Primo giovedì di Avvento

Per essere nuovi di fronte all’appuntamento della vita, occorre risistemare la nostra vita interiore, perché sia pronta ad accogliere un’alleanza duratura gli uni con gli altri, un’amicizia a lunghissimo termine, che durerà fino all’eternità.

PAROLA (Mt 6, 9-17)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli di Giovanni: «Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».

Per l’Adorazione eucaristica

La necessità del silenzio

(Madeleline Delbrel, Noi delle strade)

Non c’è preghiera se non c’è silenzio. Il silenzio è qualche volta tacere: ma il silenzio è sempre ascoltare. Un’assenza di rumore che fosse vuota della nostra attenzione alla Parola di Dio non sarebbe silenzio. Una giornata piena di rumori e piena di voci può essere una giornata di silenzio se il rumore diventa per noi eco della presenza di Dio. Quando parliamo di noi stessi o parliamo di noi stessi rompiamo il silenzio. Quando ripetiamo con le nostre labbra i suggerimenti intimi della Parola di Dio che si levano dal fondo, lasciamo intatto il silenzio.

Sappiamo parlare o tacere, ma ci riesce male accontentarci delle parole necessarie. Oscilliamo incessantemente fra un mutismo che affonda la carità e una esplosione di parole che soverchia la verità. Il silenzio è carità e libertà. Risponde a chi gli domanda qualche cosa, ma non dà che parole cariche di vita. Il silenzio, come tutte le consegne vitali, ci conduce al dono, di noi stessi e non ad un’avarizia mascherata. E ci conserva raccolti per questo dono. Non si può donare quando ci si è sperperati. Le parole vane di cui abbigliamo i nostri pensieri sono un costante sperpero di noi stessi. “Di tutte le vostre parole vi si chiederà conto”. Di tutte quelle che bisognava dire e che la nostra avarizia ha serbato. Di tutte quelle che bisognava tacere e che la nostra prodigalità ha sparpagliato ai quattro venti della nostra fantasia o dei nostri nervi.

Mercoledì 20 novembre: primo di Avvento

Chi non dimentica di essere imperfetto e fallibile può essere segno autentico del Vangelo, perché è cosciente che ci rende degni dell’amore del Signore solo la sua misericordia.

PAROLA (Mt 9, 9-13)

In quel tempo. Andando via di là, il Signore Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Martedì 19 novembre

Non ci sono privilegi che fanno meritare la comunione con Dio. Essa è un dono completamente gratuito: ci rende liberi di dire e fare senza paura nel nome di Gesù.

PAROLA (Mt 7, 21-29)

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva alle folle: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

Lunedì 18 novembre: primo di avvento

Gesù chiama mentre è in cammino: chi lui incontra è oggetto del suo amore e riceve in dono ciò che rinnova nel profondo ogni azione ordinaria della propria vita.

PAROLA (Matteo 4, 18-25)

In quel tempo. Mentre il Signore Gesù camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.

Prima domenica di avvento: state attenti

La vigilanza richiesta ai discepoli è quella del non lasciarsi ingannare Soprattutto chi fa vita solitaria, per malattia, per vicende di vita o per lavoro, rischia di pensare a comando, a seconda delle sollecitazioni emotive che riceve dal mondo virtuale Il discepolo vigila quando vaglia ogni sentimento e ogni pensiero alla luce del Vangelo

Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente.
Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti verrà l’apostasia e si rivelerà l’uomo dell’iniquità, il figlio della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra ogni essere chiamato e adorato come Dio, fino a insediarsi nel tempio di Dio, pretendendo di essere Dio. Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, io vi dicevo queste cose? E ora voi sapete che cosa lo trattiene perché non si manifesti se non nel suo tempo. Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo colui che finora lo trattiene. Allora l’empio sarà rivelato e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà con lo splendore della sua venuta. La venuta dell’empio avverrà nella potenza di Satana, con ogni specie di miracoli e segni e prodigi menzogneri e con tutte le seduzioni dell’iniquità, a danno di quelli che vanno in rovina perché non accolsero l’amore della verità per essere salvati. Dio perciò manda loro una forza di seduzione, perché essi credano alla menzogna e siano condannati tutti quelli che, invece di credere alla verità, si sono compiaciuti nell’iniquità.
Noi però dobbiamo sempre rendere grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza, per mezzo dello Spirito santificatore e della fede nella verità. A questo egli vi ha chiamati mediante il nostro vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In allegato il nuovo numero di Comunità Parrocchiale.

Domani ore 16.30 a S. Paolo incontro di preghiera di inizio Avvento e consegna ai ragazzi del calendario di Avvento.

Download Comunità_2019-11-17_I_Avvento.pdf

Sabato 16 novembre: ascoltare è convertirsi

Il segno che l’ascolto del Signore e della sua Parola è autentico è dato da quanto l’uomo, dopo aver ascoltato, sposta e ricentra le priorità della sua vita, ridefinendo le azioni concrete di ogni sua giornata.

PAROLA (Rm 2, 2-16)

Fratelli, tutti quelli che hanno peccato senza la Legge, senza la Legge periranno; quelli invece che hanno peccato sotto la Legge, con la Legge saranno giudicati. Infatti, non quelli che ascoltano la Legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che mettono in pratica la Legge saranno giustificati. Quando i pagani, che non hanno la Legge, per natura agiscono secondo la Legge, essi, pur non avendo Legge, sono legge a se stessi. Essi dimostrano che quanto la Legge esige è scritto nei loro cuori, come risulta dalla testimonianza della loro coscienza e dai loro stessi ragionamenti, che ora li accusano ora li difendono. Così avverrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini, secondo il mio vangelo, per mezzo di Cristo Gesù.

Venerdi' 15 novembre: credere è aspettare

Chi crede nel Dio con noi, che salva chi è nella persecuzione, ogni giorno dice “Vieni”, per imparare a vivere solo di lui, da oggi e per l’eternità.

PAROLA (Ap 22, 12-21)

In quel giorno udii una voce potente che diceva: «Ecco, io vengo presto e ho con me il mio salario per rendere a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l’Alfa e l’Omèga, il Primo e l’Ultimo, il Principio e la Fine. Beati coloro che lavano le loro vesti per avere diritto all’albero della vita e, attraverso le porte, entrare nella città. Fuori i cani, i maghi, gli immorali, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna!
Io, Gesù, ho mandato il mio angelo per testimoniare a voi queste cose riguardo alle Chiese. Io sono la radice e la stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino». Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!». E chi ascolta, ripeta: «Vieni!». Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda gratuitamente l’acqua della vita. A chiunque ascolta le parole della profezia di questo libro io dichiaro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro; e se qualcuno toglierà qualcosa dalle parole di questo libro profetico, Dio lo priverà dell’albero della vita e della città santa, descritti in questo libro. Colui che attesta queste cose dice: «Sì, vengo presto!». Amen. Vieni, Signore Gesù. La grazia del Signore Gesù sia con tutti.

Giovedì 14 novembre: non più lacrime

Quando gli uomini, soprattutto quelli perseguitati dalla vita, entrano nella tenda di Dio, ogni sofferenza perde peso e si resiste alle lacrime. Si segue Colui che ci fa entrare, che anche oggi asciuga le nostre lacrime con il suo amore.

In quel giorno. Vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più. E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva: «Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate ». E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose». E soggiunse: «Scrivi, perché queste parole sono certe e vere». E mi disse: «Ecco, sono compiute! Io sono l’Alfa e l’Omèga, il Principio e la Fine. A colui che ha sete io darò gratuitamente da bere alla fonte dell’acqua della vita. Chi sarà vincitore erediterà questi beni; io sarò suo Dio ed egli sarà mio figlio. Ma per i vili e gli increduli, gli abietti e gli omicidi, gli immorali, i maghi, gli idolatri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. Questa è la seconda morte».

Mercoledì 13 novembre: Sant' Omobono

Il mare, quando è assassino, restituisce sempre i suoi morti. Il mare dell’Apocalisse è simbolo della vita che sottomette la morte, distrutta definitivamente dall’intervento salvifico di Dio. In quel mare Dio salva e chi soccorre chi è in pericolo partecipa all’opera della salvezza di Dio, che vuole la vita di ogni suo figlio.

PAROLA (Ap 20, 11-15)

In quel giorno. Vidi un grande trono bianco e Colui che vi sedeva. Scomparvero dalla sua presenza la terra e il cielo senza lasciare traccia di sé. E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. E i libri furono aperti. Fu aperto anche un altro libro, quello della vita. I morti vennero giudicati secondo le loro opere, in base a ciò che era scritto in quei libri. Il mare restituì i morti che esso custodiva, la Morte e gli inferi resero i morti da loro custoditi e ciascuno venne giudicato secondo le sue opere. Poi la Morte e gli inferi furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco. E chi non risultò scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco.

Lectio divina decanale

Decanato di Legnano: Lectio biblica

Primo incontro giovedì 14 novembre a Sant’Erasmo



“Perché abbiate la vita. Figure della fede in Giovanni”


Nel Vangelo di Giovanni si incontrano molti personaggi che si rapportano con Gesù. Attraverso di essi il lettore-discepolo – cioè ciascuno di noi – si può identificare, riconoscendo le proprie paure, i dubbi, le proprie resistenze al messaggio evangelico, ma anche l’incredibile forza e la gioia della fede.

La lectio biblica di quest’anno, organizzata dall’Azione Cattolica per tutte le parrocchie del Decanato di Legnano, si intitola “Perché abbiate la vita. Figure della fede in Giovanni”. Il primo incontro si svolgerà giovedì 14 novembre, presso la chiesa di Sant’Erasmo a Legnano (corso Sempione, ore 21), sul tema: “Voce di uno che grida nel deserto. Giovanni Battista, il testimone fedele”.
Guiderà gli incontri Antonella Marinoni della Comunità missionarie laiche. Gli appuntamenti successivi saranno nelle seguenti date: 12 dicembre, 16 gennaio, 13 febbraio, 12 marzo.
L’invito è rivolto a tutte le parrocchie del decanato e a tutte le persone interessate a un cammino attraverso il Vangelo.





Antonella Marinoni, della Comunità missionarie laiche, è docente nella scuola primaria. Fa parte dell’Equipe pastorale missionaria diocesana, dell’Equipe Decapoli per l’evangelizzazione affidata ai laici. È tra le animatrici dell’Equipe Spazio Asmara di Busto Arsizio (proposte formative e culturali), del Comitato direttivo di Cam to me onlus per la formazione alla solidarietà e al volontariato.

Azione cattolica – Decanato di Legnano

(si allega il volantino dei cinque incontri)

Download volantino_lectio_2019-2020__1_.pdf

Martedi 12 novembre: San Giosafat

Il Messia definitivo, il Cristo vincitore della morte, sul cavallo bianco come Colui che possiede la vita, è il solo a conoscere il Nome di Dio, perché lui è la sua Parola (il Verbo di Dio), ha dato la vita (il mantello di sangue) e con il suo parlare giudica le nazioni e sferza chi non si converte (la spada dalla bocca per le nazioni). Non si può incontrare Gesù, senza passare dalla Parola e dal dono della vita.

PAROLA (Ap 19, 11-16)

In quel giorno. Vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava Fedele e Veritiero: egli giudica e combatte con giustizia. I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, ha sul suo capo molti diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce all’infuori di lui. È avvolto in un mantello intriso di sangue e il suo nome è: il Verbo di Dio. Gli eserciti del cielo lo seguono su cavalli bianchi, vestiti di lino bianco e puro. Dalla bocca gli esce una spada affilata, per colpire con essa le nazioni. Egli le governerà con scettro di ferro e pigerà nel tino il vino dell’ira furiosa di Dio, l’Onnipotente. Sul mantello e sul femore porta scritto un nome: Re dei re e Signore dei signori.

Il nuovo consiglio pastorale

Ecco i membri del nuovo consiglio pastorale.
Membri eletti: Giovanni Mariani, Giulia Tombini, Fiorella Colombo, Marina Bernasconi, Giovanna Bruletti, Matteo Minniti, Roberta Cozzi, Francesca Ponzelletti, Chiara Bollati, Matteo Cartabia, Mariangela Conti, Marco Colombo.
Membri scelti da don Fabio: Roberto Paganini, Silvia Conti, Laura Semplici, Savio Ficorella, Valeria Colombo, Laura Monti, Carmelo Barberi.
Membri di diritto: don Luca, don Patrizio, don Fabio.
Grazie a tutti per la partecipazione.

Lunedì 11 novembre: San Martino di Tours

Il pastore è chiamato a tenere insieme terra e cielo, come Gesù, che, nella sua persona, vive la pienezza dell’umanità e della Comunione perfetta con Dio Padre. Stare vicino agli uomini, perché Dio è vicino e guida quando si è con loro, è la missione di ogni pastore.

PAROLA (1 Timoteo 3, 16-4, 8)

Carissimo, grande è il mistero della vera religiosità: egli fu manifestato in carne umana e riconosciuto giusto nello Spirito, fu visto dagli angeli e annunciato fra le genti, fu creduto nel mondo ed elevato nella gloria. Lo Spirito dice apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti ingannatori e a dottrine diaboliche, a causa dell’ipocrisia di impostori, già bollati a fuoco nella loro coscienza: gente che vieta il matrimonio e impone di astenersi da alcuni cibi, che Dio ha creato perché i fedeli, e quanti conoscono la verità, li mangino rendendo grazie. Infatti ogni creazione di Dio è buona e nulla va rifiutato, se lo si prende con animo grato, perché esso viene reso santo dalla parola di Dio e dalla preghiera. Proponendo queste cose ai fratelli, sarai un buon ministro di Cristo Gesù, nutrito dalle parole della fede e della buona dottrina che hai seguito. Evita invece le favole profane, roba da vecchie donnicciole. Allénati nella vera fede, perché l’esercizio fisico è utile a poco, mentre la vera fede è utile a tutto, portando con sé la promessa della vita presente e di quella futura.

La Parola della settimana

In allegato gli spunti di preghiera per la settimana.

Download Parola_2019-11-10_Cristo_Re.pdf

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In allegato il nuovo foglio di comunità.

In evidenza:

- elezioni consiglio pastorale fino ad oggi alle 17.00 a S. Paolo
- Incontro alla Parola martedì alle 21.00 a S. Paolo
- Lectio divina decanale per gli adulti giovedì alle 21.00 a S. Erasmo

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Domenica 10 novembre:Cristo Re:"Lo avete fatto a me"

“Lo avete fatto a me”, ripeteva madre Teresa, facendo scorrere le cinque dita. Queste cinque parole ci ricordano che il Signore ci accompagna sempre con la sua presenza amica nascosta nel volto di chi ci incontra. Quando noi amiamo chi è attorno a noi, amiamo lui e la nostra vita diventa, giorno dopo giorno, un Paradiso, fino a quando il Signore farà continuare questo Paradiso per sempre.

PAROLA (Mt 25, 31-46)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Sabato 9 novembre: il giogo leggero della corresponsabilità

Collaborare all’edificazione della comunità cristiana acquista valore, quando il cammino comune mette al centro l’opera dello Spirito. Egli guida, sorregge e porta a compimento la fatica e l’impegno dei discepoli di Gesù.

PAROLA (1 Cor 3, 9-17)

Fratelli, siamo collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio.
Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un saggio architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l’opera di ciascuno sarà ben visibile: infatti quel giorno la farà conoscere, perché con il fuoco si manifesterà, e il fuoco proverà la qualità dell’opera di ciascuno. Se l’opera, che uno costruì sul fondamento, resisterà, costui ne riceverà una ricompensa. Ma se l’opera di qualcuno finirà bruciata, quello sarà punito; tuttavia egli si salverà, però quasi passando attraverso il fuoco. Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.

Venerdì 8 novembre: la ricchezza nel cuore di Dio

Lo splendore lodato dagli uomini, fatto di ricchezza, prestigio e delirio di potenza, è logorato dal tempo e dalla storia, che cambia silenziosamente le situazioni e le relazioni tra i popoli e gli individui. Solo lo splendore del bene rimane per sempre, perché è nelle mani onnipotenti di Dio.

PAROLA (Ap 18, 9-20)

In quel giorno. I re della terra, che con Babilonia si sono prostituiti e hanno vissuto nel lusso, piangeranno e si lamenteranno a causa sua, quando vedranno il fumo del suo incendio, tenendosi a distanza per paura dei suoi tormenti, e diranno: «Guai, guai, città immensa, Babilonia, città possente; in un’ora sola è giunta la tua condanna!». Anche i mercanti della terra piangono e si lamentano su di essa, perché nessuno compera più le loro merci: i loro carichi d’oro, d’argento e di pietre preziose, di perle, di lino, di porpora, di seta e di scarlatto; legni profumati di ogni specie, oggetti d’avorio, di legno, di bronzo, di ferro, di marmo; cinnamòmo, amòmo, profumi, unguento, incenso, vino, olio, fior di farina, frumento, bestiame, greggi, cavalli, carri, schiavi e vite umane. «I frutti che ti piacevano tanto si sono allontanati da te; tutto quel lusso e quello splendore per te sono perduti e mai più potranno trovarli ». I mercanti, divenuti ricchi grazie a essa, si terranno a distanza per timore dei suoi tormenti; piangendo e lamentandosi, diranno: «Guai, guai, la grande città, tutta ammantata di lino puro, di porpora e di scarlatto, adorna d’oro, di pietre preziose e di perle! In un’ora sola tanta ricchezza è andata perduta!».
Tutti i comandanti di navi, tutti gli equipaggi, i naviganti e quanti commerciano per mare si tenevano a distanza e gridavano, guardando il fumo del suo incendio: «Quale città fu mai simile all’immensa città?». Si gettarono la polvere sul capo, e fra pianti e lamenti gridavano: «Guai, guai, città immensa, di cui si arricchirono quanti avevano navi sul mare: in un’ora sola fu ridotta a un deserto! Esulta su di essa, o cielo, e voi, santi, apostoli, profeti, perché, condannandola, Dio vi ha reso giustizia!».

Assemblea parrocchiale

Questa sera a S. Paolo:

Ore 20.30 S. Messa
Ore 21.15 assemblea parrocchiale e rinnovo del consiglio pastorale

Giovedì 7 novembre: l'amore scaccia la paura

Gli angeli che intervengono nel mondo, lo “flagellano” con la verità. L’amore del Signore è talmente alto e al di sopra dei pensieri umani, che “spaventano” l’umanità. Chi crede intuisce che non c’è da aver paura, perché l’amore scaccia la paura.

PAROLA (Ap 15, 1-7)

In quel giorno. Vidi nel cielo un altro segno, grande e meraviglioso: sette angeli che avevano sette flagelli; gli ultimi, poiché con essi è compiuta l’ira di Dio.
Vidi pure come un mare di cristallo misto a fuoco; coloro che avevano vinto la bestia, la sua immagine e il numero del suo nome, stavano in piedi sul mare di cristallo. Hanno cetre divine e cantano il canto di Mosè, il servo di Dio, e il canto dell’Agnello:
«Grandi e mirabili sono le tue opere,
Signore Dio onnipotente;
giuste e vere le tue vie,
Re delle genti!
O Signore, chi non temerà
e non darà gloria al tuo nome?
Poiché tu solo sei santo,
e tutte le genti verranno
e si prostreranno davanti a te,
perché i tuoi giudizi furono manifestati».
E vidi aprirsi nel cielo il tempio che contiene la tenda della Testimonianza; dal tempio uscirono i sette angeli che avevano i sette flagelli, vestiti di lino puro, splendente, e cinti al petto con fasce d’oro. Uno dei quattro esseri viventi diede ai sette angeli sette coppe d’oro, colme dell’ira di Dio, che vive nei secoli dei secoli.

Mercoledì 6 novembre: la luce nuova oltre le cose

Quando il Signore della storia si manifesta, tutto diventa trasparente e una luce nuova illumina la verità delle cose, fino a quel momento nascosta. Nessuna menzogna resiste a tale rivelazione.

PAROLA (Ap 11, 15-19)

In quel giorno. Il settimo angelo suonò la tromba e nel cielo echeggiarono voci potenti che dicevano: «Il regno del mondo appartiene al Signore nostro e al suo Cristo: egli regnerà nei secoli dei secoli». Allora i ventiquattro anziani, seduti sui loro seggi al cospetto di Dio, si prostrarono faccia a terra e adorarono Dio dicendo: «Noi ti rendiamo grazie, Signore Dio onnipotente, che sei e che eri, perché hai preso in mano la tua grande potenza e hai instaurato il tuo regno. Le genti fremettero, ma è giunta la tua ira, il tempo di giudicare i morti, di dare la ricompensa ai tuoi servi, i profeti, e ai santi, e a quanti temono il tuo nome, piccoli e grandi, e di annientare coloro che distruggono la terra». Allora si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza. Ne seguirono folgori, voci, scoppi di tuono, terremoto e una tempesta di grandine.

Martedì 5 novembre: San Magno

Quando l’uomo è in balia della parte peggiore di se stesso, chiuso nella ricerca affannata del proprio piacere, fa guerra al bene e a coloro che glielo ricordano. Dio custodisce la vita dei suoi profeti: non permetterà che siano zittiti e, al momento giusto, confermerà con le sue opere la loro parola.

PAROLA (Ap 11, 1-12)

In quel giorno, mi fu data una canna simile a una verga e mi fu detto: «Àlzati e misura il tempio di Dio e l’altare e il numero di quelli che in esso stanno adorando. Ma l’atrio, che è fuori dal tempio, lascialo da parte e non lo misurare, perché è stato dato in balìa dei pagani, i quali calpesteranno la città santa per quarantadue mesi. Ma farò in modo che i miei due testimoni, vestiti di sacco, compiano la loro missione di profeti per milleduecentosessanta giorni». Questi sono i due olivi e i due candelabri che stanno davanti al Signore della terra. Se qualcuno pensasse di fare loro del male, uscirà dalla loro bocca un fuoco che divorerà i loro nemici. Così deve perire chiunque pensi di fare loro del male. Essi hanno il potere di chiudere il cielo, perché non cada pioggia nei giorni del loro ministero profetico. Essi hanno anche potere di cambiare l’acqua in sangue e di colpire la terra con ogni sorta di flagelli, tutte le volte che lo vorranno. E quando avranno compiuto la loro testimonianza, la bestia che sale dall’abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà. I loro cadaveri rimarranno esposti sulla piazza della grande città, che simbolicamente si chiama Sòdoma ed Egitto, dove anche il loro Signore fu crocifisso. Uomini di ogni popolo, tribù, lingua e nazione vedono i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e non permettono che i loro cadaveri vengano deposti in un sepolcro. Gli abitanti della terra fanno festa su di loro, si rallegrano e si scambiano doni, perché questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra. Ma dopo tre giorni e mezzo un soffio di vita che veniva da Dio entrò in essi e si alzarono in piedi, con grande terrore di quelli che stavano a guardarli. Allora udirono un grido possente dal cielo che diceva loro: «Salite quassù» e salirono al cielo in una nube, mentre i loro nemici li guardavano.

Lunedì 4 novembre: San Carlo Borromeo

Chi è disposto a far parte della sua vita agli altri costruisce in sé la forza per rialzarsi, per passare dalla morte alla vita, come Gesù.

PAROLA (1 Gv 3, 13-16)

Non meravigliatevi, fratelli, se il mondo vi odia. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida ha più la vita eterna che dimora in lui. In questo abbiamo conosciuto l’amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli.