Il cammino sinodale della nostra parrocchia

Nello scorso anno pastorale, la Chiesa italiana ha dato avvio al suo Cammino sinodale.
In conformità all’impostazione complessiva del Cammino sinodale italiano, anche quest’anno ci è chiesto di
dedicarci soprattutto ad un lavoro narrativo di CONDIVISIONE DI ESPERIENZE attorno ai cantieri indicati. A tal fine è proposto che vengano convocati, all’interno delle diverse realtà ecclesiali, degli incontri sinodali. Le
condivisioni spirituali che li caratterizzeranno, oltre agli ulteriori frutti che il tempo farà emergere, confluiranno
in una sintesi diocesana che, a sua volta, alimenterà il discernimento di tutta la Chiesa italiana.
Siamo tutti invitati
*in chiesa di san Giorgio*
*SABATO 12 NOVEMBRE ORE 16,00-17,30*
per condividere insieme il PRIMO CANTIERE: IL CANTIERE DELL’OSPITALITA’ E DELLA CASA
“Una donna, di nome Marta, lo ospitò” nella sua casa. Il cammino richiede ogni tanto una sosta, desidera
una casa, reclama dei volti. Marta e Maria, amiche di Gesù, gli aprono la porta della loro dimora. Anche
Gesù aveva bisogno di una famiglia per sentirsi amato. Le comunità cristiane attraggono quando sono
ospitali, quando si configurano come “case di Betania”: nei primi secoli, e ancora oggi in tante parti del
mondo dove i battezzati sono un “piccolo gregge”, l’esperienza cristiana ha una forma domestica e la
comunità vive una fraternità stretta, una maternità accogliente e una paternità che orienta. La dimensione
domestica autentica non porta a chiudersi nel nido, a creare l’illusione di uno spazio protetto e inaccessibile
in cui rifugiarsi. La casa che sogniamo ha finestre ampie attraverso cui guardare e grandi porte da cui uscire
per trasmettere quanto sperimentato all’interno – attenzione, prossimità, cura dei più fragili, dialogo – e da
cui far entrare il mondo con i suoi interrogativi e le sue speranze.
*Domande per stimolare la condivisione di esperienze* (è bene che ciascun partecipante ne scelga soltanto UNA, non tutte):
1. A quali esperienze vissute associo il mio “sentirmi a casa” nella Chiesa, oppure l’aver visto qualcuno
“sentirsi a casa” nella Chiesa?
2. In quali situazioni ho percepito l’apporto significativo di coppie coniugate e di famiglie dentro la vita della
Chiesa? Quali erano gli ingredienti di tali esperienze?
3. A partire dalla mia vicenda, quali “luoghi” ecclesiali (parrocchie, strutture, organismi, gruppi ecclesiali
presenti nel territorio) mi hanno consentito, in questi ultimi anni, di fare esperienza di una Chiesa viva e di quali invece ho sentito il peso?