Lunedì 13 gennaio

All’inizio del cammino di fede c’è sempre la buona notizia che Gesù Cristo è il volto di Dio, è il suo amore e la sua misericordia. Tutti i cammini di fede iniziano e continuano quando qualcuno o qualche circostanza ce lo richiamano e ci invitano alla conversione.

VANGELO (Mc 1, 1-8)

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Angelus del Papa di oggi

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Ancora una volta ho avuto la gioia di battezzare alcuni bambini, nell’odierna festa del Battesimo del Signore. Oggi erano trentadue. Preghiamo per loro e per le loro famiglie.

La liturgia di quest’anno ci propone l’evento del battesimo di Gesù secondo il racconto del Vangelo di Matteo (cfr 3,13-17). L’evangelista descrive il dialogo fra Gesù, che chiede il battesimo, e Giovanni Battista, che vuole rifiutarsi e osserva: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?» (v. 14). Questa decisione di Gesù sorprende il Battista: infatti, il Messia non ha bisogno di essere purificato; è Lui invece che purifica. Ma Dio è il Santo, le sue vie non sono le nostre, e Gesù è la Via di Dio, una via imprevedibile. Ricordiamo che Dio è il Dio delle sorprese.

Giovanni aveva dichiarato che fra lui e Gesù esisteva una distanza abissale, incolmabile. «Non sono degno di portargli i sandali» (Mt 3,11), aveva detto. Ma il Figlio di Dio è venuto proprio per colmare questa distanza fra l’uomo e Dio. Se Gesù è tutto dalla parte di Dio, è anche tutto dalla parte dell’uomo, e riunisce ciò che era diviso. Per questo Egli replica a Giovanni: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia» (v. 15). Il Messia chiede di essere battezzato, perché si compia ogni giustizia, si realizzi il disegno del Padre che passa attraverso la via dell’obbedienza filiale e della solidarietà con l’uomo fragile e peccatore. È la via dell’umiltà e della piena vicinanza di Dio ai suoi figli.

Anche il profeta Isaia annuncia la giustizia del Servo di Dio, che realizza la sua missione nel mondo con uno stile contrario allo spirito mondano: «Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta» (42,2-3). È l’atteggiamento della mitezza – è questo che ci insegna Gesù con la sua umiltà, la mitezza - , l’atteggiamento della semplicità, del rispetto, della moderazione e del nascondimento, richiesto anche oggi ai discepoli del Signore. Quanti – è triste dirlo – quanti discepoli del Signore si pavoneggiano di essere discepoli del Signore. Non è un buon discepolo quello che si pavoneggia. Il buon discepolo è quello umile, mite, quello che fa il bene senza farsi vedere. Nell’azione missionaria, la comunità cristiana è chiamata ad andare incontro agli altri sempre proponendo e non imponendo, dando testimonianza, condividendo la vita concreta della gente.

Appena Gesù fu battezzato nel fiume Giordano, si aprirono i cieli e scese su di Lui lo Spirito Santo come una colomba, mentre dall’alto risuonò una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento» (Mt 3,17). Nella festa del Battesimo di Gesù riscopriamo il nostro Battesimo. Come Gesù è il Figlio amato del Padre, anche noi rinati dall’acqua e dallo Spirito Santo sappiamo di essere figli amati – il Padre ci ama tutti! –, oggetto del compiacimento di Dio, fratelli di tanti altri fratelli, investiti di una grande missione per testimoniare e annunziare a tutti gli uomini l’amore sconfinato del Padre.

Questa festa del battesimo di Gesù ci fa ricordare il nostro Battesimo. Anche noi siamo rinati nel Battesimo. Nel Battesimo è venuto lo Spirito Santo per rimanere in noi. Per questo è importante sapere qual è la data del mio Battesimo. Noi sappiamo qual è la data della nostra nascita, ma non sempre sappiamo qual è la data del nostro Battesimo. Sicuramente qualcuno di voi non lo sa… Un compito da fare a casa. Quando tornerete domandate: quando sono stata battezzata? Quando sono stato battezzato? E festeggiare nel cuore la data del battesimo ogni anno. Fatelo. È anche un dovere di giustizia verso il Signore che è stato tanto buono con noi.

Maria Santissima ci aiuti a comprendere sempre più il dono del Battesimo e a viverlo con coerenza nelle situazioni di ogni giorno.

Domenica 12 gennaio: Battesimo del Signore Gesù

Il Dio che in Gesù discende, fino a stare in fila coi peccatori, scandalizza: è un Dio al contrario, che non domina ma condivide. La meraviglia, quando non è accompagnata dalla fede nella fantasia buona del Signore, rischia di diventare un ostacolo alla comunione con il Signore. Ma Dio così si rivela all’uomo, quando lui, a sua volta, scende al livello del fratello, di quello più escluso, abbandonato e lontano.

VANGELO (Mt 3, 13-17)

In quel tempo. Il Signore Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Sabato dopo l'Epifania: oltre la legge

L’osservanza della legge non basta, dice Gesù, perché occorre guardare anche e soprattutto alla ricaduta della legge sulla dignità della persona. Giuseppe l’aveva capito bene, quando ha dato il nome a Gesù e ha accolto Maria.

VANGELO (Mt 5, 31-32)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Fu detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».

Incontro alla Parola

Ricordo per questa sera...

alle 2o.30 S. Messa della comunità
alle 21.15 (dopo la S. Messa) Incontro alla Parola su Mt 2, 1-12 (l'Adorazione dei Magi)

Buon lavoro.

Giovedì dopo l'Epifania: la gioia cristiana

La gioia cristiana è libera dalle aspettative, perché sa di aver già ricevuto da Dio tutto il necessario con il suo amore: la vita, la salute necessaria a fare un po’ di bene, la speranza per il bene e la gioia dei fratelli.

VANGELO (Gv 3, 28-29)

In quel tempo. Giovanni rispose: «Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena».

Mercoledì dopo l'Epifania

Le dieci ragazze, che accolgono e vivono in Comunione con lo sposo la loro festa, resistono nell’attesa, spinte dalla fiducia che lo sposo arriverà, anche se tarda. Le sue promesse si adempiono, anche se i suoi tempi non sono i nostri. A noi compete saper aspettare con la gioia di chi si prepara con il cuore buono a sperimentare per sempre la sua bontà.

VANGELO (Mt 25, 1-13)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade.
Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

Martedì dopo l'Epifania: vigilare fedelmente

Dio è fedele e chi si inserisce nel contesto, nel fiume della sua fedeltà diventa vigilante. Vede più nel profondo, anticipa i tempi, intuisce i processi e scorge la strada della volontà di Dio, per sceglierla con gioia.

VANGELO (Lc 12, 34-44)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: «Dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi».

Epifania del Signore: Gesù per tutti e per ciascuno

“Dov’è?” è una delle parole che risuonano di più nella bocca e nei pensieri di tutti gli uomini e le donne di ogni epoca della storia. Chi cerca si chiede dov’è la vita, la gioia, l’amore, il senso di quello che si fa e ci capita. Là dove il re dei Giudei, il Messia, l’atteso dei popoli si rivela, là c’è Dio stesso, che in Lui ci ama e cancella ogni agitazione dal nostro animo, ogni pensiero che ci assale quando la vita ci sembra “troppo” per la nostra debolezza.

VANGELO (Mt 2, 1-12)

In quel tempo. Nato il Signore Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Domenica 5 gennaio: ogni tua parola è meraviglia

La prima manifestazione pubblica di Gesù, volto di Dio, è a casa sua, a Nazareth. C’è meraviglia, anche se mista ad un po’ di diffidenza. Quella meraviglia basta a diffondere il Vangelo di Dio. Perché Gesù sia buona notizia per tutti basta poco: quel poco che è tutto, perché rigenera la vita in ogni momento dell’esistenza.

VANGELO (Lc 4, 14-22)

In quel tempo. Il Signore Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca.

INIZIO INCONTRI FUTURI SPOSI: SABATO 11 GENNAIO

Il ciclo degli incontri per i futuri sposi prossimi al matrimonio

inizieranno

SABATO 11 GENNAIO 2020
CON LA S. MESSA DELLE 17.30
A S. GIOVANNI

e si terranno

AL SABATO DALLE 17.30 ALLE 20.00 A S. GIOVANNI
NELLE SEGUENTI DATE:

11 gennaio
18 gennaio
25 gennaio
1 febbraio
8 febbraio
15 febbraio
29 febbraio

FESTA DEL BATTESIMO DOMENICA POMERIGGIO 12 GENNAIO

Pomeriggio di preghiera e di festa nel giorno della festa del Battesimo di Gesù.

ORE 16.00 PREGHIERA E BACIO A GESU' BAMBINO A S. PAOLO
A SEGUIRE FESTA CON I BAMBINI IN SALONE

Download let_gen_Battesimo_bacio_Gesù.pdf

CORSO EDUCATORI IL 13, 20 E 27 GENNAIO

Tre serate formative per genitori, allenatori, educatori a S. Paolo

TOMBOLATA MISSIONARIA IL 6 GENNAIO

Lunedì 6 gennaio ore 15.30 a S. Paolo

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In allegato il nuovo numero di Comunità Parrocchiale

domenica 5 gennaio ore 17.30 a S. Giovanni
S. Messa della vigilia dell'Epifania

lunedì 6 gennaio ore 15.30 in salone a S. Paolo
Tombolata missionaria
Chi avesse doni da condividere, può consegnarli in sagrestia dopo la S. Messa.

Download Comunità_2020-01-05_II_Natale.pdf

Sabato 4 gennaio: Gesù, figlio di Dio

Il figlio che si riteneva essere di Giuseppe, ci racconta Luca, è il nuovo Adamo, come lui disceso direttamente da Dio: amato come Adamo, come un figlio, è con Dio da sempre. Attraverso di Lui Dio ha creato il mondo per amore e in Lui l’ha condotto alla vita piena. L’inizio del suo ministero è l’inizio della manifestazione definitiva, che da sempre Dio Padre ha pensato, sognato e costruito per ogni uomo.

VANGELO (Lc 3, 23-38)

Il Signore Gesù, quando cominciò il suo ministero, aveva circa trent’anni ed era figlio, come si riteneva, di Giuseppe, figlio di Eli, figlio di Mattat, figlio di Levi, figlio di Melchi, figlio di Innai, figlio di Giuseppe, figlio di Mattatia, figlio di Amos, figlio di Naum, figlio di Esli, figlio di Naggai, figlio di Maat, figlio di Mattatia, figlio di Semein, figlio di Iosec, figlio di Ioda, figlio di Ioanàn, figlio di Resa, figlio di Zorobabele, figlio di Salatièl, figlio di Neri, figlio di Melchi, figlio di Addi, figlio di Cosam, figlio di Elmadàm, figlio di Er, figlio di Gesù, figlio di Elièzer, figlio di Iorim, figlio di Mattat, figlio di Levi, figlio di Simeone, figlio di Giuda, figlio di Giuseppe, figlio di Ionam, figlio di Eliachìm, figlio di Melea, figlio di Menna, figlio di Mattatà, figlio di Natam, figlio di Davide, figlio di Iesse, figlio di Obed, figlio di Booz, figlio di Sala, figlio di Naassòn, figlio di Aminadàb, figlio di Admin, figlio di Arni, figlio di Esrom, figlio di Fares, figlio di Giuda, figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo, figlio di Tare, figlio di Nacor, figlio di Seruc, figlio di Ragàu, figlio di Falek, figlio di Eber, figlio di Sala, figlio di Cainam, figlio di Arfacsàd, figlio di Sem, figlio di Noè, figlio di Lamec, figlio di Matusalemme, figlio di Enoc, figlio di Iaret, figlio di Maleleèl, figlio di Cainam, figlio di Enos, figlio di Set, figlio di Adamo, figlio di Dio.

Venerdì 3 gennaio: la gioia di Anna

Anna la profetessa deborda di gioia alla vista del Bambino Gesù: in Lui vede che Dio parla in modo definitivo, vede il punto esclamativo della parola dei profeti. Ad ottantaquattro anni ritrova con gioia se stessa e la propria vocazione: ascoltare Dio ogni giorno nella preghiera al Tempio, per proclamare la sua Provvidenza in ogni minuto della vita.

VANGELO (Lc 2, 26-38)

In quel tempo. C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

Giovedì 2 gennaio: Santi Basilio e Gregorio

La pace che Simeone vive è quella dell’uomo che ha lottato una vita per il bene nella discrezione e nella fedeltà e ha avuto la grazia di vedere compiuto il disegno nascosto della bontà del Signore, di contemplare ciò che gli altri non riescono a vedere, di ammirare l’opera di Dio che, attraverso la povertà degli uomini, rende tutto più bello, mostra la strada attraverso la quale ogni peccato dell’uomo apre a nuove occasioni di grazia e di vita.

VANGELO (Lc 2, 28b-32)

In quel tempo. Simeone accolse il bambino Gesù tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».

Mercoledì 1 gennaio: ottava di Natale nella circoncisione del Signore

Il nome del figlio di Dio è Gesù, Salvatore, come il nome di colui che guidò Israele all’ingresso della terra promessa, Giosuè, come il nome con cui il Dio d’Israele è chiamato dal popolo e dagli angeli, Gohel, liberatore. Dio salva da sempre: da oggi vediamo la sua salvezza quando invochiamo Gesù, quando nel suo nome preghiamo, ci muoviamo, esistiamo, parliamo ed amiamo come Lui ha amato e ci ha salvato.

VANGELO (Lc 2, 18-21)

In quel tempo. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Martedì 31 dicembre: settimo giorno dell' ottava di Natale

La meraviglia è il sentimento costante dei primi capitoli di Luca, che raccontano il Vangelo dell’infanzia di Gesù. E’ la meraviglia per come Dio cambia gli schemi umani e li porta a compimento attraverso vie che l’uomo non si aspetta. Il Padre chiama in Gesù i suoi figli su una nuova strada, che all’uomo spesso sembra contraddittoria, diversa rispetto all’ordinario, ma che li salva dalla tristezza e dalla morte.

VANGELO (Lc 2, 33-35)

In quel tempo. Il padre e la madre del Signore Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

Lunedì 30 dicembre: sesto giorno dell'ottava di Natale

Da sempre l’essere umano è colpito dalla bellezza del volto, delle mani, dell’esteriorità della persona. Da sempre l’amore maturo muove i primi passi da lì. Gesù rivela che quella bellezza è specchio della gloria di Dio quando diventa comunione con la Parola che viene da Dio, con Lui stesso, figlio vero e reale di Dio Padre.

VANGELO (Lc 11, 27b-28)

In quel tempo. Una donna dalla folla alzò la voce e disse al Signore Gesù: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

TOMBOLATA MISSIONARIA IL 6 GENNAIO

Chi avesse doni da condividere, può portarli in sagrestia dopo la S. Messa o a S. Paolo negli orari di segreteria (16.00-18.00).
Grazie a tutti.
Partecipate numerosi.

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In allegato il nuovo numero di Comunità Parrocchiale.

Martedì 31/12 17.30 S. Messa a S. Giovanni e canto del Te Deum per l'anno passato

Mercoledì 1/1/2020

orario festivo delle SS. Messe
sospesa la S. Messa delle 8.30 a S. Paolo
17.30 Adorazione eucaristica per la pace a S. Paolo
18.30 S. Messa a S. Paolo e invocazione dello Spirito Santo per l'anno nuovo

Download Comunità_2019-12-29_Nell_Ottava_leggero.pdf

Domenica 29 dicembre: Gesù immagine perfetta di chi è Dio

Gesù, Figlio Unigenito del Padre, ci ha “fatto l’esegesi” di Dio, raccontandoci che è Padre amorevole e buono. Vivendo da figlio perfettamente in sintonia con Dio e trattando tutti da fratelli, soprattutto coloro che da nessuno erano ritenuti tali, ci ha mostrato che possibile vivere la vita nella gioia e nella pace con Dio e tra noi. Questo è il mistero del Natale, che oggi ancora una volta celebriamo.

PAROLA (GV 1, 1-17)

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.

Sabato 28 dicembre: Santi Innocenti Martiri

La paura di Gerusalemme e di Erode di smarrire i propri privilegi è talmente grande che cedono all’ira e si lasciano accecare, macchiandosi del sangue dei bambini innocenti. Così è anche la nostra vita: quando la paura prevale, è più facile diventare violenti contro gli altri e contro se stessi, diventandone schiavi. Chi invece non dimentica che Dio dona ciò che è necessario per affrontare ogni situazione nuova, soprattutto quando sembra troppo per noi, vede compiersi ogni giorno la promessa buona che Dio da sempre offre ad ogni uomo.

PAROLA (Mt 2, 13b-18)

In quel tempo. Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio». Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più».