Venezia (VE)
25 Voci
-
Comunità Sorelle

domenica 10 aprile 2022

bambini felici con le palme in mano accolgono Gesù

domenica delle Palme 2022

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calendario 10 aprile- 18 aprile 2022

Carissimi,
siamo davvero all'ingresso della Settimana Santa, i giorni santi della nostra fede, nel Kerigma, cioè in quello che è l'annuncio fondamentale della nostra fede: PASSIONE, MORTE E RISURREZIONE DEL NOSTRO UNICO SIGNORE GESU'. Viviamo questi giorni santi partecipando alle celebrazioni che ci fanno rivivere nel nostro oggi questo grande Mistero in un mondo che sta perdendo la speranza. Non perdiamo questa occasione di vivere questi giorni insieme alle nostre comunità anche se costa fatica e sacrificio e non diperdiamoci: sono proprio questi giorni che costruiscono il nostro essere Chiesa.
buona Domenica delle Palme e buon Triduo
don Cesare

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PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE


Ti chiediamo scusa, Signore,
per tutte quelle volte
in cui abbiamo condannato qualcuno,
scagliando parole come pietre,
nutrendo ira e odio,
erigendoci a giudici
infallibili e inflessibili.
Ti chiediamo scusa perché
Se proprio non abbiamo quell’errore, ne abbiamo fatto
altri,
e forse più gravi.
Ti chiediamo scusa perché
Non è giusto giudicare chi non conosciamo,
passi che non abbiamo vissuto .
Ti chiediamo scusa
perché siamo tuoi figli
e tutti facciamo parte della stessa pasta

V domenica di Quaresima

...scagli la prima pietra....

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vangelo domenica 3 aprile 2022

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calendario 3 aprile - 10 aprile 2022

Carissimi,
con questa 5^ domenica di quaresima si avvicina sempre più la settimana delle settimane: la settimana santa e della santa settimana il cuore di tutto l'anno liturgico: IL TRIDUO PASQUALE.
non sto qui a ribadire l'importanza di questi tre giorni che costituiscono, come abbiamo detto l'altra sera durante il primo incontro di preparazione, un unico giorno quello della passione, morte e risurrezione. dico solo che in questo mistero si gioca tutta la nostra fede, per cui sono da vivere con intensità e partecipando alle celebrazioni che vengono proposte, tenendo presente dove vengono celebrate e gli orari. Il mondo nel quale viviamo cerca di appiattire tutto e , come ho sentito l'altro giorno da una parrocchiana, si vorrebbe un po' alla volta ridurre la Domenica ad un giorno come un' altro. questa è la realtà con la quale dobbiamo convivere e tenere alta la nostra fede e soprattutto consegnarla alle nuove generazioni che sono tristi e senza speranza.
Allora adoperiamoci tutti in questo senso, andando se occorre anche contro corrente con delicatezza , ma con decisione per tenere alta la nostra fede capace di sfidare qualsiasi ostacolo...buona settimana
don Cesare

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preghiera della Pace

PAPA FRANCESCO
Preghiera per la pace
Signore Dio di pace, ascolta la nostra supplica!
Abbiamo provato tante volte e per tanti anni a risolvere i nostri conflitti
con le nostre forze e anche con le nostre armi;
tanti momenti di ostilità e di oscurità; tanto sangue versato;
tante vite spezzate; tante speranze seppellite ...
Ma i nostri sforzi sono stati vani.
Ora, Signore, aiutaci Tu!
Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace,
guidaci Tu verso la pace.
Apri i nostri occhi e i nostri cuori e donaci il coraggio di dire:
“mai più la guerra!”; “con la guerra tutto è distrutto!”.
Infondi in noi il coraggio
di compiere gesti concreti per costruire la pace.
Signore, Dio di Abramo e dei Profeti, Dio Amore
che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli,
donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace;
donaci la capacità di guardare con benevolenza
tutti i fratelli che incontriamo sul nostro cammino.
Rendici disponibili ad ascoltare il grido dei nostri cittadini
che ci chiedono di trasformare le nostre armi in strumenti di pace,
le nostre paure in fiducia e le nostre tensioni in perdono.
Tieni accesa in noi la fiamma della speranza
per compiere con paziente perseveranza
scelte di dialogo e di riconciliazione,
perché vinca finalmente la pace.
E che dal cuore di ogni uomo
siano bandite queste parole: divisione, odio, guerra!
Signore, disarma la lingua e le mani, rinnova i cuori e le menti,
perché la parola che ci fa incontrare sia sempre “fratello”,
e lo stile della nostra vita diventi:
shalom, pace, salam!

Il grande pittore Rembrandt

dipinto

Il grande pittore Rembrandt

dipinto

vangelo di domenica 27 marzo

"lo vide da lontano e gli corse incontro

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calendario 27 marzo - 3 aprile 2022

Carissimi amici,
la riconciliazione con Dio è un passaggio dalla morte alla vita, dalle tenebre alla luce. come il cammino pasquale dell'Esodo significa allontanarsi dalla schiavitù per vivere nella libertà dei figli di Dio. chi veramente ama non può non gioire nel vedere il fratello riconciliato con il Padre.
Siamo ormai vicini alla Pasqua e non sarebbe male che ogni cristiano programasse per tempo il momento della celebrazione del sacramento della Riconciliazione per prepararsi bene a vivere il passaggio di Gesù dalla morte alla Risurrezione. Guarda bene il foglietto che trovi alla porta della chiesa e annotati l'orario e il giorno.
buona settimana

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PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE 3^ DI
QUARESIMA
Signore spesso ci la sciamo impressionare dai
fatti di violenza inaudita, dalle sciagure in cui
perde la vita un gran numero di persone come
vediamo in questi giorni terribili.
Poi però, di fronte a tutto ciò non sentiamo la
necessità di accogliere il tuo invito dio
conversione, a cambiare la nostra vita e a
considerare la storia in modo nuovo.
Mentre siamo coliti da quel male che viene
dall’esterno non ci accorgiamo che, c’è una
malattia pericolosa che ci perseguita.
E’ la chiusura agli altri,
ai loro appelli, alle loro sofferenze. E’ il nostro
egoismo che ci rende privi di frutti.

introduzione alle letture

INTRODUZIONE ALLE LETTURE 3^ DI
QUARESIMA
Nella prima lettura ascoltiamo una delle grandi pagine
dell’Antico Testamento. Il Dio vivente si rivela nel roveto
ardente come colui che stabilisce relazioni che cambiano la
vita e come liberatore del suo popolo dalla schiavitù.
Nel Salmo il credente ha una prova sicura della
compassione di Dio: egli perdona, guarisce, difende dalla
morte.
Nella seconda lettura dalla storia di Israele l’apostolo
Paolo ricava una lezione per i cristiani: come rispondiamo
ai tanti doni ricevuti dal Signore nella nostra vita, a livello
personale, familiare e sociale?
Nel Vangelo Gesù ci invita ad imparare dal bravo
agricoltore, che fa ancora un ultimo tentativo per salvare
l’albero di fico pieno di foglie ma senza alcun frutto. La
Quaresima è il tempo della preparazione, per rinnovare il
nostro cuore e le nostre opere prima che sia troppo tardi.

accoglienza domenica 20 marzo 2022

III domenica di ACCOGLIENZA NELLA 3 ^ DI QUARESIMA
Questa terza domenica di Quaresima ci ricorda che gli
avvenimenti personali e collettivi, come ad esempio per
noi la guerra, i profughi che stanno arrivando nei nostri
paesi, i fatti personali, possono diventare occasioni per
cambiare le nostre abitudini e i nostri progetti. Dio non
vuole il male, anzi, è paziente e ad ognuno offre
continuamente nuove possibilità. Nessuno è senza
speranza, anche se esiste il rischio di non voler liberarsi dai
propri errori, rischiando di andare incontro a un grave
fallimento. La Pasqua è vicina, sentiamo l’urgenza di
rinnovare la nostra vita e l’adesione a Cristo. Quaresima

III domenica di Quaresima

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III domenica di Quaresima

dal Vangelo secondo Luca

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calendario 20 marzo - 27 marzo 2022

Carissimi,
siamo alla terza domenica di Quaresima e la Parola di Dio ci dice che non ha senso angosciarci in preoccupazioni per il futuro. Non ci è dato di sapere quanto tempo ci resta. una cosa possiamo fare: lasciarci convertire da Dio. non perdiamo tempo e approfittiamo di ogni istante che ci è dato, per essere graditi a lui, che è infinita bontà e giustizia. C'è urgenza della mia conversione e dei frutti che essa porta con sé.
guardiamo bene il foglietto che troviamo alla porta della chiesa. facciamo tesoro delle occasioni per vivere come famiglia attorno a Gesù e ai miei fratelli che camminano con me sulla strada del vangelo e della testimonianza cristiana.
buona settimana

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calendario 20 marzo - 27 marzo 2022

Carissimi,
siamo alla terza domenica di Quaresima e la Parola di Dio ci dice che non ha senso angosciarci in preoccupazioni per il futuro. Non ci è dato di sapere quanto tempo ci resta. una cosa possiamo fare: lasciarci convertire da Dio. non perdiamo tempo e approfittiamo di ogni istante che ci è dato, per essere graditi a lui, che è infinita bontà e giustizia. C'è urgenza della mia conversione e dei frutti che essa porta con sé.
guardiamo bene il foglietto che troviamo alla porta della chiesa. facciamo tesoro delle occasioni per vivere come famiglia attorno a Gesù e ai miei fratelli che camminano con me sulla strada del vangelo e della testimonianza cristiana.
buona settimana

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Progetto Accoglienza Ucraina

progetto dettagliato

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Calendario 13 marzo - 20 marzo 2022

Carissimi,
la luce sfolgorante che irradia dal volto umano di Cristo restituisce all'uomo l'immagine divina a somiglianza della quale è stato creato. finalmente l'uomo, non deve più nascondere a Dio il suo volto deturpato dal peccato.
Non perdiamo questa opportunità della Quaresima per riprendere in mano la nostra vita e la nostra fede per ridare vigore e consistenza alla fede che ci è stata regalata il giorno del nostro Battesimo. Abbiamo davanti una guerra e tante situazioni che devono far riflettere e farci capire che il peccato con tutte le sue conseguenze non è una cosa inventata dai preti o dalla chiesa, ma che è una realtà capace di scatenare il peggio di noi e tante ingiustizie. in questo quadro che non ci deve solamente vedere spettatori passivi abbiamo l'opportunità nei prossimi giorni di fare del bene a tante persone che stanno scappando per trovare rifugio nei nostri paesi e nel nostro Lido. a questo proposito le nostre comunità si stanno organizzando. prendete il modulo che trovate alla porta delle nostre chiese per scegliere una delle modalità per venire incontro a questa ulteruiore emergenza che mette a prova la nostra generosità
don Cesare.

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non stanchiamoci

NON STANCHIAMOCI...
All’inizio di questa Quaresima vogliamo riprendere alcuni passagi del
messaggio di papa Francesco certamente possono aiutarci a vivere con più
frutto questo tempo di grazia:
«Non stanchiamoci di fare il bene»
La risurrezione di Cristo anima le speranze terrene con la «grande speranza» della vita
eterna e immette già nel tempo presente il germe della salvezza (cfr Benedetto XVI,
Enc. Spe salvi , 3 ; 7 ). Di fronte all’amara delusione per tanti sogni infranti, di
fronte alla preoccupazione per le sfide che incombono, di fronte allo
scoraggiamento per la povertà dei nostri mezzi, la tentazione è quella di
chiudersi nel proprio egoismo individualistico e rifugiarsi nell’indifferenza
alle sofferenze altrui. Effettivamente, anche le migliori risorse sono limitate: «Anche
i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono» ( Is 40,30). Ma Dio «dà
forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato. [...] Quanti sperano nel Signore
riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano
senza stancarsi» ( Is 40,29.31). La Quaresima ci chiama a riporre la nostra fede e
la nostra speranza nel Signore (cfr 1 Pt 1,21), perché solo con lo sguardo
fisso su Gesù Cristo risorto (cfr Eb 12,2) possiamo accogliere l’esortazione
dell’Apostolo: «Non stanchiamoci di fare il bene» ( Gal 6,9).
Non stanchiamoci di pregare . Gesù ha insegnato che è necessario «pregare
sempre, senza stancarsi mai» ( Lc 18,1 ). Abbiamo bisogno di pregare perché
abbiamo bisogno di Dio. Quella di bastare a noi stessi è una pericolosa
illusione. Se la pandemia ci ha fatto toccare con mano la nostra fragilità
personale e sociale, questa Quaresima ci permetta di sperimentare il
conforto della fede in Dio, senza la quale non possiamo avere stabilità
(cfr Is 7,9 ). Nessuno si salva da solo, perché siamo tutti nella stessa barca tra
le tempeste della storia; [2] ma soprattutto nessuno si salva senza Dio ,
perché solo il mistero pasquale di Gesù Cristo dà la vittoria sulle oscure acque della
morte. La fede non ci esime dalle tribolazioni della vita, ma permette di attraversarle
uniti a Dio in Cristo, con la grande speranza che non delude e il cui pegno è l’amore
che Dio ha riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo (cfr Rm 5,1-5).
Non stanchiamoci di estirpare il male dalla nostra vita . Il digiuno corporale a cui
ci chiama la Quaresima fortifichi il nostro spirito per il combattimento contro il
peccato.
Non stanchiamoci di chiedere perdono nel sacramento della Penitenza e della
Riconciliazione , sapendo che Dio mai si stanca di perdonare . [3]
Non stanchiamoci di combattere contro la concupiscenza , quella fragilità che
spinge all’egoismo e ad ogni male, trovando nel corso dei secoli diverse vie
attraverso le quali far precipitare l’uomo nel peccato (cfr Enc. Fratelli tutti ,
166 ). Una di queste vie è il rischio di dipendenza dai media digitali , che
impoverisce i rapporti umani. La Quaresima è tempo propizio per contrastare
queste insidie e per coltivare invece una più integrale comunicazione umana
(cfr ibid ., 43 ) fatta di «incontri reali» ( ibid ., 50 ), a tu per tu.
Non stanchiamoci di fare il bene nella carità operosa verso il prossimo .
Durante questa Quaresima, pratichiamo l’elemosina donando con gioia (cfr 2
Cor 9,7). Se è vero che tutta la nostra vita è tempo per seminare il bene,
approfittiamo in modo particolare di questa Quaresima per prenderci cura di
chi ci è vicino, per farci prossimi a quei fratelli e sorelle che sono feriti sulla
strada della vita (cfr Lc 10,25-37 ). La Quaresima è tempo propizio per cercare,
e non evitare, chi è nel bisogno; per chiamare, e non ignorare, chi desidera
ascolto e una buona parola; per visitare, e non abbandonare, chi soffre la
solitudine. Mettiamo in pratica l’appello a operare il bene verso tutti , prendendoci il
tempo per amare i più piccoli e indifesi, gli abbandonati e disprezzati, chi è
discriminato ed emarginato (cfr Enc. Fratelli tutti , 193 ).​
. «Se non desistiamo, a suo tempo mieteremo»

calendario 6 marzo - 13 marzo 2022

Carissimi,
il deserto, che in questa 1^ domenica di Quaresima viene proposto come uno dei temi portanti delle letture ci è presentato in una simbologia multiforme.
E' il luogo di salvezza dall'Egitto, luogo della tentazione e luogo di alleanza di Dio con il suo popolo, luogo di attesa della Terra promessa, luogo della sua predilezione per Israele,Il deserto in sé non è un ambiente ospitale, ma per il credente diviene luogo della presenza: del Padre innanzitutto, poi del Figlio e dello Spirito Santo. per noi cristiani è anche la nostra vita e la Storia con tutte le contraddizioni. dentro a questa realtà siamo chiamati come Gesù, a mantenere forte la nostra alleanza con Dio vincendo le tre grandi tentazioni che Gesù vince con il suo attaccamento alla volontà del Padre e al suo progetto di salvezza per noi.
viviamo questa Quaresima come il Signore desidera perchè la nostra vita sia una vita da persone libere e llberate.
Buona Quaresima

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messaggio del Santo Padre

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
FRANCESCO
PER LA QUARESIMA 2022
«Non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo
a suo tempo mieteremo. Poiché dunque ne abbiamo l’occasione,
operiamo il bene verso tutti» (Gal 6,9-10a)
Cari fratelli e sorelle,
la Quaresima è tempo favorevole di rinnovamento personale e comunitario che ci
conduce alla Pasqua di Gesù Cristo morto e risorto. Per il cammino quaresimale del
2022 ci farà bene riflettere sull’esortazione di San Paolo ai Galati: «Non stanchiamoci
di fare il bene; se infatti non desistiamo a suo tempo mieteremo. Poiché dunque ne
abbiamo l’occasione ( kairós ), operiamo il bene verso tutti» ( Gal 6,9-10a).
1. Semina e mietitura
In questo brano l’Apostolo evoca l’immagine della semina e della mietitura, tanto cara
a Gesù (cfr Mt 13). San Paolo ci parla di un kairós : un tempo propizio per seminare il
bene in vista di una mietitura. Cos’è per noi questo tempo favorevole? Certamente lo
è la Quaresima, ma lo è anche tutta l’esistenza terrena, di cui la Quaresima è in
qualche modo un’immagine. [1] Nella nostra vita troppo spesso prevalgono l’avidità e
la superbia, il desiderio di avere, di accumulare e di consumare, come mostra l’uomo
stolto della parabola evangelica, il quale riteneva la sua vita sicura e felice per il
grande raccolto accumulato nei suoi granai (cfr Lc 12,16-21). La Quaresima ci invita
alla conversione, a cambiare mentalità, così che la vita abbia la sua verità e bellezza
non tanto nell’avere quanto nel donare, non tanto nell’accumulare quanto nel
seminare il bene e nel condividere.
Il primo agricoltore è Dio stesso, che con generosità «continua a seminare
nell’umanità semi di bene» (Enc. Fratelli tutti , 54 ). Durante la Quaresima siamo
chiamati a rispondere al dono di Dio accogliendo la sua Parola «viva ed efficace»
( Eb 4,12). L’ascolto assiduo della Parola di Dio fa maturare una pronta docilità al suo
agire (cfr Gc 1,21) che rende feconda la nostra vita. Se già questo ci rallegra, ancor
più grande però è la chiamata ad essere «collaboratori di Dio» ( 1 Cor 3,9), facendo
buon uso del tempo presente (cfr Ef 5,16) per seminare anche noi operando il bene.
Questa chiamata a seminare il bene non va vista come un peso, ma come una grazia
con cui il Creatore ci vuole attivamente uniti alla sua feconda magnanimità.
E la mietitura? Non è forse la semina tutta in vista del raccolto? Certamente. Il legame
stretto tra semina e raccolto è ribadito dallo stesso San Paolo, che afferma: «Chi
semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con
larghezza raccoglierà» ( 2 Cor 9,6). Ma di quale raccolto si tratta? Un primo frutto del
bene seminato si ha in noi stessi e nelle nostre relazioni quotidiane, anche nei gesti
più piccoli di bontà. In Dio nessun atto di amore, per quanto piccolo, e nessuna
«generosa fatica» vanno perduti (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium , 279 ). Come l’albero
si riconosce dai frutti (cfr Mt 7,16.20), così la vita piena di opere buone è luminosa
(cfr Mt 5,14-16) e porta il profumo di Cristo nel mondo (cfr 2 Cor 2,15). Servire Dio,
liberi dal peccato, fa maturare frutti di santificazione per la salvezza di tutti
(cfr Rm 6,22).
In realtà, ci è dato di vedere solo in piccola parte il frutto di quanto seminiamo
giacché, secondo il proverbio evangelico, «uno semina e l’altro miete» ( Gv 4,37). ​
Proprio seminando per il bene altrui partecipiamo alla magnanimità di Dio: «È grande
nobiltà esser capaci di avviare processi i cui frutti saranno raccolti da altri, con la
speranza riposta nella forza segreta del bene che si semina» (Enc. Fratelli tutti , 196 ).
Seminare il bene per gli altri ci libera dalle anguste logiche del tornaconto personale e
conferisce al nostro agire il respiro ampio della gratuità, inserendoci nel meraviglioso
orizzonte dei benevoli disegni di Dio.
La Parola di Dio allarga ed eleva ancora di più il nostro sguardo: ci annuncia che la
mietitura più vera è quella escatologica, quella dell’ultimo giorno, del giorno senza
tramonto. Il frutto compiuto della nostra vita e delle nostre azioni è il «frutto per la vita
eterna» ( Gv 4,36), che sarà il nostro «tesoro nei cieli» ( Lc 12,33; 18,22). Gesù stesso
usa l’immagine del seme che muore nella terra e fruttifica per esprimere il mistero
della sua morte e risurrezione (cfr Gv 12,24); e San Paolo la riprende per parlare della
risurrezione del nostro corpo: «È seminato nella corruzione, risorge nell’incorruttibilità;
è seminato nella miseria, risorge nella gloria; è seminato nella debolezza, risorge nella
potenza; è seminato corpo animale, risorge corpo spirituale» ( 1 Cor 15,42-44). Questa
speranza è la grande luce che Cristo risorto porta nel mondo: «Se noi abbiamo avuto
speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli
uomini. Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti» ( 1
Cor 15,19-20), affinché coloro che sono intimamente uniti a lui nell’amore, «a
somiglianza della sua morte» ( Rm 6,5), siano anche uniti alla sua risurrezione per la
vita eterna (cfr Gv 5,29): «Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre
loro» ( Mt 13,43).
2. «Non stanchiamoci di fare il bene»
La risurrezione di Cristo anima le speranze terrene con la «grande speranza» della vita
eterna e immette già nel tempo presente il germe della salvezza (cfr Benedetto XVI,
Enc. Spe salvi , 3 ; 7 ). Di fronte all’amara delusione per tanti sogni infranti, di fronte alla
preoccupazione per le sfide che incombono, di fronte allo scoraggiamento per la
povertà dei nostri mezzi, la tentazione è quella di chiudersi nel proprio egoismo
individualistico e rifugiarsi nell’indifferenza alle sofferenze altrui. Effettivamente,
anche le migliori risorse sono limitate: «Anche i giovani faticano e si stancano, gli
adulti inciampano e cadono» ( Is 40,30). Ma Dio «dà forza allo stanco e moltiplica il
vigore allo spossato. [...] Quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali
come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi» ( Is 40,29.31). La
Quaresima ci chiama a riporre la nostra fede e la nostra speranza nel Signore (cfr 1
Pt 1,21), perché solo con lo sguardo fisso su Gesù Cristo risorto (cfr Eb 12,2) possiamo
accogliere l’esortazione dell’Apostolo: «Non stanchiamoci di fare il bene» ( Gal 6,9).
Non stanchiamoci di pregare . Gesù ha insegnato che è necessario «pregare sempre,
senza stancarsi mai» ( Lc 18,1). Abbiamo bisogno di pregare perché abbiamo bisogno
di Dio. Quella di bastare a noi stessi è una pericolosa illusione. Se la pandemia ci ha
fatto toccare con mano la nostra fragilità personale e sociale, questa Quaresima ci
permetta di sperimentare il conforto della fede in Dio, senza la quale non possiamo
avere stabilità (cfr Is 7,9). Nessuno si salva da solo, perché siamo tutti nella stessa
barca tra le tempeste della storia; [2] ma soprattutto nessuno si salva senza Dio,
perché solo il mistero pasquale di Gesù Cristo dà la vittoria sulle oscure acque della
morte. La fede non ci esime dalle tribolazioni della vita, ma permette di attraversarle
uniti a Dio in Cristo, con la grande speranza che non delude e il cui pegno è l’amore
che Dio ha riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo (cfr Rm 5,1-5).
Non stanchiamoci di estirpare il male dalla nostra vita . Il digiuno corporale a cui ci
chiama la Quaresima fortifichi il nostro spirito per il combattimento contro il
peccato. Non stanchiamoci di chiedere perdono nel sacramento della Penitenza e della

messaggio del Santo Padre

Proprio seminando per il bene altrui partecipiamo alla magnanimità di Dio: «È grande
nobiltà esser capaci di avviare processi i cui frutti saranno raccolti da altri, con la
speranza riposta nella forza segreta del bene che si semina» (Enc. Fratelli tutti , 196 ).
Seminare il bene per gli altri ci libera dalle anguste logiche del tornaconto personale e
conferisce al nostro agire il respiro ampio della gratuità, inserendoci nel meraviglioso
orizzonte dei benevoli disegni di Dio.
La Parola di Dio allarga ed eleva ancora di più il nostro sguardo: ci annuncia che la
mietitura più vera è quella escatologica, quella dell’ultimo giorno, del giorno senza
tramonto. Il frutto compiuto della nostra vita e delle nostre azioni è il «frutto per la vita
eterna» ( Gv 4,36), che sarà il nostro «tesoro nei cieli» ( Lc 12,33; 18,22). Gesù stesso
usa l’immagine del seme che muore nella terra e fruttifica per esprimere il mistero
della sua morte e risurrezione (cfr Gv 12,24); e San Paolo la riprende per parlare della
risurrezione del nostro corpo: «È seminato nella corruzione, risorge nell’incorruttibilità;
è seminato nella miseria, risorge nella gloria; è seminato nella debolezza, risorge nella
potenza; è seminato corpo animale, risorge corpo spirituale» ( 1 Cor 15,42-44). Questa
speranza è la grande luce che Cristo risorto porta nel mondo: «Se noi abbiamo avuto
speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli
uomini. Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti» ( 1
Cor 15,19-20), affinché coloro che sono intimamente uniti a lui nell’amore, «a
somiglianza della sua morte» ( Rm 6,5), siano anche uniti alla sua risurrezione per la
vita eterna (cfr Gv 5,29): «Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre
loro» ( Mt 13,43).
2. «Non stanchiamoci di fare il bene»
La risurrezione di Cristo anima le speranze terrene con la «grande speranza» della vita
eterna e immette già nel tempo presente il germe della salvezza (cfr Benedetto XVI,
Enc. Spe salvi , 3 ; 7 ). Di fronte all’amara delusione per tanti sogni infranti, di fronte alla
preoccupazione per le sfide che incombono, di fronte allo scoraggiamento per la
povertà dei nostri mezzi, la tentazione è quella di chiudersi nel proprio egoismo
individualistico e rifugiarsi nell’indifferenza alle sofferenze altrui. Effettivamente,
anche le migliori risorse sono limitate: «Anche i giovani faticano e si stancano, gli
adulti inciampano e cadono» ( Is 40,30). Ma Dio «dà forza allo stanco e moltiplica il
vigore allo spossato. [...] Quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali
come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi» ( Is 40,29.31). La
Quaresima ci chiama a riporre la nostra fede e la nostra speranza nel Signore (cfr 1
Pt 1,21), perché solo con lo sguardo fisso su Gesù Cristo risorto (cfr Eb 12,2) possiamo
accogliere l’esortazione dell’Apostolo: «Non stanchiamoci di fare il bene» ( Gal 6,9).
Non stanchiamoci di pregare . Gesù ha insegnato che è necessario «pregare sempre,
senza stancarsi mai» ( Lc 18,1). Abbiamo bisogno di pregare perché abbiamo bisogno
di Dio. Quella di bastare a noi stessi è una pericolosa illusione. Se la pandemia ci ha
fatto toccare con mano la nostra fragilità personale e sociale, questa Quaresima ci
permetta di sperimentare il conforto della fede in Dio, senza la quale non possiamo
avere stabilità (cfr Is 7,9). Nessuno si salva da solo, perché siamo tutti nella stessa
barca tra le tempeste della storia; [2] ma soprattutto nessuno si salva senza Dio,
perché solo il mistero pasquale di Gesù Cristo dà la vittoria sulle oscure acque della
morte. La fede non ci esime dalle tribolazioni della vita, ma permette di attraversarle
uniti a Dio in Cristo, con la grande speranza che non delude e il cui pegno è l’amore
che Dio ha riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo (cfr Rm 5,1-5).
Non stanchiamoci di estirpare il male dalla nostra vita . Il digiuno corporale a cui ci
chiama la Quaresima fortifichi il nostro spirito per il combattimento contro il
peccato. Non stanchiamoci di chiedere perdono nel sacramento della Penitenza e della​
Riconciliazione , sapendo che Dio mai si stanca di perdonare. [3] Non stanchiamoci di
combattere contro la concupiscenza , quella fragilità che spinge all’egoismo e ad ogni
male, trovando nel corso dei secoli diverse vie attraverso le quali far precipitare
l’uomo nel peccato (cfr Enc. Fratelli tutti , 166 ). Una di queste vie è il rischio di
dipendenza dai media digitali, che impoverisce i rapporti umani. La Quaresima è
tempo propizio per contrastare queste insidie e per coltivare invece una più integrale
comunicazione umana (cfr ibid ., 43 ) fatta di «incontri reali» ( ibid ., 50 ), a tu per tu.
Non stanchiamoci di fare il bene nella carità operosa verso il prossimo . Durante questa
Quaresima, pratichiamo l’elemosina donando con gioia (cfr 2 Cor 9,7). Dio «che dà il
seme al seminatore e il pane per il nutrimento» ( 2 Cor 9,10) provvede per ciascuno di
noi non solo affinché possiamo avere di che nutrirci, bensì affinché possiamo essere
generosi nell’operare il bene verso gli altri. Se è vero che tutta la nostra vita è tempo
per seminare il bene, approfittiamo in modo particolare di questa Quaresima per
prenderci cura di chi ci è vicino, per farci prossimi a quei fratelli e sorelle che sono
feriti sulla strada della vita (cfr Lc 10,25-37). La Quaresima è tempo propizio per
cercare, e non evitare, chi è nel bisogno; per chiamare, e non ignorare, chi desidera
ascolto e una buona parola; per visitare, e non abbandonare, chi soffre la solitudine.
Mettiamo in pratica l’appello a operare il bene verso tutti , prendendoci il tempo per
amare i più piccoli e indifesi, gli abbandonati e disprezzati, chi è discriminato ed
emarginato (cfr Enc. Fratelli tutti , 193 ).
3. «Se non desistiamo, a suo tempo mieteremo»
La Quaresima ci ricorda ogni anno che «il bene, come anche l’amore, la giustizia e la
solidarietà, non si raggiungono una volta per sempre; vanno conquistati ogni giorno»
( ibid ., 11). Chiediamo dunque a Dio la paziente costanza dell’agricoltore (cfr Gc 5,7)
per non desistere nel fare il bene, un passo alla volta. Chi cade, tenda la mano al
Padre che sempre ci rialza. Chi si è smarrito, ingannato dalle seduzioni del maligno,
non tardi a tornare a Lui che «largamente perdona» ( Is 55,7). In questo tempo di
conversione, trovando sostegno nella grazia di Dio e nella comunione della Chiesa,
non stanchiamoci di seminare il bene. Il digiuno prepara il terreno, la preghiera irriga,
la carità feconda. Abbiamo la certezza nella fede che «se non desistiamo, a suo tempo
mieteremo» e che, con il dono della perseveranza, otterremo i beni promessi
(cfr Eb 10,36) per la salvezza nostra e altrui (cfr 1 Tm 4,16). Praticando l’amore
fraterno verso tutti siamo uniti a Cristo, che ha dato la sua vita per noi (cfr 2 Cor 5,14-
15) e pregustiamo la gioia del Regno dei cieli, quando Dio sarà «tutto in tutti» ( 1
Cor 15,28).
La Vergine Maria, dal cui grembo è germogliato il Salvatore e che custodiva tutte le
cose «meditandole nel suo cuore» ( Lc 2,19) ci ottenga il dono della pazienza e ci sia
vicina con la sua materna presenza, affinché questo tempo di conversione porti frutti
di salvezza eterna.
Roma, San Giovanni in Laterano, 11 novembre 2021, Memoria di San Martino Vescovo.
FRANCESCO