Ha dato la vita per amore

L’unica richiesta di obbedienza da parte di Gesù è imitare il suo amore, la sua obbedienza totale a Dio Padre, che lo ha mandato per raccontare il suo amore. Basta tentare di amare come Gesù per osservare tutti e dieci i comandamenti.

VANGELO (Giovanni 15, 12-17)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri»

Chi conosce Gesù vede il Padre

Si loda il Signore quando, stando con Lui, si contempla la sua opera di bene, si riposa dalla stanchezza spirituale, si conosce il Figlio e si tenta sempre di vivere del suo amore.

VANGELO (MATTEO 11, 25-30)

In quel tempo il Signore Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero»

Non simulare è già convertirsi

La vigilanza che il Signore raccomanda ai suoi discepoli è centrata soprattutto nell’evitare e nel riconoscere in anticipo l’ipocrisia. Fare finta di credere è peggio che non credere: simulare di essere giusti è più grave che essere peccatori, perché chi riconosce i suoi errori desidera la conversione.

VANGELO (Luca 20, 45-47)

In quel tempo. Mentre tutto il popolo ascoltava, il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dagli scribi, che vogliono passeggiare in lunghe vesti e si compiacciono di essere salutati nelle piazze, di avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti; divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».

La logica gratuita del Regno

La logica del Regno è al di là degli interessi umani e si capisce solo se si sceglie di rinunciare a se stessi, anche a trovare la scappatoia che prova a tenere insieme ciò che ci aggrada e ciò che è secondo la volontà di Dio.

VANGELO (Luca 20, 27-40)

In quel tempo. Si avvicinarono al Signore Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

Cuore libero e buon esempio

Ciò che è lecito o meno, insegna Gesù, non viene innanzitutto dall’osservanza della legge, ma da quanto la legge è osservata con cuore libero. Se il cuore non cammina verso la libertà, l’osservanza della legge diventa una coperta per i propri giochini più o meno sporchi.

VANGELO (LUCA 20, 20-26)

In quel tempo. Gli scribi e i capi dei sacerdoti si misero a spiare il Signore Gesù e mandarono informatori, che si fingessero persone giuste, per coglierlo in fallo nel parlare e poi consegnarlo all’autorità e al potere del governatore. Costoro lo interrogarono: «Maestro, sappiamo che parli e insegni con rettitudine e non guardi in faccia a nessuno, ma insegni qual è la via di Dio secondo verità. È lecito, o no, che noi paghiamo la tassa a Cesare?». Rendendosi conto della loro malizia, disse: «Mostratemi un denaro: di chi porta l’immagine e l’iscrizione?». Risposero: «Di Cesare». Ed egli disse: «Rendete dunque quello che è di Cesare a Cesare e quello che è di Dio a Dio». Così non riuscirono a coglierlo in fallo nelle sue parole di fronte al popolo e, meravigliati della sua risposta, tacquero.

Preghiamo per Vittorio

Preghiamo per Vittorio, zio di Rosanna del coro. Ha lavorato e vissuto nel nostro ambiente e gli siamo grati.
Il funerale sarà domani 2 ottobre, alle 14.00 a S. Paolo.

Scendere in profondità

“Non sia mai” è la frase più frequente sulla bocca di chi giudica le azioni altrui senza guardare a fondo le proprie. Gesù con la sua Parola sempre ci invita a scendere in profondità, per risorgere dai nostri giudizi sommari.

VANGELO (Luca 20, 9-19)

In quel tempo. Il Signore Gesù prese a dire al popolo questa parabola: «Un uomo piantò una vigna, la diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano per molto tempo. Al momento opportuno, mandò un servo dai contadini perché gli dessero la sua parte del raccolto della vigna. Ma i contadini lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò un altro servo, ma essi bastonarono anche questo, lo insultarono e lo mandarono via a mani vuote. Ne mandò ancora un terzo, ma anche questo lo ferirono e lo cacciarono via. Disse allora il padrone della vigna: “Che cosa devo fare? Manderò mio figlio, l’amato, forse avranno rispetto per lui!”. Ma i contadini, appena lo videro, fecero tra loro questo ragionamento: “Costui è l’erede. Uccidiamolo e così l’eredità sarà nostra!”. Lo cacciarono fuori della vigna e lo uccisero. Che cosa farà dunque a costoro il padrone della vigna? Verrà, farà morire quei contadini e darà la vigna ad altri». Udito questo, dissero: «Non sia mai!». Allora egli fissò lo sguardo su di loro e disse: «Che cosa significa dunque questa parola della Scrittura: / “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo?”. / Chiunque cadrà su quella pietra si sfracellerà e colui sul quale essa cadrà verrà stritolato». In quel momento gli scribi e i capi dei sacerdoti cercarono di mettergli le mani addosso, ma ebbero paura del popolo. Avevano capito infatti che quella parabola l’aveva detta per loro.

Amore ricevuto da condividere

L’unico debito che condividiamo è quello dell’essere stati amati gratuitamente dai nostri genitori, dai nostri pochi e veri amici, da chi ci ha scelto per la vita, da chi ci stima per quello che siamo, da Dio, che chiamandoci alla vita e alla fede, ci offre ogni giorno la possibilità di amare gratuitamente per avere in cambio gioia piena e libertà matura.

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 13, 8-14a

Fratelli, non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge. Infatti: «Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai», e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità.
E questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo

ACCOGLIENZA DEL NUOVO DON

In allegato i momenti di accoglienza e di prima conoscenza del nuovo don, che verrà nominato sabato prossimo per la pastorale giovanile dell'Oltrestazione.

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In allegato gli avvisi della settimana.

In evidenza:
- mons. Agnesi presente in parrocchia martedì con i Cresimandi e i loro genitori, padrini e madrine.
- da giovedì ogni primo giovedì del mese ci sarà tempo per l'Adorazione personale a S. Paolo al mattino prima della S. Messa e alla sera dopo cena.
- sabato sapremo chi sarà il nuovo don per i nostri giovani. Sarà ai SS. Martiri sabato con i giovani per la S. Messa prefestiva e da noi predicherà domenica prossima alla S. Messa delle 10.00.
- domenica prossima alle 11.30 e alle 16.00 S. Messa e S. Cresima amministrata dal vescovo mons. Franco Agnesi
- lunedì 8/10 alle 21.00 inizieranno gli incontri biblici alla Mater Orphanorum sul libro dell'Apocalisse
- giovedì 11/10 inizierà a S. Erasmo la Scuola della Parola per gli adulti sulla lettera agli Efesini

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Dio vede che è cosa buona

Credere che le cose della terra hanno una loro bontà, perché il Signore ha voluto crearle a fin di bene, è il primo modo di far crescere la nostra fede, salvandola da ogni sospetto e da ogni paura.

VANGELO (Luca 20, 1-8)

In quel tempo. Mentre il Signore Gesù istruiva il popolo nel tempio e annunciava il Vangelo, sopraggiunsero i capi dei sacerdoti e gli scribi con gli anziani e si rivolsero a lui dicendo: «Spiegaci con quale autorità fai queste cose o chi è che ti ha dato questa autorità». E Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una domanda. Ditemi: il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini?». Allora essi ragionavano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché non gli avete creduto?”. Se invece diciamo: “Dagli uomini”, tutto il popolo ci lapiderà, perché è convinto che Giovanni sia un profeta». Risposero quindi di non saperlo. E Gesù disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

Vedere il cielo aperto

Vedere il cielo aperto è il dono che è fatto a chi si apre all’incontro con gli altri nella certezza che qualcosa di nuovo ci è donato sempre, soprattutto se il nostro animo comunica e ascolta con sincerità.

VANGELO (Giovanni 1, 47-51)

Il Signore Gesù, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

S. Messa di ringraziamento

Stasera alle 21.00 a S. Paolo celebreremo insieme la S. Messa al termine delle giornate di festa.
Ringrazieremo il Signore, lo ascolteremo nella preghiera e ricorderemo tutti i nostri cari defunti.

A stasera.

La libertà di credere

Quando la nostra bocca benedice Dio perché visita la nostra vita, nessuno può farci tacere, neanche la violenza o la sopraffazione. La gioia di chi contempla l’opera di Dio è più profonda di ogni sollecitazione negativa della vita.

VANGELO (Luca 19, 37-40)

In quel tempo. Il Signore Gesù era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!». Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».

Edificare la terra come il cielo

La rivelazione definitiva del Regno arriva sì all’improvviso e può manifestarsi da un momento all’altro, ma se ne accorge chi non smette mai di fare il possibile per costruirne la presenza nel tempo in cui lo aspettiamo.

VANGELO (Luca 19, 11-27)

In quel tempo. Mentre stavano ad ascoltare queste cose, il Signore Gesù disse ancora una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”. Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”. Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».

Costruire sulla roccia

Costruire sulla roccia la propria vita vuol dire innanzitutto vigilare sulle proprie parole, perché siano ispirate dalla Parola di Gesù. Vigilare per il Vangelo vuol dire ascoltare bene prima di parlare.

VANGELO (Matteo 7, 24-27)

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

Dare e ritrovare

Nella logica del Vangelo e della vita umana, chi dà riceve molto di più e chi sceglie non perde ciò che ha lasciato, perché lo ritrova molto di più.

VANGELO (Luca 18, 28-30)

In quel tempo. Pietro disse: «Noi abbiamo lasciato i nostri beni e ti abbiamo seguito». Ed egli rispose: «In verità io vi dico, non c’è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà».

Non temere piccolo gregge

Il piccolo gregge dei discepoli spesso è smarrito di fronte alla maggioranza delle persone che sembrano chiudersi nel rifiuto e nell’indifferenza. Dio Padre non si stanca di donarci il tesoro della sua bontà e così ci irrobustisce nella fedeltà a Lui.

VANGELO (Luca 12, 32-34)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore».

Inventare l'amore

La fede rinnova la vita, perché lo Spirito Santo nel credente irrobustisce la fantasia e dona la capacità di inventare un modo sempre nuovo di amare.

VANGELO (Matteo 9, 9-17)

In quel tempo. Andando via, il Signore Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori». Allora gli si avvicinarono i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

Tra gli avvisi...

giovedì 27 alla sera la S. Messa a conclusione della festa
lo schema degli itinerari biblici della Mater Orphanorum
il ritiro per gli adulti al monastero di Bose il 14 ottobre

Download Comunit__2018-09-23_IV_Dopo_Martirio.pdf

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In allegato la settimana in corso e il volantino per il ritiro parrocchiale a Bose.

Download Comunit__2018-09-16_III_Dopo_Martirio.pdf

Legge scritta nel cuore

La legge di Dio non è da osservare, è da scrivere nel cuore, perché non sia la memoria a ricordarla, ma lo Spirito dentro di noi a guidare mani e piedi per attuarla.

VANGELO (Luca 18, 18-23)

In quel tempo. Un notabile interrogò il Signore Gesù: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli rispose: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre”». Costui disse: «Tutte queste cose le ho osservate fin dalla giovinezza». Udito ciò, Gesù gli disse: «Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; e vieni! Seguimi!». Ma quello, udite queste parole, divenne assai triste perché era molto ricco.

Amare gratis e senza merito

Essere come bimbi è ricordare ogni momento che c’è qualcuno che ci ama e ringraziare ogni istante per chi ci dona amore gratis e senza nostro merito.

VANGELO (Luca 18, 15-17)

In quel tempo. Presentavano al Signore Gesù anche i bambini piccoli perché li toccasse, ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano. Allora Gesù li chiamò a sé e disse: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come l’accoglie un bambino, non entrerà in esso».

Importunare per amore

È usuale non voler essere di peso a nessuno ed è giusto non essere di scompiglio alla vita altrui. Quando però l’altro si sta perdendo o si sta rovinando, importunare per amore è evangelico e cristiano.

VANGELO (Luca 18, 1-8)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

La gioia della concordia

È inevitabile che le cose assorbano la nostra vita. Se le cose diventano più importanti delle persone, c’è il rischio reale di vivere preoccupati solo di se stessi e di perdere di vista la gioia della concordia.

VANGELO (Luca 17, 26-33)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva».