Montanaso Lombardo (LO) - Montanaso Lombardo
30 Voci
0371 68591
PARROCCHIA S. GIORGIO MARTIRE

CELEBRAZIONI DELLA SETTIMANA SANTA - 2020

Non sarà possibile essere fisicamente presenti alle celebrazioni di questa Settimana Santa. Per tutti l’invito è di PARTECIPARE DA CASA, utilizzando gli strumenti della tecnologia per seguire in diretta i vari appuntamenti.

DOMENICA DI PASQUA - 12 APRILE - MESSA IN DIRETTA STREAMING

DOMENICA DI PASQUA - 12 APRILE

S. Messa di don Simone dalla Chiesa Parrocchiale di Montanaso.
Per seguire la diretta dalle 10.50 cliccare sul link:

https://youtu.be/7TYn4HrQ13U

DOMENICA DELLE PALME

La domenica delle Palme nella passione del Signore apre la grande settimana, quella che chiamiamo Santa, la settimana in cui ricordiamo la passione, la morte e la risurrezione del nostro Signore Gesù Cristo. Il testo della prima lettura per bocca del profeta Isaia, ci dà le indicazioni per vivere bene questi giorni. Il Signore mi ha reso suo discepolo, non un maestro, ma un discepolo. Io imparo del Signore: ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti. È una condizione abituale che si ripete di giorno in giorno. Anche noi come Isaia vogliamo essere discepoli, cioè vogliamo imparare, il Signore rende attenti i nostri orecchi, perché noi cerchiamo di capire che cosa il Signore vuole da noi. Il Signore mi ha aperto l'orecchio e io non ho opposto resistenza. Non mi sono tirato indietro, non mi sono rifiutato, anche se accogliere quello che il Signore mi propone mi è costato caro. Il Signore mi assiste, so di non restare confuso! Il Signore mi appoggia. E mentre ascoltiamo questo, abbiamo impressione di sentire Gesù stesso che parla. La Pasqua che ci prepariamo a vivere deve produrre noi un grande cambiamento, abbiamo vissuto la Quaresima vivendo idealmente nel deserto come Gesù, in ascolto del Padre. Sono giorni particolari, non abbiamo mai vissuto la Quaresima in questo modo. Sono giorni anche difficili, giorni in cui ci vengono tante domande. Cerchiamo di rispondere a questa domanda: che cosa è essenziale nella vita? Che cosa è essenziale per noi? Essenziale è la nostra amicizia con Gesù, è la sua mentalità, l'essenziale sta nel cuore ed è invisibile agli occhi, essenziale è quello che conta veramente nella nostra vita: domandiamolo tutti e diventerà un esame di coscienza per noi. Che cosa è essenziale? Che cosa è importante che ci sia e non può mancare, perché la mia vita sia una vita bella, perché la mia vita sia una vita realizzata? La risposta di Gesù che noi acclamiamo come nostro re e maestro è: l'essenziale è l'amicizia con il Signore. È imparare da Lui, è accogliere da Lui quella capacità di dare la vita. Non salvate voi stessi, non fate i vostri comodi ci dice il Signore nella sua passione. Imparate da me a servire, a donare la vostra vita. Noi vogliamo seguire Gesù, Gesù ricordati di me, aiutami a vivere come hai vissuto tu. Ripetiamo in questi giorni questa preghiera fondamentale: Gesù ricordati di me e aiutami a seguirti.

BUONA DOMENICA                                                  don Simone

OMELIA DEL PAPA - Venerdì 27 Marzo 2020

MOMENTO STRAORDINARIO DI PREGHIERA IN TEMPO DI EPIDEMIA

PRESIEDUTO DAL SANTO PADRE

FRANCESCO

Sagrato della Basilica di San Pietro
Venerdì, 27 marzo 2020

MEDITAZIONE DEL SANTO PADRE

«Venuta la sera» (Mc 4,35). Così inizia il Vangelo che abbiamo ascoltato. Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo trovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti. Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell’angoscia dicono: «Siamo perduti» (v. 38), così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme.

È facile ritrovarci in questo racconto. Quello che risulta difficile è capire l’atteggiamento di Gesù. Mentre i discepoli sono naturalmente allarmati e disperati, Egli sta a poppa, proprio nella parte della barca che per prima va a fondo. E che cosa fa? Nonostante il trambusto, dorme sereno, fiducioso nel Padre – è l’unica volta in cui nel Vangelo vediamo Gesù che dorme –. Quando poi viene svegliato, dopo aver calmato il vento e le acque, si rivolge ai discepoli in tono di rimprovero: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?» (v. 40).

Cerchiamo di comprendere. In che cosa consiste la mancanza di fede dei discepoli, che si contrappone alla fiducia di Gesù? Essi non avevano smesso di credere in Lui, infatti lo invocano. Ma vediamo come lo invocano: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?» (v. 38). Non t’importa: pensano che Gesù si disinteressi di loro, che non si curi di loro. Tra di noi, nelle nostre famiglie, una delle cose che fa più male è quando ci sentiamo dire: “Non t’importa di me?”. È una frase che ferisce e scatena tempeste nel cuore. Avrà scosso anche Gesù. Perché a nessuno più che a Lui importa di noi. Infatti, una volta invocato, salva i suoi discepoli sfiduciati.

La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità. La tempesta pone allo scoperto tutti i propositi di “imballare” e dimenticare ciò che ha nutrito l’anima dei nostri popoli; tutti quei tentativi di anestetizzare con abitudini apparentemente “salvatrici”, incapaci di fare appello alle nostre radici e di evocare la memoria dei nostri anziani, privandoci così dell’immunità necessaria per far fronte all’avversità.

Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri “ego” sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli.

«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Signore, la tua Parola stasera ci colpisce e ci riguarda, tutti. In questo nostro mondo, che Tu ami più di noi, siamo andati avanti a tutta velocità, sentendoci forti e capaci in tutto. Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato. Ora, mentre stiamo in mare agitato, ti imploriamo: “Svegliati Signore!”.

«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Signore, ci rivolgi un appello, un appello alla fede. Che non è tanto credere che Tu esista, ma venire a Te e fidarsi di Te. In questa Quaresima risuona il tuo appello urgente: “Convertitevi”, «ritornate a me con tutto il cuore» (Gl 2,12). Ci chiami a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta. Non è il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri. E possiamo guardare a tanti compagni di viaggio esemplari, che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita. È la forza operante dello Spirito riversata e plasmata in coraggiose e generose dedizioni. È la vita dello Spirito capace di riscattare, di valorizzare e di mostrare come le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni – solitamente dimenticate – che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell’ultimo show ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermiere e infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo. Davanti alla sofferenza, dove si misura il vero sviluppo dei nostri popoli, scopriamo e sperimentiamo la preghiera sacerdotale di Gesù: «che tutti siano una cosa sola» (Gv 17,21). Quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità. Quanti padri, madri, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri bambini, con gesti piccoli e quotidiani, come affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini, alzando gli sguardi e stimolando la preghiera. Quante persone pregano, offrono e intercedono per il bene di tutti. La preghiera e il servizio silenzioso: sono le nostre armi vincenti.

«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». L’inizio della fede è saperci bisognosi di salvezza. Non siamo autosufficienti, da soli; da soli affondiamo: abbiamo bisogno del Signore come gli antichi naviganti delle stelle. Invitiamo Gesù nelle barche delle nostre vite. Consegniamogli le nostre paure, perché Lui le vinca. Come i discepoli sperimenteremo che, con Lui a bordo, non si fa naufragio. Perché questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte. Egli porta il sereno nelle nostre tempeste, perché con Dio la vita non muore mai.

Il Signore ci interpella e, in mezzo alla nostra tempesta, ci invita a risvegliare e attivare la solidarietà e la speranza capaci di dare solidità, sostegno e significato a queste ore in cui tutto sembra naufragare. Il Signore si risveglia per risvegliare e ravvivare la nostra fede pasquale. Abbiamo un’ancora: nella sua croce siamo stati salvati. Abbiamo un timone: nella sua croce siamo stati riscattati. Abbiamo una speranza: nella sua croce siamo stati risanati e abbracciati affinché niente e nessuno ci separi dal suo amore redentore. In mezzo all’isolamento nel quale stiamo patendo la mancanza degli affetti e degli incontri, sperimentando la mancanza di tante cose, ascoltiamo ancora una volta l’annuncio che ci salva: è risorto e vive accanto a noi. Il Signore ci interpella dalla sua croce a ritrovare la vita che ci attende, a guardare verso coloro che ci reclamano, a rafforzare, riconoscere e incentivare la grazia che ci abita. Non spegniamo la fiammella smorta (cfr Is 42,3), che mai si ammala, e lasciamo che riaccenda la speranza.

Abbracciare la sua croce significa trovare il coraggio di abbracciare tutte le contrarietà del tempo presente, abbandonando per un momento il nostro affanno di onnipotenza e di possesso per dare spazio alla creatività che solo lo Spirito è capace di suscitare. Significa trovare il coraggio di aprire spazi dove tutti possano sentirsi chiamati e permettere nuove forme di ospitalità, di fraternità, di solidarietà. Nella sua croce siamo stati salvati per accogliere la speranza e lasciare che sia essa a rafforzare e sostenere tutte le misure e le strade possibili che ci possono aiutare a custodirci e custodire. Abbracciare il Signore per abbracciare la speranza: ecco la forza della fede, che libera dalla paura e dà speranza.

«Perché avete paura? Non avete ancora fede?». Cari fratelli e sorelle, da questo luogo, che racconta la fede rocciosa di Pietro, stasera vorrei affidarvi tutti al Signore, per l’intercessione della Madonna, salute del suo popolo, stella del mare in tempesta. Da questo colonnato che abbraccia Roma e il mondo scenda su di voi, come un abbraccio consolante, la benedizione di Dio. Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori. Ci chiedi di non avere paura. Ma la nostra fede è debole e siamo timorosi. Però Tu, Signore, non lasciarci in balia della tempesta. Ripeti ancora: «Voi non abbiate paura» (Mt 28,5). E noi, insieme a Pietro, “gettiamo in Te ogni preoccupazione, perché Tu hai cura di noi” (cfr 1 Pt 5,7).

PREGHIERE PER LA COMUNIONE SPIRITUALE

Per la comunione spirituale

Download Preghiere_Comunione_Spirituale.pdf

LETTERA DEL VESCOVO

20 Marzo 2020

Download Lettera_Diocesi_20_marzo_2020.pdf

IV DOMENICA DI QUARESIMA - LE PAROLE DI DON SIMONE

Il brano che leggiamo oggi nel vangelo è la vicenda del cieco nato, che ricorda il nostro cammino di fede. Siamo noi quel mendicante cieco, noi abbiamo avuto la fortuna di incontrare il Signore Gesù nella nostra vita. E Lui ha creato in noi la possibilità di vedere: simbolicamente Gesù prende del fango, lo spalma sugli occhi e manda quell’uomo a lavarsi nella piscina di Siloe, parola che significa inviato. Chi è l’inviato? Gesù è l’inviato mandato dal Padre perché la nostra vita sia illuminata. La piscina di Siloe richiama il battistero e il gesto che fa Gesù deve richiamare la creazione dell’uomo. Adesso Gesù porta a compimento la creazione. Nella nostra esperienza di peccatori Gesù ci raggiunge con la sua potenza guaritrice. Il battesimo è stato per noi un evento di creazione e dura per tutta la vita. Gesù ha dato a tutti la possibilità di vedere le cose con gli occhi di Dio, secondo il suo criterio. Noi nasciamo senza la capacità di vedere Dio, abbiamo tutti bisogno di un intervento di Dio per poter vedere. Il mendicante cieco appena uscito dal tempio deve raggiungere la piscina di Siloe che è molto distante. Quell’uomo cieco, con la faccia imbrattata di fango deve attraversare i vicoli della città vecchia, percorrere molte scale per arrivare a Siloe di lavarsi e solo dopoché si è lavato finalmente apre gli occhi e ci vede; quell'uomo deve percorrere un cammino di fede, non solo, ma matura spiritualmente, comincia a parlare di Gesù semplicemente come quell'uomo, poi dice che è un profeta, ammette che deve venire da Dio, alla fine riconosce che è il Signore e gli si prostra dinanzi e lo adora. Nel racconto c'è anche la figura simbolica e negativa dei genitori di quest'uomo nato cieco i quali, convocati dai farisei, riconoscono che è loro figlio, ammettono che sia nato cieco, ma non sanno dire come adesso possa vedere e non sono interessati, perché hanno paura dei Giudei. In questo modo il racconto non solo ci invita a fare un percorso di fede ma ci esorta a riconoscere con coraggio l'opera che Cristo ha già compiuto in noi e vivere di conseguenza.
La prima lettura ci mostra la scelta del re Davide e continua la storia della salvezza proponendoci le grandi figure dell’Antico Testamento. Dopo Adamo, Abramo e Mosè, oggi ci è proposto Davide. Samuele è mandato a scegliere un successore a Saul e la voce di Dio lo indirizza a scegliere l'ultimo dei figli di Iesse, il più piccolo, il minore perché, dice, il Signore non guarda l'apparenza, ma guarda il cuore e sceglie con criteri diversi da quelli che adotterebbero gli uomini. Davide è stato scelto da Dio perché il Signore conosce il cuore e guida la storia e guida questa persona per farla diventare pastore del suo popolo. Al Salmo responsoriale si ripete con insistenza che il Signore è il mio pastore, ad acque tranquille mi conduce, ci sono i riferimenti ai sacramenti, c’è l'acqua del battesimo, “ungi di olio il mio capo” fa riferimento alla cresima, “il mio calice trabocca” allude all’ Eucaristia: siamo guidati dal Signore, che prepara davanti a noi una mensa e ci accoglie nella sua tenda.
In questi giorni di sofferenza, di preoccupazione, di paura, vorrei esprimervi la mia vicinanza, assicurandovi il mio ricordo, tutte le mattine nella Messa. Vorrei condividere con voi le parole del Papa:
“Il nostro Dio è vicino e chiede a noi di essere vicini, l’uno all’altro, di non allontanarci tra noi. E in questo momento di crisi per la pandemia che stiamo vivendo, questa vicinanza ci chiede di manifestarla di più, di farla vedere di più. Noi non possiamo, forse, avvicinarci fisicamente per la paura del contagio, ma possiamo risvegliare in noi un atteggiamento di vicinanza tra noi: con la preghiera, con l’aiuto, tanti modi di vicinanza. E perché noi dobbiamo essere vicini l’uno all’altro? Perché il nostro Dio è vicino, ha voluto accompagnarci nella vita. È il Dio della prossimità. Per questo, noi non siamo persone isolate: siamo prossimi, perché l’eredità che abbiamo ricevuto dal Signore è la prossimità, cioè il gesto della vicinanza.
Chiediamo al Signore la grazia di essere vicini, l’uno all’altro; non nascondersi l’uno all’altro; non lavarsi le mani, come ha fatto Caino, del problema altrui, no. Vicini. Prossimità. Vicinanza. «Infatti, quale grande nazione ha gli dei così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che Lo invochiamo?».
BUONA DOMENICA! Don Simone

PROPOSTA DALLA CEI

I fedeli sono invitati ad unirsi alla “preghiera per il Paese”, come indicato nel comunicato della CEI: “In questo momento di emergenza sanitaria, la Chiesa italiana promuove un momento di preghiera per tutto il Paese, invitando ogni famiglia, ogni fedele, ogni comunità religiosa a recitare in casa il Rosario (Misteri della luce), mettendosi davanti ad un Crocefisso, un'immagine della Madonna o ad una Sacra Famiglia, simbolicamente uniti alla stessa ora: alle 21 di giovedì 19 marzo, festa di San Giuseppe, Custode della Santa Famiglia. Alle finestre delle case si propone di esporre un piccolo drappo bianco o una candela accesa. TV2000 offrirà la possibilità di condividere la preghiera in diretta”.
Sul sito della parrocchia trovate il sussidio per la recita del Santo Rosario.

Celebrazione eucaristica domenica 15 marzo alle ore 10.30 presieduta dal Vescovo Maurizio

Comunico che la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Maurizio domenica 15 marzo alle ore 10.30, nel Santuario di S. Maria della Fontana in Lodi, verrà trasmessa in diretta streaming sul sito internet della Diocesi (www.diocesi.lodi.it) e su quello del quotidiano Il Cittadino (www.ilcittadino.it) e dall’emittente televisiva Lodi Crema TV (Canale 111 Digitale Terrestre) che gentilmente si è resa disponibile.”

III DOMENICA DI QUARESIMA - LE PAROLE DI DON SIMONE

“L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato”. Ci rendiamo conto del grande dono che abbiamo già ricevuto? È proprio quello che Gesù richiama parlando con la donna di Samaria: “se tu conoscessi il dono di Dio!”. È quello che dice a noi, adesso: se tu conoscessi il dono di Dio, se ti rendessi conto del dono che Dio ti ha fatto della grandezza di questo dono che è lo Spirito Santo gli chiederesti l’acqua viva. Gesù ha chiesto da bere ma è lui che dà da bere, è lui la fonte dell’acqua viva. E l’acqua viva è lo Spirito Santo. Riporto la riflessione di un biblista su questa pagina del vangelo della samaritana: questa è un’immagine per richiamare la sorgente della vita. L’amore di Dio è lo Spirito Santo e ci è stato dato, è stato versato in noi, lo Spirito è riversato nei nostri cuori. I nostri cuori sono la nostra persona, la nostra mente, il nostro carattere, il nostro modo di pensare, il nostro modo di vedere, la nostra realtà personale è stata riempita con lo spirito di Dio. Questa presenza rende diversa la nostra vita, rende possibile una buona relazione con Dio: siamo giustificati in base alla fede, siamo in pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, siamo diventati giusti non per le nostre opere, ma perché abbiamo creduto in Gesù Cristo, perché ci fidiamo di lui, perché da lui attingiamo lo Spirito che in noi diventa la sorgente di vita nuova. È la nostra caratteristica cristiana: avere ricevuto il dono dello Spirito, avere in noi per grazia di Dio la potenza del suo amore che ci rende capaci di fare quello che ci chiede e la speranza non delude proprio perché Dio ci ha già dato il meglio. In questi giorni, in cui abbiamo più tempo per pensare, più tempo anche per stare con noi stessi e con il Signore, la speranza ci appare a volte come lontana, a volte come forza che ci manda avanti. Ma speranza cristiana non è un’ipotesi, non è una attesa vaga di qualcosa che ci piace: teologicamente la speranza è l’attesa certa della promessa di Dio. Noi speriamo ciò che Dio ha promesso, non quello che ci piace o ci piacerebbe, noi speriamo, cioè attendiamo con certezza che si compia quello che Dio ha promesso e questa speranza non delude. Le nostre idee, le nostre aspettative, i nostri desideri molte volte sono illusioni e ogni illusione finisce in una delusione. Spesso nella nostra vita andiamo incontro a delusioni, a fallimenti, a perdite e ci accorgiamo che il desiderio di qualcosa di più resta forte: nonostante i fallimenti e le delusioni abbiamo una sete profonda di bene, di vita, di eternità e questo desiderio profondo può essere colmato solo dall’amore di Dio. Non vorrei prestare ascolto a discorsi catastrofici o che vedono la situazione di questi tempi come una punizione di Dio: sono del tutto infondati. Dio non agisce così. Certamente ci accorgiamo, ora forse in modo più forte, di quanto siano veri gli insegnamenti del Signore e di quanto ne abbiamo bisogno, tutti i giorni, ad ogni età. “Giustizia eterna sono i tuoi insegnamenti: fammi comprendere e avrò la vita” recita un salmo. La speranza, cioè l’attesa certa di ciò che Dio ha promesso non delude, perché abbiamo già in noi lo Spirito Santo. Ha già fatto il Signore tutto quello che serve per la nostra salvezza; quando eravamo ancora peccatori Cristo è morto per noi, non è morto perché ce lo meritavano, non ci è venuti a cercare perché eravamo brave persone, ha fatto il primo passo di fronte ad un’ umanità che non si merita nulla, a gente che fa perdere la pazienza, a testardi ribelli che continuamente rifiutano la parola e induriscono il cuore e di fronte ad un’ umanità del genere Dio accetta di abbassarsi e di morire per amore per quella gente che non si merita niente. Proprio nella sua morte viene effuso lo Spirito, l’amore di Dio viene riversato nei nostri cuori e adesso è possibile vivere in buona relazione con Dio. Lui ha già fatto tutto per la nostra salvezza, prima che noi ce lo meritassimo; adesso che siamo diventati figli volete che non porti a compimento la sua opera? Siamo sicuri che l’ha detto e lo farà: la speranza non delude. Quell’acqua viva che tanto desideriamo c’è già, è già presente nella nostra vita.
Entriamo dentro di noi, incontriamo il Signore presente nella nostra esistenza, ascoltiamolo, ascoltiamolo con tutto il cuore, lasciamoci guidare dal suo Spirito. Se conoscessimo il dono di Dio, lo apprezzeremmo di più, se sapessimo chi è colui che ci sta parlando, chiederemmo a lui l’acqua viva e ce la darebbe con generosità e allora chiediamoglielo, chiediamoglielo con tutto il cuore, che continui a darci quest’acqua viva che ci dona. Il suo Spirito inondi la nostra vita del suo amore per renderci capaci di vivere in comunione con lui, di vivere in pace con lui, di creare intorno a noi un mondo nuovo, perché siamo stati ricolmati del suo amore.

BUONA DOMENICA ! Don Simone

II DOMENICA DI QUARESIMA - LE PAROLE DI DON SIMONE

Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo. Gesù ha reso luminosa la nostra vita, è entrato nella nostra esistenza come luce per chiarire il senso della nostra vita, per mostrarci dove stiamo andando, per farci capire qual è la meta della nostra esistenza. Ai discepoli Gesù annuncia che il viaggio a Gerusalemme, che stanno iniziando, finirà in modo tragico, finirà proprio con la sua morte e, avendo davanti la prospettiva della morte, i discepoli sono spaventati, hanno paura, hanno l’impressione di essere stati ingannati. Sentono una forte delusione, pensavano di andare verso il successo, verso una grande vittoria, una rivoluzione politica, verso la possibilità di instaurare il regno messianico. E Gesù invece annuncia che a Gerusalemme lo uccideranno, i discepoli non sanno più cosa pensare. Improvvisamente, nella loro vita, è sceso il buio, non ci capiscono più nulla, non vedono dove stanno andando, hanno paura di andare dove Gesù ha indicato e vorrebbero fermarsi sul Monte. Anche in questi giorni, per altri motivi, proviamo questi sentimenti e sentiamo come un vuoto nelle nostre giornate, segnate da un’atmosfera surreale. Ma questo vuoto non deve essere un vuoto di fiducia e di speranza nei confronti di Dio e della sua capacità di accompagnarci verso il bene e verso di Lui. Gesù, leggiamo nel Vangelo, ha mostrato ad alcuni dei discepoli il suo volto divino: nella trasfigurazione Gesù mostra la sua figura divina. Era semplicemente un uomo, ma in quel momento fa vedere la sua natura di Dio e i discepoli che lo hanno accompagnato in cima a quella montagna restano ammirati. Una nube luminosa li coprì con la sua ombra; sembra una contraddizione la nube luminosa. In genere le nubi sono scure e quando ci sono tante nuvole non si vede il sole, diminuisce la luce. Ma c’è una specie di nebbia dove il sole filtra ed è un fenomeno particolare dove non si vede, eppure c’è luce: stanno insieme le due cose. È la condizione dei discepoli, avvolti da una nube luminosa: non vedono e vedono. Vedono il volto di Gesù luminoso e vorrebbero fermarsi lì, vorrebbero rimanere in quella situazione tranquilla, non vorrebbero affrontare il futuro difficile che è stato proposto loro. Anche noi nella nostra vita ci troviamo spesso in una nube luminosa: ci troviamo in condizioni dove non vediamo il futuro, non vediamo il senso della nostra vita o abbiamo paura di qualcosa che possa capitare e che possa danneggiare la nostra vita. Il Signore ci ha chiamati con una vocazione santa, ci ha chiamato fin dall’eternità, ha un progetto su di noi, non in base alle nostre opere, ma secondo la sua grazia cioè il suo amore, ha chiamato ciascuno di noi, ci ha pensati, ha progettato la nostra vita e ci chiede giorno per giorno di essere obbedienti e di percorrere la strada che Lui ci indica. Non è facile capire quale strada il Signore indichi a ciascuno di noi, quale sia il modo per vivere bene, adesso, da giovani, da adulti, da anziani, nella situazione in cui ci troviamo a vivere adesso. Abbiamo bisogno di luce, abbiamo bisogno di una guida. Il Signore è la nostra luce, il Signore è la nostra guida.Intravvediamo qualcosa, ma luce in ogni cosa non vediamo ancora, eppure sappiamo che la sua parola ci può guidare. Il progetto ci è stato rivelato adesso, con Gesù nostro Salvatore ci è stato manifestato il progetto di Dio. Dio ha un progetto buono per noi e un progetto di salvezza, è un progetto di vita piena che passa però attraverso la via della Croce, attraverso anche la sofferenza. Non dobbiamo avere paura di attraversare i momenti difficili, avendo ben chiaro che l’obiettivo è il Signore, è la vita, è la luce. Gesù ha fatto risplendere la vita, nonostante le difficoltà che troviamo, nonostante il buio che possiamo riconoscere in noi. Il Signore è la luce, magari sembra più forte l’ombra, ma il Signore è una voce che, anche nel buio, indica la strada e rende la nostra vita splendida. Noi possiamo essere luce per gli altri, possiamo aiutare gli altri a trovare la strada, mentre cerchiamo la nostra. È un desiderio profondo quello di conoscere il volto di Dio, di riconoscerlo presente nella nostra vita. Chiediamoglielo come preghiera personale e comunitaria, chiediamoglielo in questi giorni di buio e di smarrimento: Signore fatti riconoscere da me, dammi la capacità di vederti, di vedere la strada, di vedere la tua presenza, di sentirti, di sentire la tua presenza nella mia vita qui e adesso; indicami i passi da fare, indicami che cosa devo fare per camminare verso di te, dammi la forza di fare quello che ho visto, illumina la mia vita perché io possa aiutare altri a camminare verso di te e fa’ che non mi fermi dove sto comodo, ma vada verso la meta. Ci sentiamo avvolti da questa nube luminosa e ci sentiamo con il Signore presente nella nostra vita. Chiediamogli che ci guidi verso la pienezza della vita, che faccia risplendere la nostra esistenza per mezzo del Vangelo.

BUONA DOMENICA

don Simone

CELEBRAZIONI SOSPESE FINO A NUOVA COMUNICAZIONE

La Conferenza episcopale Lombarda invia un comunicato nel quale, esprimendo vicinanza a tutti coloro che sono colpiti e coinvolti dall’emergenza Coronavirus, rinnova le disposizioni relative a celebrazioni, luoghi di culto e oratori.
Le celebrazioni con la presenza di fedeli sono sospese dall’8 marzo fino a nuova comunicazione, le chiese rimarranno aperte per la preghiera individuale e per l’incontro personale con i sacerdoti, si invita alla preghiera in famiglia e si dispone, analogamente a quanto avviene per le scuole, la chiusura degli oratori e delle relative attività educative fino a domenica 15 marzo.

SOSPENSIONE MESSE FINO A SABATO 7 MARZO COMPRESO

Il Vescovo ha disposto la sospensione delle Messe fino a sabato 7 Marzo compreso, a seguito dell'ordinanza regionale.

I DOMENICA DI QUARESIMA - LE PAROLE DI DON SIMONE

Ogni anno, in Quaresima, la prima domenica ci presenta nel Vangelo l’episodio delle tentazioni. In questo brano, Gesù, superando le tentazioni, si mostra come Messia, come Figlio di Dio e rivela di fondare la sua vita sull’obbedienza al Padre. Cristo realizza la nostra vocazione. Vivere la Quaresima è lasciarsi prendere dalla grazia dell’obbedienza di Gesù e accogliere il suo sì perché diventi lo stile della nostra vita.

La Prima lettura in Quaresima, domenica dopo domenica riprende la storia della salvezza. In questa domenica si parte dagli inizi, dalla Genesi, dalla creazione dell’uomo e della donna, ma soprattutto dall’Alleanza che Dio fece con l’umanità. Dio piantò un giardino, segno della buona relazione, dell’amicizia e vi pose l’uomo che aveva plasmato. Compito dell’uomo è custodire e coltivare il giardino, custodire e coltivare l’amicizia con Dio. Il Signore dà all’uomo la Legge, ma gli segna un limite: l’albero della conoscenza del bene e del male non deve essere dominato e consumato. È il limite dell’uomo, che riconosce di non essere la fonte del bene e del male, il principio della morale. L’uomo accetta quest’alleanza, ma non mantiene l’impegno e, tentato dal serpente, cioè dalla sua stessa ragione, dal suo pensiero polemico nei confronti di Dio, vede che l’albero proibito è bello: l’uomo e la donna non pensano secondo il progetto di Dio e si ribellano, fanno di testa loro, non si fidano di Dio, pensano che Dio menta, che abbia proibito quell’albero per invidia. È l’origine del peccato: il pensiero di un Dio inaffidabile. L’effetto sperato non avviene, non conoscono come Dio, ma hanno la consapevolezza del loro limite. Questo non è un quadretto di storia delle origini, ma è un testo teologico, altamente simbolico: è quello che capita tutte le volte in cui c’è il peccato, è la sfiducia, è l’orgoglio dell’uomo che con la sua superbia vuole fare di testa sua. C’è differenza tra Adamo e Gesù.

Nel Vangelo, Gesù è condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo: così inizia il suo ministero pubblico dopo il Battesimo nelle acque del Giordano. Gesù trascorre un periodo di 40 giorni nel deserto come preparazione: è il momento delle scelte, della decisione, è il momento in cui Gesù progetta il suo ministero ed è proprio in questo momento delicato che subisce le tentazioni, cioè le proposte sbagliate. Di fronte a quanto gli viene proposto, Gesù capisce che sono idee sbagliate. Le tentazioni anche per noi sono idee, impressioni, suggerimenti che ci suggeriscono che potremmo fare qualcosa. Per capire se sono idee buone o idee cattive, dobbiamo operare un discernimento, cioè dobbiamo imparare a distinguere: non tutto quello che ci viene in mente è buono, non tutte le idee che nascono nella nostra testa sono secondo Dio. Allora bisogna imparare a distinguere: il criterio per riconoscere una tentazione e sconfiggerla è la parola di Dio. L’evangelista ci ha insegnato che Gesù vince la tentazione ricorrendo alla parola di Dio: risponde al diavolo, dicendo: ”Sta scritto” e fa la citazione di un testo del Deuteronomio. Riprende alcuni versetti di questo libro che contiene delle omelie di Mosè, che incoraggia il popolo a custodire la legge e ad osservare con fedeltà l’alleanza che ha stretto con il Signore. Di fronte alla proposta di prendere la gente per la gola e di offrire da mangiare gratis per conquistarsi tanti clienti, Gesù risponde: “Sta scritto: non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”: è un insegnamento che Mosè ha rivolto a Israele, ricordando che Dio li ha nutriti nel deserto con la manna, ma li ha nutriti con quel pane straordinario per far loro capire che non basta il cibo, ci vuole qualcosa di più per vivere. L’uomo ha bisogno della parola di Dio e allora un discorso semplicemente materiale, legato al nutrimento del corpo, è insufficiente. È necessaria la parola di Dio che esce dalla bocca di Dio, perché noi possiamo avere un’autentica vita di grazia. Gesù in questo modo, recuperando il testo antico della sacra Scrittura ci insegna a desiderare la parola di Dio, a cercarla, a studiarla e a conoscerla perché sia lei a indirizzarci nelle scelte, perché ci insegni a distinguere le idee buone dalle idee cattive. Anche il diavolo usa la Bibbia: visto che Gesù fa riferimento alle Scritture, anche il diavolo gli propone un testo biblico. Gli suggerisce un versetto del salmo in cui si dice che il Signore manda gli angeli a proteggerti e allora: “Buttati giù dall’alto del tempio, se arrivano gli angeli e ti prendono in volo, pensa tutta la gente che vede sarà costretta a credere!”. Ci può essere un modo errato di usare la Bibbia, si può prendere un versetto qua e là e piegarlo alle proprie opinioni e Gesù risponde: “Sta scritto, anche, non metterai alla prova il Signore Dio tuo”, cioè non sarai tu a dare ordini, non sarai tu a dire a Dio che cosa deve fare. Mettere alla prova il Signore vuol dire pretendere che faccia quello che voglio io, quasi costringerlo a intervenire: è un atteggiamento scorretto. Israele nel deserto si era lasciato prendere dallo scoraggiamento perché mancava il cibo. Israele nel deserto si era lasciato prendere da questa tentazione di mettere alla prova il Signore: è in mezzo a noi sì o no? Se è con noi deve fare questo! Non pretendiamo mai che il Signore faccia quello che vogliamo noi. Siamo noi che dobbiamo fidarci di Lui, non possiamo mai dare ordini, non possiamo mai usare la Scrittura per comandare a Dio. Se leggiamo la Scrittura in modo corretto, impariamo la fiducia, l’abbandono fiducioso alla provvidenza di Dio. Infine, di fronte all’ultima tentazione, Gesù risponde di nuovo con una citazione del Deuteronomio: “Sta scritto: il Signore Dio tuo adorerai, a lui solo renderai culto.” Israele nel deserto fu tentato di idolatria e tradì il Signore adorando il vitello d’oro. È la continua tentazione di adorare il potere, di adorare la ricchezza, per mettere queste realtà al posto di Dio. Gesù insegna a noi: adorerai solo il Signore tuo Dio, riconoscerai solo lui come tuo Signore. Israele nel deserto, tentato, fu sconfitto, scelse male. Gesù nel deserto, invece, vinse la tentazione, perché si lasciò illuminare dalla parola di Dio. La conosceva e la applicava; a noi ha insegnato a vincere la tentazione, ascoltando fedelmente ogni giorno la parola di Dio, usando il Signore come criterio. È lui il principio del bene, vinceremo anche noi le nostre tentazioni e potremmo vivere bene, facendo il bene ed evitando il male, imparando dalla parola di Dio, ascoltandola col cuore e applicandola nella nostra vita di ogni giorno.

Buona domenica

don Simone

COMUNICAZIONE DIOCESI DI LODI

In relazione all'evolversi della diffusione epidemica, la Regione Lombardia d'intesa con il Ministro della Salute ha disposto ulteriori restrizioni, tra queste la sospensione di ogni manifestazione e iniziativa anche di carattere religioso.

Pertanto il Vescovo Maurizio dispone la SOSPENSIONE DELLE MESSE fino a data da definire.

INIZIARE IL TEMPO QUARESIMA IN SPIRITUALE COMUNIONE

Per offrire a tutti i fedeli della Diocesi la possibilità di iniziare il tempo di Quaresima in spirituale comunione, il 26 febbraio, mercoledì delle Ceneri, dalla Cripta della Cattedrale saranno trasmessi via web sul sito internet della Diocesi (www.diocesi.lodi.it):

- alle ore 15, la S. Messa che Mons. Vescovo celebrerà in forma privata, prima dell’apertura della Basilica ai fedeli;

- alle ore 21, il momento di preghiera, al quale i fedeli potranno unirsi spiritualmente da casa, secondo il sussidio allegato.

Download Mercoledì_delle_Ceneri_preghiera_personale_e_in_famiglia.pdf

L'ORATORIO RIMARRA' CHIUSO FINO A NUOVO PROVVEDIMENTO

Fino a nuovo provvedimento, l'oratorio di Montanaso Lombardo, rimarrà chiuso.

ANNULLATA LA FESTA DI CARNEVALE IN ORATORIO

In via precauzionale, la festa di carnevale prevista per domenica 23 febbraio in oratorio, è stata annullata.

INTENZIONI SANTE MESSE DELLA SETTIMANA 17 - 23 Febbraio 2020

Lunedì 17 febbraio
Ore 18.00: s. Messa

Martedì 18 febbraio
ore 20.30 : Santa Messa

Mercoledì 19 febbraio
ore 18.00: Santa Messa

Giovedì 20 febbraio
ore 18.00 : Santa Messa

Venerdì 21 febbraio
ore 18.00 : Santa Messa

Sabato 22 febbraio: Cattedra di san Pietro
ore 17.00 santa Messa def. Mercoli Luigi—Gobbi Francesco—don Rosolino Rebughini—Paulli Angela

Domenica 23 febbraio
ore 11.00 : Santa Messa
ore 18.00 : Santa Messa

NOTIZIE, APPUNTAMENTI, IMPEGNI DELLA SETTIMANA

Venerdì 21 febbraio : incontro professione di fede II-III media

Sabato 22 ore 19.30 in oratorio: incontro animatori Grest

Domenica 23 ore 15.00 in oratorio: festa di carnevale



E’ aperto il nuovo tesseramento 2020 al Circolo san Giorgio.

LABORATORIO DI CARNEVALE

Domenica 16 Febbraio - ore 16.00
Contributo euro 3,00 a bambino

INTENZIONI SANTE MESSE DELLA SETTIMANA 10 - 16 Febbraio 2020

Lunedì 10 febbraio: santa Scolastica
Ore 18.00: s. Messa: def. Valcarenghi Angelo e Giuseppina

Martedì 11 febbraio: B.V. di Lourdes
ore 20.30 : sospesa

Mercoledì 12 febbraio
ore 18.00 : Santa Messa: def. Madonini Carlo—Angelo—Maria

Giovedì 13 febbraio
ore 18.00 : Santa Messa def. Bizzoni Luigi

Venerdì 14 febbraio: santi Cirillo e Metodio
ore 18.00 Santa Messa: def. Ronga Luisella e famiglia

Sabato 15 febbraio
ore 17.00 santa Messa def. Fam. Lazzari—Pescatori—Lidia

Domenica 16 febbraio
ore 11.00 : Santa Messa
ore 18.00 : Santa Messa : Di Lisi Mario

NOTIZIE, APPUNTAMENTI, IMPEGNI DELLA SETTIMANA

Martedì 11 febbraio ore 16.00 ad Arcagna : santa Messa per gli ammalati e unzione degli infermi. Chi desiderasse ricevere l’unzione a motivo di età avanzata o condizioni di salute precarie deve contattare il parroco per dare il nominativo.

Martedì 11 febbraio S. Messa delle ore 20.30 a Montanaso è sospesa

Mercoledì 12 febbraio S. Messa ad Arcagna delle ore 16.00 è sospesa

Giovedì 13 febbraio ore 21.00 in oratorio: riunione catechisti

Domenica 16 ore 16.00 in oratorio: laboratori di carnevale

INTENZIONI SANTE MESSE DELLA SETTIMANA 03 - 09 Febbraio 2020

Lunedì 3 febbraio: san Biagio 
Ore 18.00: s. Messa 

Martedì 4 febbraio 
ore 20.30 : Santa Messa  def. Aldo—Cecilia 

Mercoledì  5 febbraio : sant’Agata 
ore  18.00 : Santa Messa: def. Pietro Bonvini—Francesca Passolunghi—Rosa Boienti—Artemio  Perdoni 

Giovedì  6 febbraio: san Paolo Miki e compagni martiri 
ore  18.00 :  Santa Messa 

Venerdì  7 febbraio 
ore 18.00 Santa Messa: def. Polenghi Giovanni 

Sabato 8 febbraio 
ore 17.00 santa Messa  def. Battaglia Giuseppe—Zecchini Gino— Cremaschi Angelo—Altrocchi Francesco—Cornalba Maria –Crivelli Angelo 

Domenica 9 febbraio 
ore 11.00 : Santa Messa : def. Fam.  Boselli Nina 
ore 18.00 : Santa Messa 

NOTIZIE, APPUNTAMENTI, IMPEGNI DELLA SETTIMANA

Mercoledì 5 febbraio ore 21.00: consiglio pastorale

Domenica 9 febbraio ore 14.30 a Lodi: Incontro Ministranti.
Partenza ore 14.00 dal piazzale della Chiesa


E’ aperto il nuovo tesseramento 2020 al Circolo san Giorgio.