Rimini (RN) - Marina Centro
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PARROCCHIA S. GIROLAMO

VIA CRUCIS DELLA NOSTRA ZONA PASTORALE: VENERDI' 7 APRILE, CHIESA DI S. NICOLO' ORE 20.45

Ricordo a tutti il gesto della Via Crucis che vivremo con le parrocchie della zona pastorale del Centro storico (S. Agostino, S. Girolamo, S. Maria Ausiliatrice) venerdì 7 aprile, con partenza dalla chiesa di S. Nicolò alle 20.45 e conclusione nella chiesa dei paolotti in piazza Tre Martiri.
Si può scaricare il volantino di invito in formato pdf, da diffondere a tutti i nostri amici e conoscenti:

Download via_crucis_2017.pdf

DOPO L'AGGRESSIONE AL GIOVANE NIGERIANO A MARINA CENTRO E NEL CONTESTO DEL DIBATTITO SUI NOMADI.

Riporto di seguito il testo di un contributo che ho inviato al Resto del Carlino e che è stato pubblicato oggi, nella Cronaca di Rimini, a p. 6.

Domenica a Messa ho invitato a pregare per Emmanuel, il giovane nigeriano vittima di una brutale aggressione tra le nostre case, a Marina Centro, e per il suo aggressore, che abita nel nostro stesso quartiere.
Le ferite nel corpo di Emmanuel rivelano la ferita altrettanto profonda della nostra umanità, che scopriamo accogliendo una sfida che interpella tutta la città.
Cosa sta succedendo a Rimini? Qual è la natura del disagio espresso dai comitati che protestano contro la decisione del Comune di smantellare il campo nomadi di via Islanda? Qual è la natura della diffusa ostilità in cui si inserisce il gesto, seppur legato a un disturbo psichico, compiuto nei confronti del giovane Emmanuel?
Occorre guardare fino in fondo alla rabbia che traspare nei volti di tanti che si sentono soli e impauriti di fronte a una presenza percepita come ostile e pericolosa. Questo disagio rivela qualcosa che ci riguarda tutti, una paura profonda, che con lealtà ed umiltà dobbiamo riconoscere dentro di noi. Al Corriere della Sera la scorsa estate, il sociologo polacco Bauman, recentemente scomparso, ha dichiarato: «Le radici dell’insicurezza sono molto profonde. Affondano nel nostro modo di vivere, sono segnate dall’indebolimento dei legami interpersonali, dallo sgretolamento delle comunità, dalla sostituzione della solidarietà umana con la competizione senza limiti, dalla tendenza ad affidare nelle mani di singoli la risoluzione di problemi di rilevanza più ampia, sociale. La paura generata da questa situazione di insicurezza […] aumenta, si diffonde su tutti gli aspetti delle nostre vite. E quella paura cerca un obiettivo su cui concentrarsi».
Tutti i muri che stanno sorgendo nel mondo, come mai ci saremmo immaginati, rivelano che siamo immersi in questa paura in cui l’altro è percepito come nemico. Proprio per questo, i “muri” che si erigono pensando di risolvere il problema in realtà lo alimentano, incrementando la paura stessa e rendendo sempre più difficile la convivenza ad ogni livello. Cosa può invertire questa escalation?
Il Papa recandosi a Lampedusa nel suo primo viaggio, non propose apparentemente alcuna “soluzione concreta” al complesso problema dei migranti, ma invitò a guardarli come uomini e donne, come me e te, come i figli delle nostre famiglie. «Chi di noi ha pianto – disse Francesco riferendosi ai tanti morti in mare – per questo fatto e per fatti come questo?».
Uomini e donne che cercano la felicità come ciascuno di noi e che sono preoccupati per il destino dei loro figli, come coloro che sono riuniti nei comitati che stanno protestando e come le famiglie dei sinti, riminesi da generazioni. Uomini feriti, come Emmanuel e come il suo aggressore.
È possibile tornare a guardarsi in faccia con una simpatia umana, in un abbraccio che possa comprendere tutti, senza censurare alcun aspetto di problematiche indubbiamente complesse. Il contributo che l’esperienza ecclesiale può dare in questa circostanza è innanzitutto testimoniare che è possibile «costruire ponti e abbattere muri», come ci ripete il Papa, riscoprendo che «l’altro è un dono», secondo l’invito del nostro Vescovo Francesco nel messaggio per la Quaresima. Sono parole che prendono carne nell’esperienza di tanti anche a Rimini, che testimoniano una realtà presente e possibile, senza nemici perché il cristianesimo non è mai contro nessuno. Penso all’opera della Caritas e degli amici dell’APG23 per gli “ultimi”, ai gesti con cui alcuni miei amici di CL accompagnano tanti nella ricerca del lavoro, visitano le famiglie portando loro la spesa o insegnano l’italiano ai profughi, ai volontari della Caritas del centro storico che aiutano anche famiglie di immigrati, cristiani e musulmani, ai parrocchiani che hanno donato coperte e abiti, durante il freddo dell’inverno, ai senza tetto ospiti della Capanna di Betlemme. Nella carne ferita e bisognosa di ciascuno di questi volti incontrati io riconosco la mia ferita, il mio bisogno di uomo, la mia esigenza di mendicare un abbraccio che mi permetta di guardare a me stesso con una briciola di simpatia, nel quale la mia umanità, non più definita dal proprio male, possa comunicarne il medesimo calore.

RITIRO - ASSEMBLEA DI DOMENICA 26 MARZO 2017

Ritiro della Comunità parrocchiale di San Girolamo, 26 marzo 2017.

Proiezione del video con le immagini della storia vissuta dalla nostra comunità parrocchiale negli ultimi mesi e con il saluto del Vescovo.

Intervento di don Roberto

Il Vescovo ci ha detto: “Gesù è in mezzo a noi”. Noi domandiamo innanzitutto di riconoscere la presenza di Cristo, perché solo da questo riconoscimento può accadere un reale cambiamento della nostra vita, come è accaduto ai primi discepoli, a Giovanni e Andrea, a Zaccheo, alla Samaritana, alla Maddalena… La Quaresima ci è data perché questo riconoscimento invada sempre di più la nostra esistenza. Per questo mendichiamo insieme il dono dello Spirito Santo.

Canto: Discendi Santo Spirito

Noi spesso identifichiamo la conversione con il nostro sforzo per essere migliori secondo un’astratta immagine di perfezione, ma, come leggiamo nei racconti evangelici, il cambiamento della vita e la tensione alla santità, fioriscono imprevedibilmente dal riconoscere e seguire Gesù. Tutto si decide nel riconoscere, nell’accogliere, nel seguire una Presenza che accade imprevedibilmente, con la quale ci si imbatte in un incontro “casuale”, in cui il cuore riconosce ciò per cui è fatto, come è accaduto alla Samaritana, quando si è sentita guardare come nessuno l’aveva mai guardata, abbracciata e colta nel suo desiderio profondo (cfr. Gv 4, 16-19), che nemmeno i suoi cinque mariti precedenti e il sesto che aveva in quel momento potevano soddisfare, come ha ricordato il Papa domenica scorsa (Angelus, 19 marzo). Quello sguardo l’ha colta così nel profondo da farle sperimentare una corrispondenza mai neppure immaginata, eppure era come se avesse aspettato da sempre quell’incontro. Per questo accoglie le parole con cui Gesù le dice di essere il Messia (cfr. Gv 4,25-26), che altrimenti sarebbero state incomprensibili, e corre da tutti a dire – di un uomo con cui non avrebbe neanche voluto parlare – “Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?” (Gv 4,30). Allo stesso modo il cieco nato giunge alla fede a partire dall’esperienza vissuta: “Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: ‘Tu, credi nel Figlio dell'uomo?’. Egli rispose: ‘E chi è, Signore, perché io creda in lui?’. Gli disse Gesù: ‘Lo hai visto: è colui che parla con te’. Ed egli disse: ‘Credo, Signore!’.” (Gv 9, 35-38).
Quell’uomo ora vede non solamente perché è guarito dalla cecità fisica. Essa non basta, come testimoniano i farisei, i quali non hanno problemi di vista ma non vedono quello che accade di fronte a loro nonostante le loro stesse indagini dimostrino che il cieco dalla nascita ora ci vede.
Lui vede perché non mette nessun “se”, nessun “ma”, nessun “però” tra sé e quello che gli è accaduto.
Un’amica, inviando un contributo per questo momento di ritiro, ha scritto: “Mi limito a raccontare cosa mi succede.. È come se ad un certo momento cambiasse la prospettiva delle cose e le vedessi con occhi diversi e con una meraviglia ed uno stupore incredibili… e allora sento che non son più sola, non lo ero neanche prima ma non lo capivo… Ed è bellissimo!!”.
“Cambia la prospettiva delle cose e si vede con occhi diversi”, dice la nostra amica. “Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo” (Gv 9, 25), dice il cieco nato. E’ la stessa esperienza. Per questo vi invito a guardare a quello che ci accade, per partire dal fatto della Presenza di Gesù e non dalle nostre immagini, dalla presunzione del nostro “già saputo”: “Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: ‘Noi vediamo’, il vostro peccato rimane”.
In tutti i contributi che ho ricevuto in questi giorni, riecheggia questa nota dominante: “scoprirsi in comunità, in un’amicizia nuova, in una familiarità inattesa”. L’amica citata prima lo descrive così: “Vedi che accanto a te c’è una comunità e che quell’amico/a aspettava solo che tu gli andassi incontro per aprirsi a te. È come quando nella predica fai l’esempio di un bambino al luna park che si perde e piange per la paura… Poi arrivano i genitori e la paura passa, ecco Gesù: è quella luce, quella serenità”. E parlando della preparazione del campo lavoro lo descrive così: “il ritrovarsi a casa nostra per piegare i sacchi.. bellissimo modo di lavorare e stare insieme perché c’è un fine comune. Penso che anche questo sia incontrarsi con Gesù”.
Mi colpisce molto questo modo di parlare della casa parrocchiale e della stessa parrocchia come la propria casa. Gegè, che oggi non può essere qui e per questo ha inviato anche lui un contributo scritto, sottolinea come si sia sentito accolto da una comunità che “ha aperto le sue braccia (ed il suo cuore)” e che “sta assumendo sempre più coscienza di essere Comunità”.
Diverse volte mi è capitato di sentire raccontare da alcuni di voi l’esperienza di una familiarità in cui è come “se ci si fosse conosciuti da sempre”. Un’altra amica mi scrive colpita dal fatto che si possano condividere confidenze e problemi personali “apertamente e senza paure come in una grande famiglia”, un’affermazione fatta dopo un dialogo in cui avevamo affrontato, assieme a lei ed al marito, le problematiche della vita matrimoniale. Rileggendo i contributi che mi sono giunti e le cose scritte dopo alcuni gesti vissuti insieme, spessissimo emerge, in modi diversi, la gioia profonda di ritrovarsi insieme, uniti.
Ma da cosa nasce questa comunione? La possiamo generare noi col nostro sforzo, con la nostra organizzazione e con i nostri progetti? Cosa troviamo qui che ci colpisce e ci attrae?
Qual è la sorgente di questa comunione?
Un incontro, descriveva Francesco nell’articolo sul Ponte per la pagina dedicata alla Festa parrocchiale e che ha voluto intitolare “Come la forza di un incontro può cambiare la tua prospettiva”: “quell’incontro – scrive Franz – ha prodotto la gioia di stare insieme, di condividere questa meravigliosa strada che è la vita”.
Nella nostra umanità, attraverso la nostra fragile umanità, accade un incontro che non possiamo generare in alcun modo noi. Mi ha scritto un’altra amica dopo un gesto vissuto insieme nella nostra comunità: “nei tuoi gesti e nelle tue parole ho sentito il Signore che mi diceva ‘vedi, sei davvero unica’”. Il Signore! Niente altro che Lui. E’ solo il riconoscimento di Cristo che scalda il cuore e genera una comunione autentica. Come è accaduto ai discepoli che erano soci (koinonoi) poiché avevano in comune le barche e l’attività di pesca, e si sorprendono soci (koinonoi) perché afferrati insieme da Gesù e “invasi dallo stupore” (cfr. Lc 5,1-11).
A questo punto potrebbe insorgere in noi la tentazione di dire che stiamo esagerando, che non può essere vero che tutto questo succeda a dei poveri peccatori come noi, pieni di limite e di tradimento, addirittura che questo accada attraverso la nostra umanità peccatrice.
Sono gli argomenti con cui i farisei cercano di convincere il cieco nato che non può essere stato Gesù a ridonargli la vista. Cosa lo rende capace di dare ragione di quanto accaduto, svelando la menzogna dei farisei? La sua esperienza. Guardare a quello che gli è accaduto, senza frapporre dei “se”, dei “ma”, dei “però”: “prima non ci vedevo e adesso ci vedo”. Per questo nel video, quando in sottofondo si sentono le parole del canto “Anche se un giorno amico mio, dimenticassi le parole, dimenticassi il giorno e l’ora, non potrai mai dimenticare cosa dicevano i tuoi occhi”, ho riportato le foto di alcuni sguardi, affinché non dimentichiamo cosa diceva il nostro sguardo in certi momenti. Non c’è peccato, dimenticanza o tradimento che possa cancellare un’esperienza vissuta. Un’altra amica mi scriveva, dopo un gesto vissuto insieme la sera precedente: “mi sono gustata gli sguardi delle [persone presenti] questo è stato importante per me! Vedere che qualcosa può sempre succedere... questa notte ho faticato (in senso positivo ) a dormire!”.
Qualcosa può sempre accadere! Se è accaduto parti da lì, da come è accaduto. Questa è la conversione: lasciarsi afferrare da Cristo così come Lui decide di venirti incontro.
Gegè sottolinea come “i cambiamenti siano una opportunità” e che “noi la stiamo cogliendo”. Quando i discepoli vedono il cieco nato e chiedono se abbiano peccato lui o i suoi genitori perché nascesse così, Gesù risponde che questo è accaduto non a causa del peccato ma “perché in lui siano manifestate le opere di Dio”.
Questo è vero anche per la circostanza che stiamo vivendo nella nostra comunità, per qualsiasi circostanza in cui, sempre, il Mistero di Dio ci viene incontro. Tutto è per noi.
Una catechista mi scrive: “L'esperienza di catechista in questi anni mi ha messo molto in discussione e ha anche smussato certi “spigoli” del mio carattere. Far conoscere Gesù ai ragazzi lo ha fatto riscoprire un po' anche a me”.
Titta ha scritto, raccontando del suo coinvolgimento nella comunità parrocchiale: “Ogni volta che accompagnavo la mia povera mamma al laboratorio di cucito del lunedì pomeriggio, la andavo a prendere sempre in anticipo, in largo anticipo perché non voleva tardare all’appuntamento con il suo lavoro… Chi era che voleva incontrare con tanta fedeltà? Quando morì incominciai a frequentare la parrocchia assiduamente, come non avevo mai fatto prima, fino a impegnarmi in segreteria, cantare nel coro, fare il presepio. Tutte attività parrocchiali che possono diventare una routine, a volte una fatica e che rimangono vive se riconosco che un Altro è presente al mio fianco. Questa attenzione non c'è sempre, il più delle volte prevale la mia distrazione ed allora mi rendo conto che il Cristo vivente si manifesta nelle battute, a volte feroci, di Antonio a noi coristi, nel cantare in chiesa, nella fatica di montare e smontare il presepio, nella soddisfazione della fatica fatta, nella soddisfazione di avere risposto ‘Sì’ alla chiamata”.
Per questo il lavoro che vogliamo fare oggi è riconoscere Lui, nell’esperienza che ci sorprendiamo a vivere.
In uno dei nostri incontri è emersa la domanda: “Come si fa a guardare l’altro con lo sguardo di Cristo?”.
Questo sguardo non lo generiamo noi, come quello che alcuni di voi hanno raccontato, accade, te lo sorprendi addosso come è accaduto alla Samaritana, e provoca nel cuore la nostalgia di poterlo tornare ad incrociare, ferisce il cuore facendoci scoprire quanta è ampia la ferita del nostro desiderio, del nostro bisogno.
Dopo la Festa di settembre, in cui avevo voluto invitare gli amici della Capanna di Betlemme, è continuato il rapporto con loro, soprattutto attraverso una persona ospite della casa, che per qualche settimana è venuta a confessarsi ed ha voluto ricevere i sacramenti in un momento particolarmente drammatico – dopo una vita piena di ferite – per la malattia. Mi sono accorto di come in quel bisogno, in quella carne ferita, posso scoprire il mio bisogno, un bisogno infinito a cui solo Gesù può rispondere, non chiudendo la ferita ma allargandola, Egli ci disseta non esaurendo la sete ma facendoci scoprire la nostra vera sete. Per questo ho voluto invitare gli amici della Capanna in un pranzo qui nella nostra casa parrocchiale, reso possibile per l’impegno con cui alcuni di voi hanno cucinato e servito in tavola. Ho desiderato curare l’apparecchiatura nei particolari, come in altre circostanze ho voluto fare nella nostra casa, poiché, per la stessa ragione con cui mettiamo i fiori per adornare il tabernacolo, dobbiamo aiutarci a riconoscere la carne di Cristo nel volto del bisognoso, nei nostri volti. La Cristina, che non può essere qui oggi, ha inviato un messaggio, scrivendo che “l’esperienza di questo pranzo mi ha arricchito molto”. Come sapete anche il Vescovo, avendo saputo per caso da Franz della nostra iniziativa, ha desiderato partecipare e per lui, come per me e gli altri amici coinvolti, è stata un’esperienza molto significativa, che ci ha indicato un metodo: guardarsi in faccia, riconoscere lo stesso bisogno di cui siamo fatti, per scoprire che l’altro è un dono.
Il Vescovo, dopo aver visto la parte precedente del video che abbiamo proiettato all’inizio del nostro gesto, ha voluto concludere il suo saluto – anch’esso poi inserito nel video – parlando proprio di “quella ferita che ci dice che la nostra pienezza è solo in Gesù”.
Papa Francesco, qualche giorno fa, ha detto che dobbiamo “implorare il dono di un cuore ferito, capace di comprendere le ferite altrui” (Alla penitenzieria apostolica, 17 marzo).
Nel dialogo testimoniamoci reciprocamente come l’incontro con Cristo ci ha feriti, rivelando l’ampiezza della nostra ferita, del nostro desiderio di cui Lui si fa mendicante.

Seguono interventi in assemblea non trascritti. Chi lo desidera può inviare il testo del proprio intervento in parrocchia: s.girolamorimini@gmail.com .

Di seguito puoi scaricare il pdf del testo.

Download Intervento_di_don_Roberto_nel_Ritiro_del_26.03.17.pdf

CONTRIBUTI PER L'ASSEMBLEA DI DOMENICA PROSSIMA 26 MARZO

Buongiorno a tutti,
sono già arrivati un paio di contributi per la giornata che vivremo domenica prossima con tutta la comunità parrocchiale.
Invito tutti a inviare contributi, anche brevi, sull'esperienza reale che ciascuno sta vivendo, a partire dalle domande proposte per l'assemblea, che ci aiutano a leggere in profondità i fatti della nostra vita.

GIORNATA CON TUTTA LA COMUNITA' PARROCCHIALE DOMENICA 26 MARZO

Siamo tutti invitati a un gesto di con tutta la Comunità di San Girolamo che si svolgerà Domenica 26 marzo a partire dalla Messa delle 11 fino alle ore 16.30.

RINNOVO DEL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE

Consiglio Pastorale Parrocchiale (Triennio 2017-2020)

Membri eletti:
Albini Matteo
Barone Francesco
Bonini Costantino
Cenci Valentina
Contestabile Riccardo
Cucci Francesco
Guidi Conti Erika
Magnani Giuliani Elena
Morganti Luigi
Patanè Antonio
Salvi Vitez Gabriella
Vittori Enrico
Volponi Barone Rita

Membri indicati dal parroco:
Fancini Fanini Ombretta
Festa Eugenio
Magli Luigi
Nicolò Messina Mara
Volpones Giambattista

AGGIORNAMENTI SUL SITO DELLA PARROCCHIA

Ciao, è stato aggiornato il sito della Parrocchia, con gli avvisi, la proposta del Ritiro di domenica con le altre parrocchie della zona pastorale, alcuni interventi del Papa sulla Quaresima, il messaggio del nostro Vescovo Francesco con due testi per approfondire: il Discorso del Papa al popolo gitano e il libretto a cura di Caritas e APG23 dal titolo "Zingari - Il popolo che nessuno vuole". Per la rassegna stampa: una intervista al card. Tauran sul dialogo interreligioso. Puoi cliccare su:
www.sangirolamo.rimini.it

PROGRAMMA DELLE VISITE ALLE FAMIGLIE PER LA BENEDIZIONE PASQUALE NELLA PROSSIMA SETTIMANA

LUNEDÌ 6 MARZO
dalle 14 alle 19.30
MOROSINI – ERMADA - POLA

MARTEDÌ 7 MARZO
dalle 14.30 alle 19.30
(con una pausa per la celebrazione della Messa feriale)
BORSI

GIOVEDÌ 9 MARZO
dalle 14.30 alle 19.30
(con una pausa per la celebrazione della Messa feriale):
DEL PIANO

VENERDÌ 10 MARZO (dalle 17 alle 19.30):
PRINCIPE AMEDEO (Recupero: nn. 51-53-57-59-67-69-74A)
FILZI (Recupero: tutti tranne 1 e 4)



La visita alle famiglie per la Benedizione Pasquale: orari della settimana

CARSO – SAGRADO – MATTEUCCI:
LUNEDÌ 20 FEBBRAIO dalle 14 alle 19.30

DORIA
MARTEDÌ 21 FEBBRAIO dalle 14.30 alle 19.30
(con una pausa per la celebrazione della Messa feriale)

PERSEO e CLIMENE
GIOVEDÌ 23 FEBBRAIO dalle 14.30 alle 19.30
(con una pausa per la celebrazione della Messa feriale)

PRINCIPE AMEDEO (nn. 51-76)
VENERDÌ 24 FEBBRAIO dalle 17 alle 19.30

RINNOVO DEL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE

Buongiorno,
come ho già detto al termine delle SS. Messe nelle scorse domeniche, chiedo a tutti di indicare persone che intendete proporre per il Consiglio Pastorale Parrocchiale.
Tutti potranno in seguito esprimere la propria preferenza tra i nomi indicati Domenica 26 febbraio.
Le indicazioni e i suggerimenti è bene che arrivino entro questa settimana.

VISITA ALLE FAMIGLIE PER LA BENEDIZIONE PASQUALE

Giorni e orari della visita alle famiglie:
06/2 Lu 14-19,30: CORMONS 1-57
07/2 Ma 15-19,30 (con pausa per la celebrazione della Santa Messa pomeridiana): CORMONS 58-87
08/2 Me 14-19,30: SPICA
09/2 Gio 14.30 - 19 (con pausa per la celebrazione della Santa Messa pomeridiana): PRINCIPE AMEDEO 35-50

AGGIORNAMENTI SUL SITO DELLA PARROCCHIA

Avviso: è stato aggiornato il sito della parrocchia, con il nuovo orario delle messe feriali, le foto del pranzo di ieri nella Casa parrocchiale con gli amici della Capanna di Betlemme assieme al nostro Vescovo, il testo dell'omelia nel funerale di Gianmarco Zavoli (che è pure allegato qui di seguito), il programma delle benedizioni della settimana. Si può visitare cliccando su

www.sangirolamo.rimini.it

Download Omelia_nel_Funerale_di_Gianmarco_Zavoli.pdf

PAPA FRANCESCO: "GUAI QUANDO LA CHIESA ANNUNCIA SE STESSA. LA CHIESA ANNUNCIA CRISTO, NON PORTA SE STESSA, PORTA CRISTO".

La Chiesa, in ogni tempo, è chiamata a fare quello che fece Giovanni il Battista, indicare Gesù alla gente dicendo: «Ecco l’Agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!». Lui è l’unico Salvatore! Lui è il Signore, umile, in mezzo ai peccatori, ma è Lui, Lui: non è un altro, potente, che viene; no, no, è Lui! [...]
[La Chiesa] non annuncia sé stessa. Guai, guai quando la Chiesa annuncia se stessa; perde la bussola, non sa dove va! La Chiesa annuncia Cristo; non porta sé stessa, porta Cristo. Perché è Lui e solo Lui che salva il suo popolo dal peccato, lo libera e lo guida alla terra della vera libertà.
(Papa Francesco, Angelus 15 gennaio 2017).

Leggi anche l'intervista a Papa Francesco rilasciata a El Pays e pubblicata in una traduzione in lingua italiana su la Repubblica del 22 gennaio 2017.

Download Intervista_a_Papa_Francesco_-_la_Repubblica_del_22.01.17.pdf

NUOVO COMUNICATO DELLA CARITAS SULL'EMERGENZA FREDDO

Invito a leggere il post sul sagrato in cui ieri ho riportato il secondo comunicato della Caritas circa l'emergenza freddo di questi giorni per i senza tetto, qui scaricabile anche in formato pdf per diffonderlo ad amici e conoscenti in ogni ambiente ed in ogni rapporto.

Download COMUNICATO_EMERGENZA_FREDDO.pdf

EMERGENZA FREDDO E AGGIORNAMENTI SUL SITO

Vi invito a leggere il post sul sagrato con la comunicazione della Caritas circa l'emergenza freddo per i tanti senza tetto che ci sono anche qui a Rimini è vicino a noi.

Vi segnalo inoltre che è stato aggiornato il sito della Parrocchia con le foto di alcuni eventi, gli avvisi, alcuni testi del Papa e alcuni articoli utili.

OMELIA NELLA MESSA DELLA NOTTE DI NATALE E AGGIORNAMENTI SUL SITO

Allego il testo dell'omelia di questa notte... che nasce dalla riflessione sull'esperienza vissuta in questi primi mesi qui a San Girolamo.

Comunico che ci sono aggiornamenti sul sito internet della Parrocchia: http://www.sangirolamo.rimini.it/

Oltre
agli avvisi vi potete trovare due interviste ai cardinali Tauran (Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso) e Parolin (Segretario di Stato del Papa), per un giudizio non reattivo sulla situazione seguente all'attentato di Berlino.

Download Omelia_nella_Messa_della_notte_di_Natale_-_San_Girolamo_2016.pdf

LETTERA DI AUGURI NATALIZI A TUTTI I PARROCCHIANI

Allego la lettera con gli auguri di Natale indirizzata a tutti i fedeli della Parrocchia San Girolamo.

Download Auguri_di_Natale_2016.pdf

AGGIORNAMENTI SUL SITO DELLA PARROCCHIA

Il sito internet della Parrocchia San Girolamo http://www.sangirolamo.rimini.it/
è
stato aggiornato con una intervista a padre Ibrahim, parroco di Aleppo, pubblicata oggi su www.vaticaninsider.it circa la drammatica situazione della Siria.
Sul sito trovate anche gli avvisi aggiornati.

DOMENICA 18 DICEMBRE: RACCOLTA ALIMENTI PER LE FAMIGLIE PIU' BISOGNOSE

Questo è il problema: la carne di Cristo, toccare la carne di Cristo, prendere su di noi questo dolore per i poveri. La povertà, per noi cristiani, non è una categoria sociologica o filosofica o culturale: no, è una categoria teologale. Direi, forse la prima categoria, perché quel Dio, il Figlio di Dio, si è abbassato, si è fatto povero per camminare con noi sulla strada. E questa è la nostra povertà: la povertà della carne di Cristo, la povertà che ci ha portato il Figlio di Dio con la sua Incarnazione. (Papa Francesco)

CONCERTO DI NATALE: 20 DICEMBRE

Martedì 20 dicembre si svolgerà il tradizionale Concerto di Natale promosso dal nostro Coro di San Girolamo:

UNA RICHIESTA DEGLI AMICI DELLA CAPANNA DI BETLEMME

La Capanna di Betlemme ringrazia la Parrocchia di San Girolamo per il bel momento di fraternità e l'ottimo pranzo che abbiamo mangiato insieme domenica 25 settembre.
Grazie a questa occasione abbiamo cominciato a conoscerci, e avete visto i volti delle persone che vivono in via Dardanelli 41. Ci sono molte altre persone che incontriamo quotidianamente andando a fare il giro in stazione tutte le sere per ospitarle per la notte e per la cena con noi.
Purtroppo la nostra casa è solo un posto di passaggio per molti che incontriamo in strada e per alcuni ogni sera potremmo non avere un posto. L'estate è finita e questi nostri fratelli ci chiedono delle coperte per riscaldarsi.
Chiediamo a tutta la comunità se può donarci delle coperte, per essere vicino ai senzatetto di Rimini.
Le modalità di consegna sono sia direttamente alla Capanna dalle 17.30 in poi da lunedì a venerdì oppure in parrocchia (dopo le SS. Messe festive o negli orari della Segreteria (mattino dalle 9 alle 11)

Se passate da noi, anche senza coperte, saremo lieti di ospitarvi per una merenda, fare quattro chiacchere e conoscerci.

Grazie.

Per maggiori informazioni telefonate al numero di Luca 3890633229 o Elena 3349301044

Don Roberto, nuovo parroco di San Girolamo

Venerdì 10/6 alle ore 19 ci ritroviamo a San Girolamo per preparare nella preghiera il cambio del parroco.....

Statuetta di San Girolamo

Aumenta il numero degli amici di San Girolamo....

(video) http://sangirolamo.rimini.it/documenti/amicisangirolamo.mp4

Simbolo (logo) dell'Anno giubilare

IL LOGO DELL’ANNO GIUBILARE
di ENZA VINCI (estratto da: La vita in Cristo e nella Chiesa 12/2015)


Le parole «Misericordes sicut Pater» (Siate misericordiosi come il Padre) di Lc 6,36 e l'immagine elaborata dal gesuita Marko I. Rupnik costituiscono ... una sorta di parabola visiva, apparentemente semplice ma ricca di implicazioni…
Il Cristo è il protagonista della scena. Indossa una tunica bianca e cinge i fianchi con una fascia rossa. Il capo è coronato dall’aureola, il volto è mite e lo sguardo benevolo. Sulle mani e sui piedi sono impressi i segni della passione. Egli sembra proiettarsi fuori dalla scena, tanto che il piede destro è rappresentato solo in parte.
Porta inoltre sulle spalle un insolito fardello: un uomo ormai esanime, a giudicare dall'abbandono degli arti. Le braccia di Gesù sono invece possenti, essendo egli il solo in grado di strappare la preda al nemico. In lui però nulla allude alla condanna, all'arroganza o all'asprezza, tutto evoca perdono, cura amorevole, intimo coinvolgimento alla sorte dell'uomo soccorso, emblema forse del malcapitato assalito dai briganti (cf. Lc 10).
Questi indossa una tunica ocra, lo stesso colore della terra da cui proviene. I lunghi capelli, la barba incolta e i tratti del viso appaiono a un tempo affini a quelli del Cristo, e tuttavia differenti per il vago degrado che li pervade.
Il dinamismo della scena è inoltre ribadito dall'assetto dello sfondo che si palesa come una mandorla costituita da fasce concentriche degradanti verso l'esterno, nei toni progressivamente chiari del blu. Il Cristo quindi sembra correre fuori dalla tenebrosa bocca di un antro oscuro proiettandosi verso la luce della risurrezione. Egli trae in salvo l'antico progenitore e, in lui, l'intera umanità ferita dal peccato. Se ne fa carico come del legno della croce e ora gli dona la vita non più attraverso il soffio vitale di Dio, ma mediante uno sguardo di misericordia talmente intenso da azzerare ogni distanza.
L'occhio di Cristo si sovrappone a quello dell'uomo tanto da impedire all'osservatore di distinguerne l'appartenenza. La misericordia del Padre si esprime dunque nello sguardo del Figlio, uno sguardo che sa discendere fino ai recessi più profondi dell'anima risanando le ferite più gravi con il potente balsamo dell'amore.

Cinquantesimo della nostra parrocchia

Nella calza della Befana c'era questo video....
http://sangirolamo.rimini.it/documenti/cinquantesimo_0002.mp4