ESTATEBIMBI 2018

Aperte le iscrizioni alla Scuola Materna e in parrocchia fino al 11 maggio.
V. allegato.

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Campeggio interparrocchiale 2018

In allegato...

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NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

Qualche giorno dopo...

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Per pregare oggi: martedì 10 aprile

INVOCAZIONE

Infondi in noi il tuo Spirito, Signore, e rendi perenne in noi la grazia della tua Pasqua. Amen.

VANGELO

In quel tempo. Il Signore Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico: vedrete il cieloaperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

MEDITAZIONE

La fiducia nelle piccole cose – in ciò che ci dicono, in ciò che di buono gli altri ci dimostrano, nella parte buona del cuore dei fratelli – scaccia la paura fa vedere costantemente le cose grandi di cui il Signore è capace.

PREGHIERA

Purifica i nostri occhi con la tua Sapienza, Signore, e con noi tu potrai fare le cose grandi che da sempre sogni per l’umanità. Amen.

Il Vangelo di oggi: Annunciazione del Signore

“Non temere”. Sono le parole del Risorto, rivolte da Dio stesso a Maria. La grazia del Signore chiama ad una vita fatta di prospertive grandi, nascoste in scelte molto piccole. Il Signore costruisce così la gioia che non finisce e fa vivere in Comunione perfetta con Lui. Così gioì Maria, fin dalla sua giovane età.

Lc 1, 26-38

In quel tempo. L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Signore, che in Maria ci hai insegnato la gioia della fedeltà, insegnaci a costruire nel quotidiano la felicità della Pasqua che non tramonta. Amen.

Su Gesù in mezzo ai suoi di domenica e sempre

Di Enzo Bianchi su Gv 20, 19-31

Siamo nell’ultimo capitolo del vangelo scritto dal discepolo amato, dove ci è data la testimonianza della resurrezione di Gesù da parte di Maria di Magdala, del discepolo amato stesso e degli altri discepoli, tra i quali Tommaso (il capitolo 21 è stato aggiunto dalla comunità del discepolo amato, tant’è vero che i vv. 30-31 del capitolo 20 costituiscono la conclusione del vangelo).

Sempre in quel “primo giorno della settimana”, il giorno della resurrezione e dunque il giorno del Signore (Dominus, da cui dies dominicus, domenica), alla sera i discepoli di Gesù sono ancora nella paura, chiusi in casa, nonostante Maria di Magdala abbia annunciato loro: “Ho visto il Signore!” (Gv 20,18). Dov’erano i discepoli? In quale casa? Non ci viene detto, ma l’evangelista sembra suggerirci che dove sono i discepoli, là viene Gesù. Così il lettore comprende che ogni primo giorno della settimana, nel luogo in cui lui si trova con altri cristiani, là viene Gesù risorto e vivente.

In quel giorno della resurrezione Gesù ha inaugurato un altro modo di presenza: sta in mezzo ai suoi non più come prima, uomo tra gli uomini, ma come Risorto vivente per sempre. È sempre lui, Gesù, il figlio di Maria, l’inviato da Dio nel mondo, ma ormai non più in una carne mortale, bensì in una vita eterna nello Spirito di Dio. Questa nuova presenza è più forte e più potente della presenza fisica, perché vince ogni porta chiusa e ogni muro, e diventa credibile, sperimentata, vissuta nel quadro di una vita fraterna, di una vita di comunione: la chiesa.

Gesù, dunque, venuto tra i suoi nella posizione centrale (“stette in mezzo a loro”) di chi presiede l’assemblea, saluta i suoi con la benedizione messianica: “La pace sia con voi!”, e nel consegnare la pace mostra loro il suo corpo piagato, le mani che portano i segni della crocifissione (cf. Gv 19,17) e il costato che aveva ricevuto il colpo di lancia (cf. Gv 19,34). Gesù è vivente, è risorto da morte, ma non cessa di essere il Crocifisso: quella morte, destino di ogni uomo ma anche morte violenta data a Gesù dall’ingiustizia di questo mondo, è stata da lui vissuta e assunta, fa parte della sua umanità ormai trasfigurata in Dio ma sempre presente, non cancellata né dimenticata. Sì, Gesù risorto è vita eterna, divina, ma anche vita umana trasfigurata, sicché ormai non è più possibile pensare a Dio, dire Dio, senza pensare anche all’uomo.

A questa percezione i discepoli gioiscono, realizzando le parole dette loro da Gesù prima della passione: “Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete … Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete … Vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia” (Gv 14,19; 16,16.22). Gesù allora quale Risorto alita, soffia su quella comunità, gioiosa perché credente in lui, e li fa tutti inviati, apostoli. Inviati per cosa? Nel quarto vangelo questi discepoli resi apostoli sono inviati per dare agli uomini la possibilità di sperimentare la salvezza nella remissione dei peccati: rimettere i peccati, rimettere i debiti, perdonare, questo è il mandato missionario. Nient’altro, nient’altro! Perché questo è ciò di cui gli uomini hanno bisogno: il perdono, la remissione dei peccati, la cancellazione dei peccati da parte di Dio e da parte degli uomini loro fratelli.

A questa esperienza della presenza del Risorto da parte dei discepoli Giovanni aggiunge l’esperienza di uno dei Dodici: Tommaso, quel discepolo che aveva detto di voler andare a Gerusalemme per morire con Gesù (cf. Gv 11,16), ma che poi in realtà era fuggito come tutti gli altri. Tommaso non vuole credere, sulla parola dei suoi fratelli, alla presenza di Gesù risorto e vivente, ma otto giorni dopo, quando la comunità è nuovamente radunata nel primo giorno della settimana, egli è presente. Ed ecco che, di nuovo, viene Gesù, sta in mezzo e dà la pace ai discepoli; poi si rivolge a Tommaso mostrandogli le mani bucate e il costato trafitto, i segni della passione in un corpo trasfigurato. Tommaso allora non può fare altro che invocare: “Mio Signore e mio Dio!”, pronunciando la confessione di fede più alta di tutto il quarto vangelo. Quel Risorto è Kýrios e Dio per la chiesa! Questo occorre credere senza aver visto nulla, ma accogliendo l’annuncio della comunità del Signore e il dono di Dio che rivela la vera identità di Gesù risorto per sempre. Per Tommaso toccare il corpo di Gesù è ormai diventato inutile, ed egli non lo fa, perché la contemplazione e l’incontro con i segni della passione trasfigurati gli bastano.

Ma l’operazione più difficile, per Tommaso come per noi, sta proprio nel vedere nei corpi piagati la potenza di una trasfigurazione che fa delle piaghe delle cicatrici luminose e piene di senso: non più segno di morte o di peccato, ma segno di guarigione e di vita per sempre

IL VANGELO DI OGGI: DOMENICA IN ALBIS 8 APRILE

Gesù in mezzo ai suoi, Risorto e con le ferite trasfigurate, insegna a Tommaso e a noi che la fede è credere che la sua presenza scaccia e vince ogni paura e che il suo amore trasforma la nostra debolezza ferita in forza trasfigurata dall’amore che in Gesù decide di donare sempre la vita. Buona domenica Pasquale.

Gv 20, 19-31.

In quel tempo. La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome

iscrizioni da lunedì 9 aprile

Estatebimbi 2018: l'oratorio feriale per i bambini piccoli
presso la Scuola Materna San Paolo
nel mese di luglio

domani alla Scuola Materna

Incontro educativo di presentazione dei Estatebimbi 2018

stasera a S. Giovanni

Concerto del coro Dalakopen

Per pregare oggi: sabato di Pasqua

PREGHIERA INIZIALE

Infondi in noi, Signore, il dono del tuo Spirito,
perché tutto ciò che noi facciamo abbia inizio da Te, sia per Te condotto
e in Te trovi il suo compimento. Per Cristo nostro Signore. Amen.

SILENZIO DI PREPARAZIONE

VANGELO: Gv 21, 1-14

Il Signore 1Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. 4Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. 9Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

MEDITAZIONE

Ecco come Gesù si manifesta ai discepoli dopo la sua Risurrezione: guarisce la loro tristezza, ridona l’entusiasmo, regala atmosfera di tenerezza e familiarità, protegge la sua Chiesa dal definitivo fallimento, celebra l’Eucaristia e rigenera la forza del cammino. Gesù Risorto è veramente presente in mezzo a noi. Alleluia.

SILENZIO DI RIFLESSIONE

PREGHIERA FINALE

Signore, che nessun nuovo mattino venga ad illuminare la mia vita senza che il mio pensiero si volga alla tua Resurrezione e senza che in ispirito io vada, coi miei poveri profumi, verso il sepolcro vuoto dell’orto! Che ogni mattino sia per me mattino di Pasqua! Che ognuno dei miei risvegli sia un risveglio alla tua presenza vera, un incontro pasquale con Cristo nell’orto, questo Cristo talvolta inatteso. Che ogni episodio della giornata sia un momento in cui io ti senta chiamarmi per nome, come chiamasti Maria! Concedimi allora di voltarmi verso di te. Concedimi con una parola sola ma con tutto il cuore, di rispondere: “Maestro!” Amen.

Don Giovanni Moioli

Per pregare oggi: giovedì di Pasqua

PREGHIERA INIZIALE

Infondi in noi, Signore, il dono del tuo Spirito,
perché tutto ciò che noi facciamo abbia inizio da Te, sia per Te condotto
e in Te trovi il suo compimento. Per Cristo nostro Signore. Amen.

SILENZIO DI PREPARAZIONE

VANGELO: Lc 24, 36b-49

Il Signore 36Gesù in persona stette in mezzo ai discepoli e disse: «Pace a voi!». 37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. 44Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

MEDITAZIONE

Si vive della presenza del Risorto quando si ha la grazia di avere aperta la mente all’intelligenza delle Scritture… quando si legge la vita scovando ciò che la vita immediatamente non dice… capendo in profondità ciò che il Dio della vita rivela sull’esistenza stessa… sperimentando quella dimensione delle cose che dà gusto al quotidiano.

SILENZIO DI RIFLESSIONE

PREGHIERA FINALE

Signore, che nessun nuovo mattino venga ad illuminare la mia vita senza che il mio pensiero si volga alla tua Resurrezione e senza che in ispirito io vada, coi miei poveri profumi, verso il sepolcro vuoto dell’orto! Che ogni mattino sia per me mattino di Pasqua! Che ognuno dei miei risvegli sia un risveglio alla tua presenza vera, un incontro pasquale con Cristo nell’orto, questo Cristo talvolta inatteso. Che ogni episodio della giornata sia un momento in cui io ti senta chiamarmi per nome, come chiamasti Maria! Concedimi allora di voltarmi verso di te. Concedimi con una parola sola ma con tutto il cuore, di rispondere: “Maestro!” Amen.

Don Giovanni Moioli

Per pregare oggi: mercoledì di Pasqua

PREGHIERA INIZIALE

Infondi in noi, Signore, il dono del tuo Spirito,
perché tutto ciò che noi facciamo abbia inizio da Te, sia per Te condotto
e in Te trovi il suo compimento. Per Cristo nostro Signore. Amen.

SILENZIO DI PREPARAZIONE

VANGELO: Lc 24, 13-35

13In quello stesso giorno due discepoli del Signore Gesù erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». 25Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. 28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

MEDITAZIONE

La speranza che dona la Pasqua del Signore non è legata innanzitutto ai sogni irrealizzabili, quasi che Dio sia un prolungamento di ogni nostro desiderio. Vive con speranza chi intuisce come si va al di là della delusione e del fallimento. Per avere questa intuizione ci vuole un occhio più profondo… quello di Dio.

SILENZIO DI RIFLESSIONE

PREGHIERA FINALE

Signore, che nessun nuovo mattino venga ad illuminare la mia vita senza che il mio pensiero si volga alla tua Resurrezione e senza che in ispirito io vada, coi miei poveri profumi, verso il sepolcro vuoto dell’orto! Che ogni mattino sia per me mattino di Pasqua! Che ognuno dei miei risvegli sia un risveglio alla tua presenza vera, un incontro pasquale con Cristo nell’orto, questo Cristo talvolta inatteso. Che ogni episodio della giornata sia un momento in cui io ti senta chiamarmi per nome, come chiamasti Maria! Concedimi allora di voltarmi verso di te. Concedimi con una parola sola ma con tutto il cuore, di rispondere: “Maestro!” Amen.

Don Giovanni Moioli

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In allegato gli auguri di Pasqua, gli avvisi e i Vangeli per la preghiera nell'Ottava di Pasqua.

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Per pregare oggi: martedì di Pasqua

PREGHIERA INIZIALE

Infondi in noi, Signore, il dono del tuo Spirito,
perché tutto ciò che noi facciamo abbia inizio da Te, sia per Te condotto
e in Te trovi il suo compimento. Per Cristo nostro Signore. Amen.

SILENZIO DI PREPARAZIONE

VANGELO: Mt 28, 8-15

8Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. 9Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. 10Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». 11Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. 12Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, 13dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. 14E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». 15Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino ad oggi.

MEDITAZIONE

Bugie e inganni entrano nella vita umana quando si perdono il coraggio e la gioia della verità. Cedere la prima volta è consegnarsi alla logica della falsità, aprendo la strada ad ogni forma di strumentalizzazione della vita. Sposare la verità e la trasparenza come stile di vita rende onore alla dignità umana, perché la verità è il frutto maturo della libertà e dell’amore, il frutto della vita che in Gesù ha vinto la morte.

SILENZIO DI RIFLESSIONE

PREGHIERA FINALE

Signore, che nessun nuovo mattino venga ad illuminare la mia vita senza che il mio pensiero si volga alla tua Resurrezione e senza che in ispirito io vada, coi miei poveri profumi, verso il sepolcro vuoto dell’orto! Che ogni mattino sia per me mattino di Pasqua! Che ognuno dei miei risvegli sia un risveglio alla tua presenza vera, un incontro pasquale con Cristo nell’orto, questo Cristo talvolta inatteso. Che ogni episodio della giornata sia un momento in cui io ti senta chiamarmi per nome, come chiamasti Maria! Concedimi allora di voltarmi verso di te. Concedimi con una parola sola ma con tutto il cuore, di rispondere: “Maestro!” Amen.

Don Giovanni Moioli

Il Vangelo di oggi: lunedì di Pasqua

Lc 24, 1-12.

In mezzo alle nostre parole vecchie c’è sempre una profezia, una Parola nuova che viene da Dio e rinnova la prospettiva della nostra vita. Come alle donne al sepolcro, anche a noi è chiesto di ricordarla, di farne memoria e nostra sarà una vita capace di risorgere e di dare vita nuova a tutti. Buon lunedì di Pasqua.

In quel tempo. Il primo giorno della settimana, al mattino presto le donne si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli. Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.

Domani in parrocchia

Alle 8.30 S. Messa a S. Paolo
Alle 10.00 S. Messa a S. Giovanni

E' SOSPESA LA S. MESSA DELLE 11.30 A S. GIOVANNI

IL VANGELO DI OGGI: PASQUA DI RISURREZIONE

Le lacrime impediscono a Maria di Magdala di riconoscere i segni della Risurrezione di Gesù e di vederlo mentre le parla e si preoccupa di lei mentre è nel pianto. Maria ritrova gli occhi e il cuore che Gesù le ha donato, quando la domanda “Chi cerchi?” torna al centro del suo cuore e le permette di riconoscere, nella voce e nel volto del giardiniere, proprio il “suo” Signore de quale piangeva la scomparsa. La Risurrezione di Gesù libera il cuore di chi gli crede dalle attese deluse e dai bisogni traditi. Se ci crediamo, il Risorto purifica i nostri occhi e ci mostra la vita come un dono ricevuto per amare e donare noi stessi.

Gv 20, 11-18.

In quel tempo. 11Maria di Màgdala stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». 14Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. 15Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». 16Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». 17Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». 18Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Oggi in parrocchia

A s. Paolo
Dalle 9.30 alle 11.30 ss. Confessioni
Alle 9.30 Adorazione della Croce seconda e terza elementare
Alle 10.00 Adorazione della Croce quarta elementare
Alle 10.30 Adorazione della Croce quinta elementare
Alle 11.00 Adorazione della Croce prima media
Dalle 15.30 alle 18.30 ss. Confessioni

A s. Giovanni
Dalle 9.30 alle 11.30 ss. Confessioni
Alle 10.45 prove di canto con il coretto
Alle 14.30 incontro per il Battesimo di domani
Alle 14.30 prove per i chierichetti
Dalle 15.30 alle 18.30 ss. Confessioni
Alle 21.00 veglia pasquale nella Risurrezione del Signore.

N.B.
Stasera non ci sarà la s. Messa delle 17.30
Domani, Pasqua del Signore:
Alle 10.00 s. Messa Pasquale con i ragazzi
Alle 11.30 celebrazione del Battesimo nella s. Messa.

Preghiera del sabato santo

SILENZIO DI PREPARAZIONE

PREGHIERA INIZIALE

Infondi in noi, Signore, il dono del tuo Spirito, perché tutto ciò che noi facciamo abbia inizio da Te, sia per Te condotto e in Te trovi il suo compimento. Per Cristo nostro Signore. Amen.

TESTO DI MEDITAZIONE

LA VIA DI CRISTO E DEL DISCEPOLO

La Passione è iscritta nel piano di Dio, è prevista nelle Scritture e va letta alla loro luce. Non è un incidente, ma il compimento di una logica che guida da sempre la storia della salvezza. Qui sta la ragione profonda della delusione che hanno provato tutti coloro che si aspettavano un Dio che applicasse una logica diversa, risolutrice e vittoriosa. Ma qui sta ‘anche la novità e originalità dell’amore di Dio che si è manifestato in Gesù. Le forze ostili sembrano annullare la forza dell’amore di Dio. La storia dell’amore appare in tutta la sua debolezza, in tutta la sua inutilità: Cristo è solo e abbandonato. L’esperienza continuerà nella Chiesa, e la Chiesa deve ricordare che — come il Cristo — anch’essa dovrà ricorrere alla preghiera, alla consolazione di Dio e alla certezza della risurrezione. La Passione rivela i tratti più profondi di Gesù, quei tratti che si sono manifestati in tutta la sua vita, ma che qui si fanno ancora più chiari: l’innocenza di Gesù, la sua incondizionata obbedienza al Padre, la sua dignità di fronte alle accuse, la sua bontà, la solidarietà coi peccatori, l’abbandono senza riserve all’amore. Lo ripetiamo: la pesantezza delle tenebre sembra annullare la potenza dell’amore di Dio: l’amore sembra inutile. Ma Gesù continua a fidarsi dell’amore: non cede alla tentazione zelota, non cede all’impazienza di chi vorrebbe far trionfare l’amore percorrendo strade diverse dall’amore stesso (per es. il ricorso alla potenza, o alla violenza per imporre l’amore). Il suo rimprovero ai discepoli che vorrebbero ricorrere alla spada è senza ambiguità. Sulla Croce Gesù sperimenta fino in fondo la debolezza dell’amore, ma non fugge in nessun modo da esso: vi si abbandona interamente. Gli uomini lo crocifiggono, ma egli muore per loro. Ma la Passione rivela anche, in tutta la sua drammaticità, la debolezza del discepolo: l’incomprensione, l’abbandono e il tradimento. Le espressioni che Marco usa sono molto rivelatrici: tradire, essere addormentati, fuggire, abbandonare; tuttavia, al di la di tutto, c’è l’Amore di Cristo che è più forte e ostinato dell’incomprensione del discepolo e del suo tradimento.

DOMANDE PER LA RIFLESSIONE

Quanto mi fido in modo totale della forza dell’amore?
In quali circostanze o con quali persone più spesso scelgo altre vie?

SILENZIO DAVANTI AL CROCIFISSO

PREGHIERA FINALE

Signore Gesù, ci hai donato il tuo pane di vita l’ultima sera, prima di prostrarti in preghiera nel Getsemani: siamo stati con te questa notte e ti abbiamo offerto le nostre sofferenze, le nostre solitudini, i nostri momenti di buio.
Ora, in questo venerdì santo, uguale ma diverso ogni anno, siamo ancora con te. Nel silenzio, nella preghiera, ti siamo accanto, ti sentiamo vicino. Vogliamo essere sempre apostoli e discepoli che non ti rinnegano, che non ti tradiscono con trenta denari, che lasciano le spade nei foderi e ti seguono sulla via della croce, condividendone il peso insieme a Simone di Cirene.
Donaci di vivere con te oggi quando con passi sempre più incerti cammini sulle strade polverose della nostra esistenza. Vogliamo rimanere con te. Non desideriamo altro che vegliare e pregare, perché tu sei sempre con noi. Donaci di riconoscerti presente, come il buon ladrone. Donaci di essere come Giovanni e Maria ai piedi della croce, che non ti hanno lasciato solo sul Golgota e sono rimasti accanto a te nel dolore più profondo. Donaci di essere come Giuseppe d’Arimatea, che ti ha deposto nel sepolcro nuovo, in attesa fiduciosa della tua risurrezione.
Donaci di lasciare entrare la luce che all’alba della Pasqua irrompe dal giardino, dove la pietra rotolata ci rivelerà che tu sei la vita per sempre.

Amen

Preghiera

Grazie, Gesù, che ci vuoi bene.

Preghiera

Rimani con noi, o Signore...

Oggi in parrocchia

A s. Paolo e a s. Giovanni dalle 9.30 alle 11.30 ss. Confessioni
A s. Paolo alle 15.00 Via Crucis e celebrazione della Croce con o ragazzi.
A s. Paolo dalle 16.30 alle 18.30 ss. Confessioni.
A s. Giovanni alle 21.00 Celebrazione della Morte del Signore

Per pregare davanti al Crocifisso

SILENZIO DI PREPARAZIONE

PREGHIERA INIZIALE

Infondi in noi, Signore, il dono del tuo Spirito, perché tutto ciò che noi facciamo abbia inizio da Te, sia per Te condotto e in Te trovi il suo compimento. Per Cristo nostro Signore. Amen.

TESTO DI MEDITAZIONE

LA CROCIFISSIONE

Marco organizza il racconto della Crocifissione (15,24-39) in modo da mettere in risalto la «solitudine» del Cristo morente: Egli è il giusto abbandonato. È un tratto questo già ripetutamente sottolineato: 14,50.54.56.72. ecc. Come al Getzemani, la solitudine è tanto profonda che sulla bocca del Cristo affiora la preghiera del giusto sofferente (Salmo 21), che si scontra con il «silenzio » di Dio: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Sulla Croce Gesù è raggiunto da quella tentazione che l’ha accompagnato durante tutta la sua vita, dal deserto in poi. Ma non è più di Satana, bensì del popolo indifferente, dei capi che lo beffeggiano, dei soldati. Se sei l’eletto di Dio, perché Dio non ti aiuta? Il suo silenzio non è la prova del tuo errore? Il fallimento della strada dell’amore non è segno che la saggezza risiede altrove? Ma Gesù si abbandona fino in fondo a questa debolezza dell’amore, e proprio per questo la morte del Cristo diventa il luogo in cui la potenza di Dio — la potenza dell’amore! — si è rivelata. Marco è profondamente convinto di questo. Ed ecco perché termina il suo racconto avvicinando due testi di portata simbolica: la rottura del velo del Tempio e la conversione del centurione. La fede nasce da Gesù morente. Il centurione riconosce Il Figlio di Dio nella morte, non soltanto nei miracoli. È nell’amore che si dona senza riserve che il discepolo deve scorgere il volto del vero Dio e la strada della vera salvezza.

DOMANDE PER RIFLETTERE

Chi e che cosa della mia vita e dei miei affetti affido oggi al Signore?
Che cosa chiedo della sua fedeltà a Gesù sofferente di saper condividere nel mio stile di vita?

SILENZIO DAVANTI AL CROCIFISSO O ALL’ALTARE DELLA RIPOSIZIONE

PREGHIERA FINALE

Signore Gesù, ci hai donato il tuo pane di vita l’ultima sera, prima di prostrarti in preghiera nel Getsemani: siamo stati con te questa notte e ti abbiamo offerto le nostre sofferenze, le nostre solitudini, i nostri momenti di buio.
Ora, in questo venerdì santo, uguale ma diverso ogni anno, siamo ancora con te. Nel silenzio, nella preghiera, ti siamo accanto, ti sentiamo vicino. Vogliamo essere sempre apostoli e discepoli che non ti rinnegano, che non ti tradiscono con trenta denari, che lasciano le spade nei foderi e ti seguono sulla via della croce, condividendone il peso insieme a Simone di Cirene.
Donaci di vivere con te oggi quando con passi sempre più incerti cammini sulle strade polverose della nostra esistenza. Vogliamo rimanere con te. Non desideriamo altro che vegliare e pregare, perché tu sei sempre con noi. Donaci di riconoscerti presente, come il buon ladrone. Donaci di essere come Giovanni e Maria ai piedi della croce, che non ti hanno lasciato solo sul Golgota e sono rimasti accanto a te nel dolore più profondo. Donaci di essere come Giuseppe d’Arimatea, che ti ha deposto nel sepolcro nuovo, in attesa fiduciosa della tua risurrezione.
Donaci di lasciare entrare la luce che all’alba della Pasqua irrompe dal giardino, dove la pietra rotolata ci rivelerà che tu sei la vita per sempre.

Amen.

Per pregare davanti all’Eucaristia, in veglia con Gesù

SILENZIO DI PREPARAZIONE

PREGHIERA INIZIALE

Infondi in noi, Signore, il dono del tuo Spirito, perché tutto ciò che noi facciamo abbia inizio da Te, sia per Te condotto e in Te trovi il suo compimento. Per Cristo nostro Signore. Amen.

TESTO DI MEDITAZIONE

IL GETZEMANI

È tipico di Marco raccontare la Passione di Gesù (14,32-42) in tutta la sua crudezza, senza nulla attenuare. Così appare chiaramente il contrasto del mistero di Cristo: Figlio di Dio eppure abbandonato alla sofferenza. Nell’agonia del Getzemani, Marco mette in risalto la “debolezza” di Gesù, la sua paura di fronte alla sofferenza, la sua angoscia di fronte alla morte: Matteo e Luca si sforzeranno invece di attenuare tutto questo. I tre verbi che descrivono l’atteggiamento di Gesù (vv 33-34) indicano sgomento, angoscia, tristezza, quasi un disorientamento. Del resto le parole di Gesù sono chiare: la mia anima è tristissima, da morirne: rimanete qui e vegliate (vs. 34). L’espressione rinvia al Salmo 42,6 (la preghiera di un esule che si sente lontano dal Signore, abbandonato) e a Giona 4,9 (la tristezza del profeta che non capisce più il piano di Dio): per quanto possa il sembrare paradossale, si deve allora dire che l’angoscia del Cristo non e solo la reazione della carne debole (v. 38) di fronte alla morte: e il disorientamento di chi si sente abbandonato da Dio (nel quale, tuttavia, continua a confidare), di chi urta contro un piano di salvezza che sembra smentire la forza dell’amore. In questa situazione (il vangelo sa che è una situazione che si ripeterà nella chiesa e nel discepolo) nasce la preghiera. È una preghiera che esprime, al di là di tutto, confidenza, consapevolezza del proprio rapporto filiale: abbà, babbo (v. 36). È riconoscimento dell’amore del Padre; della sua potenza, e proprio per questo si fa implorazione: “tutto ti è possibile, allontana da me questo calice”. E dopo la divisione dell’animo e il tentativo di sottrarsi alla propria via, ecco la fiducia rinnovata, l’abbandono senza riserve, l’accettazione incondizionata: «tuttavia non quello che voglio io, ma quello che vuoi tu» (v. 36). Ma non c’è solo la preghiera, ci sono anche gli amici, e Gesù chiede ad essi conforto, condivisione, ma il discepolo non sa condividere e non capisce. La solitudine del Cristo è profonda. Comunque, anche il discepolo la vivrà, più tardi, e dovrà, a sua volta, vegliare e pregare: due atteggiamenti indispensabili per superare la prova (v. 38).

DOMANDE PER RIFLETTERE

Quale luce sul piano di Dio chiedo di capire dal Signore oggi?
Quale delusione o tradimento che mi rattrista chiedo di attraversare come ha fatto lui?

SILENZIO ALL’ALTARE DELLA RIPOSIZIONE

PREGHIERA FINALE

Signore Gesù, ci hai donato il tuo pane di vita l’ultima sera, prima di prostrarti in preghiera nel Getsemani: siamo stati con te questa notte e ti abbiamo offerto le nostre sofferenze, le nostre solitudini, i nostri momenti di buio.
Ora, in questo venerdì santo, uguale ma diverso ogni anno, siamo ancora con te. Nel silenzio, nella preghiera, ti siamo accanto, ti sentiamo vicino. Vogliamo essere sempre apostoli e discepoli che non ti rinnegano, che non ti tradiscono con trenta denari, che lasciano le spade nei foderi e ti seguono sulla via della croce, condividendone il peso insieme a Simone di Cirene.
Donaci di vivere con te oggi quando con passi sempre più incerti cammini sulle strade polverose della nostra esistenza. Vogliamo rimanere con te. Non desideriamo altro che vegliare e pregare, perché tu sei sempre con noi. Donaci di riconoscerti presente, come il buon ladrone. Donaci di essere come Giovanni e Maria ai piedi della croce, che non ti hanno lasciato solo sul Golgota e sono rimasti accanto a te nel dolore più profondo. Donaci di essere come Giuseppe d’Arimatea, che ti ha deposto nel sepolcro nuovo, in attesa fiduciosa della tua risurrezione.
Donaci di lasciare entrare la luce che all’alba della Pasqua irrompe dal giardino, dove la pietra rotolata ci rivelerà che tu sei la vita per sempre.

Amen.