Preghiera del 8 giugno

Si diventa sapienti e si impara a dare sapore alla propria vita, alle parole, ai pensieri, alle scelte, ai gesti di affetto e di solidarietà, quando si nutre il nostro spirito umano (la nostra interiorità), attingendo alla ricchezza dello Spirito di Dio, che ci insegna a giudicare, a valutare, a scegliere, ad amare, come Gesù ha fatto e insegnato. Celebrare la Pentecoste è ringraziare Dio, che desidera parlare in noi e fare della nostra debolezza umana un segno credibile e visibile, che testimonia la sua esistenza, la sua presenza efficace e il suo amore senza confini.
PAROLA (Prima Corinzi 2, 9-15a)
Fratelli, sta scritto: Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, / né mai entrarono in cuore di uomo, / Dio le ha preparate per coloro che lo amano. Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi infatti conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai conosciuti se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere ciò che Dio ci ha donato. Di queste cose noi parliamo, con parole non suggerite dalla sapienza umana, bensì insegnate dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. Ma l’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui e non è capace di intenderle, perché di esse si può giudicare per mezzo dello Spirito. L’uomo mosso dallo Spirito, invece, giudica ogni cosa.