FOGLIO COMUNITÀ DI PASQUA

In allegato gli auguri di Pasqua e gli avvisi della settimana.

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MARTEDI’ DI PASQUA

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

Dagli Atti degli Apostoli

Sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel
nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete
crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi
sta innanzi risanato. (At 4,10)

Gli apostoli non agiscono di loro spontanea volon-
tà, ma obbediscono al comando del Risorto. Gli
apostoli non guariscono per forza propria, ma
nel nome del Signore crocifisso e risorto. Il primo mi-
racolo compiuto da Pietro e Giovanni è stato realizzato
nel nome di Gesù Cristo il Nazareno. In altre parole, il
libro degli Atti racconta sì le gesta dei seguaci di Gesù,
divenuti poi apostoli e annunciatori; essi sono andati ad
annunciare, hanno percorso le strade del mondo antica
per proclamare la buona notizia del Vangelo. Ma il vero
protagonista degli Atti è il Signore risorto. Per mezzo
dello Spirito la sua potenza tocca le persone raggiunte
dai discepoli e le rinnova, le sana, le salva, le converte
a sé. La corsa della Parola continua ancora oggi; l’an-
nuncio del Vangelo giunge sino a noi e noi incontria-
mo lo stesso Signore risorto che non smette di operare,
così che l’incontro con lui è vita, gioia, pace, salvezza,
liberazione dalla morte. Per mezzo della Parola e dei
sacramenti, all’interno della comunità ecclesiale, si rin-
nova ogni giorno l’opera salvifica del nome di Gesù che
raggiunge ciascuno di noi.

Preghiamo

Signore Gesù,
donaci di custodire il timore che ci rende stupiti
di fronte alla rivelazione della tua risurrezione;
poni in noi la gioia per questo annuncio
che ha mutato interamente la nostra vita

LUNEDÌ DI PASQUA

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

Dagli Atti degli Apostoli

Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza,
come pure i vostri capi. Ma Dio ha così compiuto ciò
che aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti, che
cioè il suo Cristo doveva soffrire. (At 3,17-18)

Il verbo deî («doveva») crea una connessione fra la
comprensione delle Scritture e la passione. L’ac-
cento, cioè, non cade tanto sulla prevedibilità degli
avvenimenti, quanto più sulla luce che la Scrittura vie-
ne a proiettare su eventi dolorosi rimasti finora oscu-
ri, ma che a loro volta fanno cogliere il senso delle
Scritture rimaste anch’esse enigmatiche. La croce non
è «predetta» ma è «conforme» alle Scritture. V’è una
circolarità: le Scritture rinviano a Cristo e Cristo rinvia
alle Scritture. Nel prisma della Pasqua i discepoli
comprendono Gesù alla luce delle Scritture, ma anche
le Scritture alla luce di Gesù. Si chiarisce così il si-
gnificato del verbo «doveva»: esso si rivela essere
l’espressione della volontà divina attuata nel mistero
pasquale. Il bagliore che promana dalla risurrezione
del Figlio di Dio illumina l’oscurità della croce e mo-
stra come il Cristo stesso abbia obbedito sino in fondo
alla volontà del Padre. La croce non contraddice la po-
tenza di Gesù, semplicemente svela l’altra faccia del
mistero: la potenza indica la messianicità, ma la croce
esplicita come tale messianicità si rivela.

Preghiamo

Signore Gesù,
non un gelido sepolcro ma la memoria della tua Parola
ci dona di incontrare ancora te,
il Cristo Risorto che ha vinto la morte
e non smette di rivelarsi al nostro cuore

PASQUA

Il pianto di Maria si spegne dopo che Gesù la chiama per nome, la riconosce, la ama con tutte le sue contraddizioni e sofferenze. L’accoglienza reciproca è sempre motivo di vita, è dono reciproco di mani tese per risorgere dalla proprie tristezze e sperare nell’alba di un nuovo stile di vita, più vicino alla gioia e alla carità che Gesù da sempre vive con ciascuno di noi e con noi tutti insieme.

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI

In quel tempo. Maria di Màgdala stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto

VENERDÌ SANTO NELLA PASSIONE DEL SIGNORE

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

Dal Vangelo di Matteo

Davvero costui era Figlio di Dio! (Mt 27,54)

“Aborrire del tutto, e non in parte, quanto il
mondo ama e abbraccia, e accettare e de-
siderare quanto nostro Signore ha amato e
abbracciato. Come gli uomini mondani, che seguono
il mondo, amano e cercano con ogni diligenza onori,
fama, alto riconoscimento del proprio valore sulla ter-
ra, conformemente agli insegnamenti del mondo, così
quelli che camminano nella via dello Spirito e seguono
concretamente Cristo nostro Signore, amano e deside-
rano intensamente il contrario, cioè vestirsi della stes-
sa veste del loro Signore, per l’amore e la riverenza
che gli sono dovuti.» Queste parole di sant’Ignazio
di Loyola ci ricordano che sulla croce si svela il vero
volto di Dio, che si mostra a noi in Cristo crocifisso:
Dio è amore umile che si mette al servizio dei fratelli e
noi, in quanto figli, siamo chiamati a vivere di questo
stesso amore.

Preghiamo

Donaci la grazia, Signore,
di avere l’umiltà e il coraggio necessari
per non scappare dalla croce.
Aiutaci a riconoscere nel mistero doloroso
della morte di Cristo Crocifisso
il tuo vero volto di amore
e di riscoprirci figli e fratelli amati.

GIOVEDI’ SANTO NELLA CENA DEL SIGNORE

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

Dalla prima lettera ai Corinzi

Chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore,
mangia e beve la propria condanna. (1Cor 11,29)

La Cena del Signore è il momento culminante
della chiamata a riunirsi della comunità cristia-
na, attorno alla sua mensa Gesù ci raduna come
fratelli e figli dello stesso Padre. Con questa certezza
san Paolo richiama i Corinzi per aver perso il senso
del loro ritrovarsi, convinti che l’Eucaristia basti da
se stessa per creare ed esprimere un rapporto con il
Signore risorto, si sono dimenticati delle relazioni
fraterne. Il corpo di Gesù è il pane eucaristico, ma è
anche l’assemblea dei battezzati radunati nella Chiesa.
Chi ha la pretesa di ricevere il corpo eucaristico sen-
za vivere relazioni fraterne di carità, mangia e beve
la propria condanna perché non si dispone a ricevere
la grazia del sacramento. Oggi, nel memoriale dell’i-
stituzione dell’Eucaristia, chiediamo il dono di saper
vivere relazioni degne del mistero che celebriamo.

Preghiamo

Padre, dona a tutti i credenti la salvezza
operata dalla passione redentrice
e infrangi per il tuo amore infinito
i vincoli della nostra durezza di cuore. Amen.

Preghiera del mercoledì santo

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

Dal Vangelo di Matteo

Quanto volete darmi perché io ve lo consegni? —(Mt 26,15)

Giuda, per trenta monete d’argento, consegna
Gesù ai sommi sacerdoti; lo consegna nelle
mani di coloro che non l’hanno accolto come
Figlio di Dio. Anche oggi, nella nostra quotidianità,
rischiamo di consegnare Gesù perché fatichiamo ad
accogliere il Vangelo in alcuni suoi tratti. Per che cosa
consegno Gesù? Che cosa mi infastidisce del Vangelo
e così non riesco a vivere? In ognuno di noi c’è un al-
tro «Giuda» che sempre fallisce, tradisce, cade. Spes-
so pensiamo di poter dare un prezzo a tutto, di poter
colmare ogni vuoto nella nostra vita con le sole nostre
forze e le nostre risorse. La vita nella sua schiettezza,
però, ci dimostra il contrario. L’importante non è non
sbagliare, ma avere l’umiltà e il coraggio di riconosce-
re che non siamo omnipotenti e quindi di chiedere aiuto
a Dio e ai fratelli.

Preghiamo

Tutti insieme, quelli che mi odiano
contro di me tramano malefici,
hanno per me pensieri maligni:
«Lo ha colpito una malattia infernale;
dal letto dove è steso non potrà più rialzarsi».
Anche l’amico in cui confidavo,
che con me divideva il pane,
contro di me alza il suo piede.
Ma tu, Signore, abbi pietà, rialzami,
che io li possa ripagare. (Sal 41,8-11)

Preghiera del martedì santo

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

Dal libro di Giobbe

Io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno
e non un altro. (Gb 19,27)

Di fronte alla sofferenza è inevitabile chiedersi:
perché? La domanda di senso non ci dà nessun
problema… è la risposta che ci lascia inquieti.
La sofferenza possiamo provarla, ma non compren-
derla. Inoltre, ci sfugge, non è controllabile. Allora ci
chiediamo come Giobbe: Dio, perché? Qui si insinua
la possibilità che forse Dio non è così buono come ci
è parso di incontrarlo… ma proprio Giobbe ci smenti-
sce. Nonostante le atroci sofferenze, alla fine il giusto
può confidare nel fatto che sarà Dio stesso a farsi vici-
no. È proprio il volto di Dio che Giobbe vuole vedere.
Qui risuonano le parole che Giovanni associa alla sof-
ferenza di Gesù: «Volgeranno lo sguardo a colui che
hanno trafitto» (Gv 19,37). Solo in Cristo la sofferenza
trova una risposta convincente perché è in lui che Dio
si è fatto vicino a ogni uomo.

Preghiamo

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia, mi guida per il giusto cammino,
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincàstro
mi danno sicurezza. (Sal 22)

Preghiera del lunedì santo

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

Dal Vangelo di Luca

State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si
appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni
della vita e che quel giorno non vi piombi addosso
all’improvviso. (Le 21,34)

Veniamo ancora richiamati a una conversione,
prima di tutto del cuore. In questo tempo propi-
zio siamo chiamati a guardare a ciò che davve-
ro, nel profondo, appesantisce il cuore. La Pasqua del
Signore può essere come un «laccio» per chi vi giunge
impreparato. Questo laccio non è però come una pu-
nizione divina per un compito non fatto. È piuttosto
un invito ad arrivare alla festa di salvezza con il cuo-
re ferito, contrito, desideroso di camminare verso il
Signore. Da possibile segno di condanna il laccio si
trasformerà così in segno di salvezza. La Settimana
Autentica ci aiuti ad alleggerire il cuore dal superfluo
per celebrare la Pasqua in novità di vita.

Preghiamo

Come la cerva anela
ai corsi d’acqua,
così l’anima mia anela
a te, 0 Dio.
L’anima mia ha sete di Dio,
del Dio vivente:
quando verrò e vedrò
il volto di Dio? (Sal 41)

14 APRILE: DOMENICA DELLE PALME

I pericoli attorno a Gesù aumentano e lui si rifugia a casa dei suoi amici, per allentare le tensioni e per gioire della nuova vita di Lazzaro. Non tutti lo capiscono, neanche tra i suoi discepoli, ma lui non perde occasione per usare misericordia e riportare all’essenziale coloro che credono in Lui, A questo chiama anche noi, nella settimana santa che inizia.

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI

In quel tempo. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». Intanto i capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse, perché potessero arrestarlo.
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

Preghiera quaresimale: quinto sabato di Quaresima

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

Dal Vangelo di Matteo

Ti rendo lode, Padre, […| perché hai nascosto queste cose
ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. (Mt 11,25)

Sulla soglia dei giorni santi della Pasqua, durante
i quali si celebreranno i sacramenti dell’inizia-
zione cristiana, il sabato in traditione Symboli si
rivela con le sue letture un invito rivolto ai battezzati a
rinnovare la professione della fede cristiana e a risco-
prire ciò che essa implica. Il Vangelo rivela la grande
gioia di Gesù al vedere che gli umili e miti compren-
dono il suo lieto annunzio. L’intima comunione tra il
Padre, Gesù e coloro che conoscono Gesù è realmente
possibile, il regno di Dio irrompe sulla terra e trasfor-
ma la vita di uomini e donne che vivono come fratelli
e sorelle tra loro nella certezza di essere amati dallo
stesso Padre buono. La fede è il dono più grande di cui
oggi siamo invitati a gioire, professandola in comu-
nione con tutta la Chiesa che si prepara a incontrare il
Signore crocifisso e risorto per amore.

Preghiamo

Dio, custodisci e santifica il tuo popolo.
Signore, siamo divisi: rendici uniti!
Libera chi è schiavo dei tuoi nemici
perché tutti sappiano che sei il nostro Dio.

Preghiera quaresimale: quinto venerdì di Quaresima

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

CON SOLLECITUDINE

Dalla sua solitudine, Gesù tese la propria mano sollecita a quanti erano nel bisogno. In quel luogo solitario, la sua sollecitudine si fece intensa e matura. E da là egli inaugurò una salvifica intimità con il suo prossimo. Davvero Gesù si prendeva cura. Pragmatici come siamo, ci vien di fatto di dire: «È ovvio: sfamava gli affamati, rendeva la vista ai ciechi, l’udito ai sordi, risanava gli storpi, risuscitava i morti. È evidente che si prendeva cura». Ma, stupefatti da tutte le opere straordinarie che egli compiva, dimentichiamo che Gesù non diede cibo alla folla senza prima aver ricevuto alcuni pani e pesci da uno di loro; che non restituì il figliolo alla vedova di Nain senza aver avvertito il dolore di quella madre; che non risuscitò Lazzaro dal sepolcro senza aver versato lacrime e aver provato sin dal profondo del cuore un intenso turbamento. Ciò che vediamo, e vogliamo vedere, è la cura e la trasformazione. Ma ciò che non vediamo e non vogliamo vedere, è la sollecitudine, la partecipazione al dolore, la solidarietà nella sofferenza, la condivisione dell’esperienza di emarginazione. Eppure, il semplice aver cura, quand’è disgiunto da un autentico prendersi a cuore, è disumanizzante al pari di un dono dato senza calore umano. Vorrei riflettere sulla sollecitudine, come fondamento e requisito indispensabile di qualsiasi gesto di cura. Nelle nostre comunità abbiamo posto tutta l’enfasi sulla cura. Aspiriamo ad essere dei professionisti: a sanare gli ammalati, ad aiutare i poveri, a istruire gli ignoranti, e ad organizzare gli smarriti. Ma in questo atteggiamento si annida la tentazione di usare la nostra professionalità per mantenere una rassicurante distanza da ciò che realmente ha importanza, dimenticando che, alla lunga, qualsiasi gesto di cura, quando manchi d’autentica sollecitudine, risulta più dannoso che benefico. Incominceremo dunque col chiederci che cosa significhi, realmente, prendersi cura, per poi passare ad esaminare come questo prendersi cura possa divenire fondamento di comunità. Cosa significa prendersi cura? Va detto innanzitutto che la parola cura è divenuta molto ambigua. Quando qualcuno dice: «Ne avrò cura io, di lui!», quell’espressione è verosimilmente più un annuncio d’imminente aggressione che di tenera compassione. Va poi ad aggiungersi, a questa ambiguità, il fatto che la parola cura viene molto frequentemente usata con un senso negativo: «Desideri caffè o tè?» «Non importa». «Preferisci restare a casa o andare al cinema?» «Non importa». «Vuoi andare a piedi, o prendiamo la macchina?» «Non importa». Questa espressione di indifferenza nei confronti delle alternative della vita è divenuta luogo comune. E spesso pare che un atteggiamento noncurante sia ormai più accetto di uno che rivela interesse e coinvolgimento, e che uno stile di vita disinvolto sia più ricco di attrattive di uno sollecito e partecipe. L’autentico prendersi cura non è ambiguo. L’autentica sollecitudine esclude l’indifferenza, ed è l’opposto dell’apatia. Etimologicamente, la parola inglese ‘care’ deriva dal gotico ‘Kara’, che significa: lamento. Il significato primo di ‘care’ è: affliggersi, sperimentare dolore, condividere il grido di dolore altrui. Questo retroterra della parola ‘care’, cura, mi colpisce profondamente, perché noi tendiamo a considerare il prendersi cura come un atteggiamento del forte nei confronti del debole, di chi detiene il potere nei confronti di chi non l’ha, degli abbienti nei confronti dei non abbienti. E avvertiamo un certo qual disagio a far nostro il dolore altrui prima di fare qualcosa per lenirlo. Eppure, quando ci domandiamo francamente quali persone, nelle nostre vite, siano più importanti e significative per noi, spesso scopriamo che si tratta di coloro che invece di dare dei gran consigli, invece di offrire soluzioni o rimedi, hanno scelto piuttosto di condividere il nostro dolore e di toccare le nostre ferite con mano sensibile e partecipe. L’amico che sa restare in silenzio con noi in un momento di disperazione o di confusione; che sa starci accanto in un’ora di dolore o di angoscia; che sa accettare di non capire, di non trovare un rimedio, di non sanare, e sa guardare con noi la realtà della nostra impotenza: questo è l’amico che davvero ha cura di noi. Provate a ripensare a quei momenti in cui vi è accaduto di essere chiamati a restare accanto a un amico che aveva perduto la moglie, o un figlio, o un genitore. Che cosa si può dire, fare o proporre, in momenti simili? È forte la propensione a dire: «Non piangere; la persona che tanto amavi è nelle mani di Dio»; «Fatti forza perché ci sono ancora tante cose per cui vale la pena di vivere». Ma siamo davvero disposti a sperimentare la nostra impotenza dinanzi alla morte e a dire: «Non capisco. Non so cosa fare, ma sono qui, con te»? Siamo davvero disposti a non sottrarci al dolore, a non rifugiarci nell’attivismo quando non c’è nulla da fare, e a restare piuttosto là, al cospetto della morte, insieme a coloro che vivono un lutto? L’amico che sa prendersi cura fa capire che, qualsiasi cosa succeda nel mondo esterno, ciò che davvero conta è l’essere presenti l’uno all’altro. E lo è davvero: più del dolore, più della malattia, persino più della morte.

Henri Nouwen, Forza dalla solitudine

PER LA MEDITAZIONE NELLA SETTIMANA SANTA

In allegato l'intervento scritto di Ludwig Monti, Amore, Morte e Risurrezione, tenuto il 5 aprile a S. Giovanni.

Download Ludwig_Monti_Amore_Morte_e_Risurrezione.pdf

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

AVVISI VARI

• Il dono della settimana santa è prezioso, soprattutto nelle celebrazioni della S. Messa nella Cena del Signore, nella celebrazione della sua Morte, nella Veglia di Pasqua e nella S. Messa del giorno di Pasqua

• Agli adolescenti, diciottenni e giovani il Triduo è proposto in un tempo di vita comune, per favorire la preghiera e la comunicazione nella fede.

• Il giovedì santo, dalle 23.30 alle 7.00, a S. Paolo, è proposta l’Adorazione notturna, come forma di preghiera vigilante accanto a Gesù in agonia nell’orto degli ulivi. È possibile segnalare la propria partecipazione, come singoli o come gruppo, nella bacheca all’ingresso della Chiesa di S. Paolo.

• Nella settimana di Pasqua i ragazzi delle medie con i loro educatori saranno in pellegrinaggio a Roma e ad Assisi. Accompagniamoli nella preghiera, perché l’esperienza spirituale aiuti la crescita nella fede.

• Dal 10 giugno al 12 luglio, per i ragazzi in età scolare, e dal 1 al 26 luglio per i bambini della scuola materna, ci saranno le attività estive, come di consueto. Dopo Pasqua saranno a disposizione i volantini con le proposte.

• Come l’anno scorso, durante il mese di maggio al martedì, al mercoledì e al giovedì, pregheremo Maria con il S. Rosario nelle nostre quattro chiese: 7-8-9 a S. Giovanni, 14-15-16 a S. Paolo, 21-22-23 a S. Bernardino e 28-29-30 alla Ponzella.

In allegato il Nuovo foglio di Comunità e il programma della settimana santa.

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Preghiera quaresimale: giovedì della quinta settimana

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

Dal Vangelo di Giovanni

Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da
Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica
forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò
che fa?» Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea?
Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta».
E ciascuno tornò a casa sua. (Gv 7,50-53)

Nel Vangelo di oggi ci troviamo davanti a tre
personaggi: le autorità religiose, le guardie
che tornano a mani vuote e infine Nicodemo.
Sembrerebbe che quelli che si lasciano convincere
dalle parole di Gesù siano i più semplici ma, nella
loro semplicità riescono a cogliere la straordinarietà.
I farisei invece, i più dotti, resistono a Gesù e usano
la Torah per screditarlo. Sembrerebbe a questo punto
che il Vangelo inviti all’ignoranza anziché allo studio,
invece Nicodemo, proprio richiamandosi alla Torah
vuole creare lo spazio necessario per incontrare Gesù.
In discussione non c’è la Torah, quanto piuttosto come
l’umano possa usarla. Il brano di oggi ci richiama a
guardare alle Scritture con umiltà e onestà così da la-
sciarci condurre a Cristo. La sapienza è ciò che ci por-
ta a spalancare gli occhi davanti al Signore.

Preghiamo

Invoco con tutto il cuore: Signore, rispondimi;
custodirò i tuoi decreti.
Io t’invoco: salvami
e osserverò i tuoi insegnamenti.
Precedo l’aurora e grido aiuto,
spero nelle tue parole. (Sal 118,145-147)

Preghiera quaresimale: quinto mercoledì.

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

Dal Vangelo di Luca

Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, (Lc 18,31)

Questo brano di Vangelo ci svela il motivo per
cui Gesù si sta recando a Gerusalemme: perché
si compia «tutto ciò che fu scritto dai profeti»
(Lc 18,31) su di lui, cioè la sua passione, morte e
risurrezione. Diamo quasi per scontati gli avvenimenti
cui Gesù allude perché sono già accaduti nella storia.
Proviamo, invece, a immergerci nella prospettiva dei
Dodici: loro non si immaginano minimamente cosa
capiterà a Gesù e a loro nei giorni di Pasqua! Forse
non hanno capito perché rifiutano anche solo l’idea
che un uomo giusto inviato dal Signore — il «Figlio
dell’uomo», la cui venuta fu profetizzata nel libro di
Daniele — possa subire tale sorte ingiusta e terribile,
seppur con un finale colmo di speranza. Come capire,
dunque? Dovranno seguire Gesù. Solo così potranno
comprendere il senso di questo annuncio.

Preghiamo

Libera dalla spada la mia vita,
dalle zampe del cane l’unico mio bene.
Salvami dalle fauci del leone
e dalle corna dei bufali.
Tu mi hai risposto! (Sal 22,21-22)

Preghiera quaresimale: quinto martedì di Quaresima

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

Dal Vangelo di Giovanni

Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna
e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo
di Dio. (Gv6,69)

Quante volte anche noi, nella nostra vita, siamo
stati tentati dall’incredulità. Quante volte, an-
che noi, abbiamo seguito Gesù per comodità
oppure perché attratti da sensazionali miracoli. Come
ci sono familiari quei discepoli che tornano indietro e
non vanno più da lui! Seguire Gesù avendo negli occhi
la moltiplicazione dei pani e dei pesci è stato facile, ma
ora che il cammino verso la croce diventa impegnativo
la tentazione di andare via e fuggire si fa davvero pres-
sante. E anche a noi il Signore pone quella domanda
che attraversando i secoli si impone lapidaria: «Forse
anche voi volete andarvene?». Quella domanda ci fa
un po’ paura, perché abbiamo timore di trovarci soli.
Allora vorremmo anche noi, con la nostra debole e fra-
gile fede, esclamare con Pietro: Signore sei solo tu ad
avere parole di vita eterna!

Preghiamo

Signore Gesù,
grazie per averci chiamato ad essere, da cristiani,
tuoi discepoli.
Aiutaci a dire il nostro Sì ogni giorno,
nonostante le tante difficoltà e paure.
Concedici la grazia
di saperti trovare ogni giorno nei fratelli
e fa’ che possiamo riconoscerti
come unico e indispensabile compagno
sulla strada della vita.
Amen.

Preghiera quaresimale: quinto lunedì di Quaresima

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

Preghiera quaresimale: quinto lunedì di Quaresima

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

QUINTA DOMENICA DI QUARESIMA

Il pianto di Gesù genera nuova vita, perché è un pianto d’amore, che prende su di sé e consegna al Padre le proprie e le altrui sofferenze. Quelle lacrime d’amore fanno risorgere Lazzaro, la fede dei dubbiosi, la gioia di Marta e Maria e l’amicizia di Gesù con quella casa ospitale.

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI (GV 11, 1-53)

In quel tempo. Un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».
All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».
Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.
Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.
Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.

Intervento di Ludwig

Si può ascoltare sul sito della parrocchia.

http://www.sanpaololegnano.it/wp/wp-content/uploads/2019/04/Ludwig-Monti-Amore-Morte-e-Risurrezione-2019-04-05.mp3

SETTIMANA SANTA 2019

In evidenza il programma spirituale della settimana santa.

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In allegato il nuovo foglio settimanale.

20 minuti con Gesù lunedì, martedì e giovedì: ultimi tre incontri
Scuola della Parola 18enni e giovani martedì sera
Consiglio Pastorale giovedì sera in salone a S. Paolo
Venerdì pomeriggio dalla Scuola Tirinnanzi Via Crucis con i ragazzi e le famiglie del quartiere.

Download Comunit__2019-04-07_V_Quaresima.pdf

Quarto sabato di Quaresima

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

Dal Vangelo di Matteo

Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». (Mt 19,14)

Gesù ribalta la posizione mentale dei suoi discepoli. Essi pensano che il regno di Dio sia per persone adulte. Gesù insegna che esso invece è questione di soli bambini: solo chi è bambino può appartenere al regno di Dio. L’adulto non riesce ad ascoltare, obbedire, lasciarsi guidare da Dio, assorbire tutta la sua luce divina, lasciandosi trasformare dalla sua verità, conquistare dal suo amore, nutrire di vera speranza. L’adulto ormai è terra dura, non malleabile. Il bambino invece può sempre ricevere la forma che Dio vorrà donargli. È creta che si può impastare a piacimento: posto nelle mani di Dio, se ne può fare qualsiasi cosa. Dobbiamo ritornare a essere come bambini, morbida creta nelle amorose mani del Padre Creatore.

Preghiamo

Tu hai un braccio potente,
forte è la tua mano, alta la tua destra.
Giustizia e diritto sono la base del tuo trono,
amore e fedeltà precedono il tuo volto. (Sal 89,14-15)

Quarto venerdì di Quaresima

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

PER LA PREGHIERA PERSONALE NEL VENERDÌ DI QUARESIMA
USCIRE DALLA SOLITUDINE

«Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava». Quando Simone, e quelli che erano con lui, lo trovarono, Gesù disse: «Andiamocene… per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». Le parole che Gesù pronunciò in quei villaggi vicini erano nate dall’intimità col Padre. Erano parole di consolazione e di condanna, parole di speranza e di monito, parole di unione e di divisione. Quelle parole provocatorie egli osò pronunciarle perché non cercava la propria gloria: «Se io glorificassi me stesso», dice, «la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: ‘È nostro Dio!’, e non lo conoscete» (Gv 8,4-55). In pochi anni, quelle sue parole ne determinarono il rifiuto e la morte. Ma colui che gli aveva parlato nel luogo di solitudine lo risuscitò come segno di speranza e di nuova vita. Se nella ridda delle vostre attività e preoccupazioni saprete crearvi un luogo di solitudine, gradatamente i vostri successi e i vostri fallimenti andranno perdendo parte del potere che esercitano su di voi. Allora infatti, il vostro amore per questo mondo potrà mescersi con un indulgente discernimento delle sue illusioni. Allora il vostro impegno assiduo potrà coniugarsi con un sorriso sdrammatizzante. Allora la vostra sollecitudine per gli altri potrà essere motivata più dalle esigenze loro che dalle vostre. In breve: allora saprete prendervi cura. Viviamo dunque le nostre vite in tutta pienezza, ma non dimentichiamo, di tanto in tanto, di alzarci quand’è ancora buio, uscire di casa e recarci in un luogo solitario.

HENRI J.M. NOUWEN, Forza dalla solitudine.