S. Messa di stasera ore 18.30

In allegato il foglietto con letture e canti

Collegamento:

https://youtu.be/_1CzOd-e3v4

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Lunedì 29 giugno: Santi Pietro e Paolo

In allegato il commento al Vangelo del giorno

https://youtu.be/aDtSSw5HznM

QUARTA DOPO PENTECOSTE: IN ASCOLTO E IN LIBERTA’

Tra le attività umane spicca quella commerciale; inventata per la sussistenza, è diventata schiava del profitto fine a se stesso e purtroppo ha insinuato nell’uomo la convinzione che più si ha e più si è felici. Vendere e comprare per accumulare rende ciechi e sordi alla Parola e alla Volontà di Dio e rinchiude nella schiavitù di se stessi. Il Signore passa nella nostra vita a liberarci: a noi accorgerci ed ascoltarlo.

VANGELO (Lc 17, 26-30. 33)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva».

COMUNITA' PARROCCHIALE: 28 GIUGNO

Nuove norme dal Comitato Tecnico Scientifico.
Lunedì 29 giugno ore 18.30: Santi Pietro e Paolo.
S. Messa festiva ore 18.30 a S. Paolo

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DOMENICA 21 GIUGNO: TERZA DOPO PENTECOSTE.

Credere o non credere, fidarsi o non fidarsi, condanna o salva, perché mette sulla strada della luce o delle tenebre. Un uomo che non si fida di nessuno vive nelle tenebre e non vede nulla di buono; un uomo che si fida del Signore e che affronta la vita come una possibilità in più sempre donata si apre alla luce, ad una luce che nessuna tenebra potrà vincere.

VANGELO (Gv 3, 16-21)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Sabato 20 giugno: ricordarsi lì

Non uccidere è promuovere la vita del fratello, con le parole, con i gesti di riconciliazione e soprattutto con una preghiera sincera e vera dal profondo del cuore per lui. E’ davanti al Signore che si decide di amarsi a vicenda quando è più difficile.

VANGELO (Mt 5, 20-24)

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono».

VENERDI’ 19 GIUGNO: SACRO CUORE DI GESU’

Al cuore di Dio piace la semplicità degli umili, di coloro che sanno scorgere in ogni momento della vita un dono buono da parte di Dio. Questo è il cuore di Gesù e il cuore di chi si fida totalmente di Lui.

VANGELO (Mt 11, 25-30)

In quel tempo il Signore Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e “troverete ristoro per la vostra vita”. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Giovedì 18 giugno: dal vecchio al nuovo

Il vecchio prepara sempre gradualmente il nuovo, perché la novità duri e cambi in meglio le cose. Chi strappa e butta via tutto, chi dimentica l’insegnamento dello scorrere del tempo non si rinnova, si butta semplicemente via.

VANGELO (Lc 5, 36-38)

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai farisei e agli scribi una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi».

Mercoledì 17 giugno: digiuno e nuova vita

I discepoli del Signore hanno i piedi ben piantati per terra e accolgono la vita per ciò che riserva, sapendo che il tempo del digiuno prepara il tempo della nuova vita e della festa.

VANGELO (LC 5, 33-35)

In quel tempo. I farisei e gli scribi dissero al Signore Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».

Martedì 16 giugno: purificazione e lode

Gesù vuole che noi guariamo dalle nostre malattie e il suo desiderio più grande è che questa guarigione ci porti ad un cuore puro e leale, capace innanzitutto di una lode e un ringraziamento continui.

VANGELO (Mt 5, 12-16)

In quel tempo. Mentre il Signore Gesù si trovava in una città, ecco, un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò dinanzi, pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Gesù tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato! ». E immediatamente la lebbra scomparve da lui. Gli ordinò di non dirlo a nessuno: «Va’ invece a mostrarti al sacerdote e fa’ l’offerta per la tua purificazione, come Mosè ha prescritto, a testimonianza per loro». Di lui si parlava sempre di più, e folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro malattie. Ma egli si ritirava in luoghi deserti a pregare.

Lunedì 15 giugno: la barca e le reti

La Chiesa, nel Vangelo in particolare, è simboleggiata dalla barca e dalle reti. Nel Vangelo di oggi, i futuri discepoli gettano le reti dalla barca. Quando lo fanno a partire dalla fiducia in Gesù, Parola del Padre, la loro pesca è sovrabbondante.

VANGELO (Lc 5, 1-6)

In quel tempo. Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, il Signore Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano.

Sabato 13 giugno: Gesù bambino consola

Il piccolo Gesù è la consolazione di Israele per gli anziani Simeone ed Anna, che hanno atteso e desiderato vederlo e incontrarlo e hanno creduto che Dio, prima o poi, avrebbe consolato il suo popolo. Gesù, in ogni bambino, consola il suo popolo, dona vita a chi ha incontrato la morte dei suoi cari, dona semplicità a chi è imprigionato in pensieri complicati, regala fiducia e capacità di sorridere a chi è ferito dal tradimento, dalla tristezza e dalla paura.

VANGELO (Lc 2, 22-32)

In quel tempo. Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio «una coppia di tortore o due giovani colombi», come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».

Venerdì 12 giugno: dal deserto per tutti

Gesù, dopo una notte di preghiera, di fuga nel deserto e di intimità col Padre, sembra ritrovare la sorgente della sua missione: predicare a tutti, a tutte le città, a tutti gli uomini. C’è una buona notizia, che non può essere la gioia di pochi, ma deve offrire a tutti la possibilità di credere e di affidarsi, perché Dio Padre vuole che, attraverso Gesù, ogni persona possa decidere di essere felice, in comunione con lui. Questa è la missione che Dio affida alla Chiesa da sempre.

VANGELO (Lc 4, 42-44)

In quel tempo. Sul far del giorno il Signore Gesù uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

GIOVEDI’ 11 GIUGNO: CORPUS DOMINI

Mangiare e bere è necessario ed essenziale per vivere, per lavorare, educare, progettare ed amare. Gesù ha inventato l’Eucaristia, perché nell’esperienza del nutrirsi, l’uomo potesse avere la vita della sua presenza reale nella sua esistenza di ogni giorno. Come è facile dimenticarsi che avere da mangiare è innanzitutto un dono dall’alto, così lo è dimenticarsi dell’Eucaristia. Gesù si offre di poter scorrere nelle nostre vene, proprio perché sia possibile a noi non dimenticarci mai di Lui e del suo amore che cammina sempre con noi.

VANGELO (Gv 6, 51-58)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse alle folle dei Giudei: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Mercoledì 10 giugno: Gesù chinato.

Con discrezione ed efficacia, Gesù si china sui poveri e sui malati e li riporta alla vita e alla salute con il suo amore. La sua Parola è confermata dalla sua dedizione ad ogni persona e dal suo servizio alla gioia e alla serenità di ciascuno. Questo è l’annuncio del Vangelo, cui tutta la Chiesa è chiamata da Gesù stesso.

VANGELO (Lc 4, 38-41)

In quel tempo. Uscito dalla sinagoga, il Signore Gesù entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.

Martedì 9 giugno: Dio per tutti.

Dio da sempre ha a cuore di rendere aperto e accogliente il cuore dell’uomo. Sceglie Mosè, incapace di parlare, per convincere il Faraone a liberare il suo popolo. Elegge Davide, dimenticato al lavoro dalla sua famiglia, per regnare su Israele. Chiama Salomone, giovane e inesperto, alla responsabilità importante di succedere a Davide. Guarisce e salva gli stranieri, perché il popolo eletto sia luce delle genti. Ama ogni uomo, soprattutto se solo e abbandonato, perché a nessuno manchi il suo amore.

VANGELO (Lc 4, 25-30)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «In verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Lunedì 8 giugno: meraviglia e incredulità

Proprio a Nazareth la meraviglia dura poco e la sorpresa genera incredulità. La conoscenza di lunga data rende diffidenti e scettici. Di questo è vittima anche Gesù, ma lui ci insegna la libertà che rimane decisa a seguire il bene senza guardare al fatto che si è in minoranza o soli.

VANGELO (Lc 4, 14-16. 22-24)

In quel tempo. Il Signore Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria».

NUOVO NUMERO DI COMUNITA' PARROCCHIALE

In allegato il nuovo numero di comunità parrocchiale.

In evidenza:

Lunedì 8 giugno: sospesa la S. Messa delle 18.30
18.00 S. Messa ai Santi Martiri con i preti 2019 e don Luca

Martedì 9 giugno ore 20.45: incontro per i volontari della proposta estiva nel cortile di S. Paolo

Giovedì 11 giugno dopo la S. Messa delle 20.30: consigli parrocchiali riuniti sotto il tendone a S. Paolo

Download Comunità_2020-06-07_Trinità.pdf

DOMENICA 7 GIUGNO: SANTISSIMA TRINITA’

La visione di Dio sarà un dono eterno e futuro per chi vorrà credere nel suo amore. Oggi chi vive l’amore umano, ricordando le parole e i gesti di Gesù, ha in anticipo la visione di Dio. Dio parla nel cuore di chi crede con l’azione dello Spirito Santo, che ricorda e fa capire le parole e le opere di Gesù, per poterle ripercorrere e che in Gesù fa conoscere l’amore sconfinato e misericordioso del Padre, nelle cui mani tenere mettere tutte le nostre scelte di vita, anche quelle sbagliate.

VANGELO (Gv 16, 12-15)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Sabato 6 giugno: “Fate discepoli tutti”

Gesù si avvicina al dubbio dei discepoli e, rassicurandoli con la sua presenza, li incoraggia ad essere discepoli in mezzo a chi discepolo non è, per “fare tutti discepoli”, per dare a tutti le condizioni buone per poter diventare discepolo e fidarsi della via nuova inaugurata da Gesù.

VANGELO (Mt 28, 16-20)

In quel tempo. Gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che il Signore Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Venerdì 5 giugno: con Dio e con gli altri

La preghiera di Gesù è intimità con il Padre, che gli svela come vivere l’intimità con i suoi, con coloro che gli sono donati per la sua missione. Stare con Dio insegna a stare con gli uomini, con tutti: con coloro che ci son donati in quel tratto di cammino, in quella giornata.

VANGELO (Lc 6, 12-16)

In quel tempo. Il Signore Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.

Giovedì 4 giugno: la voce di Dio

La voce di Dio, la sua Parola, insegna ai discepoli a giudicare ciò che viene da Dio e ciò che viene dal mondo. La voce di Dio è Gesù, che, pur nell’angoscia, non si tira indietro nel donarsi e nell’amare sino alla fine.

VANGELO (Gv 12, 27-32)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me».

Mercoledì 3 giugno: credere e toccare

La fede dà alla donna malata la grazia di poter “toccare” Gesù, di comprenderne la profondità della persona e la grandezza della sua misericordia. Chi crede e si mette sulla strada della bontà nel nome di Gesù, tocca Dio stesso e con Lui fa grandi cose.

VANGELO (Lc 8, 42-48)

In quel tempo. Le folle si accalcavano attorno al Signore Gesù. E una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, la quale, pur avendo speso tutti i suoi beni per i medici, non aveva potuto essere guarita da nessuno, gli si avvicinò da dietro, gli toccò il lembo del mantello e immediatamente l’emorragia si arrestò. Gesù disse: «Chi mi ha toccato?». Tutti negavano. Pietro allora disse: «Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia». Ma Gesù disse: «Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me». Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, tremante, venne e si gettò ai suoi piedi e dichiarò davanti a tutto il popolo per quale motivo l’aveva toccato e come era stata guarita all’istante. Egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace!».

Martedì 2 giugno: Beati loro

“Beati loro”, perché aspettano vigilando, hanno la porta sempre aperta, per aprire subito senza far aspettare. Beati loro, perché meriteranno di essere serviti, perché hanno servito prontamente Gesù nei fratelli, appena è data loro l’occasione.

VANGELO (Lc 12, 35-38)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».

Lunedì 1 giugno: ricchezza e povertà

Luca sottolinea che questa vedova è povera e nella miseria. La sua povertà esteriore la mette nelle condizioni di una ricchezza interiore donata per grazia a chi ama: la ricchezza di chi dona tutto sino alla fine, come Gesù.

VANGELO (Lc 21, 1-4)

In quel tempo. Il Signore Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».