NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In allegato il nuovo foglio di Comunità.

- inizio delle benedizioni natalizie
- ultimo incontro biblico alla Mater Orphanorum
- Ascolto della Parola sulla Lettera agli Efesini
- inizio del tempo di Avvento domenica prossima

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S. Rosario per Maria

Stasera alle 19.45 in chiesa a S. Paolo pregheremo con il S. Rosario per Maria, nonna di Chiara e mamma di Gabriella.

Il Regno del dono

Non è per niente vincente e prestigioso coltivare e assimilare gli stessi sentimenti di Gesù, in mezzo alle strade del mondo. Succede però che chi lavora su di sé per imparare a vivere come Gesù diventa forte nelle avversità e felice e grato anche delle proprie debolezze. Le inevitabili avversità della vita diventano in Gesù occasione per amare sempre e di più, per donare vita e speranza a chi non ne ha più.

LETTERA AI FILIPPESI (Fil 2, 6-11)

Fratelli, / abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: / egli, pur essendo nella condizione di Dio, / non ritenne un privilegio / l’essere come Dio, / ma svuotò se stesso / assumendo una condizione di servo, / diventando simile agli uomini. / Dall’aspetto riconosciuto come uomo, / umiliò se stesso / facendosi obbediente fino alla morte / e a una morte di croce. / Per questo Dio lo esaltò / e gli donò il nome / che è al di sopra di ogni nome, / perché nel nome di Gesù / ogni ginocchio si pieghi / nei cieli, sulla terra e sotto terra, / e ogni lingua proclami: / «Gesù Cristo è Signore!», / a gloria di Dio Padre.

Lodare a pieni polmoni

La lode piena di gioia di Gesù ci ricorda che noi adulti, per vedere la presenza del Regno, abbiamo bisogno di stare, imparare e lasciarci guidare dalla sapienza semplice e concreta dei piccoli. Essi sanno intravedere l’amore del Signore in ogni situazione e in ogni persona.

VANGELO (Mt 11, 25-27)

In quel tempo il Signore Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

Preghiamo

Oggi ha terminato la sua corsa Maria, la nonna di Chiara.

Il funerale sarà lunedì 12/11 alle 15.00 a S. Giovanni, preceduto dal S. Rosario.

Preghiamo per lei e chi le vuole bene.

Parlare è un po’ rivelare

Come la Parola di Gesù è una rivelazione, perché racconta l’Amore di Dio Padre per l’uomo e per il mondo, così le nostre parole in Lui sono chiamate a diventare una piccola rivelazione di come Dio stesso ci ama ogni giorno.

VANGELO (Gv 12, 44-50)

In quel tempo. Il Signore Gesù esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

Conoscere è dare la vita

Impegnarsi per conoscere con misericordia è già dare la vita, annunciare la buona notizia del Vangelo e imitare Gesù, il buon Pastore.

VANGELO (Gv 10, 11-15)

In quel tempo. Diceva il Signore Gesù ai farisei: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e dò la mia vita per le pecore».

Gesù trasparenza di Dio

In Israele al tempo di Gesù il contatto con la filosofia greca rendeva più complicato rimanere fedeli al Dio d’Israele. I Farisei osteggiavano Gesù per la sua novità, perché non ci vedevano chiaro. Gesù, a loro – e a noi – chiede di fidarsi della testimonianza libera e luminosa della sua umanità.

VANGELO (Gv 8, 12-19)

In quel tempo. Di nuovo il Signore Gesù parlò agli scribi e ai farisei e disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me». Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio».

Sulla Croce "Dio è”

Il momento supremo della rivelazione del volto d’amore di Dio Padre è l’innalzamento sulla Croce di Gesù. Lì Gesù sarà “Io Sono”, sarà Dio. Quell’amore gratuito e senza condizioni racconterà in modo definitivo fino a dove può arrivare l’amore umano sorretto dalla grazia del Signore.

VANGELO (Gv 8, 28-30)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.

Ci siamo

Iclesia ha ripreso a funzionare dopo la manutenzione.

Invitati e pensati senza sosta

La casa del Signore e la chiamata alla Comunione con Lui è da sempre per tutti, aperta e possibile in ogni momento. Solo chi con generosità dice di sì, anteponendo il suo desiderio a quello proprio immediato, trova festa e pace. Chi rimanda il sì, non sfrutta l’occasione per fare memoria di un amore gratuito e totale avuto in dono.

VANGELO (Lc 14, 1a. 15-24)

Un sabato il Signore Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei. Uno dei commensali gli disse: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!». Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili a entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In allegato il nuovo numero di comunità parrocchiale.

In evidenza...

Martedì alle 21.00 catechesi giovani oltrestazione a S. Paolo

Giovedì alle 7.00 e alle 21.00 Adorazione Eucaristica personale a S. Paolo

Venerdì incontri per il tempo di Avvento

alle 18.00 catechisti ed educatori a S. Paolo
alle 21.00 consiglio pastorale a S. Paolo

Lunedì 12 novembre inizio delle benedizioni natalizie

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Sorridere dei propri errori

Quale vantaggio ha chi dona la propria vita con generosità in un progetto d’amore definitivo? La libertà di cuore di chi sa sorridere dei propri errori, sa soffrire con dignità e senza disperazione, sa dire la verità senza umiliare, sa guardare alla vita come un dono talmente prezioso da volerlo condividere sempre. Chi dona la vita per amore la ritrova cento volte tanto, da oggi e per sempre.

VANGELO (Mt 16, 24-27)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».

Avviso meteo

Riprende a piovere. La S. Messa delle 14.30 sarà a S. Paolo.

Per meditare oggi

L'amore è per sempre

2 novembre 2018

Gv 6,37-40

In quel tempo Gesù disse alla folla: «37Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, 38perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 39E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell'ultimo giorno. 40Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno».

Nella luce della festa e della comunione di Tutti i santi, ecco la memoria dei morti, che per i cristiani è una grande celebrazione della resurrezione, della vita eterna in Cristo.

Ogni creatura nasce, viene al mondo, vive e poi muore. Immerso in questo oceano di vita e dunque di morte, l’essere umano vive però l’evento della morte non solo nella fatica che accompagna il mestiere di vivere, ma anche come la somma ingiustizia. Morire è doloroso e dentro di noi la memoria mortis può generare smarrimento, dubbi, rivolta. Ed è proprio l’amore che viviamo a rendere difficile questo trapasso, questo esodo, e di conseguenza l’abbandono di quanti amiamo e ci amano. Quando ci accade di amare qualcuno come noi stessi (cf. Lv 19,18; Mc 12,31 e par.), la morte diventa veramente più faticosa, perché significa umanamente la fine del vivere l’amore. Com’è possibile che l’amore finisca, quando l’esperienza ci dice che vuole per sua natura essere eterno, “per sempre”?

Di fronte a questa domanda la fede cristiana ci può fornire non una certezza, ma una convinzione: l’amore tende alla vita eterna. Questa è una grande speranza, originata da quella fede che ci porta a credere che la volontà di Dio è la nostra salvezza. “Dio”, che “è amore” (1Gv 4,8.16), vuole la salvezza di tutti noi, come si legge nell’insieme delle sante Scritture, ben sintetizzate da un’affermazione dell’Apostolo: “Dio vuole che tutti siano salvati” (1Tm 2,4), e salvati significa salvati dalla morte, perché non c’è salvezza se non dalla morte.

È quanto anche Gesù ci annuncia in questo breve brano del quarto vangelo. Ci rivela che “questa è la volontà del Padre: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna” (v. 40). Chiunque, ogni essere umano che nella fede contempla il Figlio. Non si tratta di una visione teologica: vedere il Figlio significa vedere Gesù in Dio e Dio in Gesù; significa riconoscere Gesù come il racconto ultimo e definitivo di Dio (cf. Gv 1,18); significa vedere l’uomo Gesù, il vero Adamo venuto dopo (cf. 1Cor 15,45) ma in Dio fin dall’in-principio. La nostra vita è una trama di incontri, di relazioni, di affetti. Ma ciò che resta dei fili di questa trama è il vedere l’uomo, l’uomo autentico come Dio l’ha voluto, creato e amato (cf. Col 1,15-17), e aderire a lui, cioè renderlo ispirante per la nostra vita quotidiana. Per tutti c’è un unico cammino di salvezza: la vittoria sulla morte e la vita eterna che si ha quando si vede quest’uomo – “Ecco l’uomo!” (Gv 19,5) – e si aderisce a lui.

Per quanti credono in Gesù Cristo, il quale è morto ed è stato sepolto – come si ripete nel Credo –, il morire è un cammino con lui, che ci precede nella morte e nella sepoltura. Ma essendo risorto, ci precede anche e ci attende con le braccia spalancate, per portarci con sé per sempre nella vita eterna: “Io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. È in lui che ritroveremo per sempre quanti abbiamo amato, perché ci sono stati dati dal Signore come prossimo, come possibilità di incontro faccia a faccia. Ci sono stati donati affinché facciamo storia, diventiamo più umani, e quindi possiamo realizzare la vocazione che il Signore ci ha dato quando ci ha chiamati in vita, dunque alla vita.

fratel Ludwig

Il grido della speranza

Ogni grido, anche disperato, che chiede vita e sapienza al Signore, non rimane senza ascolto. Il Signore, che ha creato il mondo e l’uomo per far trionfare la vita sulla morte, offre ogni giorno all’umanità ragione di speranza. Anche un briciolo di salute offerto per il bene, nelle sue mani, è un messaggio che parla direttamente di lui. Più noi siamo deboli, più la sua Parola nelle nostre azioni di bene è forte e chiara.

Lettura del libro di Giobbe 19, 1. 23-27b

In quei giorni.
Giobbe prese a dire:
«Oh, se le mie parole si scrivessero,
se si fissassero in un libro,
fossero impresse con stilo di ferro e con piombo,
per sempre s’incidessero sulla roccia!
Io so che il mio redentore è vivo
e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!
Dopo che questa mia pelle sarà strappata via,
senza la mia carne, vedrò Dio.
Io lo vedrò, io stesso,
i miei occhi lo contempleranno e non un altro».

Ricordare il Dio di Gesù con noi

Santità è ricordare dovunque e comunque che Dio è con noi. Dio, cioè il Dio che si è raccontato in Gesù, il Dio che in Gesù ha vinto la morte in modo umano, ha attraversato il dolore con la forza dell’amore, ha offerto tutto il bene possibile della sua vita a chi era nel bisogno e senza speranza di vita nuova.

Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8, 28-39

Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati. Che diremo dunque di queste cose? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi! Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Come sta scritto: «Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo considerati come pecore da macello». Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore.

Avviso per domani

Dato il meteo sfavorevole, la S. Messa di domani alle 16.00 sarà a S. Giovanni, via Liguria 28, non al cimitero Parco.

Lavorare per essere felici

Se ci si illude di poter vivere soddisfacendo ogni proprio capriccio, non conviene avere legami ed impegni. Se non si vuole rimanere tristi, soli, abbandonati e schiavi dei propri capricci, conviene rischiare e scommettere sull’amore, sulla sua via impegnativa e sulla sua forza, così da trovare la felicità. Chi può capire capisca.

VANGELO (Mt 19, 9-12)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio».
Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

Scegliere per amore.

Lo sguardo amorevole di Gesù mette di fronte alla vita e a se stessi e chiede di scegliere per amore: chiede il coraggio di percorrere vie nuove, per riscoprire al meglio quelle antiche, per farle diventare il tesoro della vita che non si distrugge.

VANGELO (Mc 10, 17-22)

In quel tempo. Mentre il Signore Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: «Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre»». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.

La fatica e la gioia di crescere

Camminare in avanti e guardare indietro, pensare al domani e rimpiangere ieri, lasciare per poi cercare di riprendere rende tristi e incompiuti. È faticoso crescere, ma rende felici, attivi e creativi, soprattutto se lo si fa con Lui.

VANGELO (Lc 9, 57-62)

In quel tempo. Mentre camminavano per la strada, un tale disse al Signore Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

NUOVO FOGLIO DI COMUNITA'

In evidenza...

S. Messa della vigilia dei Santi 31 ottobre 17.30 a S. Giovanni
Orario festivo delle SS. Messa 1 novembre
(S. Messa al cimitero parco ore 16.00, sospesa S. Messa delle 17.30)
Orario distinto per le SS. Messe del 2 novembre

Inizio percorso futuri sposi 17 novembre

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Preghiamo per la mamma di don Patrizio

Il suo messaggio per noi.

Ciao a tutti!!! La mia mamma Rosa è tra le braccia del Signore da oggi verso mezzogiorno. Per chi vorrà il s. Rosario sarà domani lunedì alle 20.30 presso l'abitazione in via P. Gobetti, 55 a Parabiago. Le esequie saranno martedì 30 ottobre alle 14.30 presso la Parrocchia dei SS. Gervaso e Protaso in p.zza Maggiolini a Parabiago. Per suo volere, non fiori, ma opere di beneficenza. Ricordiamola nelle preghiere. Grazie!! Don Patrizio e famiglia.

Domani pregheremo per le sue intenzioni alla S. Messa delle 8.20 a S. Paolo.

I segni del bene

I segni del bene che vince il male ricaricano il cuore di chi vive il Vangelo. Di segno in segno il bene si diffonde e l’uomo si convince che il Dio di Gesù è una buona notizia per la vita.

VANGELO (Mc 16, 14b-20)

In quel tempo. Il Signore Gesù apparve agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Chiedere aiuto per dare il Vangelo

Gesù annuncia il Vangelo sempre chiedendo collaborazione e aiuto, anche a chi non era discepolo o amico. Con la sua richiesta offriva la possibilità di ascoltarlo, apprezzarlo e seguirlo, anche da lontano. Ogni momento è buono per le buone notizie che rasserenano la vita.

VANGELO (Lc 5, 1-11)

In quel tempo. Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, il Signore Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono