DON LUIGI E NOI OGGI

Quando venerdì 15 novembre sono andato in ospedale a trovarlo, erano quasi le 15.00. Ho dovuto attendere un attimo fuori dalla stanza, occupata dal personale dell’ospedale e poi sono entrato. Dopo esserci salutati, don Luigi mi guarda e mi dice: “Da dove spunti al venerdì pomeriggio alle tre?”. Aveva appena saputo dai medici che la sua situazione era molto compromessa e, come al solito, mi aveva raccontato volentieri il suo stato d’animo al momento. Con sincera lucidità ha ordinato ad alta voce i molti suoi pensieri, intrisi di preoccupazione, paura, desiderio di trovare soluzioni pratiche e percorribili, affidamento al Signore per ciò che lo aspettava, fede forte e fragile nello stesso momento, memoria della sua storia e delle persone che maggiormente gli erano vicine. Anche in quel momento così difficile e contraddittorio, don Luigi è stato, come sempre, pienamente e liberamente se stesso: sincero nel racconto di sé, fraterno nel suo desiderio mai sopito di vivere la fraternità sacerdotale, ironico nel guardare prima di tutto al lato luminoso della vita, anche quando di luce ce n’è poca, e soprattutto uomo libero e misurato nel comunicare innanzitutto ciò che è essenziale, intelligente nel costruire relazioni autentiche attraverso le parole giuste. Venerdì scorso, poco dopo le tre, don Luigi è tornato dal Signore, a poco più di 26 anni di distanza dal suo arrivo a S. Paolo. Siamo grati di averlo avuto in dono e tristi per averlo perso. Siamo vicini e uniti nella preghiera in particolare ai suoi cugini Lucio e Maurizio, a tutti i suoi parenti e agli amici della Associazione Sordi di
Legnano, che sono stati la sua famiglia più vicina in questi ultimi anni. Li ha portati nel cuore e loro – come diceva lui – “non l’hanno mollato un attimo”, soprattutto quando ha cominciato ad essere fisicamente più debole e preoccupato per il suo stato di salute. Con i fedeli della Parrocchia S. Paolo, anch’io l’ho amato e apprezzato come uomo e come prete in mezzo alla gente, partecipe delle gioie e dei dolori di tutti, attento agli ultimi e capace di una parola di speranza in ogni occasione. Protegga da oggi in modo più forte il cammino della nostra comunità, che ha tanto amato come padre e fratello, che ha scelto come sua famiglia e per la quale ha donato se stesso con coraggio, facendo sempre il possibile per essere amabile con tutti e per farsi prossimo come Gesù ha insegnato nel Vangelo.
Per i fedeli e i sacerdoti della parrocchia S. Paolo
don Fabio