sguardo, osservarono che la pietra era già stata fatta rotolare, benché fosse molto grande. Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”».

GIOVEDI' 16 APRILE: RISURREZIONE, PRESENZA VIVA, CONVERSIONE E MISERICORDIA.

Nel Cenacolo quella sera, dice l'evangelista Luca, Gesù era presente vivo, in carne ed ossa, proprio là doce c'erano discepoli spaventati e dubbiosi, sorpresi e senza parole. Nel Cenacolo, Gesù ha rivelato agli undici, che lui si può riconocere risorto, vivo e presente, là dove c'è conversione e misericordia, là dove il cambiamento della vita e il perdono sono annunciati con le parole e con le opere.

VANGELO (Lc 24, 36b-49)

In quel tempo. Il Signore Gesù in persona stette in mezzo ai discepoli e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

MERCOLEDI' IN ALBIS 15 APRILE: DAVVERO IN GESU' RISORGE LA SPERANZA

In questo brano, Luca è il portavoce della sua comunità che dice e ci racconta come loro hanno riconosciuto Gesù nello spezzare il pane. Qui, in piccolo, ci viene raccontatala la celebrazione dell’Eucaristia della prima comunità: quell’andare alla Messa nel segreto, nel buio, nella tristezza, nella paura della persecuzione, quel perdere un po’ di speranza, perché la persecuzione sembrava non finire. Qui ci viene raccontato che la Scrittura, la memoria delle gesta di Dio per il Suo popolo, delle parole di Gesù per i Suoi discepoli ha scaldato il cuore di quella comunità e ha rianimato la speranza, gli ha ridato la forza di cercare il Signore e di condividere il Suo messaggio, per donarsi speranza a vicenda. Qui ci viene raccontato che, nella celebrazione dell’Eucaristia, Gesù in persona è stato incontrato, Gesù in carne e ossa, perché quel Sacramento dà la possibilità alla carne della comunità di diventare la carne di Gesù, ai sentimenti della comunità di diventare i sentimenti di Gesù. Qui ci viene raccontato che, dopo l’Eucaristia, quella tristezza, quella stanchezza e quel buio diventano forza di vita nuova, perché di nuovo i discepoli si dicono:” Davvero il Signore è Risorto, l’avevamo dimenticato. Lui, dopo l’Eucaristia, se ne è andato, è rimasto invisibile ai nostri occhi, ma Lui è presente in persona e possiamo dirci, gli uni gli altri, possiamo dire a chi incontriamo che Lui davvero è Risorto, perché davvero l’abbiamo riconosciuto nello spezzare il pane. Ecco, a noi non è ancora data la gioia di spezzare il pane insieme e di riconoscerlo in persona nell’Eucaristia, cuore a cuore, faccia a faccia, carne a carne, ma ci è data la gioia della Parola, in attesa dell’Eucaristia. Chiediamo al Signore di poterlo riconoscere, di poterlo raccontare e di poter rinvigorire, ogni volta che prendiamo in mano la Scrittura, la speranza della vita nuova in Lui, nostro Signore Risorto.

PREGHIAMO

Davvero Signore ci sei. Tante volte ti chiediamo:” Dove sei?” Ti chiediamo:” Perché non intervieni?” Ti chiediamo: ”Perché ci accade questo?”. Nonostante noi, talvolta, con queste domande siamo un po’ stolti e tardi di cuore, perché dimentichiamo la parola dei Profeti, Tu ci vieni incontro, ci ascolti, ci rimproveri, ci esorti, ci scuoti e ci ridoni la speranza. Fa’ che nel Tuo Spirito non dimentichiamo mai che davvero Tu sei Risorto, sei apparso a Simone, ti abbiamo riconosciuto quando arde e ardeva il nostro cuore nel petto mentre parlavi e quando, ancora una volta, hai spezzato per noi il pane. Aiutaci, Signore, e rimani con noi, anche e soprattutto quando si fa sera. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.


VANGELO (Lc 24, 13-35)

In quello stesso giorno due discepoli del Signore Gesù erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

MARTEDI' IN ALBIS 14 APRILE: LA PAROLA DI GESU' NON SI CORROMPE PER CHI CREDE

Ecco, Matteo ci presenta un valore complementare a quello che abbiamo ascoltato in questi giorni, perché ci presenta le donne, che scappano dal sepolcro con timore e gioia grande. Matteo ci dice che le donne, quando han visto la tomba vuota, hanno creduto. Hanno timore, perché sapevano di aver visto l’opera di Dio; hanno gioia grande, perché sapevano che le parole di Gesù si erano avverate. Era stato profeta sulla Sua Morte e sulla Sua Risurrezione; quella Scrittura annunciata si era resa concretamente viva, ma Luca, alla fede delle donne, aggiunge l’apparizione di Gesù, mentre stavano per andare a dare l’annuncio, quasi a conferma e le parole di Gesù sono quelle di sempre, quelle di prima della Pasqua: ”Non temete” e le conferma sul loro percorso: Andate ad annunciare e dite ai miei discepoli e ai miei apostoli di andare in Galilea, là loro mi vedranno. Voi mi avete visto qui, loro mi vedranno là, quando ricominceranno a camminare nella fede”. E’ una conferma che deve rendere queste donne forti di fronte alla minaccia che la notizia, l’annuncio della Risurrezione di Gesù sia annacquata dalla corruzione degli uomini. E’ così che i Farisei, i Giudei vogliono mettere a tacere la fede di coloro che credono, attraverso la corruzione: diedero una buona somma di denaro alle guardie, dicendo: ”Dite che non avete fatto bene il vostro lavoro, che i discepoli vi hanno ingannato, che vi siete addormentati. Se poi qualcun altro vi darà delle noie e vorrà farvi, in qualche modo, perdere il lavoro, ci penseremo noi, corromperemo anche loro". Ecco, la corruzione: la corruzione del pensiero che Gesù è Risorto, la corruzione del modo attraverso il quale gli uomini rendono oscura la verità è in agguato e rischia di farci dimenticare quella tomba vuota, rischia di toglierci lo stupore e la gioia grandi, simili a quelli delle donne. Noi dobbiamo tornare in Galilea, noi dobbiamo riascoltare quella Parola di Gesù che dice: ”Non temete”. Ascoltiamola nel cuore anche adesso, pensando a quando la fiducia del Signore ci ha tolto dalla paura.

VANGELO (Mt 28, 8-15)

8 Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli.
9 Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: «Salute a voi». Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono. 10 Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno».
11 Mentre esse erano per via, alcuni della guardia giunsero in città e annunziarono ai sommi sacerdoti quanto era accaduto. 12 Questi si riunirono allora con gli anziani e deliberarono di dare una buona somma di denaro ai soldati dicendo: 13 «Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo. 14 E se mai la cosa verrà all'orecchio del governatore noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni noia». 15 Quelli, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questa diceria si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi.

LUNEDI' IN ALBIS 13 APRILE: IL SENSO VERO DELLA VITA

E’ particolare questo racconto della Risurrezione secondo Luca, è particolare perché, mentre racconta il fatto, ci illustra anche quali sono le condizioni che poi fanno nascere, crescere, sviluppare dentro di noi la fede nella Risurrezione di Gesù. Sì, perché tutti gli Evangelisti ci ricordano che la Risurrezione di Gesù non è un miracolo che colpisce per la sua forza dirompente e per la sua apparenza, ma è un Mistero, da cui, una volta che si crede, si riceve una speranza senza fine, quella che Dio ha preparato per noi, fin dalla creazione del mondo. Ecco, Luca dice che gli Angeli appaiono a queste donne, mentre loro, davanti al sepolcro vuoto, si domandavano che senso avesse tutto questo. Mi viene in mente quello che, a Maria, è successo, quando l’Angelo le ha parlato e le ha detto:” Ti saluto, o Maria, tu sei stata riempita dalla Grazia di Dio”. Vedete, quando noi ci mettiamo davanti al Mistero del Signore e ci domandiamo che senso ha tutto questo per la nostra vita, quello è il momento in cui gli Angeli ci annunciano la Risurrezione e ci dicono di non cercare tra i morti Colui che è vivo e ci ricordano che ciò che noi siamo chiamati a vivere è, innanzitutto, una comunione forte con il Mistero di Dio, che ci rende testimoni della Sua Risurrezione. Ecco, chiediamo al Signore allora, oggi, di trovare lo spazio e il tempo per chiederci che senso ha tutto questo, per chiederci che cosa il Signore, con la Sua Pasqua, sta dicendo alla nostra vita e sta dicendo alla vita di tutto il mondo, a tutta la nostra storia, perché è un momento favorevole quello che stiamo vivendo, il momento in cui, attraverso la sofferenza, Dio indicandoci la via dell’amore, ci porta a scoprire il Mistero della vita e, se noi ci interroghiamo, allora gli Angeli arrivano e ci dicono dove cercare il Signore: non tra coloro che sono morti, ma Colui che è vivo.

VANGELO (Lc 24, 1-12)

1 Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. 2 Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; 3 ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. 4 Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. 5 Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? 6 Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, 7 dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno». 8 Ed esse si ricordarono delle sue parole.
9 E, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. 10 Erano Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli. 11 Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse.
12 Pietro tuttavia corse al sepolcro e chinatosi vide solo le bende. E tornò a casa pieno di stupore per l'accaduto.

DOMENICA DI PASQUA 12 APRILE: ASCIUGARSI LE LACRIME A VICENDS

Anche in questo brano, come in tanti altri brani del Nuovo Testamento, protagoniste sono le lacrime, le lacrime di dolore che diventano lacrime di gioia: quelle lacrime che Gesù ha versato su Gerusalemme, quelle lacrime che Gesù ha versato sulla tomba di Lazzaro, quelle lacrime non raccontate, ma che, probabilmente, Gesù ha versato di fronte al figlio defunto della vedova di Nain, questa donna che piangeva, quelle lacrime che Gesù ha condiviso con ogni uomo, nel momento in cui c’era da condividerle, c’era da mettersi in comunione con loro che piangevano, quelle lacrime che fanno parte della vita di ogni uomo, che potremmo dire, con la lettura della Sapienza che abbiamo letto venerdì mattina, quelle lacrime che sono entrate nel mondo per invidia del diavolo e che fanno parte della vita e della parte più fragile della nostra vita. Ecco, quelle lacrime Gesù ci ha insegnato a trasformarle in lacrime di gioia. Lui sa trasformarle in quello: Lui con amore ha vinto la morte, Lui è uscito da Gerusalemme trionfante, come il Signore della Vita, dopo esserci entrato in lacrime, Lui ha ringraziato per il dono della vita restituita di Lazzaro, dopo quelle lacrime, Lui ha dato il figlio della vedova di Nain a sua madre, dopo avergli detto:” Alzati!”. Quelle lacrime, ci dice il Vangelo di oggi, si trasformano in lacrime di gioia, quando qualcuno ti chiede:” Perché piangi?”, quando qualcuno ti chiama per nome, quando qualcuno ti dice:” Sono con te e piango con te e ti voglio bene e, proprio per questo, piango con te”. A noi, dal giorno di Pasqua, è data questa possibilità. Quello che gli Angeli hanno fatto con Maria di Magdala, quello che Gesù ha fatto con Maria di Magdala è affidato a noi: per piangere con chi piange, asciugare le lacrime a chi piange e domandare, per entrare in comunione:” Qual è il motivo del pianto?”, perché, in quel momento, Gesù parla con le nostre parole, Gesù ci dona il fazzoletto, Gesù ci aiuta a entrare in comunione e a non essere curiosi, a non essere cinici, a non essere superficiali nelle nostre parole, ma a essere vicini, prossimi, come il buon samaritano era prossimo a quell’uomo, che era incappato nei briganti e che non aveva neanche più le lacrime per piangere. Ecco, questa è la Pasqua, chiediamo al Signore che per noi sia così, perché, quando ci succede di piangere con chi piange e di sentire che Gesù ha pianto con noi e ci ha rialzato, ecco Lui torna dal Padre, pronto a rimettersi vicino a noi, ma noi possiamo andare a dire a tutti che abbiamo visto il Signore.

VANGELO (Gv 20, 11-18)

11 Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12 e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13 Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto». 14 Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. 15 Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo». 16 Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro! 17 Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». 18 Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto.

SABATO SANTO 11 APRILE: SILENZIO E CHIACCHIERE

L’ironia di San Matteo, qui, è molto pungente, perché ha appena raccontato che i discepoli sono scappati, si sono rinchiusi per la paura, non hanno seguito Gesù fin sotto la Croce. Chi gli ha creduto è stato solo il centurione romano, che l’ha visto morire per amore, dicendo:” Veramente quest’uomo era Figlio di Dio”. Quindi i discepoli, nel pensiero di Matteo, non sarebbero mai andati a trafugare il corpo, per poi dire che era risorto; non l’avrebbero mai fatto, perché avevano già dimenticato da tempo che Lui aveva detto, non solo, che sarebbe morto, ma che sarebbe anche risorto. E’ molto ironico immaginare la tomba con dei soldati davanti, quasi a fare la guardia a Dio, perché non sia il Dio della Vita, non sia il Dio che vince la morte. L’ironia è ancora più pungente nel momento in cui Matteo, di fronte al sepolcro di Gesù, mentre parla di questo, parla anche delle dicerie e dice: ”Per evitare che la fama di Gesù vada in giro, bisogna dire, appunto, che i suoi discepoli hanno rubato il corpo, per dire in giro questa falsità”. È la prima notizia falsa, forse, ufficiale, della storia, questa che qui viene diffusa. Ecco, Matteo ci dice che il silenzio di quel sepolcro parla solo a chi si mette in ascolto; il silenzio di quel sepolcro, che attende la Vita nuova, parla solo a chi crede che quell’uomo è morto solo come Dio lo poteva fare su quella Croce. Chi crede in questo, in un angolino del suo cuore, racchiude la speranza che la vita possa ritornare. Ecco, è questo che oggi ci viene detto: mettiamoci in ascolto di quel Volto, di quelle parole, di quel silenzio sulla Croce. Chiediamo perdono per quando anche noi, forse, non ci crediamo abbastanza che Lui è il Risorto e che noi risorgeremo con Lui e, in questo silenzio fatto di ascolto e di richiesta di perdono, avremo il grembo aperto, il cuore largo, la mente pronta ad accogliere l’annuncio che il Dio della Vita, siccome ama anche nella morte, vince la morte.

VANGELO (Mt 27, 57-66)

57 Fattosi sera, venne un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. 58 Questi, presentatosi a Pilato, chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato comandò che il corpo gli fosse dato. 59 Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito, 60 e lo depose nella propria tomba nuova, che aveva fatto scavare nella roccia. Poi, dopo aver rotolato una grande pietra contro l’apertura del sepolcro, se ne andò. 61 Maria Maddalena e l’altra Maria erano lì, sedute di fronte al sepolcro. 62 L’indomani, che era il giorno successivo alla Preparazione, i capi dei sacerdoti e i farisei si riunirono da Pilato, dicendo: 63 «Signore, ci siamo ricordati che quel seduttore, mentre viveva ancora, disse: “Dopo tre giorni, risusciterò”. 64 Ordina dunque che il sepolcro sia sicuramente custodito fino al terzo giorno; perché i suoi discepoli non vengano a rubarlo e dicano al popolo: “È risuscitato dai morti”; così l’ultimo inganno sarebbe peggiore del primo». 65 Pilato disse loro: «Avete delle guardie. Andate, assicurate la sorveglianza come credete». 66 Ed essi andarono ad assicurare il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia.

VENERDI' SANTO 10 APRILE: IL GIUSTO PERSEGUITATO INGIUSTAMENTE

Dio ha creato l’uomo perché possa vivere per sempre. Dio ha fatto l’uomo capace del bene, ma, per invidia del male, l’uomo dimentica di essere stato creato per questo e si consegna all’invidia, alla superbia, alla stoltezza, all’accidia, alla pigrizia, alla voglia di possedere tutto, alla schiavitù delle cose. Lo fa, paradossalmente, ancora di più quando si stanca del bene, quando chi, accanto a lui, vive bene e lui non sopporta questo continuo richiamo alla conversione, questo continuo richiamo a guardare verso Dio, camminando sulla Terra, riempiendo la polvere della Terra con la presenza di Dio. Ecco, il brano che abbiamo ascoltato è ripreso anche dagli Evangelisti, sotto la Croce, quando, appunto, coloro che vedono Gesù crocifisso gli dicono: ”Scendi dalla Croce”, si dicono tra loro:” Vediamo se viene Elia a salvarlo, ha salvato gli altri, che salvi se stesso. Lui è il Giusto: Dio verrà a liberarlo”. Sono proprio le parole che abbiamo ascoltato. Quando tutti questi vizi, quelli che ho elencato prima, prendono la vita dell’uomo, ecco, l’invidia del male conquista il cuore dell’uomo, che non volge più il suo occhio al bene, ma lo volge lontano da Dio. Ecco, oggi, nella Morte di Gesù, contempleremo la sofferenza e la morte di tutti gli innocenti che, per invidia del male, soffrono e, da indifesi, muoiono. Oggi, sotto la Croce, pregheremo per tutti questi, consegneremo a Dio soprattutto coloro di cui nessuno si ricorda e lo faremo sapendo che Dio continua a creare l’uomo per l’immortalità, perché possa vivere a immagine Sua, perché possa far trionfare il regno del bene, in mezzo all’invidia del male. Preghiamo allora per questo, cominciamo già da adesso, a consegnare coloro che soffrono e coloro che sono innocenti, alla misericordia e all’amore del Signore.

PAROLA (Sapienza 2, 12-24; 3,1-8)

12Tendiamo insidie al giusto, perché ci è di imbarazzo
ed è contrario alle nostre azioni;
ci rimprovera le trasgressioni della legge
e ci rinfaccia le mancanze
contro l’educazione da noi ricevuta.
13Proclama di possedere la conoscenza di Dio
e si dichiara figlio del Signore.
14È diventato per noi una condanna dei nostri sentimenti;
ci è insopportabile solo al vederlo,
15perché la sua vita è diversa da quella degli altri,
e del tutto diverse sono le sue strade.
16Moneta falsa siam da lui considerati,
schiva le nostre abitudini come immondezze.
Proclama beata la fine dei giusti
e si vanta di aver Dio per padre.
17Vediamo se le sue parole sono vere;
proviamo ciò che gli accadrà alla fine.
18Se il giusto è figlio di Dio, egli l’assisterà,
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
19Mettiamolo alla prova con insulti e tormenti,
per conoscere la mitezza del suo carattere
e saggiare la sua rassegnazione.
20Condanniamolo a una morte infame,
perché secondo le sue parole il soccorso gli verrà”.
21La pensano così, ma si sbagliano;
la loro malizia li ha accecati.
22Non conoscono i segreti di Dio;
non sperano salario per la santità
né credono alla ricompensa delle anime pure.
23Sì, Dio ha creato l’uomo per l’immortalità;
lo fece a immagine della propria natura.
24Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo;
e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono.
3,1 Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio,
nessun tormento le toccherà.
2 Agli occhi degli stolti parve che morissero;
la loro fine fu ritenuta una sciagura,
3 la loro partenza da noi una rovina,
ma essi sono nella pace.
4 Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi,
la loro speranza è piena di immortalità.
5 Per una breve pena riceveranno grandi benefici,
perché Dio li ha provati
e li ha trovati degni di sé:
6 li ha saggiati come oro nel crogiuolo
e li ha graditi come un olocausto.
7 Nel giorno del loro giudizio risplenderanno;
come scintille nella stoppia, correranno qua e là.
8 Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli
e il Signore regnerà per sempre su di loro.

GIOVEDI’ SANTO 9 APRILE: CHI CONFIDA NEL SIGNORE E’ STABILE PER SEMPRE.

Ecco, questo è un brano dell’Antico Testamento, dove arrivano i nostri e si risolvono i problemi, ma il Signore, attraverso questo brano, attraverso tante delle nostre storie, ricorda tutti i giorni che Lui è dalla parte dei giusti, dalla parte degli innocenti che, in tutto il mondo, anche oggi, soffrono e si appellano a Lui. Anche Gesù oggi verrà condannato ingiustamente allo stesso modo: tacerà, si affiderà al Signore e anche Lui verrà liberato dalla morte. Questo noi crediamo, rimanendo nel giusto, soprattutto quando siamo innocenti perseguitati o quando siamo chiamati a stare a fianco degli innocenti perseguitati. Affidiamoli tutti con Gesù e come Gesù, oggi.

PAROLA (Daniele 13,1-64)

1Abitava in Babilonia un uomo chiamato Ioakìm, 2il quale aveva sposato una donna chiamata Susanna, figlia di Chelkìa, di rara bellezza e timorata di Dio. 3I suoi genitori, che erano giusti, avevano educato la figlia secondo la legge di Mosè. 4Ioakìm era molto ricco e possedeva un giardino vicino a casa ed essendo stimato più di ogni altro i Giudei andavano da lui. 5In quell’anno erano stati eletti giudici del popolo due anziani: erano di quelli di cui il Signore ha detto: “L’iniquità è uscita da Babilonia per opera di anziani e di giudici, che solo in apparenza sono guide del popolo”. 6Questi frequentavano la casa di Ioakìm e tutti quelli che avevano qualche lite da risolvere si recavano da loro. 7Quando il popolo, verso il mezzogiorno, se ne andava, Susanna era solita recarsi a passeggiare nel giardino del marito. 8I due anziani che ogni giorno la vedevano andare a passeggiare, furono presi da un’ardente passione per lei: 9persero il lume della ragione, distolsero gli occhi per non vedere il Cielo e non ricordare i giusti giudizi. 10Eran colpiti tutt’e due dalla passione per lei, 11ma l’uno nascondeva all’altro la sua pena, perché si vergognavano di rivelare la brama che avevano di unirsi a lei. 12Ogni giorno con maggior desiderio cercavano di vederla. Un giorno uno disse all’altro: 13“Andiamo pure a casa: è l’ora di desinare” e usciti se ne andarono. 14Ma ritornati indietro, si ritrovarono di nuovo insieme e, domandandosi a vicenda il motivo, confessarono la propria passione. Allora studiarono il momento opportuno di poterla sorprendere sola.

15Mentre aspettavano l’occasione favorevole, Susanna entrò, come al solito, con due sole ancelle, nel giardino per fare il bagno, poiché faceva caldo. 16Non c’era nessun altro al di fuori dei due anziani nascosti a spiarla. 17Susanna disse alle ancelle: “Portatemi l’unguento e i profumi, poi chiudete la porta, perché voglio fare il bagno”. 18Esse fecero come aveva ordinato: chiusero le porte del giardino ed entrarono in casa dalla porta laterale per portare ciò che Susanna chiedeva, senza accorgersi degli anziani poiché si erano nascosti. 19Appena partite le ancelle, i due anziani uscirono dal nascondiglio, corsero da lei e le dissero: 20“Ecco, le porte del giardino sono chiuse, nessuno ci vede e noi bruciamo di passione per te; acconsenti e datti a noi. 21In caso contrario ti accuseremo; diremo che un giovane era con te e perciò hai fatto uscire le ancelle”. 22Susanna, piangendo, esclamò: “Sono alle strette da ogni parte. Se cedo, è la morte per me; se rifiuto, non potrò scampare dalle vostre mani. 23Meglio però per me cadere innocente nelle vostre mani che peccare davanti al Signore!”. 24Susanna gridò a gran voce. Anche i due anziani gridarono contro di lei 25e uno di loro corse alle porte del giardino e le aprì.

26I servi di casa, all’udire tale rumore in giardino, si precipitarono dalla porta laterale per vedere che cosa stava accadendo. 27Quando gli anziani ebbero fatto il loro racconto, i servi si sentirono molto confusi, perché mai era stata detta una simile cosa di Susanna.

28Il giorno dopo, tutto il popolo si adunò nella casa di Ioakìm, suo marito e andarono là anche i due anziani pieni di perverse intenzioni per condannare a morte Susanna. 29Rivolti al popolo dissero: “Si faccia venire Susanna figlia di Chelkìa, moglie di Ioakìm”. Mandarono a chiamarla 30ed essa venne con i genitori, i figli e tutti i suoi parenti. 31Susanna era assai delicata d’aspetto e molto bella di forme; 32aveva il velo e quei perversi ordinarono che le fosse tolto per godere almeno così della sua bellezza. 33Tutti i suoi familiari e amici piangevano.

34I due anziani si alzarono in mezzo al popolo e posero le mani sulla sua testa. 35Essa piangendo alzò gli occhi al cielo, con il cuore pieno di fiducia nel Signore. 36Gli anziani dissero: “Mentre noi stavamo passeggiando soli nel giardino, è venuta con due ancelle, ha chiuse le porte del giardino e poi ha licenziato le ancelle. 37Quindi è entrato da lei un giovane che era nascosto, e si è unito a lei. 38Noi che eravamo in un angolo del giardino, vedendo una tale nefandezza, ci siamo precipitati su di loro e li abbiamo sorpresi insieme. 39Non abbiamo potuto prendere il giovane perché, più forte di noi, ha aperto la porta ed è fuggito. 40Abbiamo preso lei e le abbiamo domandato chi era quel giovane, ma lei non ce l’ha voluto dire. Di questo noi siamo testimoni”. 41La moltitudine prestò loro fede poiché erano anziani e giudici del popolo e la condannò a morte. 42Allora Susanna ad alta voce esclamò: “Dio eterno, che conosci i segreti, che conosci le cose prima che accadano, 43tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me! Io muoio innocente di quanto essi iniquamente hanno tramato contro di me”. 44E il Signore ascoltò la sua voce.

45Mentre Susanna era condotta a morte, il Signore suscitò il santo spirito di un giovanetto, chiamato Daniele, 46il quale si mise a gridare: “Io sono innocente del sangue di lei!”.

47Tutti si voltarono verso di lui dicendo: “Che vuoi dire con le tue parole?”. 48Allora Daniele, stando in mezzo a loro, disse: “Siete così stolti, Israeliti? Avete condannato a morte una figlia d’Israele senza indagare la verità! 49Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto il falso contro di lei”.

50Il popolo tornò subito indietro e gli anziani dissero a Daniele: “Vieni, siedi in mezzo a noi e facci da maestro, poiché Dio ti ha dato il dono dell’anzianità”. 51Daniele esclamò: “Separateli bene l’uno dall’altro e io li giudicherò”. 52Separati che furono, Daniele disse al primo: “O invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla luce, 53quando davi sentenze ingiuste opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi, mentre il Signore ha detto: Non ucciderai il giusto e l’innocente. 54Ora dunque, se tu hai visto costei, di’: sotto quale albero tu li hai visti stare insieme?”. Rispose: “Sotto un lentisco”. 55Disse Daniele: “In verità, la tua menzogna ricadrà sulla tua testa. Già l’angelo di Dio ha ricevuto da Dio la sentenza e ti spaccherà in due”. 56Allontanato questo, fece venire l’altro e gli disse: “Razza di Canaan e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il cuore! 57Così facevate con le donne d’Israele ed esse per paura si univano a voi. Ma una figlia di Giuda non ha potuto sopportare la vostra iniquità. 58Dimmi dunque, sotto quale albero li hai trovati insieme?”. Rispose: “Sotto un leccio”. 59Disse Daniele: “In verità anche la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Ecco l’angelo di Dio ti aspetta con la spada in mano per spaccarti in due e così farti morire”.

60Allora tutta l’assemblea diede in grida di gioia e benedisse Dio che salva coloro che sperano in lui. 61Poi insorgendo contro i due anziani, ai quali Daniele aveva fatto confessare con la loro bocca di aver deposto il falso, fece loro subire la medesima pena alla quale volevano assoggettare il prossimo 62e applicando la legge di Mosè li fece morire. In quel giorno fu salvato il sangue innocente. 63Chelkìa e sua moglie resero grazie a Dio per la figlia Susanna insieme con il marito Ioakìm e tutti i suoi parenti, per non aver trovato in lei nulla di men che onesto. 64Da quel giorno in poi Daniele divenne grande di fronte al popolo.

CELEBRAZIONE PER I RAGAZZI ORE 16.00

Cari tuttii, oggi alle 16.00 saremo collegati in diretta sul canale youtube della parrocchia per la celebrazione del giovedì santo con i ragazzi.
Vi aspettiamo con gioia. Trovate il collegamento sul sito della parrocchia, cliccando sul logo della parrocchia dove è segnalato.
Trovate anche il testo della preghiera, necessario per seguire al meglio la celebrazione.

In allegato il testo della celebrazione.

Copia e incolla il link per collegarti:
https://youtu.be/6fzGuX6re9g

Download preg_giovedì_santo_ragazzi_2020.pdf

GIOVEDI' SANTO 9 APRILE: CHI CONFIDA NEL SIGNORE E' STABILE PER SEMPRE

Ecco, questo è un brano dell’Antico Testamento, dove arrivano i nostri e si risolvono i problemi, ma il Signore, attraverso questo brano, attraverso tante delle nostre storie, ricorda tutti i giorni che Lui è dalla parte dei giusti, dalla parte degli innocenti che, in tutto il mondo, anche oggi, soffrono e si appellano a Lui. Anche Gesù oggi verrà condannato ingiustamente allo stesso modo: tacerà, si affiderà al Signore e anche Lui verrà liberato dalla morte. Questo noi crediamo, rimanendo nel giusto, soprattutto quando siamo innocenti perseguitati o quando siamo chiamati a stare a fianco degli innocenti perseguitati. Affidiamoli tutti con Gesù e come Gesù, oggi.

PAROLA (Daniele 13,1-64)

1Abitava in Babilonia un uomo chiamato Ioakìm, 2il quale aveva sposato una donna chiamata Susanna, figlia di Chelkìa, di rara bellezza e timorata di Dio. 3I suoi genitori, che erano giusti, avevano educato la figlia secondo la legge di Mosè. 4Ioakìm era molto ricco e possedeva un giardino vicino a casa ed essendo stimato più di ogni altro i Giudei andavano da lui. 5In quell’anno erano stati eletti giudici del popolo due anziani: erano di quelli di cui il Signore ha detto: “L’iniquità è uscita da Babilonia per opera di anziani e di giudici, che solo in apparenza sono guide del popolo”. 6Questi frequentavano la casa di Ioakìm e tutti quelli che avevano qualche lite da risolvere si recavano da loro. 7Quando il popolo, verso il mezzogiorno, se ne andava, Susanna era solita recarsi a passeggiare nel giardino del marito. 8I due anziani che ogni giorno la vedevano andare a passeggiare, furono presi da un’ardente passione per lei: 9persero il lume della ragione, distolsero gli occhi per non vedere il Cielo e non ricordare i giusti giudizi. 10Eran colpiti tutt’e due dalla passione per lei, 11ma l’uno nascondeva all’altro la sua pena, perché si vergognavano di rivelare la brama che avevano di unirsi a lei. 12Ogni giorno con maggior desiderio cercavano di vederla. Un giorno uno disse all’altro: 13“Andiamo pure a casa: è l’ora di desinare” e usciti se ne andarono. 14Ma ritornati indietro, si ritrovarono di nuovo insieme e, domandandosi a vicenda il motivo, confessarono la propria passione. Allora studiarono il momento opportuno di poterla sorprendere sola. 15Mentre aspettavano l’occasione favorevole, Susanna entrò, come al solito, con due sole ancelle, nel giardino per fare il bagno, poiché faceva caldo. 16Non c’era nessun altro al di fuori dei due anziani nascosti a spiarla. 17Susanna disse alle ancelle: “Portatemi l’unguento e i profumi, poi chiudete la porta, perché voglio fare il bagno”. 18Esse fecero come aveva ordinato: chiusero le porte del giardino ed entrarono in casa dalla porta laterale per portare ciò che Susanna chiedeva, senza accorgersi degli anziani poiché si erano nascosti. 19Appena partite le ancelle, i due anziani uscirono dal nascondiglio, corsero da lei e le dissero: 20“Ecco, le porte del giardino sono chiuse, nessuno ci vede e noi bruciamo di passione per te; acconsenti e datti a noi. 21In caso contrario ti accuseremo; diremo che un giovane era con te e perciò hai fatto uscire le ancelle”. 22Susanna, piangendo, esclamò: “Sono alle strette da ogni parte. Se cedo, è la morte per me; se rifiuto, non potrò scampare dalle vostre mani. 23Meglio però per me cadere innocente nelle vostre mani che peccare davanti al Signore!”. 24Susanna gridò a gran voce. Anche i due anziani gridarono contro di lei 25e uno di loro corse alle porte del giardino e le aprì. 26I servi di casa, all’udire tale rumore in giardino, si precipitarono dalla porta laterale per vedere che cosa stava accadendo. 27Quando gli anziani ebbero fatto il loro racconto, i servi si sentirono molto confusi, perché mai era stata detta una simile cosa di Susanna. 28Il giorno dopo, tutto il popolo si adunò nella casa di Ioakìm, suo marito e andarono là anche i due anziani pieni di perverse intenzioni per condannare a morte Susanna. 29Rivolti al popolo dissero: “Si faccia venire Susanna figlia di Chelkìa, moglie di Ioakìm”. Mandarono a chiamarla 30ed essa venne con i genitori, i figli e tutti i suoi parenti. 31Susanna era assai delicata d’aspetto e molto bella di forme; 32aveva il velo e quei perversi ordinarono che le fosse tolto per godere almeno così della sua bellezza. 33Tutti i suoi familiari e amici piangevano. 34I due anziani si alzarono in mezzo al popolo e posero le mani sulla sua testa. 35Essa piangendo alzò gli occhi al cielo, con il cuore pieno di fiducia nel Signore. 36Gli anziani dissero: “Mentre noi stavamo passeggiando soli nel giardino, è venuta con due ancelle, ha chiuse le porte del giardino e poi ha licenziato le ancelle. 37Quindi è entrato da lei un giovane che era nascosto, e si è unito a lei. 38Noi che eravamo in un angolo del giardino, vedendo una tale nefandezza, ci siamo precipitati su di loro e li abbiamo sorpresi insieme. 39Non abbiamo potuto prendere il giovane perché, più forte di noi, ha aperto la porta ed è fuggito. 40Abbiamo preso lei e le abbiamo domandato chi era quel giovane, ma lei non ce l’ha voluto dire. Di questo noi siamo testimoni”. 41La moltitudine prestò loro fede poiché erano anziani e giudici del popolo e la condannò a morte. 42Allora Susanna ad alta voce esclamò: “Dio eterno, che conosci i segreti, che conosci le cose prima che accadano, 43tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me! Io muoio innocente di quanto essi iniquamente hanno tramato contro di me”. 44E il Signore ascoltò la sua voce. 45Mentre Susanna era condotta a morte, il Signore suscitò il santo spirito di un giovanetto, chiamato Daniele, 46il quale si mise a gridare: “Io sono innocente del sangue di lei!”. 47Tutti si voltarono verso di lui dicendo: “Che vuoi dire con le tue parole?”. 48Allora Daniele, stando in mezzo a loro, disse: “Siete così stolti, Israeliti? Avete condannato a morte una figlia d’Israele senza indagare la verità! 49Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto il falso contro di lei”. 50Il popolo tornò subito indietro e gli anziani dissero a Daniele: “Vieni, siedi in mezzo a noi e facci da maestro, poiché Dio ti ha dato il dono dell’anzianità”. 51Daniele esclamò: “Separateli bene l’uno dall’altro e io li giudicherò”. 52Separati che furono, Daniele disse al primo: “O invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla luce, 53quando davi sentenze ingiuste opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi, mentre il Signore ha detto: Non ucciderai il giusto e l’innocente. 54Ora dunque, se tu hai visto costei, di’: sotto quale albero tu li hai visti stare insieme?”. Rispose: “Sotto un lentisco”. 55Disse Daniele: “In verità, la tua menzogna ricadrà sulla tua testa. Già l’angelo di Dio ha ricevuto da Dio la sentenza e ti spaccherà in due”. 56Allontanato questo, fece venire l’altro e gli disse: “Razza di Canaan e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il cuore! 57Così facevate con le donne d’Israele ed esse per paura si univano a voi. Ma una figlia di Giuda non ha potuto sopportare la vostra iniquità. 58Dimmi dunque, sotto quale albero li hai trovati insieme?”. Rispose: “Sotto un leccio”. 59Disse Daniele: “In verità anche la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Ecco l’angelo di Dio ti aspetta con la spada in mano per spaccarti in due e così farti morire”. 60Allora tutta l’assemblea diede in grida di gioia e benedisse Dio che salva coloro che sperano in lui. 61Poi insorgendo contro i due anziani, ai quali Daniele aveva fatto confessare con la loro bocca di aver deposto il falso, fece loro subire la medesima pena alla quale volevano assoggettare il prossimo 62e applicando la legge di Mosè li fece morire. In quel giorno fu salvato il sangue innocente. 63Chelkìa e sua moglie resero grazie a Dio per la figlia Susanna insieme con il marito Ioakìm e tutti i suoi parenti, per non aver trovato in lei nulla di men che onesto. 64Da quel giorno in poi Daniele divenne grande di fronte al popolo.

PROGRAMMA DEL 9 APRILE 2020: GIOVEDI’ SANTO

PROGRAMMA DEL 9 APRILE 2020: GIOVEDI’ SANTO

ore 7.45 lodi mattutine in diretta dal sito parrocchiale

ORE 16.00 CELEBRAZIONE CON I RAGAZZI IN DIRETTA DAL SITO PARROCCHIALE

ORE 21.00 S. MESSA NELLA CENA DEL SIGNORE IN DIRETTA DAL SITO PARROCCHIALE

ore 23.00 Ufficio delle letture del venerdì santo in diretta dal sito parrocchiale

Mercoledì santo 8 aprile: tradire e non essere traditi.

Tradire è forse l’atteggiamento più meschino che un uomo può vivere: è venir meno ad un patto, ad una parola data, ad un’amicizia, ad un atto d’amore condiviso. E’ consegnare la perla preziosa della comunione vissuta all’istinto della superficialità, del guadagno ad ogni costo, del prestigio e della ricchezza personale. Chi tradisce, come Giuda, ma non è rifiutato da colui che tradisce, quando si rende conto, si accorge che, tradendo, ha buttato via se stesso e la sua vita. Gesù ama anche lui che l’ha tradito: lo considera ancora un amico e così lo aiuta a non buttarsi via.

VANGELO (Mt 26, 14-16)

In quel tempo. 14Uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti 15e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. 16Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo.

Martedì santo 7 aprile: il cuore buono salva dalla malvagità.

I pensieri malvagi non sono mai puliti e rendono gli uomini dei freddi calcolatori di interessi personali. La Passione del Signore ci rivela che la malvagità è un angolino del cuore dell’uomo, che allontana da Dio e lo rende capace di rovinarsi la vita. Il centro del cuore dell’uomo è invece il desiderio della Pasqua, di passare sempre dalla morte del peccato alla risurrezione di uno stile di vita rinnovato nel bene.

VANGELO (Mt 26, 1-5)

In quel tempo. 1Terminati tutti questi discorsi, il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: 2«Voi sapete che fra due giorni è la Pasqua e il Figlio dell’uomo sarà consegnato per essere crocifisso». 3Allora i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono nel palazzo del sommo sacerdote, che si chiamava Caifa, 4e tennero consiglio per catturare Gesù con un inganno e farlo morire. 5Dicevano però: «Non durante la festa, perché non avvenga una rivolta fra il popolo».

Lunedì santo 6 aprile: non appesantitevi.

E’ facile per tutti distrarsi, allontanarsi dal centro della vita, da ciò che è più autentico. E’ facile perdere la memoria che la vita è un dono e non va consumata, goduta, come se fosse un oggetto qualsiasi che passa. Gesù il Signore, che dona la vita, ci guida in questa settimana a comprenderne di nuovo il senso profondo. Di questi tempi ne abbiamo bisogno.

VANGELO (Lc 21, 34-36)

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: 34«State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; 35come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Domenica delle Palme: l’amore che salva

Quando si covano propositi malvagi nel cuore e non ci si lascia purificare da uno sguardo più ampio e aperto verso il bene, i bisogni di vendetta e di rivalsa prendono il sopravvento e incitano alla violenza il nostro cuore. Come i Giudei avversari di Gesù decidono di uccidere anche Lazzaro, così anche noi ce la prendiamo col primo che capita, che di solito è a noi vicino e non lo merita. Solo la ricerca di un amore generoso, come quello di Maria di Magdala, ci salva e ci libera dalle nostre meschinità.

VANGELO (Gv 11, 55-12, 11)

In quel tempo. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». Intanto i capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse, perché potessero arrestarlo.
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

NUOVO NUMERO DI COMUNITA' PARROCCHIALE

In allegato il nuovo foglio di comunità e il programma della settimana santa.

Download Comunità_2020-04-05_Palme.pdf

Sabato 4 aprile: Dio è semplice

Ciò che da secoli di Dio è nascosto, l’umanità speciale di Gesù l’ha rivelato, la semplicità trasparente di Gesù l’ha fatto conoscere. Chi riconosce la sua divinità, visibile nel bene che il suo comportamento trasmette e insegna, riempie la vita della sua stessa semplicità e diventa sapiente come vuole Dio Padre.

VANGELO (Mt 11, 25-30)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, “e troverete ristoro per la vostra vita”. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Venerdì 3 aprile: oltre l’angoscia

La paura e l’angoscia di Gesù sono reali e pesanti: anche per lui l’eventualità della morte non lo lascia tranquillo. Cerca la vicinanza dei discepoli che più da vicino l’hanno conosciuto e incontrato, per non vivere umanamente isolato quel momento. Egli riesce a convivere con la sofferenza e ad alleggerirla, vivendo la preghiera di affidamento, ricordandosi davanti al Padre di non essere solo nella battaglia e di poter ricevere da Lui tutto l’amore necessario per affrontare anche la prova più difficile. Non vuole morire, ma sa che, se succederà, amare sino alla fine lo renderà forte. La sua paura e la sua angoscia sono anche le nostre e anche a noi è donata la stessa forza di amare, se con fiducia diciamo “Passi da me questo calice” “La tua volontà, che è amore per me, sia fatta”.

VANGELO (Mc 14, 32-42)

32Giunsero a un podere chiamato Getsèmani ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». 33Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. 34Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». 35Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora. 36E diceva: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». 37Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? 38Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». 39Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. 40Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. 41Venne per la terza volta e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l’ora: ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. 42Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».

Giovedì 2 aprile: Parola e Verità

Gesù dava fastidio, ma la sua Parola scuoteva le coscienze: per questo era molto difficile trovare argomenti contro di lui per poterlo arrestare. Anche i tranelli non bastavano. Egli chiedeva una scelta, domandava di prendere posizione. Chi non se la sentiva di stare con lui, nemmeno si metteva contro, perché il suo raccontare apriva l’animo alla speranza e pacificava il cuore. Quando amiamo come Gesù, il nostro agire disarma e, anche se imbarazza, fa riflettere e dona nuove ragioni per vivere.

VANGELO (Gv 7, 43-53)

In quel tempo. Tra la gente nacque un dissenso riguardo al Signore Gesù. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta! ». E ciascuno tornò a casa sua.

Mercoledì 1 aprile: Dio sempre accanto

Non è nel pensiero dell’uomo che Dio possa essere sconfitto e ucciso, perché Dio è il più forte e il suo inviato è capace di convincere gli uomini: ha gli argomenti divini per poterci riuscire. Se Dio ha deciso di passare attraverso il fallimento, è perché ogni uomo che si sente fallito non possa sentirsi solo e impari ad amare anche quando non pensa di esserne capace.

VANGELO (Lc 18, 31-34)

In quel tempo. Il Signore Gesù prese con sé i Dodici e disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e si compirà tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo: verrà infatti consegnato ai pagani, verrà deriso e insultato, lo copriranno di sputi e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà». Ma quelli non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto.

Martedì 31 marzo: la svolta del cammino

Gesù ha intuito che il cammino dei discepoli potesse svoltare e per questo parla loro apertamente del pane della vita, della sua vita donata, del dono della vita timbro dell’esistenza del discepolo. Nel momento della svolta non si può fare a meno di scegliere: o con Gesù verso il Calvario, o lontano da lui fuggitivi per paura e per diplomazia. Le Parole di vita eterna del Signore sono la garanzia che la via del Calvario scelta per amore è la via della vita.

VANGELO (Gv 6, 63b-71)

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». Gesù riprese: «Non sono forse io che ho scelto voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo! ». Parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: costui infatti stava per tradirlo, ed era uno dei Dodici.