Dal Monastero di Bose

Gesù, troppo umano
Mc 6,1-6

Gesù era troppo umano, e per questo “si scandalizzavano di lui”, cioè sentivano proprio in quello che vedevano, in quella sua umanità così quotidiana, un ostacolo a mettere fiducia in lui e nella sua parola.

https://www.monasterodibose.it/preghiera/vangelo/12442-gesu-umano

Settima dopo Pentecoste: Dio ha vinto il mondo con l’amore di Gesù.

Non c’è cammino di fede, crescita in età e sapienza, che non si scontri con fatiche e tribolazioni. Gesù, alla vigilia del suo arresto, annuncia ai discepoli che ha vinto il mondo, che il Padre rivelerà in Lui che l’amore che si dona è più forte di ogni cattiveria umana e di ogni tentazione che porta a deviare. Il vero coraggio della fede è non smettere di credere vero questo.

Gv 16,33-17,3

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».
Così parlò Gesù. Poi, alzàti gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo»

NUOVO FOGLIO DELLA COMUNITA'

Settimana ordinaria, con Dio presente ogni giorno nella nostra vita.
In allegato un articolo spirituale per non fuggire dalla tentazione, ma vincerla con l'aiuto della Grazia del Signore.

Download Comunit__2018-07-08_VII_Pentecoste.pdf

Servire senza gareggiare

I discepoli del Signore sono uomini come tutti e desiderano riconoscenza, prestigio, successo. Essi, però, sanno che la via che soddisfa i propri giusti desideri umani non è quella della gara, ma quella del mettersi ai piedi dell’altro, amandolo e servendo la sua gioia.

VANGELO (Lc 22, 24-30a)

In quel tempo. Nacque tra gli apostoli una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno»

S. Maria Goretti: riconoscersi capaci di amare.

Trovare la vita per scoprire in essa la gioia equivale a riconoscersi capaci di amare senza riserva, senza pensare a che cosa avremo in cambio o a che cosa ci perdiamo.

VANGELO (Lc 9, 23-27)

In quel tempo. Il Signore Gesù, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso? Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell’uomo quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi. In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto il regno di Dio».

Sesta dopo Pentecoste: Dio è con noi.

La Parola di Dio oggi (e sempre) è per noi una buona notizia: il nostro Dio è il Dio presente e operante, è con noi: sa di che cosa abbiamo bisogno e conosce il nostro cuore spesso pesante e stanco. Ci ha mandato Gesù, mite e umile di cuore e in questi atteggiamenti ci indica la via della serenità e della pace. Il mite è colui che, appoggiandosi con fiducia alla forza dell’amore, prova ad amare in ogni situazione, anche la più avversa. L’umile di cuore è chi, consapevole dei propri limiti, sa che il Signore non mancherà mai di tenerlo per mano e di custodire il suo nome e la sua vita nei cieli e per questo si affida volentieri a lui. “Venite a me quando siete stanchi e oppressi e sarete felici e riposati”, dice il Signore.

Mt 11, 27-30.

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero»

2 luglio: Dio fa nuova ogni persona

Nei momenti di difficoltà l’istinto porta l’uomo ad allontanare la presenza di Dio dalla propria vita, per paura di perderci ancora, come i Geraseni. Chi invece non sta lontano dal Signore, è talmente rinnovato dal suo amore, che non ha più paura di niente, come l’indemoniato guarito.

VANGELO (Lc 8, 34-39)

In quel tempo. Quando videro ciò che era accaduto, i mandriani fuggirono e portarono la notizia nella città e nelle campagne. La gente uscì per vedere l’accaduto e, quando arrivarono dal Signore Gesù, trovarono l’uomo dal quale erano usciti i demòni, vestito e sano di mente, che sedeva ai piedi di Gesù, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto riferirono come l’indemoniato era stato salvato. Allora tutta la popolazione del territorio dei Gerasèni gli chiese che si allontanasse da loro, perché avevano molta paura. Egli, salito su una barca, tornò indietro. L’uomo dal quale erano usciti i demòni gli chiese di restare con lui, ma egli lo congedò dicendo: «Torna a casa tua e racconta quello che Dio ha fatto per te». E quello se ne andò, proclamando per tutta la città quello che Gesù aveva fatto per lui.

3 luglio: chi crede abbraccia la vita

Che cosa vede Tommaso quando ricomincia a credere? Vede che la morte è vinta dall’umanità di Gesù che scommette sull’amore, dal Dio dell’amore che in Gesù gli mostra la via della vita vera.

VANGELO (Gv 20, 24-29)

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

4 luglio: amare è condividere

La carità è come una catena di distribuzione: ciò che si riceve si dà e, dopo aver dato, si tendono le mani per ricevere di nuovo e di nuovo condividere. Il miracolo della carità condivisa moltiplica i beni a nostra disposizione.

VANGELO (Lc 9, 10-17)

In quel tempo. Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono al Signore Gesù tutto quello che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò in disparte, verso una città chiamata Betsàida. Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste

5 luglio: nella preghiera il coraggio

La preghiera per Gesù era il luogo dell’intimità con il Padre, nel quale ritrovava la verità della sua missione. Il frutto della preghiera era sempre qualcosa di speciale: una decisione nuova, una parola chiarificatrice, un miracolo che rivelava l’amore del Padre. Chi prega trova sempre la strada del Vangelo della vita.

VANGELO (Lc 9, 18-22)

Un giorno il Signore Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

Sabato: in attesa del tempo opportuno

Gesù non ha fretta di convertire tutti con i suoi prodigi: gli basta dare se stesso quando è il momento, a chi ne ha bisogno e come la situazione necessita. Lui sa che arriverà il tempo di dare la vita: sa che il Padre gli darà i segni che il tempo è venuto e la forza per affrontare con amore quel momento.

VANGELO (Gv 7, 1-6b)

In quel tempo. Il Signore Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. I suoi fratelli gli dissero: «Parti di qui e va’ nella Giudea, perché anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu compi. Nessuno infatti, se vuole essere riconosciuto pubblicamente, agisce di nascosto. Se fai queste cose, manifesta te stesso al mondo!». Neppure i suoi fratelli infatti credevano in lui. Gesù allora disse loro: «Il mio tempo non è ancora venuto».

SS. Pietro e Paolo: “Ti voglio bene. Seguimi."

Tante volte, anche prima del tradimento, Pietro ha faticato a capire e a seguire Gesù e spesso ha sbagliato a capire chi era e che cosa voleva. Gesù non rinuncia alla speranza di vederlo felice e conferma la sua Parola: “Seguimi”.

VANGELO (Gv 21, 15b-19)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi»

S. Ireneo: nessuno è solo nella tempesta.

Esiste per tutti il momento in cui ci si sente perduti e di fronte ad eventi che mettono a rischio la nostra sopravvivenza. “Non siete soli”, dice Gesù, “se credete che io sono pronto e al vostro fianco a suggerirvi che cosa fare. Al resto penso io”.

VANGELO (Lc 8, 22-25)

In quel tempo. Avvenne che, un giorno, il Signore Gesù salì su una barca con i suoi discepoli e disse loro: «Passiamo all’altra riva del lago». E presero il largo. Ora, mentre navigavano, egli si addormentò. Una tempesta di vento si abbatté sul lago, imbarcavano acqua ed erano in pericolo. Si accostarono a lui e lo svegliarono dicendo: «Maestro, maestro, siamo perduti!». Ed egli, destatosi, minacciò il vento e le acque in tempesta: si calmarono e ci fu bonaccia. Allora disse loro: «Dov’è la vostra fede?». Essi, impauriti e stupiti, dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che comanda anche ai venti e all’acqua, e gli obbediscono?».

S. Arialdo: gli amici di Gesù.

Gli amici di Gesù, i suoi discepoli, hanno in comune la familiarità con lui. Egli vive in comunione con noi quando la sua Parola diventa come il sangue che scorre nelle vene e rigenera ogni giorno il nostro desiderio di vita.

VANGELO (Lc 8, 19-21)

In quel tempo. Andarono dal Signore Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica»

S. Cirillo: la luce davanti agli occhi

Per avere nella vita luce e pace, occorre non nascondere la luce che la vita ci ha donato fino ad oggi. Chi tiene davanti a sé il bene e non lo dimentica, scopre che ciò che di bello ha si moltiplica senza che se ne accorga.

VANGELO (Lc 8, 16-18)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

Alleghiamo le comunicazioni settimanali.

Buona settimana.

Download Comunit__2018-06-24_V_Pentecoste.pdf

Natività di S. Giovanni Battista: gli occhi della fede

La mano del Signore fa sempre meraviglie. Per chi ci crede la vita diventa una meraviglia. La fede dà occhi nuovi per contemplare l’opera di Dio nascosta ad occhi increduli.

VANGELO (Lc 1, 57-68)

In quel tempo. Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Zaccaria, suo padre, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele». perché ha visitato e redento il suo popolo

Domenica: la fede rende nuovi

La chiamata di Abramo ci ricorda che il Signore rende la vita nuova a chi crede, anche se la fede è un salto che richiede fiducia. Credere segna la vita in modo indelebile, aprendo ogni giorno la vita ad una luce nuova, che fa la differenza rispetto alla mentalità del nostro secolo. Chi crede diventa cordiale nell’accogliere ogni uomo come un fratelli, generoso nel dare sempre qualcosa di sé perché l’altro stia bene, intelligente nello smascherare l’ipocrisia di chi parla bene e razzola male.

LETTURA: Gen 17, 1b-16

In quei giorni. / Il Signore apparve ad Abram e gli disse: / «Io sono Dio l’Onnipotente: / cammina davanti a me / e sii integro. / Porrò la mia alleanza tra me e te / e ti renderò molto, molto numeroso». / Subito Abram si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui: / «Quanto a me, ecco, la mia alleanza è con te: / diventerai padre di una moltitudine di nazioni. / Non ti chiamerai più Abram, / ma ti chiamerai Abramo, / perché padre di una moltitudine di nazioni ti renderò.
E ti renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare nazioni e da te usciranno dei re. Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. La terra dove sei forestiero, tutta la terra di Canaan, la darò in possesso per sempre a te e alla tua discendenza dopo di te; sarò il loro Dio».
Disse Dio ad Abramo: «Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione. Questa è la mia alleanza che dovete osservare, alleanza tra me e voi e la tua discendenza dopo di te: sia circonciso tra voi ogni maschio. Vi lascerete circoncidere la carne del vostro prepuzio e ciò sarà il segno dell’alleanza tra me e voi. Quando avrà otto giorni, sarà circonciso tra voi ogni maschio di generazione in generazione, sia quello nato in casa sia quello comprato con denaro da qualunque straniero che non sia della tua stirpe. Deve essere circonciso chi è nato in casa e chi viene comprato con denaro; così la mia alleanza sussisterà nella vostra carne come alleanza perenne. Il maschio non circonciso, di cui cioè non sarà stata circoncisa la carne del prepuzio, sia eliminato dal suo popolo: ha violato la mia alleanza».
Dio aggiunse ad Abramo: «Quanto a Sarài tua moglie, non la chiamerai più Sarài, ma Sara. Io la benedirò e anche da lei ti darò un figlio; la benedirò e diventerà nazioni, e re di popoli nasceranno da lei».

La Parola di oggi

Profeta è chi si impegna a fare della propria vita un messaggio continuo dell’amore di Dio, della forza dell’amore di Dio, che fa spazio al bene là dove pochi lo riconoscono. Gesù esorta i discepoli del Battista, che dalla prigione chiede luce su chi è il Messia, a raccontare quanto bene c’è nelle Parole e nelle opere di Gesù e quanto bene fanno.

VANGELO (Lc 7, 24b-35)

In quel tempo. Il Signore Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re. Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via. Io vi dico: fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui. Tutto il popolo che lo ascoltava, e anche i pubblicani, ricevendo il battesimo di Giovanni, hanno riconosciuto che Dio è giusto. Ma i farisei e i dottori della Legge, non facendosi battezzare da lui, hanno reso vano il disegno di Dio su di loro. A chi dunque posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile ai bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli»

La Parola di oggi

Capisce che Dio c’è ed è all’opera chi, ascoltando e comprendendo nel profondo la sua Parola, vede la luce oltre la notte e scorge in ogni fatto della sua giornata una mano invisibile ed efficace che sostiene fatica e tristezza, soprattutto quando sembrano presenti in abbondanza.

VANGELO (Lc 7, 18-23)

In quel tempo. Giovanni fu informato dai suoi discepoli di tutte queste cose. Chiamati quindi due di loro, Giovanni li mandò a dire al Signore Gesù: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

La Parola di oggi

“Alzati”, “Risorgi”: è la Parola efficace che accompagna ogni miracolo di Gesù. Gesù fa risorgere incoraggiando, perché anche il nostro incoraggiamento, condiviso con generosità, diventi forza di vita per chi il Signore manda sul nostro cammino e la sua Parola, attraverso la nostra povertà, sia presenza efficace di vita.

VANGELO (Lc 7, 11-17)

In quel tempo. Il Signore Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante

La Parola di oggi.

L’uomo che alza la voce e minaccia, dice Gesù, è limitato come noi e come gli altri esseri umani e si nasconde dietro la violenza per affermare se stesso. Di lui non bisogna aver paura. Occorre invece fare attenzione a chi solletica il nostro egoismo per metterci contro tutto e tutti, seminando falsità in noi e attorno a noi.

VANGELO (Lc 12, 1b-8)

In quel tempo. Il Signore Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri! Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio».

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

Quarta domenica dopo Pentecoste

In evidenza:

- grazie per l'accoglienza dai preti 1993
- mercoledì formazione Caritas
- giovedì consiglio pastorale
- festa dei popoli 24/6
- dall'1/7 al 30/9 sospesa la S. Messa delle 18.30 alla domenica a S. Paolo

Download Comunit__2018-06-17_IV_Pentecoste.pdf

La Parola di oggi

È cieco, dice Gesù, chi si lascia accecare dai giudizi sommari, dall’orgoglio di sapere sempre ciò che è giusto, dal pensare che i frutti della sua vita sono sempre buoni, perché “nonostante tutto”, siamo buoni e “senza peccato” (o quasi). Nessun cieco può condurre altri, cadranno tutti e due.

VANGELO (Lc 6, 39-45)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, ne vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».

La Parola della domenica.

Per incontrare Dio nel suo Regno, occorre una scelta: partecipare alle nozze del Figlio implica prendere sul serio la sua testimonianza, rivestendoci della sua umanità. Così la nostra vita in Lui sarà come una festa. Buona domenica.

Mt 22, 1-14.

In quel tempo. Il Signore Gesù riprese a parlare loro con parabole e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».