oltre il piccolo mondo antico
OLTRE IL PICCOLO MONDO ANTICO
Era ritornato a Nazareth con la fama di guaritore : tanti accorrevano per consegnargli la propria
desolazione. E per tutti aveva non solo parole di conforto ma persino gesti che procuravano liberazione e
guarigione. Se questo era ciò che accadeva altrove, di cosa non doveva essere capace nel suo paese di
origine? E invece, niente di tutto questo. A Nazareth trionfa il prurito di novità, la curiosità dello
spettacolo , non la voglia di mettersi in gioco che nasce dalla fede. Così, per capitolare, basta un
piccolissimo sospetto secondo il quale uno che non ha titoli per dire certe cose, quand’anche siano vere, e
compiere certi prodigi, quand’anche evidenti, non può permettersi di dirle e tanto meno di compierli,
sopratutto se non sono a nostro vantaggio. Nel giro di pochissimi istanti tutto va all’aria, tutto è
drammaticamente capovolto . In questi pochi versetti c’è, in sintesi, quello che sarà una costante della
vicenda terrena del Figlio di Dio, fino alla fine. Accadde così quel giorno a Nazareth. Accade così nella
storia degli uomini quando si pensa che il mondo coincida con il proprio campanile. Tentazione di
Nazareth, tentazione di ogni umana convivenza ridurre la vastità delle cose al terribilmente circoscritto
che, guarda caso, coincide con il mio mondo . Nazareth si scandalizza che Dio abbia scelto la via
dell’umano. Vorrebbe che accada ciò che Dio ha promesso, ma non accetta il modo in cui ha scelto di
compierlo . Nazareth non riesce a tenere insieme ciò che Gesù dice e chi egli è . Nazareth rappresenta la
tentazione dell’esclusiva, quella di chi crede di poter vantare un diritto di primogenitura solo perché è il
Figlio di Dio aveva scelto di abitare lì. Nazareth rappresenta l’atteggiamento di chi ha bisogno
continuamente di credenziali per potersi fidare. Non riesce a comprendere che davvero era stato
privilegiata dallo sguardo di Dio se il Figlio di Dio porterà impresso nel suo titolo quella appartenenza: il
nazareno. Non riesce a comprendere che è proprio lì che il Figlio di Dio annuncia il compiersi di una parola
che per secoli era risuonata senza che se ne vedesse la realizzazione. “oggi, qui”, ripete Gesù. “macché”,
protestano i suoi , “se non stai al nostro gioco, scordati di avere il nostro credito”. Nazareth ha bisogno di
un Dio che faccia il prestigiatore. A Nazareth accade quello che accadrà al pozzo di Sicar con la samaritana,
mentre Gesù annuncia:” quello che aspettate sono io che visto parlando”. Quanto diversa, però la
risposta:”la donna spezzerà ogni indugio, tanto da dimenticare persino il motivo per cui era andata lì. Nella
sinagoga, invece, tutto diventa motivo per una maggiore chiusura che si trasforma perfino in ostilità
manifesta. E così il dono viene letto come un diritto da gestire a proprio piacimento. Tutte le volte in cui
accade qualcosa di simile, il Signore tira dritto il suo cammino, lasciando i compaesani di sempre a bocca
asciutta.