NUOVO NUMERO DI COMUNITA' PARROCCHIALE

In allegato...
notizie sulle attività estive per i ragazzi.

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DOMENICA 31 MAGGIO: PENTECOSTE

Gesù non lascia orfani i suoi amici. L’assenza della sua persona in carne ed ossa è sostituita in pienezza dalla presenza invisibile e concreta dello Spirito Santo nel cuore di ogni uomo. Lo spirito, attraverso il quale Dio ha creato il mondo, che, soffiato da Dio ha dato vita all’uomo, che i profeti hanno annunciato come alleanza di Dio scritta nell’interiorità umana e forza capace di dare vita alle persone singole e alle comunità, nella Pentecoste è il dono della Parola, dell’umanità, della Pasqua di Gesù nei pensieri, nelle intenzioni, nelle decisioni, negli affetti e nelle relazioni di ogni persona e di ogni popolo nella storia. Questo dono, ascoltato, creduto e invocato, offre ad ogni persona e in particolare ad ogni credente, la possibilità di incarnare nella debolezza umana e nella fragilità della storia, la bellezza dell’umanità realizzata e dell’amore pieno di gioia e di dedizione che Dio ha rivelato trasparentemente in Gesù.

VANGELO (Gv 14, 15-20)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi».

Sabato 30 maggio: la forza dello Spirito Santo

Gesù promette lo Spirito, il dono più grande per i suoi discepoli, perché darà loro la forza di portare il peso della vita, quando sarà umanamente difficile da portare. Renderà i discepoli forti per portare i pesi gli uni degli altri, così da non essere umanamente soli nel momento della prova e spiritualmente solidi, per tentare di trasformare il dolore della sofferenza nella Croce, in quello stile di amore che Gesù ha vissuto quando è stato “innalzato” ed è stato in Lui visibile perfettamente l’amore di Dio Padre.

VANGELO (Gv 16, 5-14)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Venerdì 29 maggio: Santi Martiri Anauniani (Sisinio, Martirio, Alessandro e Vigilio)

Gesù promette lo Spirito, che è il bene più grande che indirizzerà i suoi discepoli a distinguere in modo chiaro il bene dal male (il peccato), la volontà di Dio da quella dell’uomo (la giustizia) e il cammino della storia futura racchiuso dalle scelte che si fanno (il giudizio).

VANGELO (Gv 16, 5-11)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».

Giovedì 28 maggio: Beato Luigi Biraghi

Il mondo, quello che papa Francesco chiama la mondanità, è preoccupato solo di non avere problemi che disturbino la tranquilla presunta leggerezza di una vita solitaria e ripiegata su di sé. Chi, nel nome di Gesù, testimonia la bellezza impegnativa di una vita donata, a lungo andare, diventa il primo problema da eliminare, proprio come è stato per Gesù. “Per questo il mondo odia chi è autentico discepolo di Gesù”.

VANGELO (Gv 15, 18-21)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».

Mercoledì 27 maggio: gli uni gli altri

L’amore che viene direttamente da Dio, attraverso Gesù, chiama alla reciprocità, a scegliere di sbilanciarsi sugli altri, prima che su se stessi. I primi cristiani sceglievano come loro segno di riconoscimento comunitario di fare tutto “gli uni per gli altri”. Ognuno, pensando prima agli altri, creava una catena di azioni, pensieri e gesti, che facevano correre veloce l’amore di persona in persona, così che fosse visibile quell’amore come l’amore “degli uni per gli altri”.

VANGELO (Gv 15, 12-17)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

Martedì 26 maggio: S. Filippo Neri

L’amore che viene direttamente da Dio, attraverso Gesù, è osservare (seguire una strada concreta), rimanere (camminare fedeli sulla strada delle scelte intraprese), gioire (distinguere la gioia piena da quella vuota di senso).

VANGELO (Gv 15, 6-11)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».

Lunedì 25 maggio: S. Dionigi.

Il digiuno e le altre forme di penitenza per i cristiani non sono una regola da osservare, ma un dono da accogliere. I tempi magri non sono mai graditi, ma noi crediamo che, amando come vuole il Signore, possono essere occasioni di passi in avanti nel bene.

VANGELO (Mt 9, 14-15)

In quel tempo. Si avvicinarono al Signore Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».

COMUNITA' PARROCCHIALE: 24 MAGGIO

In allegato il nuovo numero di Comunità con gli orari delle celebrazioni settimanali fino a sabato.

In settimana comunicheremo gli orari di domenica prossima.
Saranno quelli definitivi per questo periodo.

Vi aspettiamo con gioia alle Sante Messe di oggi a S. Giovanni delle 9.00, delle 11.30 e delle 18.30.

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DOMENICA 24 MAGGIO: SETTIMA DI PASQUA

La liturgia ci fa il dono speciale del brano che ci racconta quanto bene fa l’Eucaristia all’esperienza della Chiesa nascente. Il ritrovarsi a fare memoria della morte e della risurrezione di Gesù, ci raccontano i due di Emmaus, aiuta a tirare fuori davanti al Signore le proprie delusioni e i propri dolori; scalda il cuore ad accogliere nei fatti di ogni giorno la Parola che Dio, abbondantemente e con tenerezza, ci dona, anche scuotendoci; ci fa gustare la nostalgia dell’intimità con Gesù, che rimette ordine nella vita e traccia in modo nuovo il cammino che abbiamo da sempre percorso; infine ci sprona a donare la vita come Lui ha fatto quella sera del giovedì santo, quel pomeriggio del venerdì santo e quella mattina pasquale, asciugando le lacrime di chi lo cercava tra i morti.

VANGELO (Lc 24, 13-35)

In quello stesso giorno due discepoli del Signore Gesù erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Sabato 23 maggio: S. Beda venerabile

Il desiderio di Gesù per noi suoi discepoli è che la nostra vita porti frutto, che raggiunga l’obiettivo del “rimanere”, di quella esperienza umana che è accettare con gioia la vita come un dono e condividerla con altri, che la riconoscono a loro volta come un dono da mettere insieme per il bene di tutti. Chi rimane in Comunione con il Maestro trova quel centuplo che permette alla nostra vita di realizzarsi nell’amore, rimanendo in Comunione con tutti.

VANGELO (Gv 15, 1-8)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Venerdì 22 maggio: S. Rita da Cascia

La pace del mondo stringe il cuore, quella di Dio allarga il cuore. Chi è in pace con tutti vive la libertà di essere se stesso senza paura, in ogni circostanza e con ogni persona: la libertà di perdonare, di chiedere perdono, di prestare senza chiedere in cambio e di chiedere senza paura di essere calpestato o usato. La pace dono di Dio rende liberi dalle schiavitù del mondo, dalla tentazione di essere contro chiunque e di calcolare sempre tutto, per paura che qualcuno possa sequestrarci la dignità.

VANGELO (Gv 14, 27-31)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».

GIOVEDI’ 21 MAGGIO: ASCENSIONE DEL SIGNORE

La Pasqua di Gesù rivela pienamente chi è e che cosa ci consegna come strada e missione per la vita. Lui è la manifestazione della vicinanza di Dio per ogni uomo e la possibilità per ciascuna persona di vivere in pienezza, in eterno, in Comunione con Dio e, contemporaneamente, cuore a cuore con i fratelli. Questo ci insegna il mistero dell’Ascensione.

VANGELO (Lc 24, 36-53)

In quel tempo. Il Signore Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi ». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto». Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Mercoledì 20 maggio: S. Bernardino da Siena

Può capitare, come a Filippo con Gesù, di conoscere una persona da tanto tempo e di non accorgersi chi è veramente, di quali doni particolari è fatta la sua personalità e la sua umanità. Quando quella persona è riconosciuta come amata dal Signore, come immagine della bontà di Dio per me, allora è riconosciuta nella sua dignità, nella sua vocazione e nella sua bellezza unica e irripetibile.

VANGELO (Gv 14, 7-14)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».

Martedì 19 maggio: “Io sono la via”

Gesù desidera essere sempre con noi: per questo prepara un posto con lui ai suoi discepoli e indica se stesso come la via per giungere alla perfetta Comunione con Dio, per vivere quella stessa Comunione esistente tra Padre, Figlio e Spirito. La sua presenza invisibile diventa spiritualmente e umanamente visibile quando non perdiamo di vista la via umana da lui percorsa.

VANGELO (Gv 14, 1-6)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».

NUOVO NUMERO DI COMUNITA' PARROCCHIALE

In evidenza...

gli orari delle Sante Messe di domenica 24 maggio
(a S. Giovanni 9.00, 11.30 e 18.30)

e le regole condivise per la sicurezza della salute da osservare insieme per partecipare alla S. Messa

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Lunedì 18 maggio: “Dove vai?”

“Dove vai?” è una delle domande più frequenti che i figli fanno ai genitori quando li vedono prepararsi per uscire di casa. E’ la richiesta di protezione, la paura di non averli presenti a soccorrerci, il desiderio di rimanere sempre con loro. Anche i discepoli fanno la stessa domanda a Gesù e lui prepara i suoi a vivere la sua presenza in modo nuovo, non visibile come prima.

VANGELO (Gv 13, 31-36)

In quel tempo. Quando Giuda Iscariota fu uscito, il Signore Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi».

DOMENICA 17 MAGGIO: SESTA DI PASQUA

Lo Spirito Santo è chiamato, da Gesù, Paraclito: avvocato, che insegna e guida a conoscere, comprendere e fare memoria di Gesù; difensore, che rende forti, per affrontare la persecuzione come l’ha affrontata Gesù; consolatore, che dona la pace del profondo del cuore, quella che nessuno può togliere, che rende liberi dalle nostre piccole/grandi guerre e che crea fraternità ad ogni incontro, perché rende presente la pace di Gesù ad ogni vicinanza di persone e di cuori.

VANGELO (Gv 14, 25-29)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

Sabato 16 maggio: chi è più grande?

Il più grande è colui che, per amore e nella libertà, non per costrizione o per rassegnazione, si abbassa e si mette a servizio, si fa servo, perché nessuno è, per principio, più grande o più piccolo davanti a Dio. Ogni tradimento e ogni sopruso sarebbero evitati se, alla base del pensiero per la dignità altrui, facessimo sempre memoria di ciò che il Signore ci ha insegnato quel giorno quando ha lavato i piedi ai suoi discepoli.

VANGELO (Gv 13, 12. 16-20)

In quel tempo. Quando ebbe lavato i piedi ai discepoli, il Signore Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto, ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».

Venerdì 15 maggio: dire come il Padre ci dice.

La credibilità della Parola di Gesù sta nel fatto che riporta in maniera limpida e trasparente ciò che il Padre gli comunica. Parlava col Padre, da Figlio, in modo immediato; parla con gli uomini, da fratello, in modo altrettanto immediato. Nello Spirito questa esperienza di limpidezza e pulizia interiore ed esteriore è data anche a ciascuno di noi, perché lo Spirito rende viva in noi tutta l’umanità di Gesù, soprattutto nel suo rapporto di Comunione col Padre, a patto che ci crediamo, che crediamo possibile per noi tutto questo.

VANGELO (Gv 12, 44-50)

In quel tempo. Il Signore Gesù esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

Giovedì 14 maggio: San Mattia apostolo.

“Cento volte tanto”. Quando pensiamo a quest’espressione, abbiamo in mente alla lettera la quantità: “cento per…”. Gesù invece pensa alla qualità. Come dice la versione di Marco, “in fratelli, sorelle, madri, padri e anche persecuzioni”. Il premio del centuplo, per chi segue Gesù e decide di impostare la sua vita a partire dal suo stile di vita e dal suo Vangelo, è la pienezza dell’essere pienamente umani, nella gioia, nell’amicizia, nella fraternità, nella forza in mezzo alle difficoltà, nella generosità, nella misura e nel rispetto. Questo centuplo, già oggi, è un assaggio concreto di che cosa sarà in pienezza la vita eterna futura.

VANGELO (Mt 19, 27-29)

In quel tempo. Pietro disse al Signore Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».

Mercoledì 13 maggio: B.V. Maria di Fatima.

Il momento in cui i lontani, senza Dio – i Greci – cercano Dio in Gesù, hanno la fede che non hanno le autorità religiose ebraiche, è, nel Vangelo di Giovanni, l’inizio dell’ “ora”, di quel momento in cui, per motivi di ordine pubblico e per scandalo di tipo religioso, la presenza di Gesù non è più sopportata e si decide di toglierlo di mezzo. Gesù previene questo e vive un momento di turbamento, simile a quello del Getzemani, ma non crolla: il Padre lo sostiene e lo rende forte nell’amore.

VANGELO (Gv 12, 20-28)

In quel tempo. Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».

COMUNITA' PARROCCHIALE: 10 MAGGIO 2020

In allegato il nuovo numero di Comunità Parrocchiale

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Martedì 12 maggio: Dio si fa trovare.

Gesù fugge da chi voleva catturarlo, ma continua ad annunciare il Regno e la vicinanza di Dio nella sua persona. Si sottrae alla violenza con un temporaneo silenzio, ma non smette di offrire a tutti, in tutte le occasioni, la vera buona notizia: “Dio è vicino, è con chi lo cerca e da loro si fa trovare”.

VANGELO (Gv 10, 31-42).

In quel tempo. Di nuovo i Giudei raccolsero delle pietre per lapidarlo. Il Signore Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.

Lunedì 11 maggio: “Io sono”.

Il centro del discorso di Gesù ai Giudei è credere che Gesù è “Io sono”, cioè che Lui racconta, con il suo volto, le sue parole e le sue opere, l’essenza stessa di Dio, che è l’Amore. Credere che Dio è amore diventa vero e umano se l’amore in cui si crede è quello di cui ha parlato e che ha vissuto Gesù stesso. Credere nell’amore è visibile nella nostra vita quando quell’amore è impegnativo e si configura come una Croce, che ci chiede di donare noi stessi per avere la vera vita.

VANGELO (Gv 8, 21-30)

In quel tempo. Di nuovo il Signore Gesù disse ai Giudei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.