Oppeano (VR) - Vallese
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PARROCCHIA SANTI GIACOMO E ANNA

calendario incontri di catechismo

il calendario degli incontri di catechismo

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30^ domenica del Tempo Ordinario

Signore Gesù, vorrei avere anch’io la fede di quel cieco, Bartimeo, e gridarti come lui: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!”. Sì, perché in quel grido potrei esprimere il mio desiderio di vedere la luce, di essere guarito, di venir trasformato e strappato all’oscurità. Signore Gesù, vorrei anch’io come Bartimeo, il cieco di Gerico, avere il coraggio di sbarazzarmi del mantello e di tutto ciò che costituisce un intralcio davanti alla tua chiamata. Sì, perché quando tu passi non posso lasciarmi imprigionare dalle mille cose che assediano il mio cuore e la mia esistenza. Se voglio incontrarti devo correre verso di te, verso la tua voce. Signore Gesù, vorrei anch’io vederci finalmente come quel cieco al quale hai ridonato la vista, uscire dalle tenebre e dalle nebbie in cui sono immerso e distinguere nettamente il tuo volto e la tua strada. Sì, perché solo allora potrò scrollarmi di dosso ogni legame e mettermi a seguirti lungo la via che porta alla croce e alla risurrezione.

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29^ domenica del tempo ordinario

Abbiamo immaginato Dio come un sovrano, più grande di tutti i sovrani, ma con i loro stessi atteggiamenti, con il loro stile e le loro caratteristiche. Ma con te, Gesù, non è più possibile continuare su questa strada: tu fai saltare tutti i nostri riferimenti e ci obblighi a fare i conti con la diversità di Dio. Perché in te Dio si fa nostro servo e mette a disposizione la propria vita per sottrarci al potere del male. In te Dio, l’infinitamente grande, l’onnipotente e l’immenso, si fa piccolo e povero, diventa fragile, per amore. È questo il volto sconvolgente di Dio che tu ci consegni, Gesù, con la tua passione, morte e risurrezione, ed è su di esso che noi dobbiamo misurare la nostra risposta, la nostra adesione di discepoli. Così siamo costretti a toglierci di testa sogni di gloria e manie di grandezza, progetti di carriera e situazioni di privilegio: tu ci chiedi, piuttosto, di prendere la divisa del servo e di essere pronti a bere un calice di dolore, disposti come te a sacrificare la nostra stessa esistenza. Gesù, decisamente tu sconvolgi i nostri pensieri e i nostri disegni.

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28^ domenica del tempo ordinario

In quella sorta di vettura che è la nostra esistenza, tu, Gesù, non vuoi costituire quello che si chiama un optional: prezioso, importante, ma non decisivo, indispensabile. Tu chiedi ai tuoi discepoli di riconoscerti come l’unico, il solo Signore della loro esistenza, davanti al quale ogni cosa e ogni persona passano in secondo piano. Ecco perché la ricchezza rappresenta un vero e proprio handicap, una sorta di zavorra di cui, al momento debito, ci si deve sbarazzare se si vuol restare fedeli al Vangelo. Perché arrivano momenti in cui scegliere te, Gesù, vuol dire essere disposti a perdere qualunque altro bene. Perché, prima o poi, ci si accorge che non è possibile conservare te assieme a mille altre realtà. Liberami, allora, Signore, da tutto ciò che rappresenta una ricchezza: dai miei beni, da quello che ho accumulato, dalle mie qualità, che considero un tesoro con cui procurarmi vantaggi, dalla voglia di imporre le mie idee, di segnalare le mie competenze, di essere riconosciuto ed apprezzato. E donami di abbandonarmi a te senza preclusioni, senza remore.

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40ore 2015

in attesa... il programma delle 40ore per questo mese di ottobre

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27^ Domenica del tempo ordinario

L’amore tra un uomo e una donna è una realtà santa e meravigliosa, che non appartiene solo ai protagonisti. Ecco perché tu, Gesù, metti in guardia coloro che con leggerezza attentano ad un vincolo che Dio stesso ha costituito. Non si tratta, dunque, solamente di lacerare una coppia, di procurare dolore e sofferenza profonda, di rattristare le prime vittime – i figli – di ogni tradimento, di ogni adulterio: è Dio stesso che viene preso di mira, Dio che viene ignorato, il suo progetto che è calpestato. L’amore tra un uomo e una donna è la fonte perenne da cui sgorgano la gioia e la pace, la mitezza e la benevolenza, la generosità e la tenerezza, la delicatezza e la solidarietà. In esso un uomo e una donna trovano la loro autentica pienezza. Ecco perché, Gesù, tu inviti ad averne cura come di una pianta meravigliosa, ma anche delicata. L’amore tra un uomo e una donna è chiamato a generare nuove creature e ne costituisce il luogo sicuro in cui possono crescere e svilupparsi, sostenute da un affetto tenace. Ecco perché, Gesù, tu chiedi a coloro che vivono nel matrimonio di assumere la paternità e la maternità come una missione, come un’avventura splendida.

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