Cenni storici.
La storia più antica di Povegliano è legata alle civiltà stanziatesi presso il Montello e i colli limitrofi. Sin dall'XI secolo a.C. ai piedi dei rilievi erano sorti dei villaggi, mentre più a nord si trovavano dei castellieri.
Con la conquista romana del Veneto (II secolo a.C.), il territorio, appartenente al municipium di Treviso, è centuriato (le attuali vie Postioma e Barrucchella erano dei decumani, mentre via Sant'Antonio un cardo) e si sviluppano alcune importanti vie di comunicazione, la Postumia, a sud dell'attuale centro, e la Claudia Augusta Altinate, ad est. Si ritiene che lungo queste arterie stradali vi fossero dei villaggi legati alla loro manutenzione e che nelle campagne vicine fiorissero l'agricoltura e le ville dei proprietari terrieri. Proprio a Camalò sono stati individuati i resti di un edificio del genere, mentre ad est di Povegliano sono stati portati alla luce delle sepolture e un corredo funebre.
L'etimo del paese sarebbe proprio legato a questo periodo: è un tipico prediale, un toponimo derivante dal nome di un latifondista romano, un Paulus o un Popilius.
Il medioevo
Un'antica tradizione afferma che Povegliano sarebbe sorta attorno al VI-VII secolo quando, a causa delle inondazioni del Piave, la popolazione si spostò presso il luogo dove oggi sorge la chiesa. Si suppone che effettivamente l'insediamento originario si trovasse più ad est, in località Pojarin, presso Visnadello, a poca distanza dalla via Claudia Augusta Altinate.
Le prime citazioni degli abitati riguardano Camalò, dipendenza del monastero di Santa Maria del Piave, e, nel 994, Povegliano e Santandrà, nominate in un diploma di Ottone III, in cui a Rambaldo di Collalto venivano concessi dei terreni a nord della Postumia. Dal punto di vista ecclesiastico, Povegliano costituiva una capopieve, la chiesa di Camalò era una cappella legata alla pieve di Volpago, mentre Santandrà fu tra le dipendenze dell'Abbazia di Nervesa dal 1231 al 1344, quando passò a Povegliano.
Dal punto di vista politico, i tre centri furono sempre soggetti al comune di Treviso e costituirono delle regole. Ne seguirono così le sorti attraverso le dominazioni degli Ezzelini, dei Caminesi, dei Conti di Gorizia, degli Scaligeri, della Serenissima e dei Carraresi, per tornare sotto la Repubblica di Venezia dal 1389.