28^ domenica del tempo ordinario
In quella sorta di vettura che è la nostra esistenza, tu, Gesù, non vuoi costituire quello che si chiama un optional: prezioso, importante, ma non decisivo, indispensabile. Tu chiedi ai tuoi discepoli di riconoscerti come l’unico, il solo Signore della loro esistenza, davanti al quale ogni cosa e ogni persona passano in secondo piano. Ecco perché la ricchezza rappresenta un vero e proprio handicap, una sorta di zavorra di cui, al momento debito, ci si deve sbarazzare se si vuol restare fedeli al Vangelo. Perché arrivano momenti in cui scegliere te, Gesù, vuol dire essere disposti a perdere qualunque altro bene. Perché, prima o poi, ci si accorge che non è possibile conservare te assieme a mille altre realtà. Liberami, allora, Signore, da tutto ciò che rappresenta una ricchezza: dai miei beni, da quello che ho accumulato, dalle mie qualità, che considero un tesoro con cui procurarmi vantaggi, dalla voglia di imporre le mie idee, di segnalare le mie competenze, di essere riconosciuto ed apprezzato. E donami di abbandonarmi a te senza preclusioni, senza remore.