Venerdì 27 dicembre: San Giovanni apostolo ed evangelista

Il discepolo amato, che molti commentatori identificano con l’autore del quarto vangelo, è colui che “ha il capo chino sul petto di Gesù” nel momento della sua passione. Egli è in comunione con Gesù, come il Verbo è in comunione con Dio Padre “è presso Dio (Gv 1,1)”, “con il capo reclinato sul petto di Dio”. Per questo lui rimane finché Gesù torna, perché chi vive la comunione perfetta con Gesù, vive di lui e, grazie a Lui, rimane fedele, soprattutto quando si è nel dubbio o nella persecuzione, come lo era la chiesa di Giovanni al tempo in cui era stato scritto il Vangelo.

PAROLA (GV 21, 19c-24)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse a Pietro: «Seguimi». Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.

Santo Stefano: primo martire

La libertà dei figli di Dio è talmente aperta di cuore che, muovendosi sempre per amore e con amore, è flessibile e vera. Rinuncia o fa qualcosa a partire dal bene dell’altro; dice la verità e cerca di viverla con tutte le sue forze, come vuole il Maestro, anche quando espone al rischio dell’isolamento, del vituperio, del fraintendimento o, come per Stefano, del martirio.

PAROLA (Mt 17, 24-27)

In quel tempo. Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?».
Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei? ». Rispose: «Dagli estranei». E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».

NATALE DEL SIGNORE GESU'

AUGURI DI BUON NATALE A TUTTI GLI UOMINI:
SONO TUTTI AMATI COME FIGLI DAL SIGNORE DIO.


NATALE 2019: DIO CERCA CASA TRA NOI

“E la Parola si è fatta carne
e ha piantato la sua tenda in mezzo a noi” (Gv 1, 14).

“Chiunque ascolta queste mie Parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia (Mt 7, 24-25)”.

Grazie, Bambino Gesù, perché ci accogli nella tua casa.
Grazie perché, nella tua casa,
la ricerca sincera della pace estingue le contese,
l’amore vince l’odio e la vendetta è disarmata dal perdono.
Grazie perché con Te possiamo vivere in pace tra noi.

Martedì 24 dicembre: feria prenatalizia settima

Gesù è generato da Dio, non da Giuseppe, ci racconta l’evangelista. Per entrare in comunione con tutta l’umanità, però, Giuseppe è chiamato a fargli da padre, dandogli il nome e accogliendo con sé Maria. Da quando Dio si è fatto uomo, tutto ciò che nella nostra vita è generato da Dio diventa parte di noi e in noi porta frutto, se noi, come Giuseppe, siamo disposti a chiamarlo per nome, come Lui ha fatto con Gesù.

PAROLA (Mt 1, 18-25)

Così fu generato il Signore Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.

Lunedì 23 dicembre: feria prenatalizia sesta

Gesù, Figlio di Davide, nasce nel villaggio più piccolo, tra i piccoli che Lui predilige fin dal primo istante della sua venuta in mezzo a noi. E’ veramente discendente di Davide: come Davide, dimenticato a pascolare, è scelto da Dio per guidare il suo popolo. Il Messia è più grande dei potenti dell’epoca, perché, a loro differenza, è potente nello stare con i piccoli e i poveri.

PAROLA (Lc 2, 1-5)

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.

SESTA DI AVVENTO: LO SPIRITO DIMORA IN NOI

Quello che il Vangelo descrive essere accaduto a Maria per grazia singolare, è ciò che avviene ad ogni credente che, riconoscendo la voce incoraggiante di Dio, che vuole vivere in piena comunione con noi, dice di sì con gioia. Quando Dio parla, manda messaggi di incoraggiamento, perché noi, gioiosi dei suoi doni, possiamo vincere le residue paure e credere che con Lui a fianco tutto è possibile, perché a Lui nulla è impossibile.

PAROLA (LC 1, 26-38)

In quel tempo. L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».

COMUNITA' PARROCCHIALE 22 DICEMBRE 2019

In allegato il nuovo numero di Comunità Parrocchiale con orari delle celebrazioni fino al 1 gennaio.

Download Comunità_2019-12-22_VI_Avvento.pdf

Ringraziamenti

In allegato la pubblicazione su Avvenire di oggi.

Martedì 10 dicembre: quarto di Avvento

Ciò che a Dio è possibile è sempre più in là rispetto ai nostri calcoli. In Dio tutto è possibile, perché l’amore infinito che manifesta offre sempre opportunità di vita oltre situazioni dove la vita sembra lontana.

PAROLA (Mt 19, 23-30)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».

DON LUIGI E NOI OGGI

Quando venerdì 15 novembre sono andato in ospedale a trovarlo, erano quasi le 15.00. Ho dovuto attendere un attimo fuori dalla stanza, occupata dal personale dell’ospedale e poi sono entrato. Dopo esserci salutati, don Luigi mi guarda e mi dice: “Da dove spunti al venerdì pomeriggio alle tre?”. Aveva appena saputo dai medici che la sua situazione era molto compromessa e, come al solito, mi aveva raccontato volentieri il suo stato d’animo al momento. Con sincera lucidità ha ordinato ad alta voce i molti suoi pensieri, intrisi di preoccupazione, paura, desiderio di trovare soluzioni pratiche e percorribili, affidamento al Signore per ciò che lo aspettava, fede forte e fragile nello stesso momento, memoria della sua storia e delle persone che maggiormente gli erano vicine. Anche in quel momento così difficile e contraddittorio, don Luigi è stato, come sempre, pienamente e liberamente se stesso: sincero nel racconto di sé, fraterno nel suo desiderio mai sopito di vivere la fraternità sacerdotale, ironico nel guardare prima di tutto al lato luminoso della vita, anche quando di luce ce n’è poca, e soprattutto uomo libero e misurato nel comunicare innanzitutto ciò che è essenziale, intelligente nel costruire relazioni autentiche attraverso le parole giuste. Venerdì scorso, poco dopo le tre, don Luigi è tornato dal Signore, a poco più di 26 anni di distanza dal suo arrivo a S. Paolo. Siamo grati di averlo avuto in dono e tristi per averlo perso. Siamo vicini e uniti nella preghiera in particolare ai suoi cugini Lucio e Maurizio, a tutti i suoi parenti e agli amici della Associazione Sordi di
Legnano, che sono stati la sua famiglia più vicina in questi ultimi anni. Li ha portati nel cuore e loro – come diceva lui – “non l’hanno mollato un attimo”, soprattutto quando ha cominciato ad essere fisicamente più debole e preoccupato per il suo stato di salute. Con i fedeli della Parrocchia S. Paolo, anch’io l’ho amato e apprezzato come uomo e come prete in mezzo alla gente, partecipe delle gioie e dei dolori di tutti, attento agli ultimi e capace di una parola di speranza in ogni occasione. Protegga da oggi in modo più forte il cammino della nostra comunità, che ha tanto amato come padre e fratello, che ha scelto come sua famiglia e per la quale ha donato se stesso con coraggio, facendo sempre il possibile per essere amabile con tutti e per farsi prossimo come Gesù ha insegnato nel Vangelo.

Per i fedeli e i sacerdoti della parrocchia S. Paolo

don Fabio

CAMBIO LUOGO S. MESSA

Domenica 8 dicembre 2019
La S. Messa delle 8.30
sarà a S. Giovanni

(non a S. Paolo)

DON LUIGI E' TORNATO DAL SIGNORE

Oggi pomeriggio don Luigi è stato abbracciato dal Signore Gesù.
Preghiamo per lui e chi soffre: tanti lo conoscono e hanno ricevuto del bene dalla sua semplicità e dal suo buon umore.
Protegga da oggi in modo più forte il cammino della nostra comunità, che ha tanto amato come un padre e un fratello amabile e prossimo a tutti.

Stasera alle 21.00 a S. Giovanni S. Rosario
Domani sera alle 21.00 a S. Paolo S. Rosario
Domenica alle 21.00 a S. Giovanni S. Rosario
Lunedì alle 14.30 a S. Giovanni S. Messa e funerale.

Don Luigi domani e domenica sarà a S. Paolo.
Lunedì sarà a S. Giovanni.

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Domenica 1 dicembre: terza di Avvento Le profezie adempiute

La ricchezza della sapienza divina sta nell’inventare ad ogni occasione una strategia nuova perché tutti gli uomini e le donne siano salvi, sia quelli che da poco l’hanno conosciuto, sia coloro che da sempre conoscono le sue opere e il suo disegno di salvezza. Dio non si stanca di chiamare a sé, alla sua pace e alla sua gioia tutti, santi e peccatori, giusti ed empi, avvolgendoli con le braccia della sua misericordia.

PAROLA (Rm 11, 25-36)

Non voglio che ignoriate, fratelli, questo mistero, perché non siate presuntuosi: l’ostinazione di una parte d’Israele è in atto fino a quando non saranno entrate tutte quante le genti. Allora tutto Israele sarà salvato, come sta scritto: «Da Sion uscirà il liberatore, egli toglierà l’empietà da Giacobbe. Sarà questa la mia alleanza con loro quando distruggerò i loro peccati».
Quanto al vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla scelta di Dio, essi sono amati, a causa dei padri, infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch’essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!
O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, «chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da
riceverne il contraccambio?». Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In allegato il nuovo numero di Comunità Parrocchiale

Download Comunità_2019-12-01_III_Avvento.pdf

Sabato 30 novembre: secondo di Avvento

I discepoli sono chiamati ad essere pescatori di uomini, cioè ad assimilare il modo di giudicare di Gesù, che si manifesterà pienamente alla venuta del Regno, per testimoniarne la bellezza, la bontà e la semplicità. Ad essi Gesù chiede radicalmente di cambiare mente, cuore e vita, per sperimentare la pienezza della gioia nella prospettiva del Regno.

PAROLA (Mt 4, 18-22)

In quel tempo. Mentre camminava lungo il mare di Galilea, il Signore Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

Venerdì 29 novembre: secondo di Avvento

Il segno di Giona precede quello di Gesù, rimasto tre giorni e tre notti nel ventre della terra. Giona vide l’amore del Signore che perdona Ninive: non lo capisce e non l’accetta. Gesù racconta l’amore del Padre in modo completo: non c’è bisogno di altri segni. Chi ne vuole altri, non crede che Gesù Crocifisso e Risorto è veramente il Figlio di Dio Padre: desidera che Dio si manifesti più simile all’uomo, che non ama senza limiti e non ama i nemici.

PAROLA (Mt 12, 38-42)

In quel tempo. Alcuni scribi e farisei dissero al Signore Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del giudizio, quelli di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».

Secondo giovedì di Avvento

Il nostro comportamento, dice Gesù, si capisce quando la bocca parla dalla pienezza del cuore e quando i nostri pensieri sgorgano spontanei a commento di ciò che vediamo e sentiamo. I frutti buoni crescono se coltiviamo dentro di noi semi di bene che risvegliano il tesoro buono che Dio ha seminato in noi con il dono della vita e del Battesimo.
Che cosa semina in noi ciò che vediamo, ascoltiamo, leggiamo?

PAROLA (Mt 12, 33-37)

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai farisei: «Prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono. Prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l’albero. Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? La bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. L’uomo buono dal suo buon tesoro trae fuori cose buone, mentre l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori cose cattive. Ma io vi dico: di ogni parola vana che gli uomini diranno, dovranno rendere conto nel giorno del giudizio; infatti in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato».

Uniti nella preghiera

La S. Messa del funerale di Fabio sarà domani, giovedì 28 novembre, alle 15.30, a S. Paolo. Stiamo vicini e preghiamo.

Mercoledì 27 novembre: secondo di Avvento

Quando Dio parla ed agisce, il segno della presenza del suo Regno è l’unità e la concordia. Chi pretende di fare giustizia creando discordie e divisioni, mette al centro se stesso e allontana la manifestazione della bontà di Dio. Chi confida nell’azione dello Spirito Santo e non in se stesso, ricorda che l’unità di intenti è frutto dello Spirito, non nostra proprietà, e per mezzo di Lui si chiede e si costruisce.

PAROLA (Mt 12, 22-32)

In quel tempo fu portato al Signore Gesù un indemoniato, cieco e muto, ed egli lo guarì, sicché il muto parlava e vedeva. Tutta la folla era sbalordita e diceva: «Che non sia costui il figlio di Davide?». Ma i farisei, udendo questo, dissero: «Costui non scaccia i demòni se non per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni». Egli però, conosciuti i loro pensieri, disse loro: «Ogni regno diviso in se stesso cade in rovina e nessuna città o famiglia divisa in se stessa potrà restare in piedi. Ora, se Satana scaccia Satana, è diviso in se stesso; come dunque il suo regno potrà restare in piedi? E se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Ma, se io scaccio i demòni per mezzo dello Spirito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Come può uno entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega? Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde. Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia verrà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non verrà perdonata. A chi parlerà contro il Figlio dell’uomo, sarà perdonato; ma a chi parlerà contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato, né in questo mondo né in quello futuro».

S. Rosario per Fabio

Domani sera alle 20.30 in chiesa a S. Paolo pregheremo per Fabio, oggi tornato dal Signore, e per i suoi familiari. Il Signore è vicino e noi, stando vicini, ne siamo il segno.

Martedì 26 novembre: secondo di Avvento

Dio diffonde la sua luce – e Gesù con Lui – attraverso le fiammelle piccole, che sono in pericolo di spegnersi da un momento all’altro, ma resistono e diffondono luce continua e progressivamente sempre più forte. E’ una luce che non abbaglia, non spegne altre luci e illumina tutto insieme alle altre.

PAROLA (Mt 12, 14-21)

In quel tempo. I farisei uscirono e tennero consiglio contro il Signore Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: «Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni».

Lunedì 25 novembre: secondo di Avvento

La pigrizia attira la noia, la noia avvicina a sé il giudizio facile e chi giudica troppo in fretta smette di ascoltare e di imparare dal Signore e dagli altri. Sapienza è, come Gesù, giudicare dopo aver vissuto la comunione con l’amore e il giudizio di Dio, con umiltà e senza orgoglio.

PAROLA (Mt 11, 16-24)

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».

Domenica 24 novembre: i Figli del Regno, seconda di Avvento

La Scrittura aiuta l’animo nella consolazione e nella speranza e costruisce nel cuore del credente la capacità di portare i pesi degli altri, senza compiacersene. Chi ascolta e segue il Signore Gesù si compiace di tutto ciò che riesce a donare di se stesso, senza farne un vanto.

PAROLA (Rm 15, 1-13)

Fratelli, noi, che siamo i forti, abbiamo il dovere di portare le infermità dei deboli, senza compiacere noi stessi. Ciascuno di noi cerchi di piacere al prossimo nel bene, per edificarlo. Anche Cristo infatti non cercò di piacere a se stesso, ma, come sta scritto: «Gli insulti di chi ti insulta ricadano su di me». Tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza. E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull’esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo.
Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. Dico infatti che Cristo è diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri; le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto: «Per questo ti loderò fra le genti e canterò inni al tuo nome». E ancora: «Esultate, o nazioni, insieme al suo popolo». E di nuovo: «Genti tutte, lodate il Signore; i popoli tutti lo esaltino». E a sua volta Isaia dice: «Spunterà il rampollo di Iesse, colui che sorgerà a governare le nazioni: in lui le nazioni spereranno». Il Dio della speranza vi riempia, nel credere, di ogni gioia e pace, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo.

Sabato 23 novembre: primo di Avvento

Il potere sul male guarisce nel nome del Vangelo, quando suscita in chi ha bisogno la forza di non desistere di fronte al dolore e di continuare a seminare fedelmente gesti e parole di pace e di riconciliazione per tutti.

PAROLA (Mt 10, 1-6)

In quel tempo. Il Signore Gesù, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele».

Venerdì 22 novembre: primo di Avvento

Per seminare il Vangelo, occorre una sguardo che si commuova dentro per amore, al pensiero della debolezza e della sofferenza dell’altro. La misericordia nient’altro è che sapersi amati e perdonati gratuitamente, con il desiderio interiore di amare e perdonare tutti gratuitamente.

PAROLA (Mt 9, 35-38)

In quel tempo. Il Signore Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.
Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».