Cisano Bergamasco (BG) - C.E.T. n^ 7
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U.P. in Cisano Bergamasco

III DOMENICA DI QUARESIMA

Abramo

24 Ore per il Signore

Ecco tutti i dettagli

II DOMENICA DI QUARESIMA

La Samaritana

SEMPRE PIÙ BELLO

“È sempre più bello!”. È una delle affermazioni che alcune delle coppie di sposi, che domenica, durante la festa della sacra famiglia rinnoveranno la promessa di amore nel matrimonio, hanno fatto nell’incontro di preparazione insieme martedì scorso. Si è trattato di condividere alcune riflessioni semplici che si sono svelate assai profonde. In alcuni momenti la gioia è emersa senza preoccuparsi di dire realtà del tutto personali. Amarti e onorarti è realtà da sessanta, cinquanta, quaranta, … anni. L’obiettivo che alcuni sposi, che sono diventati pure genitori, sperano è di dare testimonianza ai figli. Il desiderio profondo di tutte le coppie è che i propri figli sposati possano avere la forza di non lasciarsi cadere le braccia di fronte alle difficoltà della vita matrimoniale e sappiano continuare per poter fare l’esperienza che, dopo i momenti di crisi, se si riesce a mantenere la forza dell’unione, il legame ne esce rafforzato.
Affrontare le difficoltà è quindi invito assai convinto. Accanto ad esso c’è stata la sottolineatura del tempo trascorso in un battibaleno. Verissimo anche questo. Il tempo vissuto con amorevole

passione trascorre velocissimo. Chi ama non si annoia. L’innamoramento è sempre breve e lascia lo spazio lungo dell’amore, che richiede tante attenzioni, sacrifici, lavoro, ascolto, dedizione. E, pertanto, tanto tempo. Alla riunione ed alla rinnovazione delle promesse matrimoniali saranno presenti inoltre i quindicenni, ossia i coniugi uniti da questo spazio temporale: raccolgono il testimone con fiducia e speranza di poter vivere così entusiasticamente la loro vita di donazione reciproca. A tutti noi, credenti nell’Unità pastorale di Cisano, è offerta ancora una volta la possibilità di pregare per loro e per tutte le coppie. Ed in particolare modo per le coppie di fidanzati che stanno partecipando agli incontri di preparazione al matrimonio.
Durante il primo incontro mons. Enrico ha sottolineato una dimensione che mi ha molto fatto riflettere. Ha affermato che gli incontri di preparazione al matrimonio cristiano sono un’occasione unica ed irripetibile. Condivido pienamente tale convinzione poiché, purtroppo, non esistono molti luoghi e spazi di riflessione nei quali guardarsi profondamente

dentro e mettere in evidenza le proprie motivazioni profonde. Con noi stessi siamo assai benevoli e purtroppo frequentemente non riconosciamo i nostri interessi particolari che mal si adattano alla vita di collaborazione e, quindi, pure di coppia. Abbiamo bisogno di chi ci aiuti a riflettere, conoscerci, valutarci seriamente e serenamente.
Una delle prime e fondamentali affermazioni filosofiche è “Conosci te stesso!”. È faticoso conoscersi. Perché vorremmo essere tutti, per molti versi, differenti e soprattutto migliori mentre invece ogni giorno scopriamo carenze, pigrizie, fatiche a cambiare. La vita di coppia è una testimonianza incredibile alla speranza di aiutarsi a diventare migliori, più buoni, maggiormente collaborativi e generosi.
Ci auguriamo che tali promesse rinnovate siano il seme piccolo e nascosto del regno di Dio che passa nella nostra esistenza in modo impercettibile e nel contempo assolutamente efficace. La vita vissuta nella fedeltà è sempre eroica sebbene sconosciuta ai più. Ha valore altissimo di incoraggiamento per tutte le scelte che si ripromettono di attraversare tutti gli ostacoli e le fatiche e quindi anche per noi preti, i missionari, i monaci. Ringraziamo insieme il Signore per la gioia che ci sarà concesso di vedere negli occhi di donne e uomini che, guardando indietro, si lasceranno sorprendere dal vedere il percorso vissuto, ammettendo che non è proprio tutta farina del proprio sacco poiché si accorgono sempre più che Qualcuno ha dato il suo aiuto invisibile e promette che il meglio deve ancora venire. Come il vino che, nella sacra Scrittura, è simbolo della gioia e che viene servito a chi ha il coraggio di riempire di acqua, ossia del proprio impegno convinto, le giare della propria umanità.

don Flavio Rosa, parroco

GRATITUDINE

31 dicembre, ultimo giorno dell'anno civile 2023: è il giorno dei bilanci, dei propositi, soprattutto, il giorno dell'azione di grazie, della gratitudine, un fiore purtroppo raro oggi, come malinconicamente è stato scritto: “È tipico dell'uomo scrivere i benefici ricevuti sull'acqua e scolpire i torti subiti sulla pietra”. Ecco allora la mia preghiera di ringraziamento antica e nuova insieme: Ti adoro, mio Dio, ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano, conservato in questo anno. Ti ringrazio in particolare, Signore, per avermi fatto capire che prima c'è un Dio che ama, poi c'è un Dio che è da amare. Questo Dio che è veramente Padre, Madre, Provvidenza, ... . Grazie o Signore per il dono sconvolgente e coinvolgente di questo Natale di Dio tra noi, di Dio per noi, di Dio dentro di noi. Grazie, o Signore, per la tua culla, il tuo presepio, la tua croce, grazie per queste nostre comunità parrocchiali. Grazie perché su questa terra, tragica e meravigliosa, c'è ancora tanta gente che sa sperare, come testimonia questa frase scritta su un pezzo di muro diroccato: Siamo nel fango, ma guardiamo le stelle. Sentiamo verissima per ciascuno di noi questa frase. Dopo il cammino fermiamoci e guardiamo la strada. Allora comprenderemo perché Dio l'ha riservata a te, a ciascuno di noi. E con semplicità diciamogli: Grazie, Signore! Buon anno 2024.

I preti dell’unità pastorale

CREDO NELL'AMICIZIA!

PERCHÉ?

Campo Invernale Adolescenti 2023

Ieri si è concluso il Campo Invernale Adolescenti ... con un semplice gioco di ruoli, in serata abbiamo condiviso la nostra esperienza con i nostri genitori.

Campo Invernale Adolescenti 2023

L'AMICIZIA NON PUÒ ESSERE PROGRAMMATA ...

Campo Invernale Adolescenti 2023

ABBI CURA DEI TUOI RICORDI PERCHÈ NON PUOI VIVERLI DI NUOVO

Campo Invernale Adolescenti 2023

IO MI FIDO DI TE ... COSA SEI DISPOSTO A PERDERE

Campo Invernale Adolescenti 2023

ore 15.00 - Monte Tesoro
MI FIDO DI TE?

In MIssione, da Fermi

Celebriamo la Giornata missionaria mondiale, l’andare in missione. Per noi è chiaramente questione che pone in essere il viaggiare. Così ci hanno insegnato sin da piccoli. In realtà, la prima missione è stare fermi dove siamo. Stare serenamente in compagnia con la nostra realtà di ogni giorno. La prima missione è stare con gioia intima dove viviamo. Senza sognare fughe o altri luoghi ed altre persone. La nostra cultura occidentale ci spinge invece a sognare sempre altro ed altri: viaggi, chiamate con tutti i mezzi di comunicazione, persone nuove, incontri nella penombra, moltiplicazioni di appuntamenti. Tutto ci porta al cambiamento, all’istantaneo, alla scoperta di cose sempre nuove. È importante cambiare. La novità è la verità. Sempre. Per tutti.
La nostra fede invece ci fa scoprire il tesoro proprio là dove siamo. Martin Buber, uno scrittore ebreo, ci insegna da tempo questo sorprendente convincimento: siamo continuamente alla ricerca del tesoro lontano, che in realtà ci rinvia precisamente al nostro semplice ed assai conosciuto quotidiano.
La saggezza della Chiesa ha in tal modo fatto sì che la patrona delle missioni sia una santa giovanissima di 24 anni, francese, vissuta in uno spazio assolutamente ristretto nel Carmelo di Lisieux, nota universalmente santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto santo. Papa Francesco, il 15 ottobre scorso, ha reso pubblica la esortazione apostolica C’est la confiance, ossia È la fiducia, scritta per celebrare i 150 anni dalla nascita della santa più importante dei tempi moderni.
Leggendo il testo dell’Esortazione papale ho provato la contentezza di vedere per la prima volta utilizzato il termine fiducia anziché fede. La scelta, a mio avviso, è stupenda poiché pone l’accento sulla fiducia incrollabile nella misericordia del Padre, nella divina dolcezza. Thérese è stata capace di restare incrollabilmente ferma nella convinzione dell’azione di Dio esattamente nella sua temperie culturale dove si affermava la necessità di voler essere santi. Santa Teresa di Lisieux lascia questo modo di pensare per affidarsi unicamente al Papà di Gesù di Nazareth. Ella ha voluto essere l’amore nel cuore della Chiesa per tutti i peccatori ed i sofferenti. Ho pensato spesso a questo suo atteggiamento dopo aver vissuto esperienze con i carcerati ed i giovani che tentavano di uscire dalla tossicodipendenza. In fondo, pure queste persone sono costrette a restare in uno spazio assai ridotto. Ho visto con i miei occhi ed ho toccato con mano la ricerca di un contatto con il Signore da parte di persone apparentemente lontanissime dalla fiducia in Dio. E sono stato contraddetto dall’esperienza reale. Nessuno è lontano dalla misericordia di Dio. Possiamo, dopo aver toccato il fondo, tendere la mano e stringere la sua che ci accoglie con immensa tenerezza.
È paradossale, quindi, poiché ci sembra che non sia possibile tenere insieme due aspetti inconciliabili: andare e restare, camminare e stare fermi, annunciare a persone nuove e vivere con le stesse persone. Come è possibile? Santa Teresa di Lisieux ci insegna che ciò che conta veramente è la fiducia nella forza della misericordia di Dio. Con questa incredibile fiducia saremo tutte e tutti missionari. Sempre. Ovunque siamo, in qualsiasi condizione viviamo. Dovremmo dire ciò alle nostre carissime persone anziane, ammalate, che vivono tante ore di solitudine, a chi è degente in ospedale, in casa di cura, a chi è in carcere. Nella preghiera fiduciosa a Dio possiamo essere vicini a tutta l’umanità. Tutte e tutti siamo missionari quando ci affidiamo con fiducia totale alla cura premurosa di Dio, che non ci abbandona e ci è accanto.
La nostra testimonianza è la possibilità per molte persone di essere serene, nonostante tutte le difficoltà, dove si trovano. Non è sempre facile, però se ci fidiamo della saggezza della Chiesa scopriremo che il nostro tesoro è proprio là dove ci troviamo. E che non dobbiamo correre, scappare, sognare, cambiare continuamente tutti e tutto. I nostri ragazzi e giovani vanno sostenuti nella ricerca coraggiosa di vivere nuove esperienze e, talvolta, di scoprire che abbiamo tutto. Anzi, di più. La fiducia diventerà allora contentezza nello scoprire che la nostra vita è stata raggiunta da immensi regali di cui frequentemente non ci accorgiamo.


Don Flavio Rosa, Parroco

L'Ombra di Dio

Tra pochi giorni ragazze e ragazzi preadolescenti della nostra Unità pastorale in Cisano bergamasco confermeranno la scelta del Battesimo, compiuta dai genitori di ciascuno circa tredici anni orsono. La scelta della fede avviene in un periodo assai delicato della loro esistenza: stanno vivendo con trepidazione la scelta delle scuole superiori, il corpo cambia e viene percepito con un certo disagio a motivo dello sviluppo che li raggiunge in modo veloce e inaspettato, si sentono soli poiché i genitori con tutto il loro amore fanno fatica a comprenderli, gli sbalzi di umore talvolta sono improvvisi. Questi sono alcuni dei cambiamenti che sconvolgono la vita delle ragazze e dei ragazzi. La sensibilità profonda della Chiesa si traduce, per loro, nella delicatezza tenerissima di un incontro con il Signore mediato dal Vescovo, il quale, a nome della Chiesa, manifesta la comprensione che tutti noi abbiamo del delicato momento di incertezza vissuto dai nostri fantastici preadolescenti. Tale delicatezza si traduce in parole e gesti che vogliono infondere nelle ragazze e nei ragazzi un poco di serenità, forza, coraggio, protezione. Tento di proporre alla vostra attenzione tre dimensioni della celebrazione del sacramento della Cresima, ossia l’ombra, l’olio, la pace.



Anzitutto l’ombra: il Vescovo Carlo e noi preti che concelebreremo
insieme con lui, stenderemo le mani sulle ragazze e sui ragazzi in segno di protezione da ciò che potrebbe esporre la loro vita alla fatica del caldo. Il Signore si manifesta in tal modo colui che ci protegge da tutto ciò che può far inaridire la nostra vita, che può esporla al grande caldo, all’arsura, alla possibilità di inaridirsi. Invochiamo sulla loro fresca età la vita, l’entusiasmo, la voglia di cercare la verità.
Ed ancora: l’olio li renderà inafferrabili, se lo vorranno, alla presa di tutto ciò che vorrà farli deviare dall’amore, dalla generosità, dalla condivisione, dalla fraternità. Renderà il loro corpo splendente della bellezza di chi si affida a Dio ed al suo amore per tutti.
Ed infine: la pace. Il Vescovo augurerà loro la pace affinché possano vivere questi anni di ricerca del significato della loro esistenza con maggiore serenità, calma, fiducia di trovare ciascuno la propria strada.
Sono alcune riflessioni che potranno aiutarci a pregare per il futuro di questi nostri ragazzi e ragazze. Pregare per coloro che amiamo e stimiamo è un grande, immenso regalo. Siamo sicuri che la scelta del mese di ottobre per la celebrazione delle cresime è una collocazione assai interessante poiché, dopo le vacanze e la ripresa della scuola, potranno sentire con sorpresa la possibilità di continuare a cercare il Signore ed affidarsi a lui. Auguriamo loro di poter trovare nella nostra Unità pastorale adulti che siano valido sostegno per trovare il coraggio di fidarsi del Vangelo che è Gesù Cristo.
Quando guardiamo i nostri ragazzi ci accorgiamo della tenerezza che esprimono. Ci chiedono pochissimo. Si affidano a noi, alla nostra sensibilità e forza, al nostro amore appassionato e entusiasta per la vita e la fede.
Signore della vita, amore senza fine, gioia della comunione fraterna, aiutaci a costruire insieme con queste nostre ragazze e questi nostri ragazzi il loro futuro. Fa’ che possano sentire su di sé il tuo sguardo sereno e benigno attraverso il nostro sguardo comprensivo e fiducioso. Tu che sei la nostra pace regala la tua calma e la tua serenità a coloro che con fiducia si aprono alla vita adulta.


Don Flavio Rosa, Parroco

Pellegrinaggio ad Assisi

Seconda tappa del cammino: la PREGHIERA e la SCELTA di VITA
1. Siamo partiti presto per salire (a piedi) all'eremo delle carceri; qui abbiamo ascoltato la testimonianza di un Frate e celebrato l'Eucarestia nel bosco.
2. Pranzo sul sentiero e poi in cammino per tornare in città.
3. Visita alla Basilica di San Francesco: la cripta dove è custodita la tomba del Santo, la Basilica inferiore e la Basilica superiore.
4. Consegna del TAU, a testimonianza dell'impegno che ognuno deve mettere nel dare forma al suo cammino. Non siamo chiamati a rifare ciò che ha fatto san Francesco, ma a imparare da Francesco a ricercare la felicità, la gioia. la bellezza che dare forma alla nostra vita.

Pellegrinaggio ad Assisi

Prima tappa del cammino: il cammino di VOCAZIONE
1. San Damiano dove Francesco ha dialogato con il Crocifisso;
2. Santa Chiara dove il Crocifisso originale è esposto e dove sono custodite le spoglie di Santa Chiara;
3. San Ruffino il duomo di Assisi dove Francesco si è spogliato di ogni cosa per abbracciare Gesù Cristo.

Pellegrinaggio Assisi

Abbiamo iniziato il pellegrinaggio ad Assisi con i ragazzi e le ragazze dell'ottavo anno del percorso della catechisti che hanno accolto la proposta! INCONTRO TESTIMONIANZA PREGHIERA le tre parole chiave per questi tre giorni!

Indicazioni pastorali 2022-2023

In occasione dell'anniversario di Istituzione dell'Unità Pastorale l'Equipe dell'U.P. ha presentato la lettera con le indicazioni per il cammino dell'anno 2022-2023. Un documento affidato in modo particolare ai gruppi, alle associazioni e ai movimenti presenti nella nostra U.P.

Download Lettera_UP_2022-2023.pdf

Condivisione

Carissimi, come sappiamo da alcuni anni abbiamo unito l'anno pastorale all'anno liturgico, prima di questa scelta si seguiva lo schema dell'anno scolastico. In queste settimane stiamo ancora vivendo l'anno pastorale e liturgico 2021/2022 che si concluderà con la solennità di Cristo Re dell'Universo il prossimo 6 novembre. Possiamo comprendere meglio la decisione di celebrare il sacramento della Cresima ad ottobre, precisamente il 16 ottobre nella Solennità della Dedicazione del Duomo di Milano (chiesa madre per tutti i fedeli di rito ambrosiano).
Questa mia condivisione vorrebbe però guardare anche un attimo in avanti raccogliendo una domanda che emerge in queste settimane: "Quando inizia catechismo?".
La premessa che ho fatto restituisce già delle indicazioni; tuttavia c'è un altro aspetto importante: il catechismo è possibile se ci sono i catechisti.
Non nascondo di essere assai preoccupato per il fatto che il numero dei catechisti si affievolisce ogni anno e pochi (pochissimi a volte nessuno) si propongono di impegnarsi per questo ministero o servizio.
Oggi tutto ciò che ha a che fare con la risposta della fede è delegato ad altri (sperando che qualche altro ci sia). Io sono convinto che NON SI POSSA DELEGARE LA RISPOSTA DI FEDE (ovviamente perché ci sia risposta ci deve essere stato un momento di ASCOLTO).
Ho la forte impressione che la maggior parte dei battezzati preferisca vivere DELLA COMUNITÀ e non vivere LA COMUNITÀ. Permettetemi la schiettezza: NON SI PUÒ VIVERE DELLA COMUNITÀ, non è un qualcosa che puoi prendere, gustare, assaggiare, comprare, pretendere a tuo piacimento. LA COMUNITÀ la si vive dando il proprio contributo, spendendo in essa la verità del proprio Battesimo.
Questa situazione poi fa sorgere il rischio, ancora più grande, che i pochi (o i soliti) che fanno il possibile per vivere LA COMUNITÀ si sentano autorizzati ad "usarla" sulla base di ciò che considerano giusto per trascinare e coinvolgere gli altri; tutto questo però crea ancora più difficoltà e incomprensioni (provocando quasi certamente delle divisioni).
Non nascondo di essere preoccupato, ho certamente fiducia nello Spirito Santo, ma ho anche timore che la nostra sordità prenda il sopravvento non permettendoci una gioiosa e coraggiosa risposta di fede.

don Roberto

Agenda Pastorale 2022

Ecco l'agenda pastorale 2022-2023 che è stata distribuita in questi giorni. Coloro che non l'avessero ricevuta possono consultarla on-line da questa applicazione o sulla pagina web all'indirizzo www.parrocchiedicisano.it, oppure prenderne una copia da quelle lasciate nelle chiese parrocchiali.

Download Calendario_2022-2023_web.pdf

Al tramonto della giornata

domenica 15 luglio - ore 14.00.
Mi siedo un attimo con l’intento di non farmi prendere dalle cose fare… ed ecco che puntualmente suonano alla porta. Mi alza, un po’ controvoglia, apro e puntualmente ecco una “realtà di bisogno”. Lascio perdere l’idea di stare seduto e cerco di capire: papà (che avevo incontrato diversi mesi fa), mamma e tre bambini. Messi assieme arrivano a 81 anni.
Sono Europei (per evitare stupidi fraintendimenti che comunque non cambierebbero la verità dei fatti), hanno dei documenti ma un po’ in disordine. Hanno girovagato nella speranza di un pizzico di futuro, ma molti li hanno illusi con promesse modello Lucignolo. Sono accampati in qualche stanza senza garanzie, ma il proprietario dell’alloggio pretende che paghino fantomatiche bollette dell’acqua e dell’energia elettrica. Vivono con la speranza di essere chiamati da qualche agenzia per un lavoro (ovviamente dall’agenzia continuano a dire che dopo domani forse salta fuori qualcosa). Ascolto e capisco che certamente ci sono anche molte altre cose… ma per capirle bene occorrerebbe continuare a dialogare (oggi, domani e anche dopo domani) per costruire una relazione di fiducia.
Li invito a non continuare a vivere alla giornata e a lasciarsi seriamente aiutare da qualcuno per cui sono disposti a fidarsi e che seriamente può dare un senso e un futuro alla loro vita e a quella famiglia. Li invito ripetutamente ad essere prudenti. Mi dispiace tanto per quei bambini, ma soprattutto per quel papà e quella mamma (più giovani di me) che non sanno con quale futuro guardare al domani. Mentre li ascolto mi domando, se mai ci sarà qualcuno che sarà disposto a dare loro fiducia e speranza. Ho grande paura che tutta questa storia riguardi solo noi uomini al punto da non riuscire a rende partecipe e intrecciare la presenza di Gesù Cristo. Forse Lui è qui davanti a me, e io sono troppo miope per vederlo (mi sembra di non capirci più nulla).


Dopo esserci salutati (anche se presumo che torneranno tra pochi giorni), mi vengo alla mente alcuni pensieri:
- Io almeno ho un piccolo stipendio, e quel padre non meriterebbe uno stipendio per i suoi figli e la sua famiglia?
- Coloro che tengono le redini della vita sociale, politica ed economica, hanno un lauto stipendio al punto che spesso vivono ben al di sopra della normale serenità della vita. Quante situazioni di povertà potrebbero essere evitare se ci fosse una maggiore equità sociale ed economica?
- Perché solo il ricco può decidere le strategie della vita e il povero non ha mai voce in capitolo? Perché le regole del ricco devono valere anche per il povero e le regole del povero valgono solo per lui?
- Perché l’unica legge è quella dei soldi? Avere, avere e pretendere sempre più! Se vuoi vivere: devi pagare. Se non paghi: non ti do il documento. Se non hai un documento valido: non puoi avere il lavoro. Se vuoi morire: devi prima avere una residenza così che possano sapere dove seppellirti. Se vuoi una residenza: devi avere un contratto di locazione. Se vuoi un contratto: devi avere il lavoro.

Vorrei condividere con te che hai avuto la pazienza di leggere questi miei pensieri, i volti che danno forma a quella famiglia.
GRAZIE!