NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In evidenza...

giovedì 17/1 Scuola della Parola a S. Erasmo
venerdì 18/1 falò di S. Antonio a S. Paolo

Download Comunit__2019-01-13_Battesimo_Ges_.pdf

EPIFANIA

Allego il foglio di Comunità del 6 gennaio 2019.

Download Comunit__2019-01-06_Epifania.pdf

BUON ANNO 2019

In allegato il primo foglio di Comunità del 2019

Vi aspettiamo il 6 gennaio...

S. Messa
bacio a Gesù Bambino
Tombolata missionaria

Download Comunit__2019-01-01_Ottava_Natale.pdf

FOGLIO DI COMUNITA' DI NATALE

Gli auguri natalizi alla vigilia dell'Ottava di Natale

Download Comunit__2018-12-25_Natale.pdf

DOMANI SERA

Alle 21.00 a S. Giovanni serata di preghiera e musica,

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In linea il foglio di Comunità.

Il prossimo uscirà il giorno di Natale.

Download Comunit__2018-12-16_V_Avvento_no_image.pdf

ANIMO FORTE SENZA DISSIMULAZIONI

Attingere ogni giorno alla luce che viene dal Signore e splende nel cuore e nei gesti d’amore che vediamo attorno a noi, dà al cuore la forza per non perdersi d’animo e rifiutare con decisione una vita asservita alla dissimulazione. Dissimula chi cambia la natura essenziale delle cose, per volgerla secondo il proprio interesse e il proprio comodo. Chi spera nel Signore e lo attende con fiducia e con gioia, ha in dono la forza d’animo che illumina e fa vedere chiaramente la via del Vangelo.

NUOVO TESTAMENTO (2 Corinzi 4, 1-6)

Fratelli, avendo questo ministero, secondo la misericordia che ci è stata accordata, non ci perdiamo d’animo. Al contrario, abbiamo rifiutato le dissimulazioni vergognose, senza comportarci con astuzia né falsificando la parola di Dio, ma annunciando apertamente la verità e presentandoci davanti a ogni coscienza umana, al cospetto di Dio.
E se il nostro Vangelo rimane velato, lo è in coloro che si perdono: in loro, increduli, il dio di questo mondo ha accecato la mente, perché non vedano lo splendore del glorioso vangelo di Cristo, che è immagine di Dio. Noi infatti non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore: quanto a noi, siamo i vostri servitori a causa di Gesù. E Dio, che disse: «Rifulga la luce dalle tenebre», rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio sul volto di Cristo.

Ascolto, verità, pentimento, conversione

I passi della fede sono: ascolto, verità, pentimento e conversione. Sono passi che si ripetono ciclicamente e progressivamente. I passi della fede non finiscono mai e noi rimaniamo in cammino verso la perfezione che Gesù ci dona, se ascoltiamo, facciamo verità su noi stessi e viviamo in verità, riconosciamo i nostri errori e rimettiamo a tema dei passi che ci portino alla vita rinnovata del Vangelo, rimanendo in ascolto di ciò che la vita ci offre.

VANGELO (Matteo 21, 28-32)

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai capi dei sacerdoti ed agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

Prendere la posizione di Gesù

Chi non prende posizione, soprattutto quando è difficile e si ha un po' di paura delle conseguenze, non riesce a riconoscere la presenza del Signore, la sua autorità con la quale cambia in meglio la nostra vita e la rinnova nel profondo. Chi sceglie, vive e gioisce della Comunione con Gesù ogni momento.

VANGELO (Matteo 21, 23-27)

In quel tempo. Il Signore Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

Fede e speranza nella promessa

La fede si nutre della speranza che, anche se le promesse del Signore tardano a manifestarsi e noi tardiamo a vederle, esse si avverano. Il fico rappresenta il popolo di Israele, che, non riconoscendo e rifiutando il Messia, vede seccare la propria fede e la propria speranza.

VANGELO (Matteo 21, 18-22)

La mattina dopo, mentre rientrava in città, il Signore Gesù ebbe fame. Vedendo un albero di fichi lungo la strada, gli si avvicinò, ma non vi trovò altro che foglie, e gli disse: «Mai più in eterno nasca un frutto da te!». E subito il fico seccò. Vedendo ciò, i discepoli rimasero stupiti e dissero: «Come mai l’albero di fichi è seccato in un istante?». Rispose loro Gesù: «In verità io vi dico: se avrete fede e non dubiterete, non solo potrete fare ciò che ho fatto a quest’albero, ma, anche se direte a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, ciò avverrà. E tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete».

Preghiamo

Domani alle 10.30 a S. Giovanni ci sarà il funerale di Giuseppe, il nonno di Chiara e papà di Gabriella. Alle 10.00 il S. Rosario

Avere in cambio la vita

Per le cose buone e belle che si desiderano, la vita chiama al sacrificio del rinunciare a se stessi e, dopo la fatica di un sacrificio (o anche prima), è legittimo chiedersi: “Che cosa ne avremo?”. Il Signore promette in eredità la pienezza della vita: la gioia che non nasce dall’avere e dal possedere, ma dall’essere persone nuove, libere e piene del desiderio di condividere i doni sovrabbondanti che riceviamo tutte le volte che doniamo noi stessi.

VANGELO (Matteo 19, 23-30)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».
Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».

In attesa del compimento

La lode a Dio per i suoi prodigi può provocare anche sdegno in chi è chiuso nelle proprie convinzioni religiose o nei propri interessi di parte. Il Signore Gesù procede sereno per la sua strada, incurante dei rischi che lo attendono e fiducioso che la promessa del Padre, che già vede compiuta, si compirà e si mostrerà per tutti.

VANGELO (Matteo 21, 10-17)

In quel tempo. Mentre il Signore Gesù entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nazareth di Galilea».
Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera. / Voi invece ne fate un covo di ladri”».
Gli si avvicinarono nel tempio ciechi e storpi, ed egli li guarì. Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che aveva fatto e i fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide!», si sdegnarono, e gli dissero: «Non senti quello che dicono costoro?». Gesù rispose loro: «Sì! Non avete mai letto: / “Dalla bocca di bambini e di lattanti / hai tratto per te una lode”?». Li lasciò, uscì fuori dalla città, verso Betània, e là trascorse la notte.

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In primo piano

- calendario benedizioni natalizie
- lettura e meditazione sulla Parola a S. Erasmo giovedì
- presepe vivente domenica sera con i ragazzi
- novena di Natale
- orari delle celebrazioni pre e post natalizie

Download Comunit__2018-12-09_IV_Avvento.pdf

Dall'osservanza al dono

Quando nella vita manca qualcosa, è spesso perché ciò che abbiamo e ciò che siamo non ci rende felici. Per non diventare tristi del tutto, il Signore Gesù chiede un salto di qualità: dal volere la felicità a partire dal proprio bisogno di realizzazione personale al desiderarla mettendosi a disposizione di ciò e di chi la vita ci dona ogni giorno, condividendo quello che siamo e che abbiamo, senza paura di perderlo.

VANGELO (Matteo 19, 16-22)

In quel tempo. Un tale si avvicinò e disse al Signore Gesù: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.

QUARTA DOMENICA DI AVVENTO: IL BENE GERMOGLIA E CI ATTRAE

La verità purifica e fa soffrire, la venuta del Signore che fa verità in noi stessi e fuori di noi, ci fa vedere ciò che non va, lo chiama per nome, ma nello stesso tempo ci dona occhi nuovi, rinnovati dal soffio dello Spirito e incoraggiati dal suo amore a cambiare totalmente direzione nella vita. Ci chiede di dirigerci verso ciò che è germoglio autentico di bene, ciò che ci aiuta rimanere fedeli sulla strada che prima di noi ha percorso Gesù.

ANTICO TESTAMENTO (ISAIA 4, 2-5)

In quel tempo. Isaia disse: «In quel giorno, il germoglio del Signore crescerà in onore e gloria e il frutto della terra sarà a magnificenza e ornamento per i superstiti d’Israele. Chi sarà rimasto in Sion e chi sarà superstite in Gerusalemme sarà chiamato santo: quanti saranno iscritti per restare in vita in Gerusalemme.
Quando il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion e avrà pulito Gerusalemme dal sangue che vi è stato versato, con il soffio del giudizio e con il soffio dello sterminio, allora creerà il Signore su ogni punto del monte Sion e su tutti i luoghi delle sue assemblee una nube di fumo durante il giorno e un bagliore di fuoco fiammeggiante durante la notte, perché la gloria del Signore sarà sopra ogni cosa come protezione».

IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA: IMMACOLATI NELLA CARITA’

Il desiderio del cuore di Dio è che il nostro essere senza peccato passi dalla Caritas, da quell’amore che Gesù ha vissuto come figlio amato tutta la vita e che ha manifestato pienamente, quando liberamente ha dato la vita sulla Croce. Dio ci ha tracciato la felicità su quella strada, sulla strada che ci chiede di uscire da noi stessi, di donarci senza riserve, promettendoci la stessa gioia del Figlio, quella che vince la Morte, quella che Maria ha vissuto dalla sua adolescenza al mattino della Risurrezione, dopo aver pianto sotto la Croce.

NUOVO TESTAMENTO (EFESINI 1, 3-6. 11-12)
IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
In lui siamo stati fatti anche eredi,
predestinati – secondo il progetto di colui
che tutto opera secondo la sua volontà –
a essere lode della sua gloria,
noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo

SANT’AMBROGIO: UNITI SULLA STESSA STRADA

Perché nella storia di ogni uomo, personale e comunitaria, si costruisca pace e bontà, unità di intenti e proponimento di fedeltà ad un progetto comune, occorre che si cammini insieme, disposti a fare due passi indietro personalmente, per farne uno avanti insieme, aspettare un po’ di più, per andare più piano avanti insieme. E’ questa la sapienza del Buon Pastore, che porta avanti unite le pecore, conosce di tutte il passo, i pregi e i difetti, i ritmi di cammino e le durezze che vengono dalle paure, e con pazienza e lungimiranza cammina davanti, in mezzo e dietro, perché tutte insieme percorrano la strada giusta per la meta da raggiungere insieme.

VANGELO (GIOVANNI 10, 11-16) SANT’AMBROGIO

In quel tempo.

Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore».

Educarli alla libertà

Corre il rischio di vivere nella cecità e di non accorgersi chi non vigila su ciò che dal suo mondo interiore esce e guida le proprie scelte e le proprie azioni. Dice Gesù: “E’ l’ira, la pigrizia che incolla a se stessi, la paura che fa rimandare le decisioni a rendere schiavo l’uomo”, non le minacce di chi ha il potere, il denaro o di chi ci imprigiona affettivamente”. Vigilare su ciò che sentiamo, leggiamo, vediamo, ascoltiamo, filtrarlo attraverso i sentimenti di Gesù, rende libera e felice la nostra umanità.

Vangelo (Matteo 15, 10-20)

In quel tempo. Riunita la folla, il Signore Gesù disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!».
Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?». Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!».
Pietro allora gli disse: «Spiegaci questa parabola». Ed egli rispose: «Neanche voi siete ancora capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e viene gettato in una fogna? Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende impuro l’uomo. Dal cuore, infatti, provengono propositi malvagi, omicidi, adultèri, impurità, furti, false testimonianze, calunnie. Queste sono le cose che rendono impuro l’uomo; ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende impuro l’uomo».

L’occhio profondo del discernimento

Discernere quanto lievito ci vuole nella pasta, che tempo farà prima di organizzare un’evento, mettere in comunicazione la natura e i nostri progetti, è un abilità che richiede molta finezza, cura dei dettagli e capacità di osservazione e di interpretazione di ciò che la realtà ci mostra oltre ciò che in superficie si vede. Gesù ci ricorda che cammina nella fede chi ambisce a costruire dentro di sé la stessa finezza spirituale, per riconoscere il passaggio dell’amore di Dio accanto a noi nel tempo che scorre inesorabile nella nostra vita.

Vangelo (Matteo 16, 1-12)

In quel tempo. I farisei e i sadducei si avvicinarono per mettere alla prova il Signore Gesù e gli chiesero che mostrasse loro un segno dal cielo. Ma egli rispose loro: «Quando si fa sera, voi dite: “Bel tempo, perché il cielo rosseggia”; e al mattino: “Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo”. Sapete dunque interpretare l’aspetto del cielo e non siete capaci di interpretare i segni dei tempi? Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona». Li lasciò e se ne andò.
Nel passare all’altra riva, i discepoli avevano dimenticato di prendere del pane. Gesù disse loro: «Fate attenzione e guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei». Ma essi parlavano tra loro e dicevano: «Non abbiamo preso del pane!». Gesù se ne accorse e disse: «Gente di poca fede, perché andate dicendo tra voi che non avete pane? Non capite ancora e non ricordate i cinque pani per i cinquemila, e quante ceste avete portato via? E neppure i sette pani per i quattromila, e quante sporte avete raccolto? Come mai non capite che non vi parlavo di pane? Guardatevi invece dal lievito dei farisei e dei sadducei». Allora essi compresero che egli non aveva detto di guardarsi dal lievito del pane, ma dall’insegnamento dei farisei e dei sadducei.

Osservare da dentro

Osservare i comandamenti e attraverso di essi fare la volontà di Dio significa prenderli sul serio e lasciare che la nostra volontà e le nostre decisioni siano guidate dai loro criteri di fondo. Chi decide che il suo interesse, anche quello legittimo, viene dopo quello di chi mi sta intorno, osserva tutti comandamenti insieme e si predispone a interiorizzarli uno ad uno, prendendo distanza dall’osservanza “delle labbra”.

Vangelo (Matteo 15, 1-9)

In quel tempo alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono al Signore Gesù e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!». Ed egli rispose loro: «E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione? / Dio ha detto: “Onora il padre e la madre” e inoltre: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. / Voi invece dite: “Chiunque dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è un’offerta a Dio, non è più tenuto a onorare suo padre”. Così avete annullato la parola di Dio con la vostra tradizione. / Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo: / “Questo popolo mi onora con le labbra, / ma il suo cuore è lontano da me. / Invano essi mi rendono culto, / insegnando dottrine che sono precetti di uomini”».

E' vicino

E’ il quotidiano il luogo della venuta del Signore Gesù. Nei volti conosciuti nei loro difetti, nelle persone amate e non guardate con occhi nuovi, nei problemi soliti che si vuole risolvere da soli, lì Dio viene, parla, sorride, sta vicino, dona tenerezza. Dandoci la possibilità di costruire la nostra casa nella sua tenerezza, manifesta la sua vicinanza e ci rende suoi strumenti per essere come Dio, vicino e prossimo in ogni momento.

Vangelo (Matteo 13, 53-58)

In quel tempo. Terminate le parabole, il Signore Gesù partì di là. Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In evidenza:

oggi pomeriggio ore 16 preghiera in via Cremona 18/20
benedizioni natalizie
Adorazione giovedì
7 dicembre S. Messa della vigilia
8 dicembre S. Messa della vigilia della domenica
9 dicembre apertura presepe della scuola materna

Download Comunit__2018-12-02_III_Avvento.pdf

Fratelli, sorelle, padri e madri

Ogni uomo ha bisogno di una “casa” per vivere in libertà e per decidere per amore: di un contesto in cui poter parlare e agire dalla pienezza del cuore. La felicità si costruisce quando nella nostra casa, interiore ed esteriore, abita ciò che è buono, che edifica noi e gli altri, che apre mente e cuore a vedere il bene fuori di noi, che aiuta a vedere l’opera del Signore in mezzo alle tante nostre contraddizioni. In quella casa saremo attorno a Gesù fratelli, sorelle, padri e madri gli uni per gli altri.

VANGELO (Mt 12, 43-50)

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva agli scribi e ai farisei: «Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo, ma non ne trova. Allora dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. E, venuto, la trova vuota, spazzata e adorna. Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora; e l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione malvagia».
Mentre egli parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».

LA PROFEZIA PIÙ GRANDE

E’ nell’animo umano, soprattutto quando vive l’esasperazione, cercare soluzioni facili, veloci, immediate ai problemi, soprattutto quando durano da molto tempo e non sembrano trovare via di soluzione. Gesù accoglie la sofferenza del Battista, che si aspettava questo da Gesù: una giustizia sommaria contro le ingiustizie che anche lui stava vivendo in prigione. La fedeltà del Battista a quella situazione ingiusta che gli toglierà la vita, compie le promesse di Dio. Egli, attraverso la sua fedeltà, diventa inconsapevolmente il testimone che spiega prima del tempo la Croce del Messia, quel dono libero per amore anche a chi è nemico che vince ogni ingiustizia e rivela la vera giustizia di Dio, quella della misericordia senza fine. Questa converte il cuore dell’uomo all’amore, senza ricorrere a punizioni o a metodi sommari.

VANGELO (Lc 7, 18-28)

In quel tempo. Giovanni fu informato dai suoi discepoli di tutte queste cose. Chiamati quindi due di loro, Giovanni li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re. Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto:
“Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero, / davanti a te egli preparerà la tua via”.
Io vi dico: fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui».