IL CORAGGIO DELLA FEDE

Avere coraggio non è una strizzata al cervello: è andare al cuore delle nostre convinzioni di fede in Gesù e decidere di agire secondo quello stile di vita. Il Signore è sempre pronto, quando la vita ci mette nella tempesta e nel vento contrario, a farci coraggio, a ricordarci che Lui è lì e basta alzare lo sguardo e tornare al cuore dei nostri desideri più veri.

VANGELO (Mc 6, 45-56)

In quel tempo. Il Signore Gesù costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, a Betsàida, finché non avesse congedato la folla. Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare. Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra. Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro, camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma!», e si misero a gridare, perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». E salì sulla barca con loro e il vento cessò. E dentro di sé erano fortemente meravigliati, perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito.
Compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.

CAMPEGGIO ESTIVO 2019

Il volantino con notizie e modulo scaricabile...

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I Vangeli della settimana

In allegato La Parola per ogni giorno.

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Gita sulla neve il 24 febbraio

Per tutti con le parrocchie dell'Oltrestazione.

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Domani in oratorio

Conclusione della settimana della gioia.

Risvegliatevi!

Per chi rimane volutamente solo, vive solo, si chiude nel suo placido mondo e fugge dalla realtà delle responsabilità della vita, arriva il momento del risveglio, del ritrovarsi abbandonato perché si è illuso di bastare a se stesso. Anche in quel momento il Signore sana il cuore e ridà la vita, purché si desideri la sua presenza.

VANGELO (Mc 5, 1-20)

In quel tempo. Il Signore Gesù e i discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.

Il rischio buono del tendere la mano

Tendere la mano e aiutare a rialzarsi chi si sente perduto e morto non è semplice, soprattutto perché facilmente qualcuno può deriderci e si rischia di fallire e trovarci anche noi a terra.

VANGELO (Mc 5, 21-24a. 35-43)

In quel tempo. Essendo il Signore Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

Nuovo foglio di comunità

In evidenza...

- domani pomeriggio in oratorio fine della settimana della gioia
- da lunedì la catechesi adolescenti-diciottenni a CPM
- giovedì alle 21.00 a Rho incontro con l'Arcivescovo per tutti
- venerdì alle 21.00 a S. Paolo la preghiera ecumenica
- sabato 16/2 inizia il cammino del gruppo famiglie

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Sentire le braccia di Gesù

Chi vede Gesù e può sentirlo nelle sue braccia e nella sua vita, intuisce una luce diversa sulla sua vita, perché diventa abitudine felice per il cuore lodare e ringraziare per i doni che ogni giorno illuminano il nostro cammino di fede.

VANGELO (Lc 2, 22-40)

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio «una coppia di tortore o due giovani colombi», come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo / vada in pace, secondo la tua parola, / perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, / preparata da te davanti a tutti i popoli: / luce per rivelarti alle genti / e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazareth. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Avviso

La chiesa di S. Paolo stamattina è fredda.
La S. Messa sarà celebrata in salone (ingresso da via Parma 78).
L’ascensore è funzionante.

Felice giornata.

Perché abbiamo paura?

Perché hai paura? Ti chiede il Signore Gesù. Perché per la paura rimandi le tue scelte, accantoni il bene più grande, ti perdi in pensieri non buoni, ti distrai e vivi lontano dal centro della tua vita? Il momento della tempesta, esteriore ed interiore, è sempre quello che precede la grande calma e la vera gioia, solo se la preghiera affida la vita – e la paura – al Signore Gesù.

VANGELO (Mc 4, 35-41)

In quel medesimo giorno, venuta la sera, il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

La giusta misura

Ogni giorno ci è chiesto di misurare spazi e tempi e spesso non ci riusciamo adeguatamente. Chi impara a misurare con la misericordia di Dio la sua vita e soprattutto quella degli altri, impara a misurare anche il resto.

VANGELO (Mc 4, 10b. 24-25)

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva a quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

Nuovi testi di meditazione

In allegato La Parola per ogni giorno dal 28 gennaio al 2 febbraio

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Nuovo foglio di comunità

In evidenza la settimana della gioia a S. Paolo da lunedì a venerdì dalle 16.30 alle 18.00

Lunedì alle 21 serata della comunità giovanile parrocchiale
Mercoledì alle 20.30 assemblea parrocchiale Caritas
Giovedì alle 17 S. Messa di S. Giovanni Bosco
Giovedì alle 21 corso di liturgia

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LA FAMIGLIA DEL NAZARENO

Tra i titoli di Gesù ce ne sono molti altisonanti e alcuni umili. Quello più umile è sicuramente Nazareno. "Da Nazareth può venire qualcosa di buono?" si domandavano gli Ebrei: da quel villaggio sperduto e popolato di illetterati può sorgere il Messia? Sì, risponde Dio: là dove la sapienza degli uomini non riconosce la mia presenza, là io mi rivelo più volentieri. Chi desidera vedere Dio nella storia della sua famiglia, tenga conto che la sua Parola si fa capire innanzitutto da chi in essa è più piccolo, isolato e incompreso.

VANGELO (Mt 2, 19-23)

In quel tempo. Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

Donna, è grande la tua fede

L’emarginazione e la non curanza alla voce delle donne è ancora presente ai nostri giorni. Noi cristiani – uniti nella preghiera e nello studio della Scrittura – possiamo scoprire che Dio parla anche oggi attraverso le grida degli umiliati. Ascoltare la chiamata di Dio è unirsi in una comune azione di sostegno ai sofferenti innocenti della storia.

VANGELO (Mt 15, 21-28)

21Partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. 22Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». 23Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». 24Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». 25Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». 26Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». 27«È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». 28Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

Il Signore è mia luce e salvezza

I cristiani, uniti nella preghiera al Dio di Gesù Cristo, di fronte alle molteplici ingiustizie del mondo, non perdono la speranza e si sostengo in un agire comune e coraggioso. Non temono alcun male, perché il Signore è la loro luce.

Scarica La Parola dal 21 al 26 gennaio 2019

VANGELO (Gv 8, 12-20)

12Di nuovo Gesù parlò loro e disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». 13Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». 14Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. 15Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. 16E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. 17E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. 18Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me». 19Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio». 20Gesù pronunciò queste parole nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora.

Per il bene con Gesù nel cuore

La forza del cammino uniti attorno a Gesù rende i discepoli capaci di combattere il male con la forza del bene e vincerlo con lo Spirito dell’amore di Gesù. Dal loro cuore fa spuntare parole nuove e scelte rinnovate di misericordia e riconciliazione.

VANGELO (Mt 10, 1-10)

In quel tempo. Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, il Signore Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento».

Il nome del Dio dell’universo

Nessuna parte del creato è al di fuori del piano di Dio di fare nuove tutte le cose. E così è necessaria una conversione dalla tendenza a sfruttare la terra ad un atteggiamento che riconosca il valore della creazione e riconcili con essa.

VANGELO (Mc 16, 14-15)

14Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. 15E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura.

Portate il lieto messaggio

In virtù del comune Battesimo, tutti i cristiani condividono la missione di Gesù di annunciare ai poveri e ai deboli la buona notizia del Vangelo, con le parole e con le opere. Quando riconosceremo il dono dello Spirito, sentiremo la forza di ascoltare tutti per dare a tutti un pezzo dell’amore che il Signore ha per noi.

VANGELO (Lc 4, 16-21)

16Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. 17Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: 18Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, 19a proclamare l’anno di grazia del Signore. 20Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. 21Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Settimana ecumenica: "Accontentatevi di ciò che avete"

Gesù ci insegna che i beni materiali non devono costituire il nostro maggiore polo di interesse. La fiducia che il Padre celeste si prende cura di noi è il modo concreto di cercare il Regno e lo stile di vita che inaugura.

VANGELO (Mt 6, 25-34)

25Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? 26Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? 28E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? 31Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. 32Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. 33Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 34Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena.

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INCONTRI CULTURALI

Presso l'oratorio dei Santi Martiri...

CORSO DI LITURGIA

Giovedì sera inizia...

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In linea il nuovo numero di Comunità Parrocchiale

Domenica prossima festa della Famiglia

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VENERDI' SERA

A S. PAOLO IN ORATORIO

(portate la chitarra, la voce verrà lungo la serata)