Venezia (VE)
25 Voci
-
Comunità Sorelle

calendario 20 marzo - 27 marzo 2022

Carissimi,
siamo alla terza domenica di Quaresima e la Parola di Dio ci dice che non ha senso angosciarci in preoccupazioni per il futuro. Non ci è dato di sapere quanto tempo ci resta. una cosa possiamo fare: lasciarci convertire da Dio. non perdiamo tempo e approfittiamo di ogni istante che ci è dato, per essere graditi a lui, che è infinita bontà e giustizia. C'è urgenza della mia conversione e dei frutti che essa porta con sé.
guardiamo bene il foglietto che troviamo alla porta della chiesa. facciamo tesoro delle occasioni per vivere come famiglia attorno a Gesù e ai miei fratelli che camminano con me sulla strada del vangelo e della testimonianza cristiana.
buona settimana

Download Notiz._20-27_marzo_2022.pdf

Progetto Accoglienza Ucraina

progetto dettagliato

Download PROGETTO_ACCOGLIENZA_UCRAINA_DETTAGLIATO.pdf

Calendario 13 marzo - 20 marzo 2022

Carissimi,
la luce sfolgorante che irradia dal volto umano di Cristo restituisce all'uomo l'immagine divina a somiglianza della quale è stato creato. finalmente l'uomo, non deve più nascondere a Dio il suo volto deturpato dal peccato.
Non perdiamo questa opportunità della Quaresima per riprendere in mano la nostra vita e la nostra fede per ridare vigore e consistenza alla fede che ci è stata regalata il giorno del nostro Battesimo. Abbiamo davanti una guerra e tante situazioni che devono far riflettere e farci capire che il peccato con tutte le sue conseguenze non è una cosa inventata dai preti o dalla chiesa, ma che è una realtà capace di scatenare il peggio di noi e tante ingiustizie. in questo quadro che non ci deve solamente vedere spettatori passivi abbiamo l'opportunità nei prossimi giorni di fare del bene a tante persone che stanno scappando per trovare rifugio nei nostri paesi e nel nostro Lido. a questo proposito le nostre comunità si stanno organizzando. prendete il modulo che trovate alla porta delle nostre chiese per scegliere una delle modalità per venire incontro a questa ulteruiore emergenza che mette a prova la nostra generosità
don Cesare.

Download Notiz.__13-20_marzo_2022_-_-_Copia.pdf

non stanchiamoci

NON STANCHIAMOCI...
All’inizio di questa Quaresima vogliamo riprendere alcuni passagi del
messaggio di papa Francesco certamente possono aiutarci a vivere con più
frutto questo tempo di grazia:
«Non stanchiamoci di fare il bene»
La risurrezione di Cristo anima le speranze terrene con la «grande speranza» della vita
eterna e immette già nel tempo presente il germe della salvezza (cfr Benedetto XVI,
Enc. Spe salvi , 3 ; 7 ). Di fronte all’amara delusione per tanti sogni infranti, di
fronte alla preoccupazione per le sfide che incombono, di fronte allo
scoraggiamento per la povertà dei nostri mezzi, la tentazione è quella di
chiudersi nel proprio egoismo individualistico e rifugiarsi nell’indifferenza
alle sofferenze altrui. Effettivamente, anche le migliori risorse sono limitate: «Anche
i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono» ( Is 40,30). Ma Dio «dà
forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato. [...] Quanti sperano nel Signore
riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano
senza stancarsi» ( Is 40,29.31). La Quaresima ci chiama a riporre la nostra fede e
la nostra speranza nel Signore (cfr 1 Pt 1,21), perché solo con lo sguardo
fisso su Gesù Cristo risorto (cfr Eb 12,2) possiamo accogliere l’esortazione
dell’Apostolo: «Non stanchiamoci di fare il bene» ( Gal 6,9).
Non stanchiamoci di pregare . Gesù ha insegnato che è necessario «pregare
sempre, senza stancarsi mai» ( Lc 18,1 ). Abbiamo bisogno di pregare perché
abbiamo bisogno di Dio. Quella di bastare a noi stessi è una pericolosa
illusione. Se la pandemia ci ha fatto toccare con mano la nostra fragilità
personale e sociale, questa Quaresima ci permetta di sperimentare il
conforto della fede in Dio, senza la quale non possiamo avere stabilità
(cfr Is 7,9 ). Nessuno si salva da solo, perché siamo tutti nella stessa barca tra
le tempeste della storia; [2] ma soprattutto nessuno si salva senza Dio ,
perché solo il mistero pasquale di Gesù Cristo dà la vittoria sulle oscure acque della
morte. La fede non ci esime dalle tribolazioni della vita, ma permette di attraversarle
uniti a Dio in Cristo, con la grande speranza che non delude e il cui pegno è l’amore
che Dio ha riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo (cfr Rm 5,1-5).
Non stanchiamoci di estirpare il male dalla nostra vita . Il digiuno corporale a cui
ci chiama la Quaresima fortifichi il nostro spirito per il combattimento contro il
peccato.
Non stanchiamoci di chiedere perdono nel sacramento della Penitenza e della
Riconciliazione , sapendo che Dio mai si stanca di perdonare . [3]
Non stanchiamoci di combattere contro la concupiscenza , quella fragilità che
spinge all’egoismo e ad ogni male, trovando nel corso dei secoli diverse vie
attraverso le quali far precipitare l’uomo nel peccato (cfr Enc. Fratelli tutti ,
166 ). Una di queste vie è il rischio di dipendenza dai media digitali , che
impoverisce i rapporti umani. La Quaresima è tempo propizio per contrastare
queste insidie e per coltivare invece una più integrale comunicazione umana
(cfr ibid ., 43 ) fatta di «incontri reali» ( ibid ., 50 ), a tu per tu.
Non stanchiamoci di fare il bene nella carità operosa verso il prossimo .
Durante questa Quaresima, pratichiamo l’elemosina donando con gioia (cfr 2
Cor 9,7). Se è vero che tutta la nostra vita è tempo per seminare il bene,
approfittiamo in modo particolare di questa Quaresima per prenderci cura di
chi ci è vicino, per farci prossimi a quei fratelli e sorelle che sono feriti sulla
strada della vita (cfr Lc 10,25-37 ). La Quaresima è tempo propizio per cercare,
e non evitare, chi è nel bisogno; per chiamare, e non ignorare, chi desidera
ascolto e una buona parola; per visitare, e non abbandonare, chi soffre la
solitudine. Mettiamo in pratica l’appello a operare il bene verso tutti , prendendoci il
tempo per amare i più piccoli e indifesi, gli abbandonati e disprezzati, chi è
discriminato ed emarginato (cfr Enc. Fratelli tutti , 193 ).​
. «Se non desistiamo, a suo tempo mieteremo»

calendario 6 marzo - 13 marzo 2022

Carissimi,
il deserto, che in questa 1^ domenica di Quaresima viene proposto come uno dei temi portanti delle letture ci è presentato in una simbologia multiforme.
E' il luogo di salvezza dall'Egitto, luogo della tentazione e luogo di alleanza di Dio con il suo popolo, luogo di attesa della Terra promessa, luogo della sua predilezione per Israele,Il deserto in sé non è un ambiente ospitale, ma per il credente diviene luogo della presenza: del Padre innanzitutto, poi del Figlio e dello Spirito Santo. per noi cristiani è anche la nostra vita e la Storia con tutte le contraddizioni. dentro a questa realtà siamo chiamati come Gesù, a mantenere forte la nostra alleanza con Dio vincendo le tre grandi tentazioni che Gesù vince con il suo attaccamento alla volontà del Padre e al suo progetto di salvezza per noi.
viviamo questa Quaresima come il Signore desidera perchè la nostra vita sia una vita da persone libere e llberate.
Buona Quaresima

Download Notiz.__6-13_marzo_2022_-_Copia_-_Copia.pdf

messaggio del Santo Padre

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
FRANCESCO
PER LA QUARESIMA 2022
«Non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo
a suo tempo mieteremo. Poiché dunque ne abbiamo l’occasione,
operiamo il bene verso tutti» (Gal 6,9-10a)
Cari fratelli e sorelle,
la Quaresima è tempo favorevole di rinnovamento personale e comunitario che ci
conduce alla Pasqua di Gesù Cristo morto e risorto. Per il cammino quaresimale del
2022 ci farà bene riflettere sull’esortazione di San Paolo ai Galati: «Non stanchiamoci
di fare il bene; se infatti non desistiamo a suo tempo mieteremo. Poiché dunque ne
abbiamo l’occasione ( kairós ), operiamo il bene verso tutti» ( Gal 6,9-10a).
1. Semina e mietitura
In questo brano l’Apostolo evoca l’immagine della semina e della mietitura, tanto cara
a Gesù (cfr Mt 13). San Paolo ci parla di un kairós : un tempo propizio per seminare il
bene in vista di una mietitura. Cos’è per noi questo tempo favorevole? Certamente lo
è la Quaresima, ma lo è anche tutta l’esistenza terrena, di cui la Quaresima è in
qualche modo un’immagine. [1] Nella nostra vita troppo spesso prevalgono l’avidità e
la superbia, il desiderio di avere, di accumulare e di consumare, come mostra l’uomo
stolto della parabola evangelica, il quale riteneva la sua vita sicura e felice per il
grande raccolto accumulato nei suoi granai (cfr Lc 12,16-21). La Quaresima ci invita
alla conversione, a cambiare mentalità, così che la vita abbia la sua verità e bellezza
non tanto nell’avere quanto nel donare, non tanto nell’accumulare quanto nel
seminare il bene e nel condividere.
Il primo agricoltore è Dio stesso, che con generosità «continua a seminare
nell’umanità semi di bene» (Enc. Fratelli tutti , 54 ). Durante la Quaresima siamo
chiamati a rispondere al dono di Dio accogliendo la sua Parola «viva ed efficace»
( Eb 4,12). L’ascolto assiduo della Parola di Dio fa maturare una pronta docilità al suo
agire (cfr Gc 1,21) che rende feconda la nostra vita. Se già questo ci rallegra, ancor
più grande però è la chiamata ad essere «collaboratori di Dio» ( 1 Cor 3,9), facendo
buon uso del tempo presente (cfr Ef 5,16) per seminare anche noi operando il bene.
Questa chiamata a seminare il bene non va vista come un peso, ma come una grazia
con cui il Creatore ci vuole attivamente uniti alla sua feconda magnanimità.
E la mietitura? Non è forse la semina tutta in vista del raccolto? Certamente. Il legame
stretto tra semina e raccolto è ribadito dallo stesso San Paolo, che afferma: «Chi
semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con
larghezza raccoglierà» ( 2 Cor 9,6). Ma di quale raccolto si tratta? Un primo frutto del
bene seminato si ha in noi stessi e nelle nostre relazioni quotidiane, anche nei gesti
più piccoli di bontà. In Dio nessun atto di amore, per quanto piccolo, e nessuna
«generosa fatica» vanno perduti (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium , 279 ). Come l’albero
si riconosce dai frutti (cfr Mt 7,16.20), così la vita piena di opere buone è luminosa
(cfr Mt 5,14-16) e porta il profumo di Cristo nel mondo (cfr 2 Cor 2,15). Servire Dio,
liberi dal peccato, fa maturare frutti di santificazione per la salvezza di tutti
(cfr Rm 6,22).
In realtà, ci è dato di vedere solo in piccola parte il frutto di quanto seminiamo
giacché, secondo il proverbio evangelico, «uno semina e l’altro miete» ( Gv 4,37). ​
Proprio seminando per il bene altrui partecipiamo alla magnanimità di Dio: «È grande
nobiltà esser capaci di avviare processi i cui frutti saranno raccolti da altri, con la
speranza riposta nella forza segreta del bene che si semina» (Enc. Fratelli tutti , 196 ).
Seminare il bene per gli altri ci libera dalle anguste logiche del tornaconto personale e
conferisce al nostro agire il respiro ampio della gratuità, inserendoci nel meraviglioso
orizzonte dei benevoli disegni di Dio.
La Parola di Dio allarga ed eleva ancora di più il nostro sguardo: ci annuncia che la
mietitura più vera è quella escatologica, quella dell’ultimo giorno, del giorno senza
tramonto. Il frutto compiuto della nostra vita e delle nostre azioni è il «frutto per la vita
eterna» ( Gv 4,36), che sarà il nostro «tesoro nei cieli» ( Lc 12,33; 18,22). Gesù stesso
usa l’immagine del seme che muore nella terra e fruttifica per esprimere il mistero
della sua morte e risurrezione (cfr Gv 12,24); e San Paolo la riprende per parlare della
risurrezione del nostro corpo: «È seminato nella corruzione, risorge nell’incorruttibilità;
è seminato nella miseria, risorge nella gloria; è seminato nella debolezza, risorge nella
potenza; è seminato corpo animale, risorge corpo spirituale» ( 1 Cor 15,42-44). Questa
speranza è la grande luce che Cristo risorto porta nel mondo: «Se noi abbiamo avuto
speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli
uomini. Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti» ( 1
Cor 15,19-20), affinché coloro che sono intimamente uniti a lui nell’amore, «a
somiglianza della sua morte» ( Rm 6,5), siano anche uniti alla sua risurrezione per la
vita eterna (cfr Gv 5,29): «Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre
loro» ( Mt 13,43).
2. «Non stanchiamoci di fare il bene»
La risurrezione di Cristo anima le speranze terrene con la «grande speranza» della vita
eterna e immette già nel tempo presente il germe della salvezza (cfr Benedetto XVI,
Enc. Spe salvi , 3 ; 7 ). Di fronte all’amara delusione per tanti sogni infranti, di fronte alla
preoccupazione per le sfide che incombono, di fronte allo scoraggiamento per la
povertà dei nostri mezzi, la tentazione è quella di chiudersi nel proprio egoismo
individualistico e rifugiarsi nell’indifferenza alle sofferenze altrui. Effettivamente,
anche le migliori risorse sono limitate: «Anche i giovani faticano e si stancano, gli
adulti inciampano e cadono» ( Is 40,30). Ma Dio «dà forza allo stanco e moltiplica il
vigore allo spossato. [...] Quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali
come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi» ( Is 40,29.31). La
Quaresima ci chiama a riporre la nostra fede e la nostra speranza nel Signore (cfr 1
Pt 1,21), perché solo con lo sguardo fisso su Gesù Cristo risorto (cfr Eb 12,2) possiamo
accogliere l’esortazione dell’Apostolo: «Non stanchiamoci di fare il bene» ( Gal 6,9).
Non stanchiamoci di pregare . Gesù ha insegnato che è necessario «pregare sempre,
senza stancarsi mai» ( Lc 18,1). Abbiamo bisogno di pregare perché abbiamo bisogno
di Dio. Quella di bastare a noi stessi è una pericolosa illusione. Se la pandemia ci ha
fatto toccare con mano la nostra fragilità personale e sociale, questa Quaresima ci
permetta di sperimentare il conforto della fede in Dio, senza la quale non possiamo
avere stabilità (cfr Is 7,9). Nessuno si salva da solo, perché siamo tutti nella stessa
barca tra le tempeste della storia; [2] ma soprattutto nessuno si salva senza Dio,
perché solo il mistero pasquale di Gesù Cristo dà la vittoria sulle oscure acque della
morte. La fede non ci esime dalle tribolazioni della vita, ma permette di attraversarle
uniti a Dio in Cristo, con la grande speranza che non delude e il cui pegno è l’amore
che Dio ha riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo (cfr Rm 5,1-5).
Non stanchiamoci di estirpare il male dalla nostra vita . Il digiuno corporale a cui ci
chiama la Quaresima fortifichi il nostro spirito per il combattimento contro il
peccato. Non stanchiamoci di chiedere perdono nel sacramento della Penitenza e della

messaggio del Santo Padre

Proprio seminando per il bene altrui partecipiamo alla magnanimità di Dio: «È grande
nobiltà esser capaci di avviare processi i cui frutti saranno raccolti da altri, con la
speranza riposta nella forza segreta del bene che si semina» (Enc. Fratelli tutti , 196 ).
Seminare il bene per gli altri ci libera dalle anguste logiche del tornaconto personale e
conferisce al nostro agire il respiro ampio della gratuità, inserendoci nel meraviglioso
orizzonte dei benevoli disegni di Dio.
La Parola di Dio allarga ed eleva ancora di più il nostro sguardo: ci annuncia che la
mietitura più vera è quella escatologica, quella dell’ultimo giorno, del giorno senza
tramonto. Il frutto compiuto della nostra vita e delle nostre azioni è il «frutto per la vita
eterna» ( Gv 4,36), che sarà il nostro «tesoro nei cieli» ( Lc 12,33; 18,22). Gesù stesso
usa l’immagine del seme che muore nella terra e fruttifica per esprimere il mistero
della sua morte e risurrezione (cfr Gv 12,24); e San Paolo la riprende per parlare della
risurrezione del nostro corpo: «È seminato nella corruzione, risorge nell’incorruttibilità;
è seminato nella miseria, risorge nella gloria; è seminato nella debolezza, risorge nella
potenza; è seminato corpo animale, risorge corpo spirituale» ( 1 Cor 15,42-44). Questa
speranza è la grande luce che Cristo risorto porta nel mondo: «Se noi abbiamo avuto
speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli
uomini. Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti» ( 1
Cor 15,19-20), affinché coloro che sono intimamente uniti a lui nell’amore, «a
somiglianza della sua morte» ( Rm 6,5), siano anche uniti alla sua risurrezione per la
vita eterna (cfr Gv 5,29): «Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre
loro» ( Mt 13,43).
2. «Non stanchiamoci di fare il bene»
La risurrezione di Cristo anima le speranze terrene con la «grande speranza» della vita
eterna e immette già nel tempo presente il germe della salvezza (cfr Benedetto XVI,
Enc. Spe salvi , 3 ; 7 ). Di fronte all’amara delusione per tanti sogni infranti, di fronte alla
preoccupazione per le sfide che incombono, di fronte allo scoraggiamento per la
povertà dei nostri mezzi, la tentazione è quella di chiudersi nel proprio egoismo
individualistico e rifugiarsi nell’indifferenza alle sofferenze altrui. Effettivamente,
anche le migliori risorse sono limitate: «Anche i giovani faticano e si stancano, gli
adulti inciampano e cadono» ( Is 40,30). Ma Dio «dà forza allo stanco e moltiplica il
vigore allo spossato. [...] Quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali
come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi» ( Is 40,29.31). La
Quaresima ci chiama a riporre la nostra fede e la nostra speranza nel Signore (cfr 1
Pt 1,21), perché solo con lo sguardo fisso su Gesù Cristo risorto (cfr Eb 12,2) possiamo
accogliere l’esortazione dell’Apostolo: «Non stanchiamoci di fare il bene» ( Gal 6,9).
Non stanchiamoci di pregare . Gesù ha insegnato che è necessario «pregare sempre,
senza stancarsi mai» ( Lc 18,1). Abbiamo bisogno di pregare perché abbiamo bisogno
di Dio. Quella di bastare a noi stessi è una pericolosa illusione. Se la pandemia ci ha
fatto toccare con mano la nostra fragilità personale e sociale, questa Quaresima ci
permetta di sperimentare il conforto della fede in Dio, senza la quale non possiamo
avere stabilità (cfr Is 7,9). Nessuno si salva da solo, perché siamo tutti nella stessa
barca tra le tempeste della storia; [2] ma soprattutto nessuno si salva senza Dio,
perché solo il mistero pasquale di Gesù Cristo dà la vittoria sulle oscure acque della
morte. La fede non ci esime dalle tribolazioni della vita, ma permette di attraversarle
uniti a Dio in Cristo, con la grande speranza che non delude e il cui pegno è l’amore
che Dio ha riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo (cfr Rm 5,1-5).
Non stanchiamoci di estirpare il male dalla nostra vita . Il digiuno corporale a cui ci
chiama la Quaresima fortifichi il nostro spirito per il combattimento contro il
peccato. Non stanchiamoci di chiedere perdono nel sacramento della Penitenza e della​
Riconciliazione , sapendo che Dio mai si stanca di perdonare. [3] Non stanchiamoci di
combattere contro la concupiscenza , quella fragilità che spinge all’egoismo e ad ogni
male, trovando nel corso dei secoli diverse vie attraverso le quali far precipitare
l’uomo nel peccato (cfr Enc. Fratelli tutti , 166 ). Una di queste vie è il rischio di
dipendenza dai media digitali, che impoverisce i rapporti umani. La Quaresima è
tempo propizio per contrastare queste insidie e per coltivare invece una più integrale
comunicazione umana (cfr ibid ., 43 ) fatta di «incontri reali» ( ibid ., 50 ), a tu per tu.
Non stanchiamoci di fare il bene nella carità operosa verso il prossimo . Durante questa
Quaresima, pratichiamo l’elemosina donando con gioia (cfr 2 Cor 9,7). Dio «che dà il
seme al seminatore e il pane per il nutrimento» ( 2 Cor 9,10) provvede per ciascuno di
noi non solo affinché possiamo avere di che nutrirci, bensì affinché possiamo essere
generosi nell’operare il bene verso gli altri. Se è vero che tutta la nostra vita è tempo
per seminare il bene, approfittiamo in modo particolare di questa Quaresima per
prenderci cura di chi ci è vicino, per farci prossimi a quei fratelli e sorelle che sono
feriti sulla strada della vita (cfr Lc 10,25-37). La Quaresima è tempo propizio per
cercare, e non evitare, chi è nel bisogno; per chiamare, e non ignorare, chi desidera
ascolto e una buona parola; per visitare, e non abbandonare, chi soffre la solitudine.
Mettiamo in pratica l’appello a operare il bene verso tutti , prendendoci il tempo per
amare i più piccoli e indifesi, gli abbandonati e disprezzati, chi è discriminato ed
emarginato (cfr Enc. Fratelli tutti , 193 ).
3. «Se non desistiamo, a suo tempo mieteremo»
La Quaresima ci ricorda ogni anno che «il bene, come anche l’amore, la giustizia e la
solidarietà, non si raggiungono una volta per sempre; vanno conquistati ogni giorno»
( ibid ., 11). Chiediamo dunque a Dio la paziente costanza dell’agricoltore (cfr Gc 5,7)
per non desistere nel fare il bene, un passo alla volta. Chi cade, tenda la mano al
Padre che sempre ci rialza. Chi si è smarrito, ingannato dalle seduzioni del maligno,
non tardi a tornare a Lui che «largamente perdona» ( Is 55,7). In questo tempo di
conversione, trovando sostegno nella grazia di Dio e nella comunione della Chiesa,
non stanchiamoci di seminare il bene. Il digiuno prepara il terreno, la preghiera irriga,
la carità feconda. Abbiamo la certezza nella fede che «se non desistiamo, a suo tempo
mieteremo» e che, con il dono della perseveranza, otterremo i beni promessi
(cfr Eb 10,36) per la salvezza nostra e altrui (cfr 1 Tm 4,16). Praticando l’amore
fraterno verso tutti siamo uniti a Cristo, che ha dato la sua vita per noi (cfr 2 Cor 5,14-
15) e pregustiamo la gioia del Regno dei cieli, quando Dio sarà «tutto in tutti» ( 1
Cor 15,28).
La Vergine Maria, dal cui grembo è germogliato il Salvatore e che custodiva tutte le
cose «meditandole nel suo cuore» ( Lc 2,19) ci ottenga il dono della pazienza e ci sia
vicina con la sua materna presenza, affinché questo tempo di conversione porti frutti
di salvezza eterna.
Roma, San Giovanni in Laterano, 11 novembre 2021, Memoria di San Martino Vescovo.
FRANCESCO

messaggio

Messaggio della Presidenza della Conferenza Episcopale
Italiana per la Quaresima 2022
Quando venne la pienezza del tempo (Gal 4,4)
la Quaresima di quest’anno porta con sé tante speranze insieme con le sofferenze, legate ancora alla
pandemia che l’intera umanità sta sperimentando ormai da oltre due anni. Per noi cristiani questi
quaranta giorni, però, non sono tanto l’occasione per rilevare i problemi quanto piuttosto per
prepararci a vivere il mistero pasquale di Gesù, morto e risorto. Sono giorni in cui possiamo
convertirci ad un modo di stare nel mondo da persone già risorte con Cristo (cfr. Col 3,1). La
Chiesa come comunità e il singolo credente hanno la possibilità di rendere questo tempo un “tempo
pieno” (cfr. Gal 4,4), cioè pronto all’incontro personale con Gesù.
Questo messaggio, dunque, vi raggiunge come un invito a una triplice conversione, urgente e
importante ...
Conversione all’ascolto
La prima fase del Cammino sinodale ci consente di ascoltare ancora più da vicino le voci che
risuonano dentro di noi e nei nostri fratelli. Tra queste voci quelle dei bambini colpiscono con
la loro efficace spontaneità: «Non mi ricordo cosa c’era prima del Covid»; «Ho un solo desiderio:
riabbracciare i miei nonni». Arrivano al cuore anche le parole degli adolescenti : «Sto perdendo
gli anni più belli della mia vita»; «Avevo atteso tanto di poter andare all’università, ma adesso mi
ritrovo sempre davanti a un computer». Le voci degli esperti , poi, sollecitano alla fiducia nei
confronti della scienza, pur rilevando quanto sia fallibile e perfettibile. Siamo raggiunti ancora dal
grido dei sanitari, che chiedono di essere aiutati con comportamenti responsabili . E, infine,
risuonano le parole di alcuni parroci, insieme con i loro catechisti e collaboratori pastorali,
che vedono diminuite il numero delle attività e la partecipazione del popolo, preoccupati di non
riuscire a tornare ai livelli di prima, ma nello stesso tempo consapevoli che non si deve
semplicemente sognare un ritorno alla cosiddetta “normalità”.
Ascoltare in profondità tutte queste voci anzitutto fa bene alla Chiesa stessa . Sentiamo il
bisogno di imparare ad ascoltare in modo empatico , interpellati in prima persona ogni volta che un
fratello si apre con noi. Nella Bibbia è anzitutto Dio che ascolta il grido del suo popolo sofferente e
si muove con compassione per la sua salvezza (cfr. Es 3,7-9). Ma poi l’ascolto è l’imperativo
rivolto al credente, che risuona anche sulla bocca di Gesù come il primo e più grande dei
comandamenti: « Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore » (Mc 12,29; cfr. Dt 6,4).
L’ascolto trasforma dunque anzitutto chi ascolta , scongiurando il rischio della supponenza e
dell’autoreferenzialità. Una Chiesa che ascolta è una Chiesa sensibile anche al soffio dello
Spirito . In questo senso, può essere utile riprendere quanto il Consiglio Episcopale Permanente
scriveva nel messaggio agli operatori pastorali, lo scorso settembre : «L’ascolto non è una semplice
tecnica per rendere più efficace l’annuncio; l’ascolto è esso stesso annuncio, perché trasmette
all’altro un messaggio balsamico: “Tu per me sei importante, meriti il mio tempo e la mia
attenzione, sei portatore di esperienze e idee che mi provocano e mi aiutano a crescere”.
Ascolto della Parola di Dio e ascolto dei fratelli e delle sorelle vanno di pari passo . L’ascolto degli
ultimi, poi, è nella Chiesa particolarmente prezioso, poiché ripropone lo stile di Gesù, che
prestava ascolto ai piccoli, agli ammalati, alle donne, ai peccatori, ai poveri, agli esclusi».

vangelo domenica 27 febbraio 2022

due ciechi

Download due_ciechi__1_.gif

calendario 27 febbraio - 6 marzo 2022

Carissimi,
non è mai facile correggere il fratello che sbaglia, ma può correggere il fratello solo chi riconosce di poter sbagliare lui stesso in ogni momento.
Chiediamo al Signore di non essere perfetti, ma di essere sempre noi stessi, di saper riconoscere i nostri limiti, solo così porteremo frutti di vita nuova per se stessi e per gli altri. Questo vangelo ci prepara così molto bene allo spirito che dobbiamo assumere in questa prossima Quaresima che incominceremo mercoledì prossimo con il segno delle Ceneri.
Buona Domenica e buona Quaresima

Download Notiz._27_febbraio_-_6_marzo_2022_-_Copia.pdf

calendario 27 febbraio - 6 marzo 2022

Carissimi,
non è mai facile correggere il fratello che sbaglia, ma può correggere il fratello solo chi riconosce di poter sbagliare lui stesso in ogni momento.
Chiediamo al Signore di non essere perfetti, ma di essere sempre noi stessi, di saper riconoscere i nostri limiti, solo così porteremo frutti di vita nuova per se stessi e per gli altri. Questo vangelo ci prepara così molto bene allo spirito che dobbiamo assumere in questa prossima Quaresima che incominceremo mercoledì prossimo con il segno delle Ceneri.
Buona Domenica e buona Quaresima

Download Notiz._27_febbraio_-_6_marzo_2022_-_Copia.pdf

calendario 20 febbraio - 27 febbraio 2022

Carissimi amici,
Gesù propone una logica diversa, una misura diversa nei rapporti tra persone. Egli contraddice l’istinto e l’orgoglio che ci inclinano all’indifferenza e alla vendetta. Alla fine, che cos’è più umano, il Vangelo o la logica mondana?
Gesù cammina con noi, e ci sostiene con l’esempio di uno che ha realizzato tutto il bene possibile, e soprattutto con la sua grazia, che arriva al nostro cuore attraverso i sacramenti, la parola di Dio, la guida di persone autorevoli, la testimonianza dei fratelli. Abbiamo tutti bisogno del supplemento di umanità che nasce dal Vangelo.

Buona settimana!

Download Notiz._20-27_febbraio_2022_-_Copia.pdf

calendario 20 febbraio - 27 febbraio 2022

Carissimi amici,
Gesù propone una logica diversa, una misura diversa nei rapporti tra persone. Egli contraddice l’istinto e l’orgoglio che ci inclinano all’indifferenza e alla vendetta. Alla fine, che cos’è più umano, il Vangelo o la logica mondana?
Gesù cammina con noi, e ci sostiene con l’esempio di uno che ha realizzato tutto il bene possibile, e soprattutto con la sua grazia, che arriva al nostro cuore attraverso i sacramenti, la parola di Dio, la guida di persone autorevoli, la testimonianza dei fratelli. Abbiamo tutti bisogno del supplemento di umanità che nasce dal Vangelo.

Buona settimana!

Download Notiz._20-27_febbraio_2022_-_Copia.pdf

vangelo di domenica 13 febbraio 2022

Gesù che parla con tanta gente attorno

calendario 13 febbraio - 20 febbraio 2022

Carissimi,
Le strade facili, che poi facili non sono: la ricchezza, l’avere tutto e subito, la vita superficiale e senza impegno. Risultato? Inquietudine e vuoto, tristezza e limite.

C’è anche l’esperienza della malattia, nostra o dei familiari che scombina la vita e la sconforta. Gesù indica la vera via. ‘Beato l’uomo che confida nel Signore’. Questo permette di vivere tutto, anche le sofferenze e le fatiche, con la fortezza e la speranza che il Signore dona. Cristo risorto è vivo e presente, e ci accompagna nell’amicizia della Chiesa e nella testimonianza e nella guida di tante persone.

Buona settimana

don Cesare

Download Notiz._13-20_febbraio_2022_-_Copia.pdf

calendario 13 febbraio - 20 febbraio 2022

Carissimi,
Le strade facili, che poi facili non sono: la ricchezza, l’avere tutto e subito, la vita superficiale e senza impegno. Risultato? Inquietudine e vuoto, tristezza e limite.

C’è anche l’esperienza della malattia, nostra o dei familiari che scombina la vita e la sconforta. Gesù indica la vera via. ‘Beato l’uomo che confida nel Signore’. Questo permette di vivere tutto, anche le sofferenze e le fatiche, con la fortezza e la speranza che il Signore dona. Cristo risorto è vivo e presente, e ci accompagna nell’amicizia della Chiesa e nella testimonianza e nella guida di tante persone.

Buona settimana

don Cesare

Download Notiz._13-20_febbraio_2022_-_Copia.pdf

due pescatori e Gesù

"getta ancora le reti........."

calendario 6 febbraio - 13 febbraio 2022

Carissimi,
Nel mare della vita, il Signore naviga con noi. Egli rilancia il nostro coraggio e la nostra opera, senza che restiamo sommersi dalla fatica, dalla delusione per la solitudine e la mancanza di risultati, dalla nostra stessa indegnità o insufficienza, dalla cattiveria del mondo. Gesù ci chiama alla grande impresa della vita, orientandoci verso di Lui e mostrandoci i passi da fare. Con Gesù possiamo ogni giorno prendere il largo e riprendere l’opera che ci è stata affidata: in famiglia, nel lavoro, nella società, nella vita. Guardandoci attorno, riconosciamo tanti fratelli che camminano con noi.
buona settimana
don Cesare

Download Notiz._6-13_febbraio_2022_-_Copia.pdf

oltre il piccolo mondo antico

OLTRE IL PICCOLO MONDO ANTICO
Era ritornato a Nazareth con la fama di guaritore : tanti accorrevano per consegnargli la propria
desolazione. E per tutti aveva non solo parole di conforto ma persino gesti che procuravano liberazione e
guarigione. Se questo era ciò che accadeva altrove, di cosa non doveva essere capace nel suo paese di
origine? E invece, niente di tutto questo. A Nazareth trionfa il prurito di novità, la curiosità dello
spettacolo , non la voglia di mettersi in gioco che nasce dalla fede. Così, per capitolare, basta un
piccolissimo sospetto secondo il quale uno che non ha titoli per dire certe cose, quand’anche siano vere, e
compiere certi prodigi, quand’anche evidenti, non può permettersi di dirle e tanto meno di compierli,
sopratutto se non sono a nostro vantaggio. Nel giro di pochissimi istanti tutto va all’aria, tutto è
drammaticamente capovolto . In questi pochi versetti c’è, in sintesi, quello che sarà una costante della
vicenda terrena del Figlio di Dio, fino alla fine. Accadde così quel giorno a Nazareth. Accade così nella
storia degli uomini quando si pensa che il mondo coincida con il proprio campanile. Tentazione di
Nazareth, tentazione di ogni umana convivenza ridurre la vastità delle cose al terribilmente circoscritto
che, guarda caso, coincide con il mio mondo . Nazareth si scandalizza che Dio abbia scelto la via
dell’umano. Vorrebbe che accada ciò che Dio ha promesso, ma non accetta il modo in cui ha scelto di
compierlo . Nazareth non riesce a tenere insieme ciò che Gesù dice e chi egli è . Nazareth rappresenta la
tentazione dell’esclusiva, quella di chi crede di poter vantare un diritto di primogenitura solo perché è il
Figlio di Dio aveva scelto di abitare lì. Nazareth rappresenta l’atteggiamento di chi ha bisogno
continuamente di credenziali per potersi fidare. Non riesce a comprendere che davvero era stato
privilegiata dallo sguardo di Dio se il Figlio di Dio porterà impresso nel suo titolo quella appartenenza: il
nazareno. Non riesce a comprendere che è proprio lì che il Figlio di Dio annuncia il compiersi di una parola
che per secoli era risuonata senza che se ne vedesse la realizzazione. “oggi, qui”, ripete Gesù. “macché”,
protestano i suoi , “se non stai al nostro gioco, scordati di avere il nostro credito”. Nazareth ha bisogno di
un Dio che faccia il prestigiatore. A Nazareth accade quello che accadrà al pozzo di Sicar con la samaritana,
mentre Gesù annuncia:” quello che aspettate sono io che visto parlando”. Quanto diversa, però la
risposta:”la donna spezzerà ogni indugio, tanto da dimenticare persino il motivo per cui era andata lì. Nella
sinagoga, invece, tutto diventa motivo per una maggiore chiusura che si trasforma perfino in ostilità
manifesta. E così il dono viene letto come un diritto da gestire a proprio piacimento. Tutte le volte in cui
accade qualcosa di simile, il Signore tira dritto il suo cammino, lasciando i compaesani di sempre a bocca
asciutta.

preghiera per la Pace Papa Francesco

preghiera

colomba della Pace

immagine

calendario 30 gennaio 2022 - 6 febbraio 2022

Carissimi,
ecco il foglietto per questa settimana. in esso troviamo una meditazione sul vangelo di questa quarta domenica del tempo ordinario che ci può aiutare ad approfondire il vangelo, alcuni passaggi del messaggio che Papa Francesco ha dato a tutta l'umanità il 1° gennaio di questo nuovo anno appena cominciato che ci possono servire per questa domenica della Pace. Nel retro le notizie dalle nostre comunità che ci fanno conoscere quello che succede lungo la settimana nelle nostre tre parrocchie: le cose belle, ma anche le preoccupazioni e i lutti che in questi giorni abbiamo vissuto insieme. Poi il bel saluto di Gabriele, a nome della comunità di Malamocco, ad una carissima parrocchiana Alice che ci fà capire quanto sono importanti le persone anziane e il bagaglio di valori che sanno trasmettere ai giovani, come nello scorso foglietto la testimonianza dei ministranti grandi nei confronti di un'altra anziana: la Eugenia. Infine, su sfondo giallo, una breve descrizione su che cosa al Giovedì si sta facendo nella catechesi rivolta agli adulti.
buona settimana

Download Notiz._30_gennaio_-_6_febbraio_2022_-_Copia.pdf

la catechesi del giovedì sera

LA CATECHESI DEGLI ADULTI DEL GIOVEDI’SERA
Nel periodo di Avvento si è cominciata una nuova modalità della catechesi degli adulti aiutandoci con un
libro di Fabio Rosini “San Giuseppe” accogliere, custodire e nutrire. Il metodo che abbiamo seguito in quel
percorso è stato quello che incontro per incontro due persone alla volta si preparavano a presentare i
contenuti e i passaggi importanti della riflessione; le sottolineature fatte hanno poi, in un secondo
momento, hanno contribuito a realizzare insieme la Veglia di Natale. In questa seconda fase di ripartenza,
ho pensato di proporre, con lo stesso metodo, un altro libro: “SALE, NON MIELE” di Luigi Maria Epicoco, un
sacerdote della diocesi di Aquila che insegna filosofia alla Pontificia Università Lateranense. la fede non è un
po’ di miele in bocca per imbonire l’ingoiare di qualche pillola amara. Delle volte è qualcosa che brucia,
come il sale su una ferita. Ma proprio per questo kle impedisce di “marcire”. Siamo chiamati ad essere sale,
non miele. Vediamo se ci convertiamo un po’ di più.

domenica 23 gennaio 2022 vangelo secondo Luca (1,1-4;4,14-21)

"Oggi si è compiuta questa Scrittura"

Download 5538_esterna.gif

calendario 23 gennaio - 30 gennaio 2022

Carissimi,
la prima lettura di questa Domenica, dal libro di Esdra ci illumina nella giornata dedicata alla Parola di Dio. La pagina anticotestamentaria ricorda un fatto di grande commozione:. dopo il ritorno dall'esilio si era irrimediabilmente persa la Thorah, la Legge di Dio, e il popolo senza questo riferimento pensava che Dio lo avesse abbandonato per sempre. Invece fortunatamente viene ritrovata. La gioia del ritrovamento si trasforma in una grande riunione dove viene letta per giornate intere la Parola del Signore con il risultato che solo al sentire le parole del Signore: tutti si misero a piangere dalla commozione del risentire parlare il Signore e perché riconoscevano i loro errori che li avevano allontanati dal loro Dio. ma non tutto finisce con le lacrime perché il sacerdote li invita alla gioia e a ricordarsi di chi non aveva potuto partecipare alla celebrazione. La Parola del Signore davvero può cambiare la vita in una gioia vera e aperta a tutti in questa Domenica ringraziamo il Signore che ha voluto stare con noi con la sua Parola e con il pane eucaruistico per ché la nostra gioia fosse vera e permanente.
buona settimana

Download Notiz._23-30_gennaio_2022_-_Copia.pdf