11 maggio

PAROLA

In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme; tutti, ad eccezione degli apostoli, si dispersero nelle regioni della Giudea e della Samaria. Uomini pii seppellirono Stefano e fecero un grande lutto per lui. Saulo intanto cercava di distruggere la Chiesa: entrava nelle case, prendeva uomini e donne e li faceva mettere in carcere. Quelli però che si erano dispersi andarono di luogo in luogo, annunciando la Parola, (At 8, 1b-4)



MEDITAZIONE

In occasione del martirio di Stefano e della persecuzione che ne segue, la Parola esce da Gerusalemme e si avvia il suo processo di espansione universale. La corsa della Parola continua: gli sforzi anche violenti degli uomini non riescono a soffocarla. Alla potenza della Parola occorre credere, perché essa non smette di toccare i cuori, di avvincere gli animi, di svelare il mistero di Dio. Tuttavia la vittoria della Parola non significa assicurazione di potenza e di vita per coloro che ne sono i portatori. Gli annunciatori devono attendersi opposizioni, persecuzioni e addirittura il martirio. Gli evangelizzatori portano il Vangelo sotto l’ombra della croce. Ma qui v’è il paradosso: la sconfitta dei testimoni diventa provvidenziale, perché fa crescere ed espandere l’annuncio. La persecuzione, sottile o esplicita, diventa la caratteristica della Chiesa che testimonia.



PREGHIERA

Signore Gesù, donando la tua vita sulla croce ci hai offerto te stesso. Continua a nutrirci col pane dell'Eucaristia che ci dona di stare ai piedi della croce, per ricevere il frutto della salvezza.

10 maggio

PAROLA

Allora, gridando a gran voce, si turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro [Stefano], lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. (At 7, 57-58)



MEDITAZIONE

Dopo il discorso di Stefano e la visione del Figlio dell’uomo, Luca racconta la reazione dei suoi interlocutori. Le grida e il gesto di turarsi le orecchie segnalano il rifiuto del Crocifisso di cui Stefano ha proclamato la glorificazione presso Dio. Segue poi l’aggressione. Il narratore costruisce un sottile ma forte parallelismo con la passione di Gesù. Gli interlocutori si scagliano contro Stefano. Il gesto di «trascinarlo fuori della città» stabilisce un punto di contatto con la vicenda di Gesù (cfr. Lc 4, 29; 20, 15). La lapidazione richiama le parole di rimprovero di Gesù verso la città santa: «Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te» (Lc 13, 34). La morte violenta di Stefano conferma le parole profetiche di Gesù. Insomma, il discepolo è associato al Maestro nella morte. La comunione con la morte del Signore è già anticipazione della vittoria pasquale. La conformazione alla croce prelude alla risurrezione. Spesso al discepolo di tutti i tempi pare di essere sempre e solo in comunione con la morte del Signore; essa però è già preludio alla vittoria ultima che colma di speranza e di coraggio anche nel tempo della persecuzione.



PREGHIERA

Signore Gesù, nel tempo della passione donaci la fede per intravedere nel tuo volto crocifisso i tratti della tua vittoria pasquale.

9 maggio

PAROLA

Stefano intanto, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. (At 6,8).



MEDITAZIONE

Luca presenta, nella forma veloce di un sommario, l’attività carismatica e taumaturgica di Stefano. L’attività taumaturgica è descritta in termini generali, senza che vengano narrati singoli miracoli. Stefano è caratterizzato dalla «grazia» e dalla «potenza». Esse sono legate in una relazione di consequenzialità. La grazia, infatti, indica il favore di Dio nei confronti del diacono; tale favore si manifesta visibilmente sotto forma di potenza, di capacità, cioè, di operare prodigi e segni. È abbastanza evidente che la figura di Stefano è modellata su quella di Gesù, sul quale si era riversata la grazia (Lc 2, 40.52) e che aveva iniziato il ministero con potenza (Lc 4,14). L’attività taumaturgica di Stefano, poi, è descritta con le espressioni «prodigi e segni»: si richiama così, ancora una volta, il ministero di Gesù. In altre parole, Luca mostra come la salvezza operata da Gesù continua nell’azione dei discepoli, rendendo accessibile a tutti gli uomini la potenza del Signore risorto. Tale potenza raggiunge anche noi, oggi, duemila anni dopo: anche noi siamo toccati dalla forza dello Spirito di Gesù che non smette di operare prodigi in favore degli uomini.



PREGHIERA

Signore Gesù, ti sei fatto piccolo perché noi potessimo comprendere la tua grandezza. Non smetti di operare prodigi fra noi; con te possiamo vincere ogni paura e ogni angoscia

8 maggio

PAROLA

Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico». (Atti 6, 2-3)



MEDITAZIONE

I Dodici chiedono che vengano scelte sette persone a cui sarà affidato l’incarico di provvedere in modo adeguato alla distribuzione dei beni a favore delle vedove degli Ellenisti. Saranno sette Ellenisti, cioè giudei di lingua greca, che condivideranno la responsabilità degli apostoli, assumendosi questo servizio dei poveri. Si tratterà di organizzarlo e di attuarlo, coinvolgendo anche altre persone. Si dovrà guardarsi dal pensare che si tratti di una delega da parte degli apostoli o, peggio, del sottrarsi a un dovere. Gli apostoli restano i primi responsabili della carità verso i poveri. I sette che vengono scelti aiuteranno gli apostoli a svolgere il servizio che compete loro: lo faranno in spirito di corresponsabilità, di fatto divenendo le mani degli apostoli e prima ancora la mente nell’organizzazione e nella attuazione del servizio stesso. Ne è prova il fatto che i sette ricevono dai Dodici una sorta di investitura, attraverso il rito della imposizione delle mani, un gesto che va inteso nella linea di un conferimento di potere in vista della missione da compiere.



PREGHIERA

Signore, tu non solo ci hai mostrato la strada ma sei la strada che ci conduce al Padre. Donaci di non imboccare altre vie, spesso invitanti e spianate, perché esse ci allontanano da Dio

7 maggio

PAROLA

«Se infatti questo piano 0 quest’opera fosse di origine umana, verrebbe distrutta; ma, se viene da Dio, non riuscirete a distruggerli. Non vi accada di trovarvi addirittura a combattere contro Dio!» (Atti 5, 38-39)



MEDITAZIONE

Il criterio evocato da Gamaliele oppone un’opera di origine umana e l’opera di Dio. Le due cose non sono sullo stesso piano: un conto, infatti, è qualcosa proveniente dall’iniziativa umana, un conto ciò che opera Dio. Che cosa permette di verificare il principio evocato dal saggio israelita? È lo stesso racconto: esso mostra, proprio narrando quanto compiono i discepoli di Gesù, che la loro opera proviene da Dio. Non bisogna dimenticare che il racconto rappresenta solo un segmento. La corsa della Parola continua fino a noi e ci raggiunge. L’annuncio della morte e della risurrezione di Gesù tocca i nostri cuori, rendendoci contemporanei di Gesù e della generazione apostolica. Siamo chiamati a riscoprire, rivivere e attualizzare il modo di vedere, giudicare e agire degli apostoli, dei primi evangelizzatori e dei primi discepoli; i loro atteggiamenti e le loro scelte, il loro amore per il Signore Gesù, la loro obbedienza al Padre, la loro docilità allo Spirito Santo, la loro costante attenzione alla Parola, la loro interiore rigenerazione, la carità creativa verso i fratelli, lo slancio missionario.



PREGHIERA

Padre, apri il nostro cuore per comprendere il mistero del Figlio tuo che si rivela a noi per mezzo della Sacra Scrittura. Illumina la nostra mente perché possiamo ascoltare e mettere in pratica la Parola di vita.

6 maggio

PAROLA

Il sommo sacerdote interrogò [gli apostoli] dicendo: «Non vi avevamo espressamente proibito di insegnare in questo nome? Ed ecco, avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento e volete far ricadere su di noi il sangue di quest’uomo». (Atti 5, 27-28)



MEDITAZIONE

La testimonianza degli apostoli non ha solo la forma della predicazione ma anche quella dell’insegnamento. La predicazione è rivolta a chi ancora non conosce il Signore e coincide con l’annuncio missionario; l’insegnamento è invece destinato ai battezzati e mira a renderli sempre più consapevoli della ricchezza del mistero di Cristo e della bellezza dell’esistenza cristiana. Se ci chiedessimo in che modo oggi sia possibile ascoltare l’insegnamento degli apostoli, verrebbe spontaneo rispondere: accogliendo la parola di coloro che degli apostoli sono i successori, vale a dire i vescovi e, in un ruolo preminente, il Papa. Questo è indubbiamente vero, ma c’è qualcosa che deve essere affermato ancora prima. La parola degli apostoli si è infatti fissata nelle sacre Scritture, in particolare nel Nuovo Testamento. I quattro Vangeli e le lettere apostoliche sono per noi l’insegnamento degli apostoli trasformato in libro ispirato, memoria scritta della testimonianza di coloro che stettero con Gesù e poi raccontarono il suo mistero di salvezza ai loro fratelli.



PREGHIERA

Donaci, Signore, di capire che l’ascolto della tua Parola ci apre la porta della vita eterna, quella vita che noi desideriamo ma che solo tu puoi donarci.

PREGHIERA DELLA TERZA DI PASQUA

San Paolo in libertà annuncia il Vangelo senza girare il mondo, ma accogliendo coloro che lo cercano per incontrarlo e ascoltarlo. La fede in Gesù gli rende il cuore libero e leggero, grato per il dono del Vangelo e della possibilità di raccontarlo in libertina anche se in una situazione limitata di libertà esteriore. E' questa libertà e questa leggerezza che dona la gioia dell'annuncio pasquale.

PAROLA (AT 28, 16-28)

In quei giorni. Arrivati a Roma, fu concesso a Paolo di abitare per conto suo con un soldato di guardia.
Dopo tre giorni, egli fece chiamare i notabili dei Giudei e, quando giunsero, disse loro: «Fratelli, senza aver fatto nulla contro il mio popolo o contro le usanze dei padri, sono stato arrestato a Gerusalemme e consegnato nelle mani dei Romani. Questi, dopo avermi interrogato, volevano rimettermi in libertà, non avendo trovato in me alcuna colpa degna di morte. Ma poiché i Giudei si opponevano, sono stato costretto ad appellarmi a Cesare, senza intendere, con questo, muovere accuse contro la mia gente. Ecco perché vi ho chiamati: per vedervi e parlarvi, poiché è a causa della speranza d’Israele che io sono legato da questa catena». Essi gli risposero: «Noi non abbiamo ricevuto alcuna lettera sul tuo conto dalla Giudea né alcuno dei fratelli è venuto a riferire o a parlar male di te. Ci sembra bene tuttavia ascoltare da te quello che pensi: di questa setta infatti sappiamo che ovunque essa trova opposizione».
E, avendo fissato con lui un giorno, molti vennero da lui, nel suo alloggio. Dal mattino alla sera egli esponeva loro il regno di Dio, dando testimonianza, e cercava di convincerli riguardo a Gesù, partendo dalla legge di Mosè e dai Profeti. Alcuni erano persuasi delle cose che venivano dette, altri invece non credevano. Essendo in disaccordo fra di loro, se ne andavano via, mentre Paolo diceva quest’unica parola: «Ha detto bene lo Spirito Santo, per mezzo del profeta Isaia, ai vostri padri: / “Va’ da questo popolo e di’: / Udrete, sì, ma non comprenderete; / guarderete, sì, ma non vedrete. / Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, / sono diventati duri di orecchi / e hanno chiuso gli occhi, / perché non vedano con gli occhi, / non ascoltino con gli orecchi / e non comprendano con il cuore / e non si convertano, e io li guarisca!”. / Sia dunque noto a voi che questa salvezza di Dio fu inviata alle nazioni, ed esse ascolteranno!».

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In allegato le comunicazioni e la Parola della settimana.

Download Comunit__2019-05-05_III_Pasqua.pdf

4 maggio

Nel pomeriggio dalle 15.00 alle 17.00 SS. Confessioni a S. Giovanni.

PAROLA (At 5, 17-20)

Si levò allora il sommo sacerdote con tutti quelli della sua parte, cioè la setta dei sadducei, pieni di gelosia, e, presi gli apostoli, li gettarono nella prigione pubblica. Ma, durante la notte, un angelo del Signore aprì le porte del carcere, li condusse fuori e disse: «Andate e proclamate al popolo, nel tempio, tutte queste parole di vita».



MEDITAZIONE

La prima comunità cristiana è perseguitata. Dove ci sono i cristiani, là emergono persecuzioni a motivo dell’annuncio del Vangelo. Tuttavia essa non ferma la proclamazione, anzi, in un certo senso la rafforza. I discepoli sottoposti a persecuzione sperimentano la provvidenza di Dio che soccorre, conforta, incoraggia. Cresce poi la consapevolezza di dover annunciare e far conoscere la Parola di vita. Non si tratta di sfidare il pericolo; piuttosto è la percezione della necessità di diffondere la bella notizia del Vangelo, perché dalla sua accoglienza viene un modo nuovo di vivere, di stare al mondo, di relazionarsi con gli altri. Il Signore non smette di spalancare le porte delle carceri dove i cristiani sono prigionieri, rivelando ancora la sua potenza contro il male che intende arginare, bloccare, impedire la proclamazione della buona notizia. A noi è chiesto di avere occhi che vedano la fedele azione di Dio nella storia.



PREGHIERA

Donaci, Signore Gesù, la grazia di perseverare nel bene e di non attardarci nella pigrizia, in attesa del tuo ritorno glorioso alla fine dei giorni.

3 maggio

Stamattina alle 10.30 S. Messa ed Esequie di Giulio a S. Giovanni.

PAROLA (At 1, 13-14)

Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi: vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo. Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui.



MEDITAZIONE

I nomi citati sono coloro che Gesù «si era scelto» e che costituiscono il nucleo essenziale della prima comunità cristiana. Non sono più dodici bensì undici. Questi non sono però gli unici che compongono il gruppo di quanti attendono il dono dello Spirito Santo. Vi sono con loro anche alcune donne, verosimilmente quelle che avevano visitato il sepolcro e avevano ricevuto per prime l’annuncio della risurrezione del Signore e alle quali i discepoli non avevano creduto. Luca sottolinea più volte la presenza e il ruolo delle donne all’interno del gruppo di coloro che seguivano Gesù (cfr. Lc 8,1-3) e poi nelle comunità cristiane (cfr. At 6,11-15). Probabilmente lo fa perché riconosce nell’atteggiamento di accoglienza che Gesù dimostra nei loro riguardi uno dei segni della novità del Vangelo. La società di quel tempo era ben lontana dal riconoscere alla donna pari dignità rispetto all’uomo. Sorprende dunque positivamente il fatto che il primo nucleo della comunità cristiana di Gerusalemme sia formato da uomini e donne.



PREGHIERA

Signore, tu sei la Parola, fa’ che possa ascoltarti! Tu sei la luce, illumina gli occhi del mio cuore! Tu sei il Verbo incarnato, fa’ che possa accoglierti

2 maggio

Stasera alle 21.00 a S. Paolo vespro e Adorazione personale fino alle 22.30.

PAROLA (At 4, 32-37)

La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune. Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore.



MEDITAZIONE

Il cuore dell’uomo coltiva e sempre coltiverà una grande nostalgia per la comunione, per l’unità, per l’armonia dei rapporti interpersonali. La vera pace tra gli uomini, la possibilità di una convivenza non conflittuale, anzi veramente solidale e fraterna, riposa nel profondo di ogni cuore umano come un sogno che troppo spesso non si ha neppure il coraggio di confessare. L’esperienza della vita è troppo dura per non esporci al rischio di considerare questo sogno un’illusione. Così, quando sente parlare della Chiesa, dei cristiani, delle parrocchie, degli istituti religiosi, l’uomo della strada si pone d’istinto, a volte senza neppure confessarlo a se stesso, nell’atteggiamento di chi si attende un segno chiaro e consolante proprio in questa linea. E allora egli guarda quanto queste persone si amano, quanto si aiutano e quanto aiutano, quanto sono attaccate ai beni e quanto sono felici di donare, quanto sono spontanee nella loro serenità, quanto sono forti nella loro sofferenza e quanto sono capaci di condividere la sofferenza altrui.



PREGHIERA

La croce gloriosa del Signore risorto è l’albero della mia salvezza: di esso mi nutro, di esso mi diletto, nelle sue radici cresco, nei suoi rami mi distendo.

1 maggio

Stasera 20.30 S. Rosario e S. Messa alla Ponzella.

PAROLA (At 1, 37-38)

All’udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?». E Pietro disse loro: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo».



MEDITAZIONE

A fronte dell’annuncio di Pietro, i presenti si sentono trafiggere il cuore. È un’intuizione profonda e vivissima nella quale si mescolano la consapevolezza del peccato e insieme la percezione della bontà di Dio rivelata nella passione e nella risurrezione. L’invito al pentimento e alla conversione era già stato rivolto da Giovanni ai figli d’Israele. Ora viene ribadito, ma a fronte di un avvenimento nuovo e decisivo, cioè la morte e la risurrezione del Messia. Per questo il battesimo che ora si deve ricevere non è più quello di Giovanni, ma quello «nel nome di Gesù». Occorre dunque immergersi nel suo nome, ricevere la vita da lui che è il Vivente, perché Risorto e Signore. Si deve entrare in comunione con lui per partecipare alla sua vittoria sul peccato e sulla morte e dunque ricevere la remissione dei peccati. Nasce un nuovo battesimo; a esso è legato il dono dello Spirito Santo. L’effusione dello Spirito che il Cristo risorto ha reso possibile avverrà attraverso il Battesimo cristiano. Gli effetti sono gli stessi: lo Spirito agisce in ciascuno dei battezzati come vento e fuoco, trasformando ogni cristiano, nella misura della sua fede, in vero testimone di Cristo.



PREGHIERA

Il tuo Spirito, Padre, non smetta di plasmarci perché diventiamo anche noi ad immagine del Figlio tuo.

30 aprile

PAROLA (At 1, 21-22)

Bisogna dunque che, tra coloro che sono stati con noi per tutto il tempo nel quale il Signore Gesù ha vissuto fra noi, cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di mezzo a noi assunto in cielo, uno divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione.



MEDITAZIONE

La scelta del dodicesimo apostolo, Mattia, in sostituzione di Giuda, avviene tra coloro che sono stati compagni di Gesù per tutto il tempo del suo ministero pubblico. La comunione di vita con Gesù è l’elemento fondamentale per la testimonianza apostolica. Ma tale testimonianza è definita poi in maniera del tutto singolare come un essere testimoni della risurrezione di Gesù. “Testimoniato” non è tanto il carattere particolare della persona di Gesù, ma l’evento centrale della sua risurrezione. Ma la risurrezione, in quanto non semplicemente rianimazione di un cadavere, bensì trasformazione da una forma di esistenza a un’altra, non ha avuto né poteva avere testimoni. Essere testimone della risurrezione non significa aver assistito a quell’avvenimento ma essere garante, nella fede, che quel Gesù conosciuto e seguito durante l’esistenza terrena è apparso dopo la morte e quindi è ancora vivente. Non a caso Luca precisa che Mattia testimone «lo diventa»: nel collegio dei dodici che sono stati con Gesù si esercita nel modo più autentico la testimonianza della risurrezione.

PREGHIERA

Signore, non raramente ci sembra che la barca della Chiesa faccia acqua da tutte le parti. Donaci la grazia di riporre ogni fiducia in te, fidando della forza dell’annuncio del Vangelo

29 aprile: S. Caterina da Siena

PAROLA (1 Gv 1, 8-10)

Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.



MEDITAZIONE

Caratteristica della vita cristiana è la percezione di essere peccatori. Il segno più autentico della fede è avvertire la propria distanza da Dio. Tuttavia tale distanza non schiaccia, ma al contrario pone nel cuore il desiderio di Dio, la necessità della comunione con lui, la ricerca del suo amore. Chi invece si percepisce perfetto, non bisognoso di salvezza, immune dal peccato, mai avvertirà il desiderio di essere salvato e dunque redento e amato. L’esperienza della fede è rappresentata dalla sete di Dio, ovverosia dal desiderio della salvezza.



PREGHIERA

Signore, ti abbiamo incontrato anzitutto per la testimonianza di qualcuno. Poi la magia dell’incontro con te. Fa’ che dimoriamo sempre nella tua casa, per imparare che cosa tu ci vuoi insegnare.

SECONDA DI PASQUA: I SEGNI DELLA VITA

La presenza del Risorto in mezzo ai suoi porta pace a tutti e fede a Tommaso. Gesù torna dai suoi amici e sta con loro, come da sempre fa con l'uomo il Dio con noi. La comunione con Lui, che Egli cerca per primo con noi, è il segno credibile che il Dio della vita ama ed è più forte della morte. Donando all'uomo la capacità di amare, gli regala la fonte della vita più grande della morte.

DAL VANGELO DI GIOVANNI

In quel tempo. La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

MESE DI MAGGIO 2019

Il programma delle serate di preghiera per il mese di maggio 2019.

Inizio mercoledì 1 maggio ore 20.30 S. Rosario e S. Messa a Ponzella


Mercoledì 1 maggio 20.30 S. Rosario e S. Messa alla Ponzella

7-8-9 maggio 20.30 S. Rosario a S. Giovanni Quarta elementare

14-15-16 maggio 20.30 S. Rosario a S. Paolo Terza elementare

DA LUNEDÌ 13 MAGGIO A GIOVEDÌ 16 MAGGIO: GIORNATE EUCARISTICHE
TEMPO DI INTIMITÀ CUORE A CUORE DAVANTI AL SIGNORE GESÙ

21-22-23 maggio 20.30 S. Rosario a S. Bernardino Quinta elementare

28-29-30 maggio 20.30 S. Rosario alla Ponzella Prima media

Venerdì 31 maggio 20.30 S. Rosario in cammino da S. Paolo in Ospedale

SABATO DI PASQUA

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

Dagli Atti degli Apostoli

Per la fede riposta in lui, il nome di Gesù ha dato
vigore a quest’uomo che voi vedete e conoscete; la
fede che viene da lui ha dato a quest’uomo la perfetta
guarigione alla presenza di tutti voi. (At 3,16)

Che cosa è l’evangelizzazione? In negativo,
evangelizzare è «salvare dal male»: tirare fuori
dal non senso, dalla frustrazione e dalla noia,
dalla disperazione, dal disgusto della vita, dalla inca-
pacità di amare, dalla paura del dolore e della morte.
È dare risposta alle invocazioni più profonde di ogni
coscienza umana. In positivo, evangelizzare è comu-
nicare il «Vangelo», la buona notizia su Gesù: la buo-
na notizia che Dio ci ama davvero, tutti e ciascuno, e
che Gesù è morto e risorto per la nostra salvezza per
liberarci dal peccato e dal male. Evangelizzare non è
soltanto comunicare verbalmente la buona notizia, ma
comunicare vita, collaborare con lo Spirito del risorto
che attrae ogni uomo per farlo una cosa sola in Gesù
col Padre. L’evangelizzare suppone dunque che si sia
assimilata nel cuore la realtà del «Vangelo», la sua ric-
chezza, la sua gioia, la pienezza di orizzonti che esso
apre, il senso della vita che esso fa scoprire al di là di
tutte le delusioni e le sofferenze, al di là della morte.

Preghiamo

Quando le vicende tristi dell’esistenza
ci spingono a non percepire la tua presenza,
donaci, Signore Risorto, di comprendere
che tu abiti nei nostri giorni e non smetti di operare
con potenza.

CORSO ANIMATORI 2019

In allegato la locandina con le notizie della preparazione per gli animatori dell'oratorio feriale 2019.

Per informazioni più dettagliate rivolgersi agli educatori e a don Luca.

ESTATEBIMBI 2019

In allegato la locandina dell'oratorio feriale per i più piccoli, dal 1 al 26 luglio 2019.

Iscrizioni da lunedì 29 aprile presso la scuola materna.

ORATORIO FERIALE 2019

La locandina dell'oratorio feriale 2019 dal 10 giugno al 12 luglio.

Parola della seconda settimana di Pasqua

In allegato strumenti utili per la preghiera della settimana che inizia.

Download Parola_2019-04-28_In_Albis.pdf

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In allegato il foglio comunitario di domenica 28 aprile.

- volantino oratorio feriale e estatebimbi 2019 più corso animatori
- iniziative mese di maggio 2019

- mercoledì 1 maggio ore 20.30 a Ponzella S. Rosario e S. Messa
- giovedì 2 maggio primo del mese: ore 7.00 e 21.00 Adorazione

Download Comunit__2019-04-28_In_Albis.pdf

VENERDÌ DI PASQUA

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

Dagli Atti degli Apostoli

Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di
Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti
coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché
Dio era con lui. (At 10,38)

Pietro in una battuta sintetizza l’intera esistenza di
Gesù. Si ricorda l’inizio della missione a Nàza-
ret (cfr. Lc 4,16-30), allorché leggendo un passo
del profeta Isaia, Gesù applicava a sé quelle parole;
si evoca la potenza dello Spirito disceso su Gesù nel
Battesimo (cfr. Lc 3,22); si cita la sua attività tauma-
turgica: le guarigioni sono una liberazione dalla ti-
rannia del diavolo. Il fondamento della sua azione è
indicato per mezzo di una formula biblica: «Dio era
con lui», espressione usata per Abramo (Gen 21,22),
per Giuseppe (Gen 39,2.21), per Mosè (Es 3,12), per
Gedeone (Gdc 6,12). Aprirsi alla fede e all’incontro
con Gesù permette di sperimentare la stessa potenza
salvifica che continua ad agire oggi, liberando l’uomo
dal male e introducendolo al bene. La potenza del dia-
volo umilia l’uomo e lo rende schiavo; la forza di Dio
lo libera, lo apre alla vita e alla speranza. Il tentatore
promette meraviglie che non realizza; Dio compie le
sue promesse per il bene dell’umanità.

Preghiamo

La potenza della tua risurrezione
illumini, o Signore, la nostra vita
e ci renda capaci di accogliere
con cuore docile e stupito
il grande annuncio angelico della vittoria sulla morte

GIOVEDÌ DI PASQUA

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

Dagli Atti degli Apostoli

Richiamati gli apostoli, li fecero flagellare e
ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù.
Quindi li rimisero in libertà. Essi allora se ne andarono
via dal sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di
subire oltraggi per il nome di Gesù. E ogni giorno,
nel tempio e nelle case, non cessavano di insegnare
e di annunciare che Gesù è il Cristo. (At 54042)

L’esperienza della persecuzione per il nome di
Gesù rinsalda gli apostoli, rendendoli testi-
moni ancora più convinti della risurrezione
del Signore. Scriveva Shahbaz Bhatti: «Mi sono state
proposte alte cariche al governo e mi è stato chiesto di
abbandonare la mia battaglia, ma io ho sempre rifiu-
tato, persino a rischio della mia stessa vita. La mia ri-
sposta è sempre stata la stessa: “Io voglio servire Gesù
da uomo comune”. Questa devozione mi rende felice.
Non voglio popolarità, non voglio posizioni di potere.
Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la
mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me
e dicano che sto seguendo Gesù Cristo. Tale deside-
rio è così forte in me che mi considererei privilegiato
qualora — in questo mio battagliero sforzo di aiutare i
bisognosi, i poveri, i cristiani perseguitati del Pakistan
— Gesù volesse accettare il sacrificio della mia vita.
Voglio vivere per Cristo e per lui voglio morire».

Preghiamo

Signore Gesù,
rendici testimoni della potenza della tua risurrezione.
Poni in noi la gioia e l’ardore di proclamare
la tua vittoria pasquale sino ai confini della terra.

MERCOLEDÌ DI PASQUA

Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.

Padre nostro che sei nei cieli, venga il tuo regno! Ravviva il dono del tuo Spirito per la nostra santa Chiesa perché viva il tempo che tu le concedi come tempo di grazia…

Momenti della preghiera

– Ascolto del brano della Parola di Dio (v. sotto)
– Silenzio (lettura personale della riflessione)
– Condivisione delle preghiere di intercessione (v. sotto)
– Lettura della preghiera (v. sotto)

Padre nostro

Preghiera finale

Padre nostro che sei nei cieli, rendici disponibili all’ascolt0 reciproco, donaci parole sincere e sapienti, liberaci dalla presunzione e dallo scetticismo.

Padre nostro che sei nei cieli, aiutaci ad essere docili alle rivelazioni che tu riservi ai piccoli e aperti alla gioia di camminare e di pensare insieme.

Padre nostro che sei nei cieli, il tuo nome sia benedetto nei secoli e la terra sia piena della tua gloria. Amen.

E la tua benedizione di Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e con noi rimanga sempre.

Amen.

Dagli Atti degli Apostoli

Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per
opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme
nel portico di Salomone; nessuno degli altri osava
associarsi a loro, ma il popolo li esaltava. (At 5,12-13)

Che cosa colpiva dei primi cristiani? Perché gli
abitanti di Gerusalemme li esaltavano? Il popo-
lo di Gerusalemme rimase profondamente col-
pito dal fatto che tra i cristiani non c’erano bisognosi,
che cioè essi si aiutavano a vicenda anche economi-
camente, poiché si sentivano profondamente uniti e si
amavano di tutto cuore. Li vedevano pregare insieme
e sapevano che nessuno rimaneva indifferente nei con-
fronti degli altri, soprattutto di quanti erano in difficol-
tà. Avevano la sensazione chiara che si considerassero
come una sola famiglia, a partire dalla fede che con-
dividevano. Questo stare insieme nella pace, questo
riunirsi volentieri, questa capacità di accogliersi a vi-
cenda e di aiutarsi senza far pesare nulla, considerando
assolutamente normale anche il mettere a disposizione
degli altri i propri averi, senza per questo chiudersi in
un ghetto o sentirsi superiori agli altri, veniva perce-
pito come qualcosa di straordinario, in netto contrasto
con il modo di fare che tutti conoscevano. La logica
mondana andava infatti in senso diametralmente op-
posto.

Preghiamo

Signore Gesù,
fa’ che non guardiamo alla croce come a una sconfitta!
In essa già risplende la luce della risurrezione,
la quale non cancella i segni della passione.