Gesù Crocifisso con chi soffre

Chi crede che nella sofferenza si può rinnovare la scelta di amare, chi in Gesù Crocifisso riconosce che l’uomo, da Dio, riceve la forza di un amore più forte della morte, tiene viva la speranza nella vita eterna e costruisce il Paradiso già oggi, mentre sta con amore vicino a chi soffre.

VANGELO (Gv 3, 13-17)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

Ringraziamento è felicità

L’espressione più autentica e genuina della vita di fede è l’attitudine a ringraziare, a tornare sui passi compiuti nella vita di ogni giorno, per dire al Signore “Grazie”. La fede che loda e ringrazia rende la vita più leggera e piena di speranza, per noi e per tutti.

VANGELO (Lc 17, 11-19)

In quel tempo. Lungo il cammino verso Gerusalemme, il Signore Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

Servire e amare come Maria

Maria, la serva del Signore, indica la strada ai discepoli e li invita a vivere il servizio, che ci è chiesto come il pane quotidiano, come il linguaggio più semplice, profondo ed efficace, per dire a chi ci sta vicino: “Ti voglio bene”.

VANGELO (Lc 17, 7-10)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Perdonare è far vivere

Il perdono dato in modo perfetto e continuo (sette volte e tutti i giorni) è un seme di vita, una mano tesa a chi sbaglia e si sente fallito e imperdonabile. È il seme della vita risorta che Dio ci ha rivelato in Gesù, da offrire senza sosta ad ogni occasione.

VANGELO (Lc 17, 3b-6)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai». Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».

Proteggere i cammini di fede

L’uomo è debole e fallibile e il peccato per lui è inevitabile. Ogni peccato che ostacola il cammino di fede e la serenità dei deboli, dei piccoli e dei semplici, è un peccato grave, che rovina la vita di chi lo fa e lo causa.

VANGELO (Lc 17, 1-3a)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!»

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

E' la settimana verso la festa di fondazione della parrocchia.

Da lunedì a venerdì torneo Gavinelli a S. Paolo con i giovani

Mercoledì ore 21 a S. Paolo incontro Caritas
Venerdì alle 18.30 a S. Paolo preghiera con i bambini
Sabato ore 17.30 a S. Giovanni venticinquesimo di don Claudio Stramazzo
Domenica ore 11.30 A S. PAOLO (NON S. GIOVANNI) S. Messa nel quarantottesimo anniversario dalla fondazione della parrocchia
Domenica ore 18.00 a S. Paolo sfilata dei ragazzi dei rioni e QUARANTADUESIMO PALIO DEGLI ASINI

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Di custodia in custodia

Maria, custodita dalla premura di Giuseppe, è immagine della comunità cristiana, custodita da Dio per essere segno e specchio fedele del suo amore che previene, guida e protegge.

VANGELO (Mt 1, 18-23)

18Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». 22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi.

Consumare o condividere?

La differenza tra stoltezza e sapienza sta nel concepire la vita o come una grande consumazione da godere, o come un dono da condividere, perché nessuno sia bisognoso.

VANGELO (Lc 16, 19-31)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

La fedeltà che si ricorda

Ciò che il Signore ha insegnato a ciascuno e agli uomini insieme è un tesoro prezioso per le scelte della vita futura. Custodire la memoria rende fedeli e capaci di amare senza sosta, anche nella fatica.

VANGELO (Lc 16, 16-18)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «La Legge e i Profeti fino a Giovanni: da allora in poi viene annunciato il regno di Dio e ognuno si sforza di entrarvi. È più facile che passino il cielo e la terra, anziché cada un solo trattino della Legge. Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio»

Consiglio Pastorale

L’incontro del consiglio pastorale di stasera è posticipato di 15 minuti.
Sarà alle 21.15 in salone a S. Paolo

Preghiamo con Libero

Come in molti sanno, Libero è vicino a Gesù. Stasera ci sarà il S. Rosario alle 20.30 a Canegrate, via Magenta 44 (vicino al Gigante). Sabato 8 settembre alle 10.30 ci sarà il funerale a S. Giovanni, preceduto dal S. Rosario alle 10.00. Rimaniamo uniti nella preghiera.

La furbizia generosa

La furbizia buona e vera si acquisisce di pari passo con la libertà dalla ricerca esclusiva del proprio piacere, del potere del denaro e dell’illusione di conquistare subito ciò che si desidera. Il discepolo, più sta con Gesù, più libera il cuore.

VANGELO (Lc 16, 9-15)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza». I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole»

La prudenza nel bene

Chi ha ricevuto in dono la vita ha avuto anche il compito di amministrarla al meglio. La prudenza evangelica sa pensare e attendere prima di decidere, sa trovare nella preghiera come rendere la propria vita una costante buona notizia per gli altri.

VANGELO (Lc 16, 1-8)

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».

La gioia moltiplicata

La gioia di ritrovare è come una risurrezione. Diventa una nuova Pasqua quando si trasforma in gioia condivisa e moltiplicata.

VANGELO (Lc 15, 8-10)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

CONTEMPLARE DIO ALL'OPERA E LASCIARGLI IL PASSO

Il Battista, il Precursore, è fedele nel preparare la via a Gesù, il Messia, perché è viva da sempre dentro di lui la contemplazione dell’opera di Dio, il pensiero che Dio, con la sua presenza, stimola l’uomo a guidare la storia perché la sua volontà d’amore sia fatta. Giovanni è cosciente dello scopo della sua missione e che sarebbe finita per fare spazio al Figlio di Dio.

GV 3, 25-36.

In quel tempo. Nacque una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire».
Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

Alleghiamo informatore e volantino della festa di fine estate dell'Azione Cattolica diocesana, che sarà domenica prossima a S. Paolo.

In settimana i primi incontri di avvio dell'anno pastorale.

Annunciamo che il successore di don Simone sarà un giovane che diventerà diacono il 29 settembre e prete il prossimo giugno 2019. Sapremo chi sarà sabato 6 ottobre. Abiterà nella parrocchia dei Santi Martiri e si occuperà dei giovani delle parrocchie dell'Oltrestazione. In quest'anno pastorale sarà presente dal sabato al martedì nelle nostre tre parrocchie, salvo impegni con il seminario. Preghiamo fin d'ora perché possa ricevere buona accoglienza e possa crescere tra noi come uomo e pastore secondo il cuore del Signore.

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L’amore ospita il prossimo

Il segno che l’uomo è abitato dall’amore, dal vero amore che viene da Dio, è la sua capacità di fare della sua vita una dimora. Chi ama fa spazio al Signore, perché con il suo amore riempia le sue decisioni; fa spazio agli altri, perché nella familiarità con tutti vive la sua gioia.

VANGELO (Gv 14, 21-24)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato»

Farsi da parte per Gesù

Un maestro capace di condurre a Gesù, di farsi da parte, lasciando che gli altri crescano senza di lui, ma seguendo il vero Maestro: questo è il Battista.

VANGELO (Gv 1, 35-42)

In quel tempo. Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo sul Signore Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

Evangelizzare come i piccoli

Un piccolo, che con le sue scelte trasparenti e miti, ha parlato di Dio e ha seminato il suo Regno, anche nella persecuzione: questo è il Battista.

VANGELO (Mc 11, 7b. 11-15)

In quel tempo. Il Signore Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!»

Il coraggio che si dona

Un testimone coraggioso della verità, che smaschera le furbizie umane, tanto coraggioso da perdere la vita per amore, come Gesù: questo è il Battista.

VANGELO (Mc 6, 17-29)

In quel tempo. Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro

Affidarsi alla forza del bene

Un profeta capace di vedere la forza del bene che vince il male: questo è il Battista.

VANGELO (Lc 3, 15-18)

In quel tempo. Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo

Senza orgoglio e avidità

Un uomo libero dall’orgoglio di essere il primo e dall’ingordigia dell’avere: questo è il Battista.

VANGELO (Mc 1, 4-8)

In quel tempo. Vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo»

Perdere il corpo: guadagnare l’anima

La fedeltà al Vangelo passa dal coltivare la freschezza dell’anima. Chi si affida a Dio che custodisce, semina unità quando gli altri si allontanano, per amore dona se stesso dove si presenta l’occasione, si impegna ad accogliere gli altri per quello che sono, forse rischia la persecuzione anche del corpo, ma è forte nell’anima. Il Vangelo, buona notizia per ogni vita, è la sua forza.

MT 10, 38-42

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.
Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.
Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

Amare il prossimo più di se stessi.

Chi ama non è mai lontano dal Regno di Dio, solo se ama gli altri attorno a sé prima di se stesso. Ama tutti prima di sé, perché Gesù lo faceva testimoniandoci l’amore di Dio Padre.

VANGELO (Mc 12, 28-34)

In quel tempo. Si avvicinò al Signore Gesù uno degli scribi che gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo

La verità sul volto

“Ecco un uomo senza falsità”. Il complimento fatto a Natanaele è la carta d’identità del discepolo, che lo distingue dai falsi profeti: una vita senza falsità.

VANGELO (Gv 1, 45-51)

In quel tempo. Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Il Signore Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo»