La Parola di oggi...

Il frutto maturo della fede cristiana è la trasparenza tra ciò che si pensa e ciò che si fa. Chi segue Gesù nella fede diventa pienamente umano. I discepoli di Gesù vivono senza paura del giudizio di nessuno, perché conoscono la fedeltà assoluta di Dio e confidano nel suo amore che accompagna per sempre.

VANGELO (Lc 11, 37-42)

In quel tempo. Mentre il Signore Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro. Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle».

Di nuovo grazie...

Camminiamo insieme.

Grazie.

Grazie del pensiero.

don Fabio

S. Messa con i preti 1993

Domani sera alle 20.30 a S. Giovanni Mons. Franco Agnesi presiederà la S. Messa nel venticinquesimo dei sacerdoti ordinati nel 1993. Buona giornata.

La Parola di oggi

Chi vede solo se stesso sminuisce la sofferenza altrui e velocemente cede all’ira, perché guarda solo alle proprie attese deluse, senza riconoscere le meravigliose opere di Dio in ogni uomo.

VANGELO (Lc 6, 6-11)

Un altro sabato il Signore Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

La Parola di oggi, S. Barnaba

La pace è il distintivo del discepolo che porta con sé Gesù dovunque va. È un distintivo che si mostra da sé e che senza parole diffonde il buon profumo della Parola buona di Gesù. Dove la pace appiana le divisioni e indirizza con pazienza i conflitti, là abita Dio stesso.

VANGELO (Mt 10, 7-15)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città».

Il Vangelo della domenica

Il nostro Dio, che è fedeltà assoluta e integerrima, ci insegna che il massimo dell’amore è la fedeltà. E’ fedele con la forza della grazia di Dio chi vince la tentazione di fuggire dal proprio posto che ha trovato nel mondo, chi sta fedelmente in ginocchio davanti a Dio e accanto a chi soffre e chi serve con amore costante chi Dio gli ha affidato.

Mc 10, 1-12

In quel tempo. Partito di là, il Signore Gesù venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare. Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».

La Parola di oggi: Cuore Immacolato di Maria

“Senza indugio” è la parola che più frequentemente denota il modo di muoversi di chi riceve l’annuncio della presenza di Dio in Gesù Bambino, nel Messia atteso e accolto come salvezza del mondo. Chi ama sul serio sceglie la strada più giusta “senza indugio”, come Maria.

VANGELO (Lc 2, 8-20)

In quel tempo. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama». Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro

La Parola di oggi

La novità del Vangelo è autentica perché rinnova dal di dentro, dalla radice, senza strappi e senza facili cambiamenti. È veramente nuovo ciò che dura e tiene insieme nel presente passato e futuro, non ciò che spazza via tutto, attraverso la seduzione e l’apparenza.

VANGELO (Lc 5, 36-38)

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai farisei e agli scribi una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi»

La Parola del 6 giugno

Il dono della vita plasma il nostro cammino, tanto che “regola” i tempi del nostro cammino di fede. Si digiuna o si festeggia, a seconda delle stagioni della vita, a seconda di ciò che il quotidiano ci regala. Anche il digiuno, scelto per vivere al meglio la carità, può essere un tempo di festa, come la festa, vissuta nella misura, non ci fa dimenticare che la vera gioia viene dal Signore.

VANGELO (Lc 5, 33-35)

In quel tempo. I farisei e gli scribi dissero al Signore Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».

La Parola di oggi, San Bonifacio

Gesù, soprattutto nella prima parte del suo ministero, comanda a chi è guarito di presentarsi ai sacerdoti per essere riammesso nella comunità e riprendere il proprio posto in essa. Ogni dono di Dio va speso là dove noi nel quotidiano abbiamo scelto di passare tutta la vita, anche se l’entusiasmo, la novità dell’essere rinati e guariti, ci porterebbe lontano dalla nostra attuale vocazione.

VANGELO (Lc 5, 12-16)

In quel tempo. Mentre il Signore Gesù si trovava in una città, ecco, un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò dinanzi, pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Gesù tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato!». E immediatamente la lebbra scomparve da lui. Gli ordinò di non dirlo a nessuno: «Va’ invece a mostrarti al sacerdote e fa’ l’offerta per la tua purificazione, come Mosè ha prescritto, a testimonianza per loro». Di lui si parlava sempre di più, e folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro malattie. Ma egli si ritirava in luoghi deserti a pregare

La Parola di oggi

Come a Pietro, anche a noi oggi Gesù chiede di “prendere il largo”. Lo chiede nel momento che ci sembra meno opportuno: quello del fallimento, della stanchezza, del momento in cui ogni nostro calcolo lo sconsiglierebbe. Se noi accettiamo la sfida, anche noi ci ritroveremmo inaspettatamente la vita piena di buoni frutti.

VANGELO (Lc 5, 1-6)

In quel tempo. Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, il Signore Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano

La Parola di oggi, seconda domenica dopo Pentecoste

Come antidoto all'ansia, Gesù non offre ai discepoli medicinali, training autogeni o tempi in cui pensare solo a se stessi. Parlando ai discepoli del suo tempo, poveri e preoccupati di che cosa avrebbero mangiato quel giorno e di dove avrebbero dormito, consiglia di:
- non smettere di cercare il Signore quando è più difficile, per ricordare che Lui sa che hanno bisogno di vivere e nutre il mondo e la natura con il suo amore.
- cercare il Regno di Dio, i segni della sua bontà presenti là dove viviamo, ricordando loro che sono chiamati a vedere, contemplare, costruire, riempire di bene gli spazi che abitano, gli ambienti che frequentano, le persone che incontrano e amano.
Così l'ansietà non li chiuderà nella paura e non bloccherà il loro desiderio di vivere nel bene.

Lc 12, 22-31

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: non preoccupatevi per la vita, di quello che mangerete; né per il corpo, di quello che indosserete. La vita infatti vale più del cibo e il corpo più del vestito. Guardate i corvi: non séminano e non mietono, non hanno dispensa né granaio, eppure Dio li nutre. Quanto più degli uccelli valete voi! Chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? Se non potete fare neppure così poco, perché vi preoccupate per il resto? Guardate come crescono i gigli: non faticano e non filano. Eppure io vi dico: neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Se dunque Dio veste così bene l’erba nel campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, quanto più farà per voi, gente di poca fede. E voi, non state a domandarvi che cosa mangerete e berrete, e non state in ansia: di tutte queste cose vanno in cerca i pagani di questo mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il suo regno, e queste cose vi saranno date in aggiunta».

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In allegato...

Avvisi della S. Messa di oggi in evidenza

13 giugno ore 20.30 a S. Giovanni
S. Messa con i sacerdoti ordinati nel 1993
nel loro venticinquesimo anniversario
presiede mond. Franco Agnesi vicario generale

24 giugno la S. Messa delle 11.30
sarà a S. Paolo sotto il tendone
in occasione della domenica della festa dei popoli

dal 1 luglio al 30 settembre
sarà sospesa la S. Messa domenicale
delle 18.30 a S. Paolo

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La Parola per oggi, 2 giugno

Simeone – e ogni uomo e donna di fede con lui – trova la luce del cammino di fede sulla strada della fedeltà, mentre, ripetendo con amore gesti e abitudini di vita che l’hanno portato vicino a Dio. Pregare e servire nella semplicità è ciò che fa luce quando la vita riserva parentesi buie.

VANGELO (Lc 2, 22-32)

In quel tempo. Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».

Maltempo

Visto il tempo, il S. Rosario sarà nella Cappella dell’ospedale alle ore 21.00

La Parola di oggi

Più il medico si conosce e più gli si consiglia di curare qualcun altro o se stesso. I pregiudizi uccidono la forza e la verità del Vangelo. L’ascolto di chi ci vuol bene ed è libero nel parlarci lo fa risorgere.

VANGELO (Lc 4, 14-16. 22-24)

In quel tempo. Il Signore Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nazareth, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria»

LA PAROLA DELLA DOMENICA

Il racconto della Scrittura ci presenta sempre Dio, affermando che non è possibile per nessun uomo vederlo faccia a faccia in questa vita: non riuscirebbe a sopportare il peso della visione. I nostri occhi sono troppo limitati e deboli per non essere abbagliati dalla sua presenza "altra", rispetto a noi.
Allo stesso modo però ci viene detto che:
- Dio è bene, vita, grazia, fedeltà: a Lui non appartiene tutto ciò che è male. Chi cerca senza sosta il bene lo trova.
- Dio è nel volto di Gesù, uomo che lo ha raccontato: Gesù mostra Dio oggi nel volto di ogni uomo che incontriamo. Chi vive nel dono di sé, nell'amore umano che si dona, trova Dio nel dare e ricevere amore all'umanità.
- Dio è nel mondo interiore di ogni persona: da lì, come Spirito, parla e guida l'uomo, per renderlo capace di distinguere dov'è il miglior bene, per fortificarlo di fronte alla tentazione di pensare solo al proprio piacere, per suggerirgli parole e azioni conformi alla sua volontà.
Ringraziamo il nostro Dio, che ha scelto di farsi trovare da noi, e chiediamo il dono della fedeltà, per camminare felici nella fede che ci è stata elargita generosamente e immeritatamente.

Es 33, 18-23; 34, 5-7a

In quei giorni. Mosè disse al Signore: «Mostrami la tua gloria!». Rispose: «Farò passare davanti a te tutta la mia bontà e proclamerò il mio nome, Signore, davanti a te. A chi vorrò far grazia farò grazia e di chi vorrò aver misericordia avrò misericordia». Soggiunse: «Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo». Aggiunse il Signore: «Ecco un luogo vicino a me. Tu starai sopra la rupe: quando passerà la mia gloria, io ti porrò nella cavità della rupe e ti coprirò con la mano, finché non sarò passato. Poi toglierò la mano e vedrai le mie spalle, ma il mio volto non si può vedere».
Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui, proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, che conserva il suo amore per mille generazioni».

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In allegato le comunicazioni spirituali e organizzative per la settimana che inizia oggi.

Download Comunit__2018-05-27_Trinit_.pdf

Giornate Eucaristiche

La settimana preparata e vissuta vicino a Gesù nell’Eucaristia è stata molto bella, spiritualmente ed umanamente. Abbiamo pregato molto bene insieme, da lunedì sera a ieri sera. Grazie moltissimo a chi ha donato tempo e forze: chi ha fatto pregare i bambini, chi li ha coinvolti insieme alle famiglie, chi presto al mattino li ha accolti per la colazione e li ha accompagnati a scuola, chi ha partecipato al mattino, alla S. Messa e all’Adorazione, chi è venuto alla sera al S. Rosario e all’Adorazione, chi ha animato le celebrazioni con la presenza e l’animazione liturgica. Grazie alle famiglie che hanno modificato le loro abitudini di vita per portare i loro figli a pregare Gesù. Siamo una bella comunità. Grazie molte. Buona giornata.

Il Vangelo di oggi, S. Filippo Neri

Il Battesimo trasforma chi lo accoglie in discepolo: infonde in chi decide di seguire Gesù lo Spirito che fa capire chi è e quale umanità nuova ci dona.

VANGELO (Mt 28, 16-20)

In quel tempo. Gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Il Vangelo di oggi, Pentecoste

Lo Spirito Santo, l’Avvocato (Paraclito) che il Padre dona per fare verità e vivere il verità, è sempre con noi. Noi lo incontriamo se conosciamo sempre meglio Gesù e viviamo uniti a Lui

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi».

Don Giuseppe

Il funerale di don Giuseppe sarà domani mattina, lunedì 21 maggio, alle 9,30, nella sua chiesa, alla parrocchia del Redentore.
Preghiamo con lui. Buona domenica

La Parola del 17 maggio

Le ferite del cuore umano lo rendono incline all’odio, soprattutto nelle situazioni difficili da accettare o da superare e chi annuncia un amore che vince l’odio, talvolta, suo malgrado, è bersaglio di questo risentimento. Il modo più efficace per aiutare a risolvere il risentimento è far conoscere nella concretezza l’amore di Dio, attraverso comprensione e misericordia.

VANGELO (Gv 15, 18-21)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».

La Parola del 18 maggio

Lo Spirito, dice Paolo, “viene in aiuto alla nostra debolezza”: ci difende, come un avvocato del bene quando il nostro cuore dimentica di essere stato amato. In questo modo ci ricorda di essere figli amati, come Gesù, e traduce per noi oggi la sua testimonianza.

VANGELO (Gv 16, 5-11)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato»