Non conformarsi al secolo

S. Paolo ammonisce i suoi fratelli – e anche il credente di ogni tempo – a non spegnere la grazia di Dio che rende autentica la scelta di fede in Gesù. Irrobustisce il cuore a rifiutare tutto ciò che allontana dalla giustizia, dal rispetto per ogni persona, da un uso onesto e condiviso del denaro, da un’umanità ricca e felice di donare se stessa con generosità. Chi ama Gesù sceglie con coraggio di essere differente nel bene ed è felice del dono ricevuto di un’umanità sempre nuova.

EPISTOLA (2 Cor 6, 14-7,1)

Fratelli, non lasciatevi legare al giogo estraneo dei non credenti. Quale rapporto infatti può esservi fra giustizia e iniquità, o quale comunione fra luce e tenebre? Quale intesa fra Cristo e Bèliar, o quale collaborazione fra credente e non credente? Quale accordo fra tempio di Dio e idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto:
«Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò / e sarò il loro Dio, / ed essi saranno il mio popolo. / Perciò uscite di mezzo a loro / e separatevi, dice il Signore, / non toccate nulla d’impuro. / E io vi accoglierò / e sarò per voi un padre / e voi sarete per me figli e figlie, / dice il Signore onnipotente».
In possesso dunque di queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello spirito, portando a compimento la santificazione, nel timore di Dio.

27 luglio: dalla parte del più forte di tutti

Mettersi dalla parte di Dio, del più forte che vince il forte (il male), è non stancarsi di combattere quando il cuore diventa incline alla pigrizia, al pessimismo, all’ira, alla fuga dalla realtà, al piacere fine a se stesso, che usa gli altri e non pensa che a se stesso. Dio lotta con noi e vince per noi.

VANGELO (Lc 11, 21-26)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde. Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima»

28 luglio: la pazienza del più forte di tutti

Un altro vizio che rovina l’esistenza è la presunzione, che smette di credere e di fidarsi di Dio, che sa cambiare il cuore di ogni uomo con la sua pazienza. Vince la presunzione la coscienza del proprio limite, che sempre ha bisogno di aiuto e di crescita.

VANGELO (Mt 13, 54-58)

In quel tempo. Venuto nella sua patria, il Signore Gesù insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi

Il dito buono di Dio e le nostre piccolezze

Quando è l’invidia a comandare le parole e la paura a guidare i pensieri, ecco che la divisione prende piede dentro e fuori di noi e diventiamo incapaci di cogliere i segni del Regno sulla nostra strada. Se invece non ci stanchiamo di cercare ciò che unisce la nostra persona a Dio e agli altri, l’amore del Signore educa la nostra mente a riconoscere il miracolo del suo amore, soprattutto là dove si soffre.

VANGELO (Lc 11, 14-20)

In quel tempo. Il Signore Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio».

S. Giacomo: umili e miti, liberi e forti

Gli apostoli al servizio del Vangelo non dominano e con la forza dell’umiltà testimoniano la buona notizia dell’amore di Dio per ogni uomo. “Manda operai nella tua messe”, uomini umili e miti, apostoli liberi e forti.

VANGELO (Mt 20, 20-28)

In quel tempo. Si avvicinò al Signore Gesù la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

La preghiera degli amici.

Se noi abbiamo bisogno del Signore come del pane, perché la nostra umanità non diventi arrabbiata e delusa, occorre non smettere di chiedere luce e fede al Signore Gesù e lui, che ci ha chiamato amici, non mancherà di darci tutto ciò di cui abbiamo bisogno.

VANGELO (Lc 11, 5-8)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto a me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono».

S. Brigida: un pizzico di sale e un fascio di luce

La luce rischiara il cammino quando, illuminando gli occhi, li aiuta a riflettere sulla strada il suo fascio. Il sale dà sapore, quando, gettato in un punto, riesce ad espandersi dappertutto. Così la vita è cristiana quando la Parola di Gesù fa luce e si espande in tutta la nostra persona.

VANGELO (Mt 5, 13-16)

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

NUOVO FOGLIO DELLA COMUNITA'

Stasera alle 18.30 S. Messa alla Ponzella

Domani ultima settimana di Estatebimbi con festa giovedì.

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Liberi e viventi

Mc 8, 34-38.

Mc 8, 34-38.

Gesù per primo è stato catalogato tra i folli e dai suoi stessi parenti è stato considerato fuori di sé per quello che faceva. Vivere l’amore esagerato del Vangelo regala spesso la Croce. Chi la porta, sostenuto dalla fiducia in Gesù, trova la vita: diventa libero, sereno nel cuore e forte nell’amare sino alla fine, proprio come il Figlio dell’uomo.

In quel tempo. Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, il Signore Gesù disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».

Chi discerne riconosce Gesù.

Fare discernimento, distinguere il bene dal meglio e la superficialità della vita dalla sua autenticità, è in sintesi riconoscere dove Gesù è vicino a noi e dove noi ci stiamo allontanando da Lui. Più teniamo Dio vicino, più capiamo la strada giusta della nostra vita, soprattutto quando è più nascosta.

VANGELO (Mt 24, 27-33)

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Dovunque sia il cadavere, lì si raduneranno gli avvoltoi. Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte. Allora comparirà in cielo il segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi angeli, con una grande tromba, ed essi raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all’altro dei cieli. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte».

Accorgersi senza essere curiosi

“Guardare” non è “vedere”. Guarda chi è curioso e non si lascia provocare da chi incrocia con lo sguardo. Vede chi si accorge dell’altro come un essere umano che rivela la volontà di Dio in quel momento, chi si ferma senza “passare oltre”. La misericordia e la carità iniziano quando educhiamo i nostri sguardi a vedere senza curiosare.

VANGELO (Lc 10, 25-37)

In quel tempo. Un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova il Signore Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Dimorare in Gesù stando ai suoi piedi

La responsabilità del servizio, soprattutto quando ci è chiesto il dovere dell’accoglienza, espone sempre all’affanno. Il Signore però ci regala la possibilità di vincere l’affanno nel momento in cui ci si libera il cuore dal timore di non farcela. Per questo ci dice di sedersi ai suoi piedi, fermarci e contemplare la sua Parola, per vincere l’affanno e trovare in Lui la parte migliore della vita.

VANGELO (Lc 10, 38-42)

In quel tempo. Mentre erano in cammino, il Signore Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

La memoria che rende felici

La vera gioia, dice Gesù ai suoi discepoli in preda all’euforia del successo, nasce dalla memoria che Dio ci custodisce, poiché da sempre ha scritto i nostri nomi nella sua memoria celeste. Quella memoria, che rinnoviamo nell’Eucaristia, è la forza e la luce di ogni cammino di fede.

VANGELO (Lc 10, 17-24)

In quel tempo. I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».

S. Marcellina: il pericolo dell’orecchio duro

Rimproverando la Galilea, Gesù ricorda ai discepoli il pericolo che allontana dalla strada del Signore: non la fatica a credere, ma la superficialità nell’ascoltare, nell’accogliere, nel ritenere significativa la Parola che Gesù ci rivolge.

VANGELO (Lc 10, 13-16)

In quel tempo. Il Signore Gesù parlava ai settantadue discepoli e disse: «Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato»

B. V. Maria del Carmelo: scegliere nella libertà

Il Regno, la gioia della presenza di Dio nel quotidiano, si sente vicino quando è la libertà la protagonista della nostra scelte: la libertà di stare con Gesù per permettergli di guidare le nostre parole e le nostre azioni.

VANGELO (Lc 10, 8-12)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai settantadue discepoli: «Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».

Che cosa vuoi che io faccia per te?

E’ questa la domanda centrale del brano di oggi e di quello successivo (il cieco Bartimeo guarito). Dio si offre alla nostra volontà per darci il meglio. Spesso ci capita di dimenticarci del bene che Dio ci offre e chiediamo fama e successo. Chi serve, dice Gesù, si educa all’amore e impara a chiedere ogni giorno di imparare meglio ad amare.

VANGELO: Mc 10, 35-45

In quel tempo. Si avvicinarono al Signore Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

DON SIMONE A FAGNANO OLONA DAL 1 SETTEMBRE

In allegato la lettera del vicario episcopale e il nuovo foglio della Comunità.

Lunedì inizia estatebimbi alla Scuola Materna
Domenica prossima (S. Maria Maddalena) alle 18.30 S. Messa alla Ponzella

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Il dono del perdono già ricevuto

Gesù si abbassa di fronte alla peccatrice, per insegnare che il perdono è autentico quando entra nel cuore di chi sbaglia, senza fermarsi al giudizio facile e immediato, che non si guarda dentro e dimentica di essere sempre e comunque per grazia di Dio un peccatore perdonato.

VANGELO (Gv 8, 1-11)

In quel tempo. Il Signore Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Pastori e agnelli

Pregare per le vocazioni sacerdotali è chiedere che ci siano preti che scelgano di rimanere agnelli quando sono circondati da lupi, che cerchino la pace coltivando la fraternità con tutti, che abbiano in mente la vita secondo il Vangelo come scopo primario della loro esistenza. È chiedere al Signore la santità della vita dei sacerdoti, che sia evangelicamente santa anche quando il cuore è ferito.

VANGELO (Lc 10, 1b-7a)

In quel tempo. Il Signore Gesù designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa».

SS. Nabore e Felice: concentrarsi, fare luce e scegliere

La sequela di Gesù non è né facile entusiasmo, né ricerca del tornaconto, né prendere una strada e nel frattempo pensarne un’altra. Seguire è scegliere di percorrere quella strada, perché su quella c’è salvezza e vita, anche quando la salita sembra impossibile da affrontare.

VANGELO (Lc 9, 57-62)

In quel tempo. Mentre camminavano per la strada, un tale disse al Signore Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che metta mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

Preghiera

Ha lasciato i suoi cari il papà di Alessia, catechista di terza elementare.
La S. Messa e il funerale saranno venerdì 13 luglio alle 10.30 a S. Giovanni.
Preghiamo per lui e per chi soffre.

S. Benedetto: il frutto della fedeltà

“Rimanere” è una delle più grandi sfide della vita. Chi rimane in Gesù tutti i giorni, soprattutto quando alla luce sembra sostituirsi solo buio, vedrà presto che la sua vita porterà frutto. Il Signore, attraverso la sua fedeltà, renderà evangelicamente fecondo ciò che compie.

VANGELO (Gv 15, 1-8)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Preghiera

Preghiamo per Luigi, papà di Mirna. Ha lasciato in poco tempo i suoi cari.
Domani, 11 luglio, alle 20,30 a S. Giovanni, pregheremo con il S. Rosario.
Giovedì 12 luglio alle 10,30 a S. Giovanni celebreremo la S. Messa del funerale.

Diventare grandi come i bambini

I bambini mostrano agli adulti come essere, diventare e rimanere grandi. Essi si consegnano con fiducia a chi si prende cura di loro, dimenticando le loro debolezze e credendo che l’amore ne è più forte. Stare coi bambini fa diventare grandi, perché guarisce negli adulti ogni delirio di onnipotenza, che rende meschini.

VANGELO (Lc 9, 46-50)

In quel tempo. Nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora il Signore Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi»

La fede debole se troppo interessata

L’incredulità si manifesta nel cuore dei discepoli quando legano a doppio filo la fede con l’interesse personale e l’effetto speciale del miracolo. La fede cresce e si fortifica quando ama nel tempo della Croce e fedelmente si affida al Signore quando l’esistenza sorride di meno.

VANGELO (Lc 9, 37-45)

In quel tempo. Quando furono discesi dal monte, una grande folla venne incontro al Signore Gesù. A un tratto, dalla folla un uomo si mise a gridare: «Maestro, ti prego, volgi lo sguardo a mio figlio, perché è l’unico che ho! Ecco, uno spirito lo afferra e improvvisamente si mette a gridare, lo scuote, provocandogli bava alla bocca, se ne allontana a stento e lo lascia sfinito. Ho pregato i tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa, fino a quando sarò con voi e vi sopporterò? Conduci qui tuo figlio». Mentre questi si avvicinava, il demonio lo gettò a terra scuotendolo con convulsioni. Gesù minacciò lo spirito impuro, guarì il fanciullo e lo consegnò a suo padre. E tutti restavano stupiti di fronte alla grandezza di Dio. Mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento