Il Vangelo di oggi

Lc 24, 44-49a.

Alla fine del Vangelo, san Luca ci racconta delle ultime parole di Gesù ai suoi discepoli, prima di andare in cielo. Lascia loro il compito di raccontare a tutti
quello che Dio ha loro raccontato attraverso la vita del Signore Gesù. Per farlo, gli
apostoli devono fare due cose: rimanere in cammino dietro a Gesù, per cambiare
in meglio la propria vita (conversione) ed essere disposti ad andare d’accordo con
tutti, perdonando (perdono dei peccati). Manda loro in aiuto lo Spirito Santo
(colui che il Padre ha promesso), perché conosce la nostra debolezza e il nostro
peccato.

44Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi».
45Allora aprì loro la mente per
comprendere le Scritture 46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47
e nel suo nome saranno predicati a
tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di
voi colui che il Padre mio ha promesso.

Avvisi e Vangeli della settimana

In allegato il foglio comunità di questa domenica.

Download Comunit__2017-10_I_Dedicazione.pdf

Il Vangelo di oggi

Lc 5, 1-11.

“Ricomincia!” dice Gesù a Pietro. Non farti intristire dai fallimenti e risorgi. Il Signore anche oggi chiama a risorgere con Lui, andando al largo, guardando in profondità il dono della vita che abbiamo ricevuto

In quel tempo. Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, il Signore Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Il Vangelo di oggi

Lc 8, 1-3.

Gli evangelizzatori sono descritti da Luca come una famiglia concorde, nella quale ognuno serviva l’altro a suo modo e secondo le proprie capacità. Il Vangelo è annunciato e credibile quando chi ama Gesù fa sentire a casa, nella sua vita e nella comunità, i destinatari dell’annuncio stesso.

In quel tempo. Il Signore Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.

Il Vangelo di oggi

Lc 10, 1b-12.

I settantadue che Gesù manda sono per tutti gli uomini di tutti i popoli, perché a nessuno manchi il messaggio che Dio è vicino e si prende cura di ciascuno e di tutti. Tutti ne abbiamo bisogno e tutti siamo chiamati a dire con la vita che il progetto di Dio, che è amore, pace e serenità, è possibile a tutti quelli che si fidano di Lui.

In quel tempo. Il Signore Gesù designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.

Il Vangelo di oggi

Lc 10, 1-9.

“La messe è molta: gli operai sono pochi”. Sono tante le persone che hanno bisogno di consolazione, di coraggio, di sostegno. Gesù manda i suoi discepoli come agnelli, perché con la forza della mitezza e della misericordia annuncino che Dio non abbandona chi soffre. “Pregate perché Dio mandi operai per la sua messe”.

‭ In quel tempo. Il Signore Gesù designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Il Vangelo di oggi

Mc 3, 13-19.

Senza stare con Gesù non di annuncia Gesù. Senza tempo di preghiera si finisce per credere solo in se stessi e per portare agli altri solo se stessi, comprese le proprie chiusure e arroganze. Chi sta con Gesù, vive di Lui e la sua vita diventa una buona notizia che consola è dà la forza di ripartire con amore: è molto di più che la forza di un super eroe.

In quel tempo. Il Signore Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè «figli del tuono»; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.

Il Vangelo di oggi

Gv 1, 40-51.

Chi non dimentica di essere stato chiamato alla fede e alla sequela, coglie e vive al meglio le occasioni in cui raccontare l’umanità della propria fede. Come i primi discepoli, così annuncia la buona notizia dell’incontro con Gesù.

In quel tempo. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.
Il giorno dopo Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

Il Vangelo di oggi

Mt 21, 10-17.

Nel Tempio Gesù incontra Gerusalemme agitata che si chiede: “Chi è costui?”. C’è chi rimane agitato e ripiegato su se stesso e c’è chi ci crede, risponde, canta, prega lodando. Chi sa spogliarsi del proprio ego impara a conoscere Gesù e a lasciarsi convertire da lui. Chi rimane a mercanteggiare con Dio i propri presunti diritti religiosamente acquisiti, si ritrova schiavo dell’ira e della tristezza.

In quel tempo. Mentre il Signore Gesù entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea».
Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: «Sta scritto:
La mia casa sarà chiamata casa di preghiera.
Voi invece ne fate un covo di ladri».
Gli si avvicinarono nel tempio ciechi e storpi, ed egli li guarì. Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che aveva fatto e i fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide!», si sdegnarono, e gli dissero: «Non senti quello che dicono costoro?». Gesù rispose loro: «Sì! Non avete mai letto:
Dalla bocca di bambini e di lattanti
hai tratto per te una lode?».
Li lasciò, uscì fuori dalla città, verso Betània, e là trascorse la notte.

Nuovo foglio comunitario

In allegato nuovi avvisi e Vangeli della settimana.

Download comunit__2017-10_duomo.pdf

Per il referendum

In allegato un articolo che fa chiarezza.

Download lombardia-e-veneto_-perch_-un-referendum_.pdf

Il Vangelo di oggi

Gv 2, 13-22.

Gesù è il Tempio di Dio. Lui ci insegna a pregare e ad amare. La sua Pasqua distrugge le ipocrisie e fa verità. Chi si rigenera in Lui prega e vive al meglio l’amore che nasce dalla Comunione con il Padre.

13 Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 14 Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco. 15 Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, 16 e ai venditori di colombe disse: «Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato». 17 I discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divora. 18 Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». 19 Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». 20 Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». 21 Ma egli parlava del tempio del suo corpo. 22 Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Il Vangelo di oggi

Lc 21, 34-38.

Le responsabilità e gli affanni nel quotidiano appesantiscono l’esistenza. Quando fuggiamo da essi verso l’ubriachezza, alla ricerca di un sollievo, la pesantezza diventa piano piano insopportabile. Nella preghiera e nella dedizione semplice e concreta la vita si alleggerisce e torna a sorriderci.

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
Durante il giorno insegnava nel tempio; la notte, usciva e pernottava all’aperto sul monte detto degli Ulivi. E tutto il popolo di buon mattino andava da lui nel tempio per ascoltarlo».

Il Vangelo di oggi

Lc 21, 25-33.

Nel momento dello smarrimento i segni della vicinanza del Signore e del suo Regno di pace sono maggiori è più visibili. Occorre provare ad alzare la testa quando da sola va verso il basso perché si soffre.

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».
E disse loro una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

Il Vangelo di oggi

Lc 21, 20-24.

Il rispetto di Dio per la libertà dell’uomo comporta purtroppo un tempo in cui il male sembra trionfare. Chi sa attendere e sperare, fiducioso che Dio libera dal male il mondo con il suo amore discreto ed efficace, lo aiuta ad accelerare la manifestazione del bene.

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti».

Il Vangelo di oggi

Lc 21, 10-19.

Ascoltare la Parola, mossi dalla fiducia nello Spirito Santo, rende saggi e forti: dona parole giuste e avvedute, capacità di perdonare chi ci tradisce e fortezza interiore per perseverare nella fedeltà.

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

Il Vangelo di oggi

Lc 21, 5-9.

Vigilare è credere che l’Amore di Dio è una roccia che non crolla mai e ci dà tutto ciò che ci basta a rimanere fedeli nel bene. Crederlo anche quando crolla qualche Tempio certo da noi costruito.

In quel tempo. Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, il Signore Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

Il Vangelo di oggi

Lc 17, 7-10.

Gesù è il Servo di Dio, che ha amato servendo ogni uomo, abbassandosi per amore al suo livello. Quando nessuno lo riconosceva, è rimasto fedele all’amore: in questa fedeltà ha vissuto ogni piccolo gesto di servizio come un dono di sé nell’amore. Questo è essenziale per essere felici e liberi: servire con amore. Non serve essere riconosciuti: basta donarsi non per forza, ma per amore.

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Comunità

Avvisi e Vangeli della settimana in allegato.

Download comunit__2017-10_vi_martirio.pdf

Il Vangelo di oggi

Lc 22, 7-16.

Quando Gesù prega con noi, il Paradiso ci si avvicina e ciò che viviamo riceve la sua luce nuova, che ridimensiona il nostro orgoglio o risveglia la nostra speranza.

In quel tempo. Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la Pasqua. Il Signore Gesù mandò Pietro e Giovanni dicendo: «Andate a preparare per noi, perché possiamo mangiare la Pasqua». Gli chiesero: «Dove vuoi che prepariamo?». Ed egli rispose loro: «Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d’acqua; seguitelo nella casa in cui entrerà. Direte al padrone di casa: “Il Maestro ti dice: Dov’è la stanza in cui posso mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una sala, grande e arredata; lì preparate». Essi andarono e trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Quando venne l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio».

Il Vangelo di oggi

Lc 20, 45-47.

Salutare è riconoscere l’altro come un dono. Pregare è adorare Dio, l’Altro, perché si dona alla nostra presenza. Per questo macchiare di ipocrisia il saluto e la preghiera è rinunciare alla gioia dell’incontro con il Signore e con i fratelli e rinchiudersi nella propria tristezza, mascherata di felicità apparente.

In quel tempo. Mentre tutto il popolo ascoltava, il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dagli scribi, che vogliono passeggiare in lunghe vesti e si compiacciono di essere salutati nelle piazze, di avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti; divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa»

Preghiera

Preghiamo per Cesare e i suoi familiari.
Stasera ore 20.30 a s. Paolo ci sarà il s. Rosario.
Domani alle ore 15.30 a s. Giovanni il funerale

Il Vangelo di oggi

Lc 20, 41-44

Gesù Cristo è figlio di Davide, ha un legame stretto con la storia degli uomini, perché nella sua umanità ci dice quanto Dio Padre ci è vicino. Egli risponde ai nostri perché, mostrandoci la vita di Gesù.

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai Giudei: «Come mai si dice che il Cristo è figlio di Davide, se Davide stesso nel libro dei Salmi dice:
Disse il Signore al mio Signore:
Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
come sgabello dei tuoi piedi?
Davide dunque lo chiama Signore; perciò, come può essere suo figlio?».

Il Vangelo di oggi

Mt 11, 25-30

Scegliere di essere umili è rinunciare a mettere al centro se stessi per imitare Gesù. Quest’atteggiamento ha donato a s. Francesco di contemplare la bellezza del creato, di accorgersi della sofferenza dei poveri, di ammonire con coraggio i potenti della terra.

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Il Vangelo di oggi

Lc 20, 20-26.

Il discepolo rende conto della sua vita, perché sa di essere chiamato ogni giorno al bene, al rispetto delle persone e prima al rispetto della volontà di Dio.

In quel tempo. Gli scribi e i capi dei sacerdoti si misero a spiare il Signore Gesù e mandarono informatori, che si fingessero persone giuste, per coglierlo in fallo nel parlare e poi consegnarlo all’autorità e al potere del governatore. Costoro lo interrogarono: «Maestro, sappiamo che parli e insegni con rettitudine e non guardi in faccia a nessuno, ma insegni qual è la via di Dio secondo verità. È lecito, o no, che noi paghiamo la tassa a Cesare?». Rendendosi conto della loro malizia, disse: «Mostratemi un denaro: di chi porta l’immagine e l’iscrizione?». Risposero: «Di Cesare». Ed egli disse: «Rendete dunque quello che è di Cesare a Cesare e quello che è di Dio a Dio». Così non riuscirono a coglierlo in fallo nelle sue parole di fronte al popolo e, meravigliati della sua risposta, tacquero.