Preghiera quaresimale: giovedì della quarta settimana

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

Dal Vangelo di Matteo

Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. (Mt 7,25)

Le difficoltà, le acque travolgenti e le bufere della vita, fino alla strettoia finale della morte, non possono spegnere l’amore (cfr. Ct 8,7.6). Alla dogana della morte nulla passa di ciò che possiedi: sei ricco solo dell’amore che hai donato. Questo è il tesoro nel cielo che puoi accumulare sulla terra, che nulla può consumare 0 rapire. Se si costruisce su Dio, non si crolla davanti alle difficoltà; chi costruisce sull’amore rimane saldo e non resta sepolto sotto ciò che ha costruito per vivere, anzi ringrazia il Signore per il bene che gli ha concesso!

Preghiamo

Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
Grida di giubilo e di vittoria
nelle tende dei giusti:
la destra del Signore ha fatto prodezze,
la destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
Il Signore mi ha castigato duramente,
ma non mi ha consegnato alla morte. (Sal 118,14-18)

Preghiera quaresimale: mercoledì della quarta settimana

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

Dal Vangelo di Matteo

Dai loro frutti li riconoscerete. (Mt7,16)

Riconoscere Dio nella propria vita sembra a tratti una sfida impossibile. Ci consola sapere che anche Giacobbe ebbe bisogno di una particolare rivelazione per giungere alla consapevolezza che Dio fosse il Signore della sua vita, che lo stava accompagnando e che quanto possedeva era dono suo (da cui la decima). Di fronte al rivelarsi di Dio, la sapienza di Israele ci suggerisce di ripetere le parole del patriarca, «non lo sapevo». Un atteggiamento ricordatoci anche da Gesù quando indica nella semplicità dei bambini la disposizione per entrare nel regno dei cieli. Al contempo però siamo invitati ad agire da adulti: è il criterio sapienziale delle “opere”. I frutti infatti sono il naturale esito della linfa che corre nascosta nei rami. Le nostre azioni sgorgano dal nostro cuore. Alleniamo la fine arte del discernimento nell’esame di coscienza di queste sere di Quaresima.

Preghiamo

Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo. Scrutami, o Dio, e conosci il mio cuore, provami e conosci i miei pensieri; vedi se percorro una via di dolore e guidami per una via di eternità. (Sal 138,1-2.23-24)

Preghiera quaresimale: martedì della quarta settimana

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

Dal Vangelo di Matteo

Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto (Mt 7,7)

Oggi la Parola ci aiuta a capire cosa sia la preghiera e perché è utile. Il Signore Gesù ci chiede solo una cosa: di pregare, di chiedere, di avere il coraggio e l’umiltà di riconoscere di avere bisogno di Lui, di ammettere che non bastiamo a noi stessi. La preghiera è innanzitutto l’incontro non con un dio qualsiasi, ma con quel Dio che vuole soltanto il bene per i suoi figli. E il male? Le cose spiacevoli che ci accadono? Rimane un mistero. Una cosa però è certa: il Padre che è nei cieli ci ama e ha un progetto di bene su ciascuno di noi. Noi però non lo possiamo conoscere, o almeno non del tutto: possiamo infatti intuire la nostra vocazione, a cosa siamo chiamati, ma non sappiamo come andranno le cose. Il Signore, dunque, ci chiede soltanto di fidarci e di affidarci: ricordiamoci di Lui, ricordiamoci di domandare.

Preghiamo

Gloriatevi del suo santo nome: gioisca il cuore di chi cerca il Signore. Cercate il Signore e la sua potenza, ricercate sempre il suo volto. Ricordate le meraviglie che ha compiuto, i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca. (Sal 104,3-5)

Preghiera quaresimale: lunedì della quarta settimana.

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

Dal Vangelo di Matteo

Non giudicate, per non essere giudicati (Mt 7,1)

La parola di oggi va ben intesa per non correre il rischio di fraintenderla. Gesù ci mette in guardia da una piaga che affligge l’umanità da sempre: il giudizio ipocrita di chi si sente perfetto e perciò autorizzato a ergersi a giudice contro tutto e tutti. Egli non ci invita a disinteressarci degli altri per evitare problemi, ma a guardarli con gli occhi del cuore. Infatti solo se il nostro cuore si conforma al comandamento dell’amore possiamo essere d’aiuto ai nostri fratelli, senza farli sentire giudicati ma voluti bene a prescindere dalle loro azioni.

Preghiamo

Signore, aiutami ad essere per tutti un amico che accoglie con bontà, che dà con amore, che ascolta senza fatica, che ringrazia con gioia. Un amico che si è sempre certi di trovare quando se ne ha bisogno. Così, senza compiere opere straordinarie, io potrò aiutare gli altri a sentirti più vicino, o Signore della tenerezza. Amen.

QUARTA DI QUARESIMA

La luce nuova che illumina la strada e di nuovo orienta il cammino verso una vita che si converte, passa attraverso la sosta paziente nel buio, una sosta che, anche a tentoni, procede in avanti, nonostante dubbi e incertezze. Il Battesimo che abbiamo dentro è il dono di luce che si rinnova ogni volta che la nostra preghiera incontra in modo fecondo il desiderio buono che Dio ha su di noi.

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI (9, 1-39)

In quel tempo. Passando, il Signore Gesù vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».
Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».
Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!».

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In allegato il nuovo numero di Comunità Parrocchiale.

Venerdì sera a S. Giovanni il quaresimale con Ludwig Monti, monaco di Bose.
Giovedì mattina e sera tempo di Adorazione eucaristica nel primo giovedì del mese.

Download Comunit__2019-03-31_IV_Quaresima.pdf

Terzo sabato di Quaresima

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

Dal Vangelo di Marco

E ordino loro di non prendere per il viaggio nient’altro
che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella
cintura; ma di calzare sandali e di non portare due
tuniche. (Mc 6, 8)

Il brano di Vangelo di oggi ci dice come seguire il Signore Gesù. E’ Gesù stesso che cammina in mezzo alla gente, a noi viene chiesto di seguirne l’esempio! In che modo? In estrema povertà, che significa mettersi nella condizione di amare. Infatti, finché hai cose, dai cose; quando non hai nulla, dai te stesso. Solo allora ami veramente e puoi condividere! Ciò che hai ti divide dall’altro; ciò che dai ti unisce, e ti fa solidale con lui. La povertà è il volto concreto della fede, che ti fa porre tutta la fiducia in Dio come Padre tuo e di tutti e che ti fa debole e indifeso. Dobbiamo essere persuasi che la salvezza viene dallo svuotamento totale, dalla povertà totale, dal dono totale d’Amore di Gesù sulla croce, che svuotò se stesso, rivelandoci l’Amore infinito del Padre per tutti gli uomini.

Preghiamo

Sull’esempio di Gesù, tuo servo, aiutaci, o Padre, ad accogliere la sua povertà e a condividere tra noi la sua carità.

TERZO VENERDI' DI QUARESIMA

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

LA NOSTRA VITA IN SOLITUDINE



Vivere una vita cristiana significa vivere nel mondo senza essere del mondo. È nella solitudine che questa libertà interiore può crescere e svilupparsi. Gesù si recò in un luogo solitario per pregare, cioè per crescere nella consapevolezza che tutto il potere che deteneva gli era stato conferito; che tutte le parole che proferiva venivano da suo Padre; e che tutte le opere che compiva non erano realmente sue, ma opere di Colui che lo aveva inviato. In quel luogo di solitudine, Gesù fu lasciato libero di fallire. Una vita che non conosca un luogo di solitudine, una vita, cioè, priva di un centro quieto, facilmente diventa preda di dinamiche distruttive. Quando ci aggrappiamo ai risultati delle nostre azioni facendone il nostro unico mezzo d’autoidentificazione, diventiamo possessivi, inclini a tenerci sulla difensiva, a considerare il nostro prossimo più come un nemico da tenere a distanza che come un amico con cui condividere i doni della vita. In solitudine, gradatamente acquisiamo invece la capacità di smascherare la natura illusoria della nostra possessività, e di scoprire, nel profondo del nostro essere, che noi non siamo, ciò che possiamo conquistare, bensì ciò che ci è dato. In solitudine possiamo ascoltare la voce di colui che ci parlò prima che noi potessimo proferire una sola parola, che ci sanò prima che noi potessimo fare un solo gesto in aiuto degli altri, che ci liberò assai prima che noi fossimo in grado di liberare altri e che ci amò assai prima che noi potessimo amare chiunque altro. E in questa solitudine che scopriamo che essere è più importante che avere, e che il nostro valore risiede in qualcosa di maggiore dei meri risultati dei nostri sforzi. In solitudine, noi scopriamo che la nostra vita non è un possesso da difendere, ma un dono da condividere È in essa che ci rendiamo conto che le parole benefiche che pronunciamo non scaturiscono da noi, ma piuttosto ci vengono date; che l’amore che riusciamo ad esprimere è parte di un amore più grande; e che la vita nuova che generiamo non è una proprietà gelosa a cui aggrapparsi, ma un dono da ricevere. In solitudine, noi maturiamo la consapevolezza che il nostro valore non coincide con la nostra utilità. Molto ci può insegnare, a questo proposito, il vecchio albero di quella storia Tao che narra d’un falegname e del suo apprendista:

Un falegname e il suo apprendista attraversavano, camminando fianco a fianco, una vasta foresta. Si imbatterono in una quercia alta, enorme, nodosa, annosa, stupenda, e il falegname domandò al suo apprendista:

«Sai perché quest’albero è così alto, enorme, nodoso, annoso e stupendo?».

L’apprendista guardò il proprio maestro e rispose:

«No … perché?».

«Ebbene», disse il falegname, «perché è inutile. Se fosse stato utile, già da tempo sarebbe stato abbattuto e trasformato in tavoli e sedie, ma, essendo inutile, ha potuto crescere sino a divenire così alto e magnifico che ora ci si può sedere all’ombra delle sue fronde, e riposare».

In solitudine possiamo invecchiare serenamente, affrancati dall’ossessione di essere utili, e troviamo l’opportunità di offrire un servizio che non avevamo pianificato. Nella misura in cui abbiamo perduto le cose che ci facevano dipendere da questo mondo, qualsiasi cosa «mondo» significhi — padre, madre, figli, carriera, successo o riconoscimenti —, ecco che possiamo dar vita ad una comunità di fede in cui vi sia poco da difendere, ma molto da condividere. Perché, come comunità di fede, prendiamo il mondo sul serio, ma mai troppo sul serio. In una comunità di questo tipo possiamo adottare un po’ della mentalità di Papa Giovanni, un uomo capace di ridere di se stesso. Quando un alto funzionario gli domandò: «Santo Padre, quante persone lavorano in Vaticano?», egli esitò un attimo e poi rispose: «Beh, suppongo circa la metà di loro». Come comunità di fede lavoriamo intensamente, ma la carenza di risultati non ci distrugge. E come comunità di fede ci rammentiamo costantemente a vicenda che formiamo una compagnia di deboli, la cui debolezza è palese a colui che ci parla nei luoghi deserti della nostra esistenza, e ci dice: Non temete, io vi accetto.

Preghiera quaresimale: giovedì della terza settimana

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen

Preghiera quaresimale: mercoledì della terza settimana

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili al1’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

Dal Vangelo di Matteo

Dov’e il tuo tesoro, la sara anche il tuo cuore. (Mt 6,21)

Oggi, come al tempo di Gesu, si incorre nel rischio di servire l’idolo denaro allontanando cosi il cuore da quello che è il vero centro della vita. «Io non sono ricco… non guardo ai soldi»: queste frasi a volte le si dice per giustificarsi davanti a certi stati di povertà, ma é veramente cosi? Faccio finta di non essere attaccato al denaro oppure sono come quella vedova che gettò nel tesoro del tempio quell’unica moneta che possedeva? Il mio cuore cosa va cercando? Il Vangelo di oggi ci insegna che il nostro cuore, la nostra anima, la nostra vita, si trovano 1a dove sta il tesoro che ci siamo scelti. L’invito per una vita piena e bella è dunque quello di scegliere come tesoro Gesù e la sua Parola, affinché possiamo sperimentare il suo amore che ci dona il centuplo promesso.

Preghiamo

Signore Gesù, donami di riconoscerti come il tesoro della mia quotidianità, affinché io possa essere segno del tuo amore verso I’altro. Amen.

Preghiera quaresimale: martedì della terza settimana

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili al1’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

Dal Vangelo di Matteo

Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. (Mt 6,18)

Gesù sferza un duro colpo all’orgoglio nascosto dell’uomo. La domanda che il Maestro pone è: siamo in grado di pregare e fare atti di carità nel segreto? Senza che nessuno lo sappia? Di solito di fronte a uno sforzo o a un sacrificio cerchiamo un riconoscimento. Come essere sicuri che non lo stiamo facendo per farci vedere? La linea di confine può alle volte essere sottile... Gesù, però, suggerisce una pista: guarda al tuo cuore. Il cuore non è da intendersi nel senso romantico — e forse un po’ sdolcinato —, ma alla maniera semitica di centro dell’uomo, di luogo del pensiero e delle grandi scelte. Insomma, diremmo noi, la nostra intimità profonda. Dio vede lì, nel luogo più segreto del cuore e sa se esso è a Lui rivolto 0 cerca altri riconoscimenti. II tuo volto, Signore, io cerco?

Preghiamo

Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo, intendi da lontano i miei pensieri, osservi il mio cammino e il mio riposo, ti sono note tutte le mie vie. La mia parola non é ancora sulla lingua ed ecco, Signore, gia la conosci tutta. (Sal 138).

Preghiera quaresimale: Annunciazione del Signore

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il
dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva
il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli,
rendici disponibili al1’ascolt0 reciproco, donaci parole
sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli,
aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai pic-
coli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli,
il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena
della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo
discenda su di noi e con noi rimanga sempre.
Amen.

Dal libro del profeta Isaia

Pertanto il Signore stesso vi dara un segno. Ecco:
la vergine concepira e partorirà un Figlio, che chiamerà
Emmanuele. (Is 7,14)

Sono in quel nome, Emmanuele, «Dio-con-noi», la consolazione e la gioia che devono guidare la nostra vita e la missione cristiana. Spesso sentiamo l’umano bisogno di un segno, di concretizzazioni.
Questo puo addirittura farci dubitare della presenza del Signore nel dispiegarsi della nostra vita. L’iniziativa prima e fondamentale é la sua, é lui che per primo viene nel mondo. L’attesa del segno, il nostro chiedere
conforto nelle avversità è sempre anticipato dall’iniziativa del Signore. Egli non viene in una teoria, ma in una storia, in un tempo. Viene in quella quotidianità che spesso viviamo in modo disattento e superficiale.
Il segno piu grande, infatti, è la piccolezza di un bambino. Aspetta però il nostro sì, come quello di Maria, colei che accoglie I’iniziativa del Padre e per questo si fa segno per |’umanita intera.

Preghiamo

I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.
Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce. (Sal 18)

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In allegato... continua il nostro cammino.

UNA PREGHIERA
Signore, ti preghiamo per i bambini che non hanno la gioia di poter vivere ogni giorno con il loro papà, o perché è successa una disgrazia, o per problemi di lavoro, o perché la famiglia è andata in crisi fino a dividersi. Veglia sul loro cammino e suscita in noi il desiderio vivo di manifestare con il nostro comportamento che tu, nostro Dio, sei il Papà che tutti vorrebbero avere e che tutti in dono abbiamo: il Papà che sostiene, incoraggia, perdona, fa risorgere dagli errori e dalle cadute; quel Papà di cui Gesù ci ha raccontato nel Vangelo e nella sua vita. Amen.

E UN PENSIERO
Dare la vita. È il massimo dell’amore e dell’umanità. È il gesto più nobile che un essere umano possa compiere, sia che la vita sia donata per chi già si ama, sia che lo si faccia per chi è sconosciuto. Gesù Signore ci ha insegnato a dare la vita in un modo ben preciso, senza ricorrere alla violenza e appoggiandosi alla forza del puro amore quando ingiustizie e umiliazioni sono state causa di sofferenza e di morte per Lui. Non è stato un eroe che ha combattuto per i suoi valori con la forza delle armi e ha esortato a rimettere la spada nel fodero ai suoi discepoli, quando volevano combattere per Lui e per questo è rimasto solo e abbandonato in balia dei suoi nemici. Non è stato un eroe, ma ci ha dimostrato con la sua vita che il massimo dell’umanità e dell’amore non è combattere con armi umane per la giustizia, ma difendersi solo ed unicamente con la forza dell’amore. Questo è per noi, discepoli di Gesù, donare la vita, non andare al fronte per proteggere i più deboli, affidandosi a strumenti che seminano distruzione e morte.


L’OPINIONE
http://avvenire.ita.newsmemory.com/publink.php?shareid=76b5901cd
Sul
memorandum dei rapporti commerciali Italia-Cina

NOTIZIE
➢ in questi giorni tre famiglie sono rimaste fuori casa e cercano un appartamento in affitto. Grazie ai nostri progetti Caritas, la parrocchia può intervenire ad accompagnare il loro momento di difficoltà. Chi può venire in aiuto dando notizie su opportunità abitative o mettendo a disposizione propri spazi, porta a compimento con la propria disponibilità e generosità l’opera che già si compie a loro favore.
➢ oggi i nostri cresimandi di prima media incontreranno il nostro vescovo a S. Siro. Ringraziamo perché abbiamo un vescovo che si presta sempre ad incontrare tutti e preghiamo perché l’esperienza lasci un segno positivo e duraturo nelle cento persone che parteciperanno, accompagnate da don Luca.
➢ nei venerdì di Quaresima il Signore ci invita a stare un po’ con lui ai piedi della Croce. È bello poter vedere giovani e adolescenti alle 7 del mattino a S. Paolo a pregare. Noi adulti siamo fortunati: i nostri giovani, pur con tutte le loro contraddizioni, sanno riportarci all’essenziale al momento giusto.

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Secondo sabato di Quaresima

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il
dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva
il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli,
rendici disponibili al1’ascolt0 reciproco, donaci parole
sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli,
aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai pic-
coli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli,
il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena
della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo
discenda su di noi e con noi rimanga sempre.
Amen.

Dal Vangelo di Marco

E non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose
le mani a pochi malati e li guari. (Mc 6,5)

Nella sua patria tanti si scandalizzano di Gesù e non sono disposti a credere in lui. Anche se lo conoscono da quando era bambino e lo hanno visto crescere con Maria e Giuseppe, tuttavia hanno il cuore chiuso alle parole di Gesù. Il Signore, invece, non cessa di compiere gesti di comunione, ma sceglie la via delle piccole cose: una guarigione a quel malato, un abbraccio a quell’altro infermo. Egli va a trovare coloro che elevano ancora uno sguardo di speranza al cielo e li salva. Gesù ascolta il soffio dello Spirito, raggiunge i poveri in spirito e i puri di cuore e ridona la vita laddove c’era sofferenza, la gioia dove c’era pianto. Le lacrime di commozione dei malati guarito raccontano i piccoli prodigi di Dio anche in terra arida.

Preghiamo

Dal tuo cuore, Cristo, sgorga lafonre dell ’acqua che lava ogni male del mondo e rinnova la vira. Signore, lava anche noi con quell ‘acqua purissima,
da ogni malizia detergi il nostro povero cuore. Amen.

SECONDO VENERDI’ DI QUARESIMA

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il
dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva
il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli,
rendici disponibili al1’ascolt0 reciproco, donaci parole
sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli,
aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai pic-
coli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli,
il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena
della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo
discenda su di noi e con noi rimanga sempre.
Amen.

LA NOSTRA VITA ATTIVA

È una facile constatazione: nel mondo in cui viviamo, tutti noi siamo contraddistinti da un intenso desiderio di realizzare qualcosa. Alcuni di noi auspicano grandi, epocali trasformazioni strutturali della nostra società. Altri vorrebbero perlomeno costruirsi una casa, scrivere un libro, inventare una macchina, conquistare un premio. Alcuni, infine, si contenterebbero di poter fare qualcosa di utile per gli altri. Ma, in pratica, tutti noi ci riteniamo in grado di apportare un qualche contributo alla vita. E quando ormai ci troviamo avanti negli anni, gran parte della nostra serenità o del nostro rammarico dipende dalla valutazione che diamo al ruolo che abbiamo esercitato nel forgiare il nostro mondo e la sua storia. Noi, per di più, in quanto cristiani, ci sentiamo in modo particolare chiamati a far qualcosa di buono per gli altri: dare un consiglio, consolare, scacciare un paio di demòni, e magari anche andare per il mondo a predicare la buona novella. In una società come la nostra, tutta protesa al raggiungimento di obiettivi materiali, questo desiderio di rendersi utili può essere indice di salute mentale e spirituale; spesso, però, può anche diventare fonte di una paralizzante carenza di autostima. Spesso, infatti, noi non ci limitiamo a desiderare di far qualcosa di significativo, ma finiamo per trarre dagli esiti del nostro operato i criteri su cui basare la nostra personale autostima. E allora non ci limitiamo soltanto a riportare dei successi, ma finiamo per divenire tutt’uno con i nostri successi. Chi è solito tenere conferenze in questo paese, si accorge che più invecchia, più coloro che lo presentano parlano a lungo, e questo perché si sentono tenuti a elencare tutto ciò che l’oratore ha saputo realizzare dai tempi in cui ha lasciato l’Università sino ad oggi. Quando cominciamo ad attribuire troppo peso ai risultati del nostro lavoro, poco a poco maturiamo l’erronea convinzione che la vita sia una sorta di tabellone su cui qualcuno va elencando i nostri punti per poi decretare il nostro valore. E prima d’essercene resi conto appieno, abbiamo venduto le nostre anime ai tanti arbitri sempre pronti a fissarci un punteggio. Con ciò, ecco che non siamo più solo nel mondo, ma anche del mondo. E diveniamo ciò che siamo per il mondo. Siamo intelligenti perché qualcuno ci attribuisce un quoziente elevato. Utili perché qualcuno ci dice grazie. Simpatici perché piacciamo a qualcuno. E importanti perché qualcuno ci reputa indispensabili. In breve: valiamo perché abbiamo successo. E più permettiamo che i nostri traguardi — i risultati delle nostre azioni — divengano i criteri della nostra autostima, più finiamo per nuocerci sotto il profilo mentale e spirituale, sempre a chiederci se sapremo restare all’altezza delle aspettative che abbiamo creato con i nostri ultimi successi. Nella vita di molte persone si innesca così una sorta di circolo vizioso: le loro ansie crescono in modo direttamente proporzionale ai loro successi. E questa forza occulta ad aver condotto all’autodistruzione molti dei più grandi artisti. In questo mondo tutto teso al raggiungimento del successo, le nostre vite soggiacciono sempre più alla tirannia dei superlativi. Decantiamo il grattacielo più alto, il corridore più veloce, l’uomo più alto, il ponte più lungo, lo studente più brillante. (Noi, in Olanda, ci vantiamo dell’opposto: abbiamo la cittadina più piccola, la stradina più stretta, la casetta più piccola… e le scarpe più scomode). Ma molti di noi, al di sotto di tutta l’enfasi che pongono nel successo che corona la loro attività, soffrono di una carenza di autostima profondamente radicata, e vivono costantemente nel timore che un giorno qualcuno solleverà il velo dell’illusione e rivelerà che non sono davvero così brillanti, buoni o amabili come il mondo aveva dato ad intendere. Talvolta accade che qualcuno, in un momento di confidenza, confessi: «Tutti mi credono una persona tanto calma e serena: se solo sapessero come mi sento davvero dentro…». Questo logorante stato d’insicurezza è alla base di tanta depressione nella vita di molte persone che lottano per affermarsi in questa nostra società competitiva. Senza contare, poi, che quest’ansia corrosiva che le nostre debolezze possano essere scoperte, ostacola comunitaria e creativa compartecipazione. Quando abbiamo venduto la nostra identità ai giudici di questo mondo, imbocchiamo una strada che ci obbliga a diventare frenetici, per il bisogno di sempre nuove, affermazioni e apprezzamenti. Ma di fatto facilmente cadiamo in preda allo scoraggiamento, perché comunque non ci riesce mai di accettarci. E corriamo il serio pericolo di isolarci, perché amicizia e amore sono impossibili senza una reciproca vulnerabilità. E così, quando le nostre azioni sono ormai divenute più un’espressione d’ansia che di libertà interiore, finiamo facilmente irretiti dalle nostre stesse illusioni.

HENRI J. M. NOUWEN, Forza dalla solitudine

Preghiera quaresimale: giovedì della seconda settimana

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolto reciproco, donaci parole
sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli,
aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli,
il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo
discenda su di noi e con noi rimanga sempre.
Amen.

Dal Vangelo di Matteo

E il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. (Mt 6.4)

La pagina di Vangelo ci consegna oggi un atteggiamento molto prezioso per vivere in maniera piena le pratiche dell’elemosina e della preghiera ovvero quello del nascondimento. Gesù ci mette in guardia dall’atteggiamento narcisistico che si può celare dietro i nostri buoni propositi di aiuto ai bisognosi e di incontro con ll Signore. La relazione che viviamo con i poveri e con il Signore ha la promessa di una ricompensa dal Padre celeste, ma questa viene esclusa quando queste pratiche sono fianalizzate all’ammirazione della gente che ci sta attorno e a un’autoaffermazione. Ecco allora che la disposizione del nostro cuore nel compiere queste lodevoli pratiche e quella di chi, all’esempio di Gesù, nostro vero modello si dona totalmente e per amore del prossimo e di Dio.

Preghiamo

Preservaci Signore dal ricercare il nostro compiacimento nelle pratiche di carità, insegnaci a donarci come te.

Preghiera quaresimale: mercoledì della seconda settimana

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il
dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva
il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli,
rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole
sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli,
aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai pic-
coli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli,
il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena
della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo
discenda su di noi e con noi rimanga sempre.
Amen.

Dal Vangelo di Matteo

Affinche’ siate figli del Padre vostro che è nei cieli. (Mt 5,45)

Cos’è giusto fare quando qualcuno ci fa un torto? La logica umana ci insegna che al male si deve reagire in una misura adeguata. Gesù, invece, non ci insegna a reagire o a subire il male, ma a cogliere l’occasione per fare il bene. In fondo è un po’ come nelle arti marziali: non ci si oppone all’avversario con le stesse modalità, ma se ne sfrutta la forza per metterlo al tappeto. In maniera analoga, quando riceviamo un torto non dovremmo rispondere per le rime: solo così riusciremo a spiazzare il nostro avversario. e a scardinare la logica del male. Il cristiano, dunque, di fronte al male non reagisce ma agisce da figlio del Padre, rispondendo con il bene perché ama il suo nemico, secondo la volontà del Padre E come si può amare i nemici? Cominciando a pregare per loro. Solo nel rapporto con Dio possiamo ottenere tale grazia.

Preghiamo

Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnarmi i tuoi sentieri. Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza; io spero in te tutto il giorno. (Sal 25,4-5).

S. Giuseppe sposo di Maria

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre. Amen.

Dal Vangelo di Luca

Perché mi cercavate? Non sapevate che i0 devo occuparmi delle cose del Padre mio? (Lc 2,49)

Insieme alla ricorrenza dell’Annunciazione del 25 marzo, la Festa di San Giuseppe interrompe l’austerità della Quaresima, nella quale Gesù cammina con i suoi apostoli verso Gerusalemme. L’attenzione di oggi invece è a un altro cammino compiuto da Gesù dodicenne con i suoi genitori: è la nota circostanza durante la quale i genitori di Gesù «perdono» il ragazzo per ritrovarlo poi, dopo tre giorni, nel Tempio, mentre discorre con i dottori della legge e li interroga. Leggendo il brano si resta affascinati dall’apprensione tipica di ogni genitore preoccupato per il proprio figlio. Eppure è proprio in questa circostanza che Gesù rivela ai suoi genitori la sua particolare figliolanza con il Padre, quel rapporto unico grazie al quale anche noi possiamo dirci figli di Dio.

Preghiamo

O Dio provvido e buono, che hai voluto afidare gli inizi della nostra redenzione alla custodia premurosa: di san Giuseppe, concedi alla tua Chiesa di cooperare con fedeltà alla salvezza e proteggi tutti i tuoi, gli che sulla terra invocano 1 intercessione dello sposo della beata Vergine. Amen.

Lunedì della seconda settimana di Quaresima

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il
dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva
il tempo che tu le concedi come tempo di grazia...

Momenti della preghiera

- Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
- Silenzio (lettura personale della riflessione)
- Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
- Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli,
rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole
sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli,
aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai pic-
coli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli,
il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena
della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo
discenda su di noi e con noi rimanga sempre.
Amen.

Dal libro della Genesi

Il Signore disse ad Abram: «Vattene dalla tua terra, dallatua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra
che io ti indicherà. Farò di te una grande nazione e ti
benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere
una benedizione (Gen 12,1-2)



Dio si rivolge ad Abram con un comando, un imperativo che per certi versi può sembrare addirittura folle: lasciare la propria casa, la propria terra, le proprie sicurezze economiche e sociali per andare in un luogo non ben definito. Il Signore accompagna però questo comando con una promessa altrettanto grande, gli assicura infatti che non smetterà di «dire bene di lui» e di renderlo una nazione forte. Abram è chiamato a essere segno per gli altri popoli. Anche a noi oggi il Signore rivolge la stessa parola di benedizione che ci accompagna e sostiene nel nostro quotidiano cammino e, allo stesso tempo, ci rende segno della sua presenza per tutti quelli che incontriamo nella nostra vita quotidiana, in famiglia, sul luogo di lavoro, a scuola. Chiediamo dunque al Signore che anche oggi faccia sentire la sua presenza benedicente accanto a noi.



Preghiamo

Signore, tu sei stato benedizione per il tuo popolo. Rendi anche noi capaci di «dire-bene» il mondo in cui viviamo e le persone che incontriamo.

SECONDA DOMENICA DI QUARESIMA

Cercare la verità, dire la verità, fare i conti con la verità permette alla Samaritana e ad ogni credente di capire e incontrare Gesù, perché Lui è la verità. La sua vita, il suo amare, soffrire, ascoltare, parlare, manifesta la verità di Dio e la verità dell’essere uomini e donne in ogni tempo. Non si fa verità piena su se stessi se non si passa dalla verità dell’amore di Dio Padre ehe ci racconta Gesù.

DAL VANGELO DI GIOVANNI (GV 4, 5-42)

In quel tempo. Il Signore Gesù giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

Preghiera quaresimale: primo sabato di Quaresima

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il
dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva
il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli,
rendici disponibili al1’ascolt0 reciproco, donaci parole
sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli,
aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai pic-
coli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli,
il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena
della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo
discenda su di noi e con noi rimanga sempre.
Amen.

Dal Vangelo di Matteo

Se aveste compreso che casa significhi: Misericordia io voglio e non sacrifici; non avreste condannato persone senza colpa.

Se il discepolo di Gesù Vorrà essere vero signore della Legge egli dovrà conservare perennemente puro il suo cuore, la sua mente, il suo spirito,
la sua anima. Dovrà dimorare nella Parola di Cristo Gesù. Dovrà osservare i suoi comandamenti allo stesso modo in cui Gesù ha osservato i comandamenti del Padre suo. Se si allontanerà dalla Parola, se non la comprende per se stesso, come potrà pretendere di comprenderla per gli altri? La Parola di Dio si comprende solo donando a essa vita nel proprio cuore, sviluppo nella propria mente, esistenza perfetta nella propria anima. Allora si diviene signori della Parola perché la si riflette in pienezza.

Preghiamo

Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
annuncerò tutte le tue meraviglie.
Gioirò ed esulterò in te,
canterò inni al tuo nome, 0 Altissimo. (Sal 9)

per la preghiera personale

In allegato gli spunti di preghiera per la settimana

Download parola_quar_2_sett.pdf

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In allegato gli avvisi della settimana.

da lunedì a giovedì alle 18.00 in Esagono "venti minuti con te Gesù"
al venerdì giornata "presso la Croce"

8.20 a S. Paolo e 18.30 a S. Giovanni Via Crucis
16.45 a S. Paolo Via Crucis per i ragazzi "Stendi la tua mano e mettila nel mio costato"

Download Comunit__2019-03-17_II_Quaresima.pdf

Preghiera quaresimale: primo venerdì di Quaresima

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il
dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva
il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli,
rendici disponibili al1’ascolt0 reciproco, donaci parole
sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli,
aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai pic-
coli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli,
il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena
della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo
discenda su di noi e con noi rimanga sempre.
Amen.

TESTO DI RIFLESSIONE

«Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava». Tra tante frasi dense d’azione — curare malati, scacciare demòni, rispondere a discepoli impazienti, spostarsi da un villaggio all’altro, predicare da una sinagoga all’altra — ecco queste quiete parole: «Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava». In un vortice di attività senza tregua, udiamo di una pausa di riflessione. Circondati da ore di attivismo e spostamenti, troviamo un attimo di quieta, silente immobilità. Nel pieno fermento d’un intenso coinvolgimento, ecco parole che denotano un ritrarsi, un farsi da parte. Nel mezzo dell’azione, la contemplazione. Dopo tanta comunione, la solitudine. Più rileggo questa frase silente, serrata tra uno strepito di parole colme d’azione, più sento che il segreto del ministero di Gesù è celato in quel luogo solitario verso cui egli uscì a pregare, di mattina presto, molto prima che facesse giorno. Nella solitudine, Gesù trova il coraggio di seguire la volontà di Dio e non la propria; di proferire le parole di Dio e non le proprie; di compiere le opere di Dio e non le proprie. Incessantemente egli ci rammenta: «Io non posso far nulla da me stesso …non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato» (Gv 5,30). E ancora: «Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere» (Gv 14,10). Nel luogo di solitudine in cui Gesù entra in intimità col Padre: là nasce il suo ministero. Vorrei riflettere su questo luogo di solitudine nelle nostre vite. In qualche modo, noi tutti sappiamo che senza un luogo in cui vivere momenti di solitudine le nostre vite sono in pericolo. In qualche modo, sappiamo che senza il silenzio le parole perdono il loro significato, senza l’ascolto il parlare non sa più soccorrere, senza un allontanamento la prossimità non può più essere d’aiuto. In qualche modo sappiamo che, senza un luogo di solitudine, le nostre azioni si tramutano presto in vuoti gesti. Il cauto, delicato equilibrio tra silenzio e parole, ritrarsi e coinvolgersi, allontanamento e prossimità, solitudine e comunione, costituisce il fondamento della vita cristiana, e richiede perciò tutta la nostra attenzione. Esamineremo dunque più approfonditamente dapprima la nostra vita attiva, poi la nostra vita in solitudine.

tratto da Henri Nouwen, Forza dalla solitudine, riflessioni sulla vita cristiana

Via Crucis primo venerdì

In allegato la Via Crucis con cui pregheremo insieme domani.

Download Via_Crucis_Beatitudini_1_venerd_.pdf