Sabato 13 giugno: Gesù bambino consola

Il piccolo Gesù è la consolazione di Israele per gli anziani Simeone ed Anna, che hanno atteso e desiderato vederlo e incontrarlo e hanno creduto che Dio, prima o poi, avrebbe consolato il suo popolo. Gesù, in ogni bambino, consola il suo popolo, dona vita a chi ha incontrato la morte dei suoi cari, dona semplicità a chi è imprigionato in pensieri complicati, regala fiducia e capacità di sorridere a chi è ferito dal tradimento, dalla tristezza e dalla paura.
VANGELO (Lc 2, 22-32)
In quel tempo. Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio «una coppia di tortore o due giovani colombi», come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».